domenica 8 ottobre 2006

TIPOGRAFIA

"un fiore, che è un fiore,

io non te l'ho mai portato

vuoi improvvisato, vuoi confezionato, ma

trasferisco da te tutti i fiorai,

è più facile a dirsi,

e infatti te lo dico."

Battisti-Panella, La Sposa Occidentale





Recenti (!) esperienze di vita mi portano a pensare sempre di più che l'intuizione è una cosa bellissima, assieme alle affinità elettive e tutto quello che si trova nei libri, nei poemi, nei più oscuri meandri del cuore e delle buone intenzioni ma finiscono tutte inevitabilmente affogate nel sapore dolce del Martini.



Codesta intuizione che dovrebbe essere la base dell'incanto... e dell'innamoramento, dell'attrazione (oddio, tralasciando le tette, per carità, ma quella è fisica, non chimica, e alla fisica non c'è rimedio: E=mc2, non c'è che dire)... codesta intuizione è bene "rafforzarla" con una trovata meravigliosa, suggerita tecnologicamente dai Romani prima e da Gutemberg dopo: lo STAMPATELLO MAIUSCOLO, meravigliosa possibilità di esprimere le nostre opinioni, idee, sensazioni senza pericolo d'equivoci, di fraintendimenti, di clausole in piccolo, posto l'essere noi quantomeno sinceri, e quantomeno su noi stessi (ma queste son altre discussioni, fatte a suo tempo col barman di fiducia).



Veniamo al dunque.



Oggi è il terzo giorno che mi alzo con un torcicollo che neanche Godzilla. Arrivo in atelier tutto da un lato che sembro Andreotti e per salutare qualcuno mi volto tutto come Baryshnikof. Non chiedo pietà dal mondo, d'essere compreso nel mio stress quotidiano, fisico, intellettuale... bla bla bla...

Quindi:

C'E' TRA DI VOI UNA VOLONTARIA IN GRADO DI EFFETTUARE UN SALUTARE MASSAGGINO AL MIO POVERO COLLO ET ZONE LIMITROFE???

ASTENERSI PERDITEMPO E DONNE IN CERCA DI MARITO.

PAGA SINDACALE.

(Ah, ho ancora tre parole incluse nel prezzo) VENDO MINI BLU.

giovedì 5 ottobre 2006

Pensavopeggio mi fa un baffo (1)

SplinderianaDallaVitaBreve: Come stai?

AmorPlatonico: Fine giornata... sono morto.

SplinderianaDallaVitaBreve: E ti senti meglio?

Le grandi domande sull'amore

AmorPlatonico: Risolto il problema delle grandi domande sull'Ammmore?

Splinderiana: Sì.

AmorPlatonico: Ok, passami le risposte.



(Sottofondo: Marco Ferradini, Teorema)



Ah, una aggiunta alle mie 5 strane abitudini, la piu' grave:

- Chiedo troppo spesso ad una donna di sposarmi. E troppo spesso risponde di sì.

domenica 1 ottobre 2006

Organi per l'Amore





AmorPlatonico: Sono convinto che in realtà non esistano problemi di Cuore... cioè i problemi non sono in relazione con un'altra persona, ma prima di tutto con noi stessi...

Splinderiana: Perfettamente d'accordo. Non ci si dovrebbe preoccupare del Cuore... ma del Fegato.




Io questa donna la amo.



Note: la foto è un fotogramma di Stati di Allucinazione di Ken Russell, un bellissimo film sulla ricerca del Sè.

sabato 30 settembre 2006

CINQUE STRANE ABITUDINI






comodino

Come se le altre mie fossero normali.





Regolamento. Chi riceve questa croce deve scrivere un post intitolato CINQUE STRANE ABITUDINI, in maniera tale che chi legge avrà subito il terrore di essere nominato a sua volta.












A chi non prosegue questa interessantissima catena non accade nulla. Però, come non scontentare l'amica SERENA che mi ha allietato con questa cosina?


PRIMA.

La più nota. Vesto sempre rigorosamente di nero.

Per vari motivi:

Primo: una esigenza di look, forse un po' teatrale, forse un po' schifosamente anni '90 da post-dark, da uomo che scompare nell'ombra per far posto, si augura, ad un prolifico artista.

Secondo: snellisce.

Terzo: non ti fai problemi quando devi deciderti cosa metterti.

Quarto: si fa una sola lavatrice.

In realtà sto benissimo con il beige chiaro, il verdino, il celeste e il verde militare... ma tant'è...





SECONDA.

Sono un pessimo insegnante. Non ho il dono dell'insegnamento superficiale. Generalmente comprendo le cose nella loro profondità, con un certo metodo forse vinciniano. Mi piacerebbe insegnare il metodo, non la cosa. Le mie spiegazioni durano decenni. Generalmente la persona dopo o sa tutto di Linux, o di Fotografia, o di Borges, o di Trame & Tessuti o di modellistica industriale, o di tecniche di vendita... o si è data fuoco per disperazione. Ho visto uno amputarsi volontariamente un arto. Un'altra, per non sentirmi, me l'ha data.







TERZA.

Riesco a fare mille cose meccaniche o solite contemporaneamente, con buona attenzione e risultato. Se devo imparare una cosa nuova, il cervello si blocca, si concentra e non riesco a fare altro che quella cosa. Sembra che mi isoli dal mondo, per chi mi vede da fuori, o per la persona con cui sto parlando al telefono o in altro modo. In realtà si è acceso il processo: learning.





QUARTA (sotto la quarta non è amore, si sa)

Mi piacciono le donne.

Assai.

Voi vi chiederete qual'è la stranezza in questa SANA abitudine. Beh... a me vengono che si devono sposare. Sono correttissimo. Sempre. Potrei anche vederle nude, come faccio per le modelle, spogliarle e vestirle senza alcun problema. Anzi, come se fossi una vecchia amica, come se fossi l'estetista, il medico, il prete, la zia.

E' che dopo sto davvero male. Chi non ha provato non può capire.








QUINTA.

Sono disordinato. E non è quello medio basso che distingue un ordinato ma potenziale serial killer da una persona normale.

E' quel disordine medio alto che fa incazzare seriamente le mogli-fidanzate-conviventi, e la mamma, quello che in termine tecnico si definisce: un casino.

Per le prime, che cercano di influenzare la mia vita (come quella del genere umano maschile nella sua totalità, una missione più che un'abitudine), vige l'articolo 1 del regolamento di Via San Giuseppe: “La permanenza di una donna in questo sito è ristretta alle 8 (otto) ore consecutive. Una ulteriore prosecuzione della permanenza (e non convivenza) deve essere interrotta da uscita, possibilmente in macchina, lontano, o cazziata, o litigata.”.

Non sopporto quindi che le cose vengano spostate. Nel mio disordine io so esattamente dove sta una cosa. Anche a distanza di anni. Anche se ci vuole un caterpillar per riprenderla (ho scritto riprenderla, non ritrovarla).

Il problema con la mamma l'ho superato: lei a casa sua, io a casa mia.

Potrei impazzire, però, per i piatti sporchi nel lavabo. E rinunciare persino ad un dopocena allegro. Ma sono fatto così.





C'è una SESTA, che dopo la QUINTA è veramente il massimo.

Installerei Linux anche sugli accendini.




Ora la parte più gustosa del gioco.



Vengono nominati:



Anonimista, Gloriamundi, IcePetal, Sterfimia e badate badate, MadameRevanche.




Si salva Greenwich. Ma solo temporaneamente. Appena qualcuno mi passa un'altra di queste cazz... ehm... cose divertenti, sarà il primo della lista. Assieme al nano.

giovedì 28 settembre 2006

Stupor Mundi



Il Castello ieri notte. L'Otto. La quadratura del cerchio. L'allineamento. Il profumo d'infinito. Sempre.

E ho ricordato Notre Dame a Parigi e Chartres, tutto il Romanico e il Gotico che ho visto. I viaggi. La creazione e la poesia.



Ho ripercorso le mille cose fatte in una vita in un giro di torri, toccando mura antiche grondanti d'acqua.



E si è rotta una cosa. O ha cominciato a rompersi. Un certo legame col passato. Atti incompiuti, sensi di colpa, costruzioni.



Non serve. Non serve più. E' solo esperienza. Il dolore sfuma in presa di coscienza.



Anche perchè ti chiedi: Lui è morto a cinquantasei anni. Ha rivoluzionato il mondo. Il medioevo è diventato era moderna, tra cultura, arte militare, organizzazione statale, religione ed esoterismo.



Io ho trentaquattro anni.

mercoledì 27 settembre 2006

Questi occhi hanno visto cose...

AmorPlatonico: Ci fidanziamo?

xxxxxx@splinder.com: Dammi almeno due buone ragioni...



OK. Avete vinto voi.

lunedì 25 settembre 2006

Il Cliente, prima di tutto.



Ok, lo ammetto. Sono io.

Sono stato io.

Apro i pacchi e mi rubo tutte le sorprese.



E, qualche volta, anche un paio di merendine.



Ma non è colpa mia...



... faccio la spesa all'ora di pranzo...

...e, vi giuro... ora che ho trovato la macchinina di pippo, smetto, giuro, smetto.



... mi metterete mica in castigo dietro la lavagna? in ginocchio sui ceci?

... crocifisso in sala mensa?



... comqunque, complimenti per il marketing... e il senso di colpa kafkiano...

... ma chi è questo "Kafkian"?



E' tutta colpa di Maurizio Costanzo, non trovate?

venerdì 22 settembre 2006

Riflessioni macabre

Sul suicidio.



Avendo in tasca una pasticchetta di cianuro di potassio, che ti uccide in quindici secondi al massimo, la vita sembrerebbe diversa?



(I gerarchi nazisti si trattavano benissimo)

giovedì 21 settembre 2006

Alla fiera delle illusioni



Riporto:

 

AMOR PLATONICO

VIA XXXXXXXXX

70054 GIOVINAZZO BA

tel fax XXX XXXXXX

XXXXXXXX

XXXXXXXX

XXX@XXXXXX.com

www.profumodelsale.splinder.com










Spettabile Casa editrice "Il filo"

VITERBO

SELEZIONE OPERE LETTERARIE





Giovinazzo, 20 Settembre 2006 (ultimo giorno utile)



Gentilissimi,



La presente per accompagnare questo libello ("Al Cospetto del Re dell'Incanto, NdA"), un insieme di racconti, racconti poetanti (quando gli amici mi chiedono un digestivo dopo la lettura di un brano), poesie e poesie-canzoni.



Qualcosa è stato pubblicato sul blog che ho su splinder, a prova, o a provocazione. O a gusto.



Altro è stato recitato qua e là, o proviene da qualche lettera d'amore. Originale, per carità. Sia l'amore che le lettere.



Questo libro, in effetti, parla d'Amore, o del Sé, o semplicemente, del "se" inteso come "forse". Almeno credo. Poi nessuno è autore vero delle cose che scrive.



Ma chi si loda s'imbroda.



Anche se non sembra, è un libro di spessore.



Già me lo vedo distribuito nei migliori negozi di detersivi e ferramenta.



Cordialmente,





xxxxxx xxxxxxxxxxxxxx



(Amor Platonico)



Ora sono anch'io un disperato aspirante scrittore. Lo so che finirò con la sindrome da lettera di rifiuto, come Snoopy.

O spenderò un miliardo in raccomandate.

O mi stamperò i libri e me li venderò da solo (a chi? boh!)

Se mi passasse questa mania di grandezza...

(Anche perchè la bilancia si lamenta)

martedì 19 settembre 2006

Sul filo del cielo

E vogliamo parlare di quando c'è già un equilibrio istabile, e poi accade proprio quella cosa, minuscola, una noncuranza, ma che attiva quel complesso meccanismo a catena che fa esplodere il mondo.



Quale mondo?



Eppure c'è chi di questa complessità non se ne accorge.



Non so se esiste la sfortuna o siamo artefici al cento per cento di ogni evento che ci succede.



Personalmente, sono un volitivo. Ma una componente del caso, la vogliamo anche mettere?



E che caso!!!

lunedì 18 settembre 2006

Il nido del cuculo

Oggi ho scoperto che una persona a me cara, dal carattere simile al mio (siamo due benemerite teste di cazzo, scusate il francese, ma ho appena finito il corso e se non lo pratico mi dimentico), è in cura da uno psicologo.



Ci ho pensato.



200 euro al mese.



Io con 1 euro e 50 al giorno posso affliggere il barista.

Consumazione inclusa.



Vuoi mettere la soddisfazione???

Amarcord

AmorPlatonico: Allora usciamo insieme?

Lei: Perchè, così non va bene?

AP: Intendo io e te da soli...

Lei: Io e te non usciremo mai da soli!

AP: Vuoi sposarmi?

Lei: Sì!



Vi giuro, è andata così.

Per il mio avvocato abbiamo buone possibilità per l'infermità mentale. O a lei, o a me.

venerdì 15 settembre 2006

Lavanderia

In lavanderia, mentre ritiro l'abito, rigorosamente nero - stilista, per il matrimonio della mia sorellina.



- Ma allora perchè ti sei separato?

- A pensarci, per questioni puramente economiche!

- Non andavate d'accordo sui soldi?

- Non proprio. L'avvocato civilista costava molto meno del penalista.



---



Fuor di metafora:



Domani davvero mia sorella si sposa. Le auguro di non sognare, ma di vivere. Sempre e appieno. O, se dovesse sognare, di non svegliarsi, allora, mai.



Il tizio della lavanderia ha due bambini. E i bambini sono davvero parte di te. Il problema son le madri, difettate, spesso all'origine.

E così anche oggi il mio desiderio di paternità è andato affanculo.



Vado a cercarmi la cravatta.

Il filo invisibile


"Le Occasioni sono braccia di angeli

in penombra, verso zone più alte:

a saperle vedere."


Amor Platonico, Le Occasioni, Al Cospetto del Re dell'Incanto.






Oggi son successe tante cose. Contatti, discussioni, complicazioni, soluzioni. Solite menate e lampi di verità.

Divertimenti, presenze. Partenze. Assenze.

Mi manca il filo invisibile che unisce queste cose.

Questo non è un post. Non dice nulla. Soltanto l'annotazione di una giornata piena di inizi e di continuazioni.

Sono in cerca di una conclusione, possibilmente coerente.

Nessuno ha un link?



(Ricordo: Il cielo sopra Berlino, di Wim Venders. La scena della biblioteca. Il dualismo tra il rumore e il brusio della gente comune, e i cori degli angeli, i custodi che ad uno ad uno posano la mano sulla spalla di ogni persona.)

giovedì 14 settembre 2006

La cugina

La mia segretaria è mia cugina, che ha otto anni più di me.

Mio padre l'aveva assunta appena diplomata "per dare una mano al contabile". Ok.



Le ho insegato ad usare il programma di contabilità, internet, excel. Ora è strepitosa. Sa persino aprire il terminale linux e riattivare il terminal server.



Ma non sono queste le sue maggiori qualità.

E' ordinata.

Terribilmente. E si incazza quando IO lascio le cose fuori posto.

Mi toglie le fatture fornitori dalle valigette.

Mi interroga con la luce davanti quando torno dalle missioni di lavoro... "allora? chi ha pagato? come? dammi i riferimenti delle fatture!!!"



Non se la cava con l'inglese. Riesce a dire solo "one moment please" (*) e poi mette la mano sul telefono e urla il mio nome per l'azienda. Se non ci sono, o se faccio finta di non esserci, ritorna con la vocina carina e dice "Can you send me a fax at the same number?" (**). Dall'altra parte potrebbe esserci anche Bush, ma tant'è...



Essendo doppiamente segretaria e cugina, avremmo dovuto risolvere anche il problema sessuale. (Personalmente preferisco i casting delle modelle ai colloqui di lavoro: là guardi le tette perchè devi e ti servono le tette in quanto tali e non per sorvolare sull'incapacità nella stenografia).



Un giorno ci siam detti, parlando delle segretarie alla Lewinsky, "ma noi due non avremmo dovuto, in quanto anche cugini...?"



Poi ci siam squadrati.

"Naaaaa"



(*) "Uan-mo-ment plis"

(**) "Chen-you-send-mi-a-fax-et-d-seim-number?"

mercoledì 13 settembre 2006

Tonino

Tonino era il mio settorista bancario.



Era, ad dire il vero, il settorista di mio padre. Poi, ovviamente, quando ho ereditato le attività e le passività dell'azienda con Tonino ci ho dovuto parlare io.


Una volta abbiamo litigato. Per una penna. Era una di quelle giornate in cui gli avevano chiesto, effettivamente, l'impossibile. E la penna la voleva da me.

Da allora siamo diventati amici.

Ci siamo scambiati i cd di Battiato e di Fossati, e ha commentato i miei esperimenti di prosa poetante.



Mi ha dato i consigli giusti, mi ha districato fra le pratiche. Qualche volta, ci siam permessi di chiedere informazioni sui miei clienti, prima delle forniture. Alla banca non si nasconde nulla. Forse.



Una volta gli ho chiesto che cosa ci facesse nel paesello. E' stato contemporanemente alla mia separazione, quando, innocentemente, in attesa di un rinnovo di pratica, gli ho chiesto se il mio nuovo status avrebbe influito negativamente sulle scelte della banca.

Rispose: "Non direi... almeno spenderai di meno: sono separato anch'io. Mi manca poco per la pensione. Quanto a me, potevo scegliere se fare il direttore in mezzo mondo o fare il settorista qui. Comunque, per la moglie, hai fatto bene...".

E di lì a brindare.



Una volta erano le 14.30.

- "Spero che tu stia cacando, così ti ho disturbato doppiamente!"

- "E' già arrivato l'assegno?"

- "Ovviamente. Cazzo! Roba da passarlo direttamente al notaio! Almeno avvisa! Dove sei?"

- "Sono a pranzo con un cliente, ma fà pure."

- "Paga questo?"

- "Sì, paga, paga."

- "Allora te lo passo pure io l'assegno."



Ogni tanto apostrofava il direttore chiamandolo, simpaticamente, "il coglione". E riceveva un plauso.

"Il settorista tuo sono io e rispondo io al mio superiore, non al direttore. Tanto, chiedi a lui di farti una qualunque operazione. A parte il tennis non credo sappia far altro".

Giudizio Cartesiano. Punto.



Una mattina chiamo in banca, chiedendo di Tonino.

- "Che vuoi?"

- "No, niente... senti... ho il conto personale terribilmente a più... che dici chiamo il "coglione" per dirglielo, visto che generalmente mi chiama lui quando sono a rosso?"

- "Non sarebbe male, oggi l'ho visto particolarmente felice. Te lo passo così lo avvisi..."

- "Pronto direttore?"

- "Buongiorno, che c'è?"

- "Volevo avvisare che è più di una settimana che ci sono xxxxxx euro sul mio conto..."

- "E quindi?"

- "Ecchenesò... se sto sotto di un euro mi chiami tu, ora che sto sopra ti chiamo io"

(seguono alcuni minuti di bestemmie reciproche ridendo, ma si sentiva di più ridere dalla stanza di Tonino).



Una volta mi chiamò alle 19.30.

- "Senti ma questi bonifici devi proprio farli domani?"

- "Sarebbe il caso, potendo"

- "Sei un po' fuori... ti servono proprio?"

- "Beh..."

- "Ok, te li passo. Per fine mese devi star dentro."

- "Grazie... ma mi togli una curiosità: che cazzo ci fai in banca alle 19.30?"

- "A far quadrare il tuo conto. E quello di un altro. Che ha gli stessi casini tuoi, ma con le cifre moltiplicate per dieci. E tu dove sei?"

- "In Veneto, da nuovi clienti"

- "Semina bene! Quando passi?"

- "Lunedì."

- "Ok. Buon lavoro."

- "Buona serata".



Poi in banca arrivavo puntualmente cinque minuti prima che chiudessero le casse. Giusto per farmi odiare dal cassiere e per prendere il caffè con Tonino e il club delle 16.

Il club delle 16 erano gli amici di Tonino. Imprenditori di mezza età. Ogni tanto qualcuno si portava (o si faceva portare) da un figlio. Si parlava di donne, scherzando, e guardavano noi come "eroi", o di truffe bancarie e non, o di casini vari. O di vino. O di musica. O di figli. Io, per i figli, li stavo a sentire. Pensandoci, se non avessi sposato una stronza, ne avrei una anch'io.



Oggi son tornato dopo il rientro.

Ovviamente, banca deserta. Quasi un impiego statale.

Mentre aspetto che si liberi mio nuovo settorista, cerco Tonino.

Mi siedo nel suo studio di capocontabile, al suo posto, e parlo con il collega.

- "Ma Tonino dov'è?"

- "Come non sai niente?"

- "Cosa dovrei sapere?"

- "Tonino è in Germania?"

- "?"

- "Ti ricordi il figlio di Tonino?"

- "Quel ragazzo con gli occhiali magrissimo della mia età, il procacciatore bancario?"

- "Sì... si è fermato sulla statale per aiutare in un incidente e lo hanno falciato..."

- "Cavolo!"

- "E' stato in coma quindici giorni. Lo hanno operato alla testa e alla colonna vertebrale. Ma a Bari tentennavano con le altre operazioni e rischiava di rimanere paralizzato..."

- "Cavolo!" (non ho saputo dire altro per tutto il pomeriggio, tant'è che lo sto scrivendo).

- "Quindi è un mese che è volato in Germania, dove hanno trasportato il figlio in elicottero, aereo e elicottero ancora. Lo hanno operato in ventiquattr'ore. Per ora, non si sa..."



Io non so certe volte il valore che diamo alla nostra vita. Se siamo più importanti per noi stessi o per i nostri cari.

Non lo so, oggi. Non me lo chiedo.

So quanta noia provo per il ripetersi diabolico degli stessi errori, per le tensioni inutili, per il terrore della normalità eterna. Ma son cose mie.

Per gli altri - forse - siamo importanti per come ci vedono. Per come ci sentono. Per come ci amano.

Oggi non riesco a farmi nessuna di queste domande.

Ma so quanto bene volesse Tonino a suo figlio.

lunedì 11 settembre 2006

Vietato ai minori

Il silenzio del rumore

delle valvole a pressione

i cilindri del calore

serbatoi di produzione...

Anche il tuo spazio è su misura.

Non hai forza per tentare

di cambiare il tuo avvenire

per paura di scoprire

libertà che non vuoi avere...

Ti sei mai chiesto

quale funzione hai?



Lui, è Franco Battiato. Mi ricordo che sentii per la prima volta "Il silenzio del rumore" nei cd di sperimentali, sorridendo per il sarcasmo e la determinazione alla ricerca, fra trilli, scoppi, rumori, effetti psichedelici.

Alla ricerca del "senso della vita", all'essere di passaggio.

A quella cosa meravigliosa che è "No U Turn". Divieto di inversione a U. Quando sei sulla Strada, non puoi tornare indietro. La strada della ricerca, della conoscenza dell'io, della distruzione dei sè. C'è chi non sa che esiste, e vive in una illusione di felicità, finchè non smette di correre. C'è chi la cerca, questa maledetta strada, perchè se lo sente nello stomaco che qualcosa non funziona.

C'è chi ha una trambata dalla vita (trambata lo usa anche Confucio, giuro, e quello è pure cinese come Bruce Lee) e le cose che intuiva gli paiono chiare come il giorno.

Senza Pelle.



Certe cose dovrebbero essere vietate ai minori. Ma di cosa?



Ti sei mai chiesto quale funzione hai?

(...eco...)

Scene romantiche

AmorPlatonico: E quindi si fece... poi... accadde che... e quindi penso... altra birra?

Anonimista: ...sì, ma poi... ma tu che dici... e... allora io... certo, un'altra.

AmorPlatonico: Però che luna... romantica... e io sono qui con te...

Anonimista: NON FARTI VENIRE STRANE IDEE!?!

AmorPlatonico: Ah ah!...Sarebbe una scena raccapricciante...

AmorPlatonico: Altra birra?

Anonimista: Massì...

mercoledì 6 settembre 2006

Continuiamo così, facciamoci del male

Si volis pacem

para bellum.



(se desideri la pace

approntati alla guerra)



Amica: ... sì, ma anche se non si è proprio simili... e si litiga ogni tanto... cioè... se incontri una persona che veramente ti ama... che fai?

AmorPlatonico: ....



("Meglio un ergastolo sentimentale che la vita innaturale senza te"

Ivano Fossati, Il talento delle donne (Time and Silence))



Mettetevi una mano sulla coscienza, e rispondeteVI, se avete coraggio.



(ho sotto mano una cosina di Jorge Luis Borges. Si chiama "Il Deserto". Se volete, cercatela e leggetevela. Io non la posto, caso mai mettiamo su un altro campo di battaglia).




domenica 3 settembre 2006

Per Elisa vuoi vedere che perderai anche me?

barca

"Tutto il passato torna come un'onda

e quelle antiche cose sono qui

solo perchè una donna ti ha baciato"

Inno, Jorge Luis Borges




Esistono giorni in cui si fa un resoconto della propria vita.  In cui "vivere non è più vivere".



Ogni volta che perdo di vista gli orizzonti e mi stanco di cercar l'ultima meta, una di queste poesie , una qualunque de "La Cifra" di Borges, miracolosamente si fa trovare davanti. E mi stupisce, sempre, di essere collegata direttamente con la mia anima.



Poi arriva Borges e mi prende a randellate. Sempre.



O questi barbagli di luce.



Quando non saprò più guardare questo mare senza restarne incantato, allora una "parvenza di vita" renderà adeguato il suicildio.



***

Citazioni & credits:

Per Elisa, Battiato - Alice

Inno, Borges

Breve invito a rimandare il suicidio, Battiato - Sgalambro

Il mare è quello del porto di Molfetta, durante la gara del gonfaloni. I barbagli di luce sono di Nostro SIgnore. Ma arriverà fattura.

Questo post è finemente dedicato al "senso esterno" della mia vita. Per quello interno, ci stiamo attrezzando.

Perchè tutto è un miscuglio tra l'ascoltato, il letto, il vissuto. E l'anima nostra.

Ed e' inutile cercare un senso ancora qui nelle note. Perchè note non sono.

sabato 2 settembre 2006

Chi a stella è fisso


uomo_vitruviano

"Non si volta chi a stella è fisso"

Leonardo Da Vinci




Non ho voglia di fare polemiche inutili o esprimere sensazioni qualunquistiche.

Credo che nella vita bisogna avere una buona curiosità di fondo, una intelligenza eclettica, ma anche maestri e ambienti in grado di stimolarla.

Credo che esista una capacità d'intuire il globale, che ci fa prevedere, oltre il quotidiano, una certa direzione. E non ci fa accontentare dell'uovo oggi.

Ma di una fenice, non una gallina, domani.



Come commentavo sul bellissimo post di greenwich innamorato (qui), bisognerebbe leggersi sempre le cose che si scrivono. E' un messaggio di noi stessi, di un io interiore, di un tempo dilatato, di una coscienza più profonda, all'io esterno, quello dell'uovo.



E non cominciamo a tirar simbologie sull'essenza dell'uovo come elemento generativo, che pianto una chiosa da Pendolo Di Focault (i poveri di spirito invece leggeranno Dan Brown).



Le parole sono importanti. Hanno una capacità generativa. E pesano. Tanto. E non solo quelle dette, ma quelle dette e ascoltate, dette e non ascoltate e semplicemente pronunciate all'aria, come l'onda di una preghiera.



(Per favore, quacuno che racconti a ME questo post. Grazie. O delle pillole, fa lo stesso. Oggi non so cosa voglio dirmi.)

martedì 29 agosto 2006





XLVI


Difficilis facilis, iucundus acerbus es idem:

Nec tecum possum vivere, nec sine te.


Marziale.




(Complicata e facile, gioviale e aspra tu sei, contemporaneamente:

Nè con te, nè senza di te ormai posso vivere)


Il senso dell'Amore, il conflitto con l'Imperfezione.

Oggi sto così serioso, scusatemi.

Rideremo domani. Sicuramente.


I migliori complimenti agli U2 per l'originalità.


lunedì 28 agosto 2006

Gödel



“La simulazione di un sistema complesso non può essere meno complessa del sistema stesso” (Teorema di Gödel, corollario)



Non so quanto pagherei per avere la possibilità di esprimere i miei pensieri senza i preamboli necessari per permettere a me stesso di concepirli, esprimerli, recepirli, razionalizzarli. E magari ammettere che non sono sbagliati.



Il problema è che quando si parla dell'amore va a finire che si parla del senso della vita.



E che i preamboli stessi si chiamano vissuto. E spesso durano anni. Perchè non si può fare a meno. Perchè non ci si fida di sé stessi.



Anni.



Oppure frazioni di secondo.






“Bella, che c'importa del mondo

Verremo perdonati te lo dico io

da un bacio sulla bocca

un giorno o l'altro

...

e tutto questo tempo nuovo

che arriva con te.”

Ivano Fossati



Ed è sempre così.

sabato 26 agosto 2006

La fine di un Amore - citazioni



La fine di un amore: cala il sipario sul dramma che comincia.



Epitaffio, più che citazione, da Tiziano Sclavi, Appunti per un romanzo immprobabile, TRE.

La foto è di AmorPlatonico. Il mare, dietro, è di un Dio Minore.



L'amore, la passione, l'affetto, i sentimenti, i dubbi, le affinità, le differenze, l'esperienza, il vissuto, il non vissuto, il problema della presenza, la complicità, le aspettative, la fiducia, l'inganno, gli orizzonti, la generosità e l'egoismo. E la razionalità. E il futuro.



Impacchettare bene bene e spedire affanculo.



Scusate il francese.

venerdì 25 agosto 2006

Woman In Chat

[riporto i post del 24, che splinder ha deciso di rendere illeggibili, mi scuso per i commentatori. sapete che vi voglio bene (bang! bang!.... scusate... bang! - ne era rimasto uno]




Mumble Mumble



Splinderiana: Ma il mio profilo è così interessante? eh eh?

AmorPlatonico: quello che è messo in rete è quello che giudichiamo importante per farci conoscere

AmorPlatonico: o quella parte di noi che vogliamo far conoscere

AmorPlatonico: o il personaggio che vogliamo far conoscere

AmorPlatonico: o quello che pensiamo di essere

AmorPlatonico: (datemi quattro caffè e una leva, e vi solleverò il mondo)



A Woman In Chat




WomanInChat: pazzesco però come racconti tu le cose...

AmorPlatonico: perchè?

WomanInChat: perchè si...

AmorPlatonico: pure tu.



Voglio fare la parrucchiera



AmicaDiSplinder: Ho pensato che devo tagliarmi i capelli. Così corti mi danno un fastidio...

AmorPlatonico: ....



meet



Siti di dating? No! Grazie! So incularmi da solo.

Il profumo del sale ed altre stranezze



Oggi non sono in vena

di vivere o morire

il suono che riempie la mente

cancella ogni velleità

si spogliano lenti

i meandri dei pensieri

di ogni intellettualità

e diventa poi bellissimo

restarsene da solo.


E mi ritrovo qui

conoscermi conoscendoti

o quella maschera di te

che mi lascerai amare

o no.


AmorPlatonico, Presenza Dell'Io, Al Cospetto del Re dell'Incanto.


*

* *


Il fatto è che avrei saputo soltanto dopo come erano andate veramente le cose. Ne ero certo. La sensazione era questa, ma non avrei sopportato saperlo da qualcun altro.


La memoria mi si era annebbiata completamente, come se ad un certo punto mi avessero infilato del polistirolo nel cervello. Da quel punto in poi, fino al giorno dopo, era come se mi fossi addormentato in una camera d'isolamento.


La mattina avevo verificato. Non mi ero né ubriacato, né avevo consumato droghe. Semplicemente mi ero svegliato con la sensazione di non essere rientrato.


Rientrato per un'ora consona, diciamo.


Eppure, non riuscivo a ricordare.


Nulla. Un vuoto totale. Come se la notte di ieri fosse stata vissuta da un altro me.


Mi misi in piedi. Mi controllai meticolosamente il corpo, per cercare un segno rivelatore, un qualcosa che mi aiutasse a capire.


Non c'erano escoriazioni, graffi. Non mi faceva male nulla. Quindi nessuna fuga, nessuna strana avventura.


I vestiti riposti sulla sedia accanto al letto non davano segni di un posto in particolare: nessun odore, nessuna traccia di fango o di qualcosa di strano. Certo, pensare a me stesso come un criminale non è la cosa più bella del mondo. Ma tant'è.


Eppure una soluzione ci doveva essere.


Non era possibile. Eppure non avevo tracce della serata precedente.


Il giorno prima, sì, me lo ricordavo perfettamente. E anche quelli ancora.


Ma c'era questa notte. Come se fosse stata vissuta da un altro. Non era mia. Qualcosa era successo.


E non sapevo se terribile o benigna.


Ci doveva pur essere un dettaglio, in giro per la casa, che mi avrebbe fatto ricordare quello che mancava alla mia vita.


Non è possibile perdere una notte.


La sensazione era opprimente. Un senso di incompletezza, un magone in gola, allo stomaco, non saprei essere preciso. Una sensazione diffusa di malessere.


Come se ci fosse stata, dopo, una grave e tragica notizia da apprendere.


Ma non mi sentivo un ladro, né un assassino.


Che avessi provocato un incidente terribile, e fossi fuggito, e avessi rimosso tutto quanto?


No. Non era quello.


Assolutamente.


Non poteva essere così. La mia vita non poteva essere inframmezzata da un episodio degno di un film di seconda visione.


Eppure la sensazione e il vuoto c'erano.


Ma tutto era perfetto. La stanza, il letto, i comodini, la luce a destra e i libri lì accanto. La bottiglia dell'acqua, smezzata.


Il ventilatore, lento, faceva scendere dal soffitto una brezza che sarebbe stata piacevole se con questo vuoto non trasmettesse invece un'aria soffocante.


Il suono della sveglia mi fece trasecolare. Guardai i numeri sul display. Sotto le cifre delle ore, un altro timer.


TEMPO DALLA CREAZIONE 4':50''

TEMPO DI RIPRESA DEL CONTINUUM DELLA COSCIENZA: 10"


Lo sapevo. Sapevo tutto ora. Contai mentalmente sperando nella liberazione.

Nove

Otto

Sette

Sei

Cinque

Quattro

Tre.

Due.

Uno.

ZERO.


------------


Foto e profumo di IcePetal.



martedì 22 agosto 2006

Il Vino, Linux e le Donne.

tux2

Potrei cominciare, come sensazione, citando Proust. "Per molto tempo, da bambino, sono andato presto a letto, la sera" (O qualcosa del genere, a quest'ora la memoria si annebbia, e non ho ancora trasferito la mia bibiloteca nella mia nuova casa di tecnosingle).



Ecco, quella sensazione avvolgente di "dormiveglia pensieroso" è la stessa che spesse volte dirige il mio pensiero sommerso, quello che unisce con un filo sottile gli elementi del reale.



Ho cominciato a gustare il vino tardi. Prima il rosso, che è piu' facile, poi i bianchi.



Il primo rosso è stato, ovviamente, il Primitivo di Manduria (anche se il vitigno piu' buono è brindisino, non tarantino), protagonista delle spaghettate universitarie: facile, buono, sincero. Il bianco era sospettoso: da bambino lo sentivo aspro, poco gradevole, subdolo. Ma era il vino dei ristoranti, quello che ti propinavano sul pesce. E spesso nei ristoranti, almeno quelli che frequenti all'inizio con papà e mamma, il vino non è il protagonista. Sulla pepata di cozze o sui tagliolini all'aragosta ti sparano il locorotondo classico da cinque euro alla cisterna.



Poi c'è stato un angelo biondo, incantevole. Un metro e ottantasette di dolcezza, dubbi esistenziali e sensualità. Una gatta sorniona dagli occhi di cielo. E la nonna romana, che portai a pranzo come se si dovesse conoscere la suocera. E quest'altra bella signora che, nonostante l'età, trincava allegramente il frascati superiore.



E lì, tra la biondezza fresca, felice per quella conoscenza, e l'antica signora vedova dell'ingegnere degli ingegneri, ho cominciato a pensare che il bianco aveva la sua ragion d'essere.



E il vino dei castelli accompagna proustianamente quel senso di dolce e sensuale ricordo di quella relazione che (come ogni donna che ho incontrato) ha lasciato un dolce segno nel mio cuore.



E di lì, ogni storia che ha avuto luogo in quella zona a sud di Roma fatta di colline e di arbusti che ti sembra che tra un po' incontri Cesare.



Oppure Aldo Fabrizi.



La differenza fondamentale tra winzozz e linux è che winzozz bene o male funziona. Installi, cerchi di non farti virusizzare, e piu' o meno parte tutto, persino la periferica piu' scalcagnata. Io continuo a preferire il config.sys, quando mettevi le mani tu, e sapevi che se scheggiava o si piantava era colpa tua.

Windows, ad un certo punto, è come il rapporto "standard" con una donna: funzionicchia, ma è ridondante di cose che non hai richiesto e che non ti servono, e il tuo processore (o la tua anima) non vanno a 3GHz ma molto piu' lentamente. Poi ogni tanto si pianta.

Il senso di potere che hai quando formatti è immenso. Tutto sembra rifunzionare perfettamente, fino a incasinarsi di nuovo.

A meno che eviti, una volta scelta una configurazione funzionante, di non installare nulla di nuovo. E non ti fai domande sulle nuove versioni dei programmi.

E i tuo fidanzamenti durano decenni.



Linux è fatto per pensare.

Pochi concetti basilari: lo user space e il kernel space, i permessi, il concetto di rete che impernia ogni cosa, i servizi, i daemon, il filesystem. Tutto il resto, parte di qui.

Un po' complicato a volte da configurare. Ma non spengo il server da mesi, in azienda.



Una volta, mi ricordo, il computer frullo' per due ore. Feci il backup, salvai tutto. Spensi. L'HD non si riaccese piu'. Winzozz mi avrebbe fatto perdere dieci anni di contabilità. Un raid software da cento euro aggiustò poi tutto.



Per linux esistono gli how-to. Magari un po' complicati, ma tutto esiste. Ci metti piu' tempo. Ci metti le notti.

Ma tutto esiste. Ed è open. Ed è free.



Cuore-delle-donne-howto.html cercasi, da sempre.



Ed è tutto collegato. Il vino, linux, le donne. Sono passioni. Il senso, il profumo della vita. Credere che tutto possa funzionare, un giorno, senza dover riavviare.



Quando, dall'altra stanza, il tuo amico belga ti chiama (fa niente che è capodanno, e che tutti sono di li a brindare...) perchè il primitivo che hai portato è ossigentato e pronto, e senti quel benedetto retrogusto di bacche... quando tu parli e lei finisce la frase. Quando controlli cosa hanno spedito dieci minuti prima, e tu sei dall'altra parte dell'oceano, da un browser qualsiasi, in un internet point.



E tutto questo lo hai capito e lo hai fatto tu.



"Questo cuore ha commesso una operazione non valida, e sarà terminato".



Tra le mie amicizie di chat, una donna (bionda, a pensarci) che hackerava con linux... a adorava il vino. E, per un certo periodo, anche me.



Ah!, l'amour...



Chi non ha mai installato una distribuzione non può capire.

lunedì 21 agosto 2006

Un colpo al cerchio

Stamattina. Lunedì.


Esco maldisposto di casa. Devo fare una cosa in banca. So che mi concederanno quello che chiedo, ma mi dà fastidio chiedere. Perché ho un paio di clienti, diciamolo in francese, di merda. Ho un paio di clienti di merda che con i miei soldi si son fatti le vacanze. Non c'è problema. Il mio avvocato è famelico. E fondamentalmente stronzo.


Dicevo, esco maldisposto di casa.


Ora, dovete sapere che io ho avuto la fortuna di trovare casa in uno dei posti piu' belli dell'universo.


Cioè, proprio dell'universo no. Devi girare il vicoletto. Si esce dal portone di casa mia, si fanno venti metri e ci si trova sulla piazza sopraelevata davanti all'Adriatico, che di mattina è il mare dei mille barbagli. Ed è questo il posto piu' bello dell'universo.


E quel sole ti mette di buon umore. Sempre. Nonostante la banca.


Non vi dico altro: gomma a terra.


Le ho appena cambiate. So che il mio gommista darà la colpa al governo, agli alieni, ai pitosfori. Ma è a terra e non è forata. E sono certo che il gommista dietro casa mia, il Barnard del cinturato, sarà chiuso.


Mi incammino. Farò tardi in banca. Ma tant'è...


Barnard è chiuso. Paese di mare, e lui chiude ad agosto. Ah, già, dimenticavo. Sei Barnard.


Vado a comprare una di quelle bombolette terrificanti. Ripara-gonfia-sporco-inacidisco-mi faccio i cazzi tuoi... che alla prima foratura il prossimo Barnard del cinturato dirà: ma lei ha usato il gonfiagomme... e mi farà pagare per i danni del governo, degli alieni e dei pitosfori. Tant'è, nel pomeriggio mi incazzerò con il mio gommista... tanto qualcuno dovrà scontare... perchè la rottura di balle cosmica osserva il principio zero della chimica: nulla si crea e nulla si distrugge.


Attacco la bomboletta (che sembra una cosa degli anni '80, quando le gomme si foravano... ora si rompono, si feriscono le ribassate, si danneggia la struttura interna... prima te la cavavi con una toppa... io le ho assicurate, le mie: rottura, atti vandalici, buche, alieni, godzilla). Attacco la bomboletta. Premo. Meraviglia: non è aria ma vim liquido che passa dalla bomboletta al mio pneumatico, vim liquido misto a paneangeli, visto che la bomboletta è finita, la gomma è ancora a metà ma poi, da sola, quasi animata da vita o da senso civico, s'è messa a pressione... sconvolgente...


Mentre accade questo miracolo della chimica organica (e chi mi conosce bene sa il perchè la chimica mi sta un po' sugli zebedei)... sento una telefonata. L'accento sembra toscano.


“Sì, guarda, qui è bello... certo... sì sì fino al 28... ma guarda... qui non costa tanto, milleduecento, millequattrocento euro... e poi la sera con venti, trenta euro antipasto e pizza, o primo, o secondo... eppoi i frutti di mare... sì... sì... sempre, qui li mangiano sempre... li ho mangiati anch'io... sì... pensa... qui li mangiano crudi. Ho voluto provare anch'io... sì. Ho provato l'ostrica... sì, anche i ricci... sai, quelli con tutte le spine, qui li aprono con le forbici e li mangi col pane...”


Ora...


Mi alzo dalla mia posizione genuflessa al Dio della Chimica Organica e riconosco la telefonista. È la mia dirimpettaia.


Ora, nel mio vicoletto, oltre ad avere la fortuna che ci passano tutte le processioni dell'universo conosciuto, abitavano dei simpatici vecchietti. Educatissimi. Tutte le mattine, buongiorno, come stai, tutto bene... mi avvisavano quando il postino lasciava l'avviso per i pacchi o per le raccomandate... alla sera buonasera, come stai... insomma sembrava d'essere ancora quando non c'era Sky.


Poi, torno da un viaggio, e trovo un drappo viola e un manifesto funebre. Se ne era andato lui. Tumore ad un polmone. Fulminante. Scompare anche la moglie, una silente signora da secoli su una sedia a rotelle. Dopo qualche settimana, altro drappo, altro manifesto. E' andata via anche lei. Qualche settimana fa, i rumorosissimi figli. Arrivano come una impresa di pulizia, rassettano e puliscono tutto. Ed io, terrorizzato dal vedermeli sempre, tutti i giorni, in quei rari momenti in cui sono a casa e voglio mettere una porta tra me e il mondo (anche se poi finisco in terrazza a guardare il mare).


Perchè il vicoletto a venti metri dal posto piu' bello dell'universo ha un difetto: è una cassa armonica. Se la mammina urla a Tonino di togliere le mani dal gas altrimenti lo dice a papà che mo' che torna a casa lo uccide di mazzate, io lo sento anche al terzo piano, come se Tonino stesse mettendo le mani al mio di gas... ma io non ammazzo nessuno, al massimo mi preoccupo che nessuno suoni il campanello... e bum!


Ma il destino ci pone di fronte a quadri ermetici dall'impossibile decifrazione.


Se sia più terribile il fatto che due innocentissimi e dolcissimi vecchietti siano stati tratti via da questa valle di lacrime per lasciare una casa a dei rumorosissimi figli, o che tutto questo valga soltanto e tragicamente i millequattrocento euro al mese dell'affitto estivo a qualcuno che i ricci di mare non li ha mai visti, non dico in una pagina di un libro di scuola elementare, ma neanche in una puntata di superquark. O di Montalbano. E che si meraviglia che qui a sud le cose costano un po' di meno. E di come va il mondo.


Non che io lo sappia, però...




sabato 19 agosto 2006

Quante ne ho avute, quante ne ho volute



Arrivo in azienda, e noto la stanza di "presentazione campionario" accesa. Istintivamente entro per salutare la vittima e resto congelato: in pedana, con uno stupendo abito celeste che sembrava ripetere il colore dei suoi occhi, è lì, una mia ex. Con tanto di mamma, zia & company.



AmorPlatonico: Ciao... Amore... Buongiorno Signora (saluto la mamma...)

EX: Ciao, caro come stai?...

SorellaDiAmor: Vi conoscete?

AmorPlatonico: (sibilando alla sister): Com'è che si chiama questa che non mi ricordo?



Non mi ricordavo solo il nome, lì, su due piedi, ma mi son comunque sentito una merda.



Ora, dal commento di Marileda al post precedente, alle domande degli amici di ieri sera "quante donne hai avuto?" e leggendo il bellissimo blog di GreenwichVillage (greenwichvillage.splinder.com/post/8933315) e tanti altri avvenimenti perchè il destino quando ci si mette s'impegna....mi accorgo che nella mia vita non sono mai riuscito ad "andare" con una donna senza che ci fosse un'attrazione, un sentimento, un controcanto.



Che oggi senta l'esigenza di una riflessione, di un "facciamo il punto", di un "non mi va di prendere per il sedere nessuna" è perchè, semplicemente, non essendo piu' un torello in giro per il tavoliere mi rendo conto che la vittima, dall'altra parte, se è venuta con me non è perchè assomiglio al Rupert Everett di Dylan Dog  (fuori magari no, ma dentro, dentro è tutto un altro carnevale) ma perchè qualche aspettativa ce l'ha.



Non siamo scandinavi nè veniamo fuori dai romanzi di Henry Miller. Si cerca un controcanto, non uno che ti scarrozzi. Se è così, please, avvisate che ritiro fuori il tassametro.

Perchè il sottoscritto, come Dylan Dog, si innamora. Sempre.



Com'era la canzone del titolo?



"E mentre andrò dovrò pensare

tu non sei uomo da piegare

quante ne ho avute, quante ne ho volute

e poi dimenticate.



C'è chi mi odia per gli amori da un'ora

e chi mi cerca ancora

e non sa che avrei bisogno stasera

più che d'altro d'una preghiera.



Perché so

perché lo so.



Di tanto amore morirò

di questo amore morirò"



Ovviamente è Fossati, il mio Fossati, che da una vita sembra abbia scritto la mia colonna sonora.



E lo so

Di tanto amore morirò.



Perchè si muore solo d'amore. In tutte le sue forme. Ma solo d'amore.

venerdì 18 agosto 2006

Chi trova un amico

E' vero. Io sono l'amico ideale. Grande compagno d'avventure, generoso, sempre pronto a darti una mano (è vero)...

e soprtattutto grande dispensatore di consigli e di conforto.



Amico: Domani sera esco con una tipa...

AmorPlatonico: E stasera che fai, ti alleni da solo?



("Esperienza è il nome che gli uomini danno ai propri errori". Oscar Wilde)

Questo post è dedicato ad una mia amica di Palermo.

Sono il tuo YOMO

030_GalleriaManzoni

"c'è ironia nella profondità" commenta  la mia amica.



O c'è profondità nell'ironia..



Sono reduce da due giorni consecutivi di passeggiate serali con gli amici per le vie del mio paese.

Non abitate mai in un paese sul mare: sarete portati a credere che se d'estate migliaia di persone ci vengono da mezzo mondo c'è un motivo.

La risposta vera è che LORO cercano un motivo. Si cambia ria pensando d'essere diversi. Se funziona, ditemi come si fà. Io il mio cervello e i miei casi me li porto appresso per mezzo mondo.

Voi, amici miei, invece, sdraiatevi sugli scogli e godetevi serenamente i fuochi artificiali, notando che non è solo bello quello che vedete in cielo ma quello che si riflette nel mare.



Guardando le amebe sudate e deambulanti sono pervaso da attacchi di misantropia. Avrò visto si e no due o tre persone ridere di gusto, o avere una parvenza di umanità. Non è il caldo, l'umido che ti entra nelle ossa... no. non credo. E neanche le ferie che stanno per finire. Tanto il cervello non si riattiva che verso ottobre. Non credo che sia quello. 

Sarà che ha vinto la televisione.



Eppure, il filo che unisce le cose è meraviglioso da vedere.



Sempre.



Vi giuro, ieri solo limonata.



Sono acido di mio.



Ma lo yogurt fa bene.



E ora provate a leggere qualcun altro...

mercoledì 16 agosto 2006

Autocritica

018_Prove

AmorPlatonico: Ma ti pare? leggendo i profili non ce n'è uno con un po' di sana ironia, almeno tra quelli online...

AmicoDiSplinder: Certo... son tutti grandi scrittori, fotografi, e poeti, tutti profondissimi!

AmorPlatonico: Guarda che sono profondo anch'io. Il mio becchino prenderà anche la terza dimensione...

AmorPlatonico: E comunque anche noi siamo artisti, scrittori, poeti.. solo che diamo la colpa al vino!

AmicoDiSplinder: !



(non vi dico la risposta, se no beccate subito chi è. Da"Tragedie di un pomeriggio palloso di mezza estate". William Shakespeare rifaldo)

martedì 15 agosto 2006

4000Hz

Amico: No, ti giuro, credevo d'esser diventato scemo...

AmorPlatonico: E quindi?

Amico: Niente... siamo andati dall'Otorinolaringoiatra... che quando vai lì veramente ti sembra d'esser scemo...

AmorPlatonico: Ti ha tolto un baobab dall'orecchio???

Amico: Non proprio... mi ha detto che sono poco sensibile alle frequenze intorno ai 4000 Hertz

AmorPlatonico: Beh, sono quelle del parlato... quindi ci stai ampiamente cagando...

Amico: Esattamente è la frequenza media della voce di mia moglie...



Vi giuro, è andata così.

Poi dicono di Zelig....

lunedì 14 agosto 2006

Gratta il russo ed esce il cosacco

calabria01(Interno giorno. Camera da letto.

In un angolo, il computer, i cuscini. Sui cuscini, nella posizione del loto, più o meno, AmorPlatonico.

Suonano i Depeche mode, Enjoy the Silence

La foto è del bellissimo mare della Calabria, dal balcone di MadameRevanche, della cui amicizia sono onorato e fiero, ma potrebbe essere una qualunque delle
spiagge solitarie di Franco Battiato)




"E' inutile. Siamo dei testosteroni vaganti"



E questa me la autoposto.



Segue post polposo (forse)




(Effetti potumi di resti di "Terre D'Agale", Cantine Duca di Salaparuta, 2001. Ovviamente, mezzo baloon, ma basta a far girare i cabbasisi)

mercoledì 2 agosto 2006

Spazio 1999

mayaAmico: ... e che è naturale frequentare una donna che stimi, per il suo carattere, la sua intelligenza, i sentimenti...

AmorPlatonico: ... aspetta, aspetta... hai usato in una sola frase la parola "donna", la parola "stima" e la parola "sentimenti": stai scrivendo un romanzo di fantascienza???


(stiamo ancora ridendo entrambi)

martedì 1 agosto 2006

Ma quanto la odio

... quella sensazione di incompletezza... quando stai per scrivere. E sai che lo farai. E - prefigurando - sarà pure una cosa carina. Ma cavolo, l'incipit, quello, è duro a venire!!!

... e siccome stai scrivendo una di quelle cose che sembrano da ridere ma invece parlano seriamente è tutto maledettamente difficile.

...

Alberto Sordi, Cinecittà... "aò, che stai a ffò???"

Sceneggiatore: "'nà sceneggiatura, dottò"

Sordi: "comica o drammatica?"

Sceneggiatore: "Drammatica, dottò"

Sordi: "ah, te stai a riposà..."



E come ha ragione!!!



(Oddio, volendo fare qualcosa di divertente, potrei postarvi delle immagini del mio corpo erculeo allo specchio in costume adamitico....)

Come si dice...

...l'importante è superare la notte...

(Future expansion)

(qui ci metto una cosina, poi vedrete... giusto per non perdere il "giusto ordine delle cose")

mazza01

Eccovi la cosina. Vi dicevo: è talmente bella che non sembra di plasica e questo riapre tutto un dibattito con protagonisti le parole: donna, cervello, cuore, amore, intelligenza, bellezza. Ah, dimenticavo... testosterone.

martedì 18 luglio 2006

Piccole soddisfazioni ed altre stranezze

(senza foto il post perde un 90%... provate ad immaginare: LEI  è Valeria Mazza, alla postazione trucco, bella che sembra la dimostrazione dell'esistenza di Dio).



Io ho preso il numeretto per avere un figlio da lei.



Non è tanto. Ho solo il 3.123.233.998.



(Però è tanto bella che a lei, la plastica che si vede nelle altre, dentro e fuori, non si nota affatto... forse è di un altro pianeta).



Per chi non avesse NULLA di meglio da fare, SABATO 22 Luglio, alle 22.30 su RAI UNO, i vestitini di AmorPlatonico chiudono la sfilata sposa. Ah... non sono Gattinoni ne Byblos... ma datemi tempo...

martedì 11 luglio 2006

Cinque minuti

img009.jpeg.medium

(Ok, è una bella campagna pubblicitaria, lo ammetto. Ma il tema del post è un altro.)



Vi capita mai quella sensazione bellissima di "delirio d'onnipotenza onirico?".

A me (sarò malato?), sì. Mi lascia incantato il potere immenso della nostra mente di concentrare sequenze, eventi, coscienza, ragionamenti in pochissimi istanti.


Sto parlando di quei momenti di dormiveglia in cui seguiamo il ritmo dei sogni. Che non sono sogni  veri e propri ma una specie di "sogno controllato dal cosciente" o "cosciente sognante".

Tutto un mondo passa nella nostra testa. Per un istante... il filo del pensiero prende forma, coscienza, materia.

Siamo spettatori e attori del sogno che stiamo vivendo. Ad occhi aperti.

Sveglia. Ci siamo svegliati qualche secondo. Abbiamo richiuso gli occhi, ma non del tutto.

Cinque minuti, ci diciamo, soltanto cinque minuti...

Il riaddormentarsi è stato così brusco che non ce ne siamo neanche accorti. Siamo lì, coscienti, vigili, convinti d'esser svegli.

Cinque minuti.

E intanto cavalchiamo ippogrifi, salviamo donzelle, annientiamo mondi, creiamo opere d'arte...

Poi, d'un tratto, riapriamo gli occhi.

Cinque minuti, è vero: la sveglia li segna: sono, soltanto, cinque minuti piu' in là...

Ed è parso l'eterno...

sabato 8 luglio 2006

Fa molto Gaudi

22E' la Chiesa del Pellegrino, a San Giovanni Rotondo.
Non l'avevo mai vista. Ieri, in pausa pranzo tra due clienti, ci son passato.
Pioveva.
Il vialetto per arrivare, in salita. Poi una strettoia. Poi le scale. Chiesa inferiore, un lungo corridoio elicoidale prima a doppia altezza, cadenzato da soffitti a botte e colonne, e luci, e l'altezza che man mano diminuiva... fino quasi a soffocare, e poi ancora grandezza, negli archi rampanti che ricordano il mio gotico, i blocchi di pietra di Apricena tenuti insieme dal metallo, come i templi greci e la copertura in solido rame, a coprire e a proteggere come un guscio il senso del sacro.
Non mi piacciono le chiese moderne. Sono progettate da senza Dio. Questa, no.
Fuori, è tornato il sole.

lunedì 3 luglio 2006

Non è colpa mia

(Cellulare. Nella sua zona non prende tanto. Io ho tre tacche in ufficio, ultimo piano)

R: Pronto? Pronto? Prontoooo?
AP: Sì? Pronto?
R: NON MI SENTI? PRONTOOOO?
AP: Certo che ti sento, non gridare!
R: MA STAVI DORMENDO??
AP: Sono le sei e mezzo. Sono in ufficio. Ti hanno sentita fino a Canicattì...
R: No, pensavo stessi dormendo...
R: Allora ciao...
AP: Ciao...
AP: ?...?

Vabbè.

No. E' colpa mia.

Ti tenta tre volte tanto...

74_1

"...


Si ricordò che non aveva mangiato, dalla mattina. Raggiunse il suo caffè preferito. Passò in carrellata i gelati, il cesto della frutta dei frappè, la coloratissima vetrina dei semifreddi. Passò poi all'espositore delle merende preconfezionate. Un tempo, quando era giù, si consolava con la panacea degli artisti, le Fiesta. Se ne comprava un pacco e aspettava quasi lo stordimento del liquore (ma c'era davvero?) di cui erano imbevute sotto il cioccolato. In quel momento persino l'odore del dolce lo stomacava. Magari qualcosa di salato. Il bancone era deserto. Evidentemente dovevano ancora preparare per l'affluenza degli aperitivi serali e per le consumazioni notturne.


Riuscì a farsi preparare un tramezzino. Un tempo in quel pane al latte, nella maionese e nell'uovo sodo vedeva le libagioni delle baccanti, e nell'insalata e nel pomodoro la salvezza del dietista. Quei tramezzini erano stati per anni la sua salvezza, il suo ritorno all'utero, il concetto stesso della Creazione.


..."
(Da AmorPlatonico, "Le ultime ore di P.", Al Cospetto del Re dell'Incanto)

Ed io che continuo a sognare

... di poterci anche parlare.
Con una donna.

(troppo sole oggi)

battiato_04
(il dipinto è di Franco Battiato)

sabato 1 luglio 2006

per te immaturum mortis adimus iter

017_Santorsola"Mi sembra di viaggiare
in zone rarefatte del pensiero,
dove si affina la mia disposizione a vivere
che si inebria di stili e discipline.
In un insieme
irridente di parche voglie,
celebro il mio vanto i miei sensi la mia unicità.

Furono giorni di stanchezza assurda e depressiva,
di una totale mancanza di lucidità.
Quando ti chiedi in qualche letto sconosciuto,
che cosa hai fatto e perchè vivi in tanta estraneità.

Sapessi che dolore l'esistenza
che vede nero dove nero non ce n'è.
Il fatto è che non posso più tornare indietro
che non riesco a vivere con te né senza di te,
credimi.

Ma io vorrei essere un'aquila
vedere il piano del mondo che inclina verso di noi
e le leggi che si inchinano
lanciarmi a inseguire il tuo deserto
e i poteri solenni
e le porte dorate
cominciare di nuovo il viaggio"
Stage Door, Franco Battiato.


Il "quesito del mare" di questa mattina (spiego per i nuovi lettori: io abito in un ridente paesino del sud est, davanti al mare. Ogni mattina, per quanto possano essere torvi i pensieri, l'uscire di casa e vedere il sole che fa barbagli nell'acqua è qualcosa che dovrebbe essere prescritto all'umanità intera: ti ri-mette in relazione col mondo, rimettendo le cose nella giusta dimensione. E se esiste una bellezza tale, il resto non puo' essere così terribile)... è, esattamente,  la mia "funzione nel mondo", parafrasando un verso di una vecchia canzone di Battiato "Ti sei mai chiesto quale funzione hai?".

Mi spiego meglio.

Premetto che non sto per sparare uno di quei post mattonici sul perchè e percome della vita (a quello basta questa bellissima canzone che ho trovato in rete, credendo di conoscere praticamente tutto di Battiato... e invece... taaac!), ma semplicemente stavo facendo un tranquillo esame della mia funzione lavorativa.

Il mio concetto di bello, di creativo, che deve sposarsi comunque con la logica del profitto.

Ogni tanto, quando sono un po' stressato, quando ci sono problemi lavorativi, quando la caposarta si appende agli zebedei perchè il cliente vuole qualcosa di impossibile - perchè poi io non voglio contestazioni - o perchè il fornitore ha sbagliato partita o colore o c'è un ritardo di pagamento (capita), oppure, che ne sò, tutte le foto della collezione son venute con una macchia a destra in alto, oppure perchè oggi il direttore di banca ha deciso di rovinarmi la giornata... oppure... perchè oggi tutti i call center del pianeta hanno letto il numero della mia azienda e sedicenti rompicoglioni vogliono "parlare con il responsabile" (responsabile di che? cos'ho fatto?)...

Bene, quando tutte queste cose accadono IN UN SOLO GIORNO, certe volte penso che vorrei fare l'impiegato comunale. Riversare la mia insoddisfazione su un poveretto quando chiede qualcosa dicendo "non è mio ufficio", parola meravigliosamente appiccicata per non dire "non me ne fotte un ca@@o che devi spedire 200 lettere, io la spugnetta non te la do'!". E poi magari ritagliarmi la mia vita privata in una sorta di organizzazione mentale in cui tutto funziona a meraviglia, in cui i desideri vanno rateizzati e i sentimenti "aggiustati" con pesanti mazzate di martello, come dicevano i piloti alitalia che l'air one riparasse i propri aereomobili... (prima che Alitalia facesse crac per esuberi di personale ed altre amenità)...

E diventare quindi perfettamente egoista. E sistemare le MIE cosine e basta. Fuori dall'ordine delle cose. Fuori da un concetto di bellezza. Tutto, unicamente, per il profitto personale (ma che profitto, poi?)

Non che sia un samaritano o che regali quello che faccio, per carità.

Ma proprio, ad essere così, cinico, non ci riesco.

Non che tutto quello che è bello sia anche per forza buono. Ma niente che sia buono è brutto. Mai.

E non riesco a non essere, a non pensare così.

Almeno sapere non dico chi siamo, ma quello che non siamo.

(Devo finirla di leggere Montale, così, senza protezione!).

So solo che l'immagine di un vecchio canuto, cadente, scottato dal sole malpreso, con i pantaloncini ascellari, orrendamente a torso nudo in un pomeriggio d'estate, a cercarmi a ottant'anni non dico un senso, per carità, ma qualcosa di metodico da fare per evitare che mi venga in mente di aver gettato la mia vita... è qualcosa che mi terrorizza al pari della morte o della riabilitazione di Craxi.

Divertitevi.

"Ergo sollicitae tu causa, pecunia, vitae!


per te immaturum mortis adimus iter;


tu vitiis hominum crudelia pabula praebes;


semina curarum de capite orta tuo."


Properzio.



PS: "Ti sei mai chiesto quale funzione hai" è tratta da "Il silenzio del rumore"
"Quello" nella foto è Davide Santorsola, uno dei piu' bravi pianisti di Bari, in una sua performance (sonora) finita poi in una mia mostra (fotografica).

RIASSUNTO: Voglio fare il parrucchiere.

giovedì 29 giugno 2006

Facciamoci del male.

Piccola, ma veramente piccola, digressione sull'innamoramento.

A parte la concezione Platonica, a me molto cara, sintetizzata da una bellissima canzone di Alice/Messina/Di Martino:
"Dammi la mano amore,
dolcemente abbracciami
per allargare i confini della percezione
....
e anche ciò che appare piu' terribile
acquista la sua dimensione
naturale."

A parte questa, esiste una versione piu' "pratica".
Non per essere pedanti, o caustici, o sgradevoli. Mi rendo conto, però, che una sana dose di "dolore" o, per non fare le vittime, di fatica e impegno, ti porta a sfrondare parecchio i desideri, le evanescenze, e a guardare un po' di piu' le cose come appaiono. O dovrebbero apparire. Si svela quindi quella parte di realtà "autoconsolatoria" di un mondo a nostra misura per sbattere davanti (magari davanti) alla nuda e cruda realtà. E vedi il peso, la presenza, l'intelligenza delle persone, e dei cuori, intorno a te. Di come escano dalla patina di perfetto egoismo (avere l'amore per se' e non per uno piu' uno uguale due, e il due in tre, nell'eterna generazione del cosmo: concetto difficile, produrrò dispense).

E, simpaticamente, il bicchiere, vuoto, cominci a riempirlo tu, anzichè vederlo pieno con la fantasia (o desiderio, o sogno, o altre marzulliane divagazioni).

"Ah... e ora portare anima oltre confini di giardino"
(Pieraccioni, in un lampo di genio).
Divertitevi.

mercoledì 28 giugno 2006

martedì 27 giugno 2006

Milano vicino all'Europa e l'Immenso Blu

Non voglio rientrare in luoghi comuni.
A parte le sfilate, i commenti per "lo stand piu' originale" e "la collezione piu' coraggiosa", l'essere l'unico stand ripreso da Canale Cinque, l'autopromozione a Condè Nast, la risoluzione di alcuni problemini, gli occhi tremendamente celesti della intelligentissima modella lettone (quando mai!), Milano che diventa un lago di fango e acqua sotto un temporale estivo, i vestiti che ti si attaccano addosso, qualche incontro per dare un volto a voce e intelligenza....
... la voglia irreferenabile di tuffarti nel mare, di fronte casa tua... quando tutto il mondo si spegne, sembra ovattato, la musica diventa lontana come in un altro film.... e tu ti metti supino a guardare, nell'acqua, le stelle.