lunedì 19 giugno 2006

Ulisse

Giovinazzo 24 Aprile 2006
E restiamo a guardare
nell'ombra non visti muti
immersi in questo mare
di non so piu' bene cosa
che respira ad aspettare
che qualcosa qualcuno
appaia disponga scopra
se possiamo ancora dire
chi siamo.


Ero partito con le migliori intenzioni, stasera. Scrivere della vita e della morte. Delle cose importanti. Dell'Uno del Due e del Tre. Del senso dell'Amore, dell'umanità della nostalgia, della inutile ma piacevole trasposizione del ricordo nella fantasia.
Ma non è cosa.
Ad un certo punto (e un post letto), mi son ricordato di una cosetta scritta un po' di tempo fa. A quel tempo al posto del "chi siamo" c'era un "ti amo". Un tentativo di far scrivere ad altri una storia. Una storia che non c'era. Altrimenti l'avresti scritta tu (cioè io, questo maledetto TU narrativo!). Poi ti accorgi che le stesse pennellate raccontano la sospensione del viaggio verso la nuova meta, che al tempo stesso è incognita e temuta, ma necessaria e desiderata, anzi, voluta.
E si sa che non si può tornare indietro. Perchè se si comincia un viaggio, non ha senso tornare. Perchè niente è come prima.
E qualcosa qualcuno è il nuovo te stesso che ti aspetta. Dall'altra parte del mare. O di non si sa piu' bene cosa.

sabato 17 giugno 2006

Amici diversi



Abbandonato il Mistero dell'Amore per un attimo ("...c'Amor vada ragionando meco/et io co'llui", Petrarca), sono ancora miseramente divertito dalla notizia di ieri.
Il nostro amato ministro degli esteri, Massimo D'Alema ha dichiarato agli americani che anche con questo governo gli italiani saranno sempre amici degli americani... ma amici "diversi".
Ora... io non voglio recriminare sulla vis comica del nostro ministro... ma preferei che le puttanate a livello internazionale (al nazionale ci sono abituato) vengano pronunciate o da un comico di professione (tale che si capisca che si sta scherzando) o da Berlusconi ("tanto quello c'ha i soldi").
La cosa piu' terrificante è che siamo riusciti ancora una volta a renderci ridicoli.
Ridicolissimi.

E la faccia di Condoleeza Rice quando gli ha stretto la mano (anche senza essere lombrosiani si capisce che pensava: "... eccone n'artro... se questa è la terra dei Cesari...").

Ora, quando ero chiuso in quella cabina elettorale, dovendo scegliere il meno peggio (e non mi dite "io annullo o voto scheda bianca, perchè fa figo, perchè mi incazzo: responsabilizzatevi, o emigrate!)... ho turato il naso e ho messo la mia bella croce sui DS.

Sperando: No, D'Alema, No.

E invece...

Soltanto una melodia mi frulla per la testa... considerando che ultimamente sto pericoloso...

"E sul binario stava la locomotiva..."

Ma domani mi passa.
    ("e sibilia il vapore...")
Sì.
    ("...sembra quasi cosa viva...")
Domani mi passa...
    ("...e sembra dire ai contadini curvi quel fischio che si spande in aria...")

martedì 13 giugno 2006

Non sono misogino

cartolina09LOW-2
Saranno state le cattive letture da bambino...
O il fatto che non riesco a farmi incantare?
Mah!?
Il rutilante mondo della moda. O del cuore? Chissà...
Eppure pare che l'Amore, anzi, l'Ammore non esista più.
O sono stanco di cercarlo?
O sono stanco e basta e dovrei finirla di lavorare così tanto?
Ah, brutta razza i perfezionisti.
Brutta, brutta proprio.

Come nella boxe

giocodigambe
La fotografia è tutta un gioco di gambe.

domenica 11 giugno 2006

E la luna bussò

A gentile richiesta...

028_WayHome
L'Incanto.

Mi sono innamorato della luna
ed ogni notte da mille anni
salgo in cielo
per amarla.

Nel silenzio dell'aria
i venti i tempi non esistono più
Bagliori ed ombre...
Ah! quante belle cose quassù!

Sono millenni che continuo a suonare
lo stesso accordo e sempre
abbagliato e prigioniero della mia
comoda realtà personale

E continuo ad urlare
sussurrando
segreti parole di una qualche importanza fa...
Cosa per noi? Dinosauri.

E mi meraviglio per il Numero
dietro me e davanti... stupido esercito di suonatori
Stanchi e aviliti di paura e di nostalgia
della tenera età...

E la grande gara
dei Menestrelli di Regime
e il Re dell'Incanto e di Malinconia
e sono Io, il Numero la Prova e la Forza...

E sono le tormentate notti
di scrittori inseguiti
dalle pagine bianche
i pennelli secchi le tele intatte

le luci di casa accese fino all'alba
ad aspettare
il Re dell'Incanto a colorare
l'Universo Grigio - Crolla.

L'accordo insistente
s'apre squarcia si divincola
libero m'insegue mi porta
via...

Mi sono innamorato della luna
domani
partirò con un razzo
per calpestarla.

(AP, L'Incanto, Canzoni, la foto è sempre di AP, dalla mostra "Preview", Bari, Settembre 2000)

lunedì 5 giugno 2006

Cioè, parliamone


Cioè, parliamone.
Sei bellissima. Devi solo essere bellissima. Devi solo arrivare puntale.
Ti pettinano. Ti truccano. Ti ritruccano (perchè sì).
Io scatto. Sei bellissima. Eccezionale.
Pausa pranzo.
"AmorPlatonico, scusami. Io mi sento malissimo. Ieri sono andata ad una cerimonia e ho un po' esagerato col cibo."
E la sessione di scatti finisce qui.
E il bello che non puoi farci nulla, altrimenti la felicità "ideale" di una sposa, sicuramente mal si coniuga col mal di pancia.
Certe volte vorrei produrre bulloni...
... a Brescia, ovviamente.
Pim... pim... pim...

domenica 4 giugno 2006

Esse est percipi

Esse est Percipi

Siamo innamorati di una fantasia
venuta dai millenni
da chissà dove.

E l'ho vista nascere e salire
volare, e boccheggiare.
Nelle ombre della notte
nelle finestre delle cattedrali
nei campi spazzati dai venti d'estate

E nelle affinità elettive
nel sorriso di un bambino
e nello specchio dei tuoi occhi.

Ed ho imparato, ho ricordato
Che conscersi è riconoscersi
In Te.

(AmorPlatonico, Esse Est Percipi, da "Al Cospetto del Re dell'Incanto")

Penso che l'Amore sia un mezzo di conoscenza, di percezione. Sia quando c'è soltanto la "vibrante intesa di tutti i sensi in festa", per ricordare Battiato, sia quando, ed è bellissimo, tutto funziona davvero.

Allora questo brivido, questa sferzata d'energia, modifica l'ordine delle cose. Le fa apparire naturali. Della giusta dimensione.

E magari colorate di una tonalità accettabile.

E, magari, a richiesta, si nota un po' di essenza in piu'.

Poi sono in tanti, da Platone, ad Hillmann, passando persino per certi esponenti della vetusta Chiesta Cristiana a pensarla così.

Ed io con loro.

E, certe volte, non ci si innamora di una persona, ma di uno stato. Come guardare degli occhi senza un volto. "Il saggio vive in uno stato di perenne innamoramento". Ma io, sfortunatamente, in fondo tanto saggio non sono.

(Come dicevo tempo addietro, mai portarsi il portatile davanti al mare).

venerdì 2 giugno 2006

I miei amori

Ci sono delle cose che sono le metafore dei punti fermi della nostra personalità. Sono elementi reali che racchiudono l'essenza del punto di contatto del nostro essere-tempo con la nostra anima. Hanno un carattere evocativo per un passaggio diretto alla parte migliore di noi. O che crediamo tale.

Le mie sono due.

Borges e Gustav Klimt.

Poi, tutte le altre.

Ieri notte, una persona speciale mi ha fatto un regalo bellissimo.

E' questo template, che con la sua solarità illumina questi giorni un po' grigi.

Che passeranno. Presto.

"Le nuvole non possono annientare il sole
e lo sapeva bene Paganini
che il diavolo è mancino
è subdolo e suona il violino"
(Battiato, Lode all'Inviolato)

La cosa bellissima è che è come lo avrei fatto io.

Grazie.

mercoledì 31 maggio 2006

Stillicidio

Aria ferma. Afa.
Sole e luce,
fuori.


Questo stillicidio,
l'attesa (ancora!) che cambia
il sole in fuoco
e l'azzurro del cielo
in ghiaccio:

gocce d'acqua salmastra - la mia -
sull'anima senza pelle.


Non si può vivere sempre così.

lunedì 29 maggio 2006

"Fuori i mercanti dal Tempio!"

Se qualcuno mi chiedesse cos'è l'attesa, ora potrei spiegarla....
... assieme ad un sacco di altre cose.

sabato 27 maggio 2006

Amor Platonico (2)

R: Ho letto il tuo blog! Tu parli d'amore!
AP: Beh... sì...
R: E perchè dici di non amarmi?
AP: ...

("E tu dici ancora che non parlo d'amore
Batte in me un limone giallo basta spremerlo
Con lacrime salate agli occhi tuoi
ben condita amata t'ho
Dai piangete (o ..)
Dai cantate (o ..)
E dai che ne ho sete
Parole d'amore .
Grosse lacrime sciocche
Sono uova alla coque
E dai e dai (o. . )
Fatti un Pianto"
Lucio Battisti, Pasquale Panella, Fatti un pianto)

Ed è sempre così...

venerdì 26 maggio 2006

Amor Platonico

Questa notte ho visto il cielo
con gli stessi occhi di Adamo
Ho fiutato nell'aria
l'odore della selvaggina e del predatore
ed il profumo delle messi mature.
Ho contato le stelle e le costellazioni
come gli astronomi a Babilonia.
La stessa luna, le stesse luci, lo stesso incanto
dei velieri di Magellano.
Ogni suono, ora
è l'eterno respiro della vita.
Non chiedermi come
in questa notte d'Agosto
si siano cancellati i secoli ed i millenni:
io non sono abituato all'eternità.

(AmorPlatonico, Questa notte ho visto il cielo, Al Cospetto del Re dell'incanto)

Personalmente sono convinto che ogni foma d'arte ha un carattere didascalico ma ancor piu' evocativo. Ed è in quest'ultimo che si concretizza il ruolo principale della stessa arte, che è quello di trascendere il reale, il praticamente toccabile e mostrare il filo invisibile che unisce le cose.
E' come se ti abbagliasse per farti vedere meglio, se ti assordasse per farti sentire nuovi suoni.
Esiste un rumore di fondo, nella percezione del reale, che è l'inquinamento dei pregiudizi.
Non posso non credere, invece, in un senso della bellezza comune a tutti gli uomini. Con elementi simili. Con stimoli percettivi simili. Per alcuni individui sono piu' facilmente percebibili. Per altri, il processo è piu' difficoltoso. Ma esiste in ciascuno. E', credo, una definizione atea della divinità.
Poi ognuno si regola come gli pare.

giovedì 25 maggio 2006

Come diceva Balzac

"Una notte d'amore è un libro letto in meno"

Io ho ancora un sacco di libri da leggere, cavolo!!!

mercoledì 24 maggio 2006

A Cassandra


Oggi il vento non sembra muovere il mare. Nell'aria ferma, all'orizzonte, non riesco più a scorgere le ombre delle navi Achee. Non vedo più il sangue, il ferro, il fuoco. Non sento né grida strazianti, né clangore di metallo, né sibili di frecce.



Sono soltanto petali di rose quelli che volano nell'aria e si stagliano contro il cielo e contro il mare.



Scomparirò forse da questa storia, da questa vita, dalle opere e dai doveri.



In tutta questa luce Eros mi tende la sua mano.



Non m'importa, oggi, di non essere più me stessa.


A Cassandra.
(Da Al Cospetto del Re dell'Incanto)


(In fondo siamo solo torrenti di byte)

martedì 23 maggio 2006

Dichiarazione

Con questo post, a scanso di equivoci, noi, AmorPlatonico, viste le precedenti esperienze:
DICHIARIAMO
che, FINO A NUOVE DISPOSIZIONI,
Non siamo interessati a rapporti amorosi,
di breve o lunga durata,
nemmeno a brevi e intense relazioni sessuali e quanto di simile,
in particolare con iscritte a QUESTA PIATTAFORMA.
Quindi, NON LA VOGLIAMO e, nel malaugurato caso che
ce la vogliate dare voi o ce l'abbiate, ahimè,  GIA' DATA,
Vi chiediamo la modalità a Voi più comoda per la RESTITUZIONE.
Cordialmente NON Vostro,
AmorPlatonico.

giovedì 18 maggio 2006

Un google di anime

La conversazione con una simpatica ed elegante splinderiana, e un po' di sana confusione con gli argomenti, mi ha fatto venire in mente, simpaticamente, una serie di "perchè" e "percome" sono qui.
Niente domande esistenziali, per carità: nessun "da dove vengo?" e "dove vado?". Semplicemente cosa accomuna noi popolo di internet.
Quelli che frequentiamo prima le chat, poi i blog, questa sacrosanta invenzione che ti permette, semplicemente, di lanciare il tuo messaggio nella bottiglia al pianeta.
E magari, sperare che qualcuno, prima o poi, capisca quello che vogliamo dire.
E magari, quel qualcuno, qualche volta, è te stesso.
Perchè, ammettiamolo. Si scrive qui anche per esibizionismo. Non serve fotografarsi nudi (magari avendo il fisico, una immagine vale piu' di mille parole!), anche se in fondo, un po' nudi, lo si è. E senza essere sibillini. Non serve. Almeno a me, non serve.
Sono qui sulla rete piu' o meno come sono al bar. Al bar, al limite, sarò piu' bevuto...
Del resto l'esigenza di raccontare e di raccontarsi è un po' una ammissione di una certa dose di solitudine, di presa di coscienza della incomunicabilità in un certo ambiente.
E la rete diventa l'espansione del modo della conoscenza. Un google di anime. Ecco questo è splinder. Un google di anime.
E la scelta, semplicemente, di essere piu' se stessi anzichè essere sempre e comunque "bravi scrittori".
Come faceva il buon Benni, quando Benni era Benni, che nel Bar sotto il mare, alla fine, un po' di sana malinconia ce la metteva. Perchè non va sempre rose e fiori. Ma perchè, anche, se siam qui, è perchè ci piace, e tanto.
E, in fondo, ditemi che cosa cambia: la rete, o il bar. Io son sempre me stesso.
Con la mia voglia di comunicare, di ridere, di cercare il filo invisibile che unisce le cose.
Quello stesso filo che fa brillare di luce il mare, davanti casa mia, la mattina, e par che ti dica "sarà una bella giornata oggi".
Nonostante qualche volta lo zio Fato si diverta a complicare le cose.
E qualche volta le complica piu' di un po'.
E magari, così, ti diverti semplicemente, sempre di piu', ad essere te stesso.
E magari, ammetti, ogni tanto, d'aver fatto una figura da zero.
Questo, veramente, è per te.

Manie di grandezza

Amica: - Allora è finita così?
AmorPlatonico: - Eh già!
A: - Si vede che non eravate pronti.
A: - Nè tu, nè lei...
AP: - A quanto pare sì. Dura verità ammetterlo. Ma è così.
A: - E ora?
AP: - Ora cosa?
A: - Ora ti senti pronto?
AP: - Diciamo che mi sento. Punto.

E il prossimo che dice che manco di autoironia lo fanculizzo.

Il sesso degli angeli e le donne

Piccolo aneddoto.
Un mio amico, G detto "L'Assassino", anarchico convinto e allevatore di Schanuzer giganti, ospitava, nella sua villa, oltre a questo branco di demoni neri, un cavallo chiamato Presidente, una moltidudine di altri animali inferiori e un numero imprecisato di gatti. Ovviamente, molti, trovati in varie parti del pianeta, mezzi morti, curati e rimasti con lui.
Uno, Poldo, un meticcio (*) recuperato mezzo cadavere sul ciglio di una strada, ricucito e rimesso a nuovo, gli veniva spesso rapito dalla vicina di casa.
Tornava dopo qualche giorno ingrassato con un sonaglino al collo.
- Signora, ha rapito di nuovo il gatto...
- Veramente il gatto è mio...
- Vabbè, il gatto, in fondo è di sè stesso e sta dove gli pare... ma almeno mi faccia una cortesia... non me lo castri!!!
- Ma lo farei per il suo bene! così soffre, si può far male...
- Quindi anche suo marito...

(*) i gatti, e tutti gli animali domestici DEVONO essere trovatelli. Non si comprano. Loro ti trovano. E ti scelgono. Non tu. Compresi acari, pidocchi, piattole e fidanzate.

mercoledì 17 maggio 2006

Cosa penso? ma niente!

"Avrei una voglia, un taglietto d'affetto.
Cosa sento ma niente.
Un affetto non si prova
s'indossa direttamente.
Ah! come siamo vivi come tutto accade
per tutt'altri motivi."

Chi ha orecchie per intendere, intenda.

Oggi sto un po' ermetico.

Er metico della mutua!!!

martedì 16 maggio 2006

Il senso della vita

- Ma davvero vuoi che le persone rispondano come piace a te?
- Ci mancherebbe... ma se apro a picche...
- Si?
- Non rispondere a bastoni...


- La letteratura?
- La letteratura è la capacità degli uomini di leggere quello che c'è scritto in cielo!
- In cielo?
- Perchè "come in cielo così in terra"

E di questa cosa son contento.
Grazie Momy. Grazie Borges.

E come tutte le grandi cose

...son rimandate a domani

sabato 13 maggio 2006

Woman power

Sul lungomare con B. una delle mie migliori amiche.

IO - Ma che fine ha fatto la tua collega, G., come sta all'altra filiale della banca?
B - Sta incazzata nera!
IO - Più del solito?
B - Beh, credeva d'essere la capa.
IO - Beh, coordinava la cassa. Non è da tutti. Poi era stupenda quando bestemmiava in barese alla sede di Montebelluna...
B - Non è proprio questo... qui sentiva di fare il buono e il cattivo tempo...
IO - Così potente? azzo, dovevi dirmelo prima!
B - No... non proprio... veramente il direttore l'aveva responsabilizzata dandole il telecomando del climatizzatore!!! ci faceva morire di caldo in estate e di freddo in inverno...
IO - ....

giovedì 11 maggio 2006

Cromosoma isterico

- Come come sto? Ieri sera mi pianti una grana infinita perchè trovi la mail di una cliente (vabbè, gnocca!) su un pezzo di carta a casa mia, te ne vai sbattendo la porta (scorrevole), mi rovini la serata, mi chiami incazzatissima accusandomi di tutti i delitti del mondo, e ora mi chiedi come va?
- Volevo sapere come stavi... ti voglio bene e sono tranquilla se so che le cose ti vanno bene...
- Cioè, aspetta: vita privata infernale per le tue menate da quindicenne gelosa e poi fai tutta la carina la mattina?
E poi dovrei tornare a casa (mia) e troverti incazzata per il motivo X mentre invece è per il motivo Z?
- Ma... non è colpa mia se ti voglio bene.
- Ma guarda che la mattina sono la stessa persona con la quale litighi la sera. E viceversa.  E meno male che mi vuoi bene!

E' un cromosoma, uno, cavolo un solo cromosoma a creare tutto questo casino???

La donna della mia vita

Sabato sera. In giro con la comitiva. Tutti bravi ragazzi. Tre coppie, una single, piu' io e la Riccioluta. Scoppiati.
Dove andiamo? io, pratico e stanco... "compriamo le pizze e andiamo a casa mia... terrazzo davanti al mare e ci facciamo la chiacchiera..."
No. E' sabato e BISOGNA uscire.
Ed io odio le code. Coda fuori del locale (ovviamente il locale scelto dalla single: alla moda e pieno di gente: cioè, aspetti un sacco per mangiare malissimo; eppoi: se esci con una comitiva di "appaiati" e abbastanza chiusa - la riccioluta morde - chi cavolo vuoi che ti calcoli? oppure mettiti un cartello con sopra scritto "CERCASI FIDANZATO DISPERATAMENTE. ASTENERSI PERDITIEMPO. POSSIBILMENTE STRONZO, COSÌ FACCIO ANCHE LA VITTIMA"). No. Troppo difficile.
Si decide di cambiar destinazione. Strada piena di bei locali tipo Trastevere (anche se Trastevere è tutta un'altra religione).
Entriamo in un altro posto. Pizzeria dignitosa e carina. Bella luce. Bella gente. Dieci minuti per il tavolo (dieci minuti veri, non dieci minuti del il tipo con l'auricolare, la lista e i biglietti tipo banco macelleria e il "vi chiamo io". E non per cognome. Per numero. Muuuuuuu!)
Io, A. (un amico duepiùduefaquattro) e LaSfusa (la single di professione) andiamo nel locale piu' avanti che è piu' figo, per vedere se casomai...
Entriamo io e A.
Lei è lì.
Al tavolo.
Bellissima.
Capello lunghissimo. Nero. Zingaresco.
Orecchino al naso.
Bella.
Bella.
Bella.
Sorridente.
Metà Biancaneve. Metà Morgana.
Io, vestito rigorosamente di nero. Guardabile. Persino affascinante. Forse. Mah!
La guardo. Non la riconosco immediatamente.
Lei mi sorride, e mi saluta. Veramente, si sbraccia. Si alza e mi viene incontro.  Ovviamente ignorando il personaggio al tavolo con lei.
Io non la ricordo (mi sembra una mia amica modella, ma non può essere... a Bari, no, non è possibile). E' lei, invece.
Maledetta.
La DonnaDellaMiaVita.
Protagonista di una mia cotta postadolescenziale preseparazione (tanto ti innamori ogni sette secondi, perchè è pura fantasia).
E' lei, quel personaggio mistico, che viene fuori dal mio immaginario, dell'antiborghese intellettuale. Della donna che sbuca da un libro di Chatwin. Che ha l'infinito negli occhi.
"Ciao AmorPlatonico! non ti ricordi di me?"
("E chi potrebbe dimenticarti? Io ti amo da quando sono nato e lo so soltanto ora!")
"Sono A*, l'amica di N.!"
"Certo. Certo che mi ricordo di te!" (saluto anche il termosifone al fianco, così non si sente escluso)
Due minuti di convenevoli.
Mi volto, A, spalla degna, si è volatilizzato per lasciarmi campo libero, portandosi via LaSfusa.
Chiacchiere. Sorrisi e chiacchiere. E sorrisi.
Lei è davvero la donna della mia vita.
E sono fortunato.
Per due motivi.
Primo: incarna un sogno. Che ora ha un volto. E dare un votlo ai sogni li aiuta a scaricare le loro energie pulsionali inconscie. Ed è bello parlare con un sogno.
Secondo: e' fidanzata con il termosifone. Grazie, amico mio. Mi hai salvato la vita.
Usciamo dal locale, sottobraccio a A.
Prontamente la telefonata della Riccioluta "Il tavolo è pronto! dove cavolo siete?"
Ridiamo come dei pazzi.

domenica 7 maggio 2006

domenica 30 aprile 2006

Elementi di Saggezza

Francesco: "Papà, AmorPlatonico è saggio come Confucio... ubriaco"

Francesco è il figlio di un mio amico. Ha dieci anni. Ma che danno da mangiare ai bambini di oggi???

sabato 29 aprile 2006

Il Mito dell'Amore

"Il Mito dell'Amore
muore
senza tante cortesie
ti accorgi che è finita
da come cadi nell'insofferenza
ciò che ti unisce
ti dividerà:
nei miei ricordi
la quarta sinfonia di Brahms"


E' una canzone di Battiato. Ovviamente. Seconda strofa, Destruens.
Dichiarò qualche tempo dopo che lo stato ideale per scrivere era una pace interiore. Io non capivo (e forse non capisco bene bene neanche ora), perchè vivevo tutto in maniera passionale, un post-romantico, tutto Sturm Und Drang, che ovviamente vede la produzione dell'arte come una esplosione delle passioni, una sublimazione delle passioni.

Poi magari son cambiato, forse un po': saranno le esperienze, saranno gli errori (le stesse cose viste da direzioni differenti).
Comincio pian piano ad essere d'accordo con lui. A malincuore, perchè significa che mi sto privando di una parte di meccanismi che conoscevo di me stesso. E felice, perchè al tempo stesso dovrei potrei mi ingannerei ad un modo magari migliore di vivere. E non solo l'amore.

Il problema è, ancora, sapere che diamine è questo Amore.

Che non è sicuramente la cura per la solitudine (tanto quando sei solo sei solo lo stesso).
Che non è sicuramente il volersi bene. Questa è l'amicizia.
Che non è l'attrazione. O solo quella. Si chiama Sesso. E lì basta cercare su google e hai voglia...
Sarà il profumo dell'altra volta... o sarà ridere... o sarà continuare a ridere, dopo. Dopo tanto tempo. Quando è finita la solitudine. O quando si affaccia di nuovo. Nelle cose "serie" della vita. Quando l'amicizia c'è, ed è profonda. Quando quell'amica ti piace e ti attrae. E ti fa anche carne. E quando parli, e ti confronti. E non ti secchi. E le chiedi cosa ne pensi. E c'è voglia, sempre (o abbastanza, sempre, dai!) di vedersi. E di ridere. Ridere. Sempre.

E pare semplice?

Piangere è facile. Appunto. E' ridere che è difficile.

Mah... ci vorrebbe un buon riso con pollo e curry.

E sarebbe il caso che questi post me li leggessi io per primo.

sabato 22 aprile 2006

Scrivi il titolo

"Scrivi il titolo, e il resto ti verrà..."

Grazie, amica mia. Come spesso accade, mi rifletto nelle tue parole.

Allora...

"Dell'Amore e d'Altre Scommesse"

E mo' vediamo...

venerdì 21 aprile 2006

Conservazione della specie

Oggi mi chiama un amico. Veramente è un pò più di un amico. E' l'ex marito (attenti a non perdervi) della sorella della mia ex-moglie (erano entrambe difettate, e il difetto era, a quanto pare, dell'intera serie: sono state ritirate dai Bladerunner). Praticamente mio cognato. O ex cognato. Boh?
Mi dice... "sai è un po' di tempo che dovrei dirti una cosa"
Ed io... "Ok. Stai per diventare papà...."
E lui... "Da cosa l'hai capito???"
E lì per un'ora a dirmi com'era contento.
E lo sono anch'io.
Ma che bella cosa.
E' come se la vita ricominciasse, da un punto in cui ti sembrava che il suo ciclo si fosse irrimediabilmente rovinato. E tutto riprende su ritmi antichi. E su valori che pensavi di non poter più provare.
Mi fa pensare che potrebbe capitare anche a me.
Ma i bambini si fanno - si devono fare - solo per amore.

giovedì 20 aprile 2006

Teoria calcistica

Non mi interesso di calcio. Lo sanno tutti. Ma la metafora è bellissima:
"La vita è come una partita di calcio. Ed è terrificante prendere un rigore, al 95', sullo 0-0".

Capita.
Cavolo se capita!

sabato 15 aprile 2006

venerdì 14 aprile 2006

Orizzonti Perduti

"Tornerà la moda dei vichinghi
torneremo a vivere come dei barbari.
Friedrich Nietzsche era vegetariano,
scrisse molte lettere a Wagner
ed io mi sento un po' un cannibale e non scrivo mai a nessuno,
non ho voglia né di leggere o studiare,
solo passeggiare sempre avanti e indietro lungo il Corso o in Galleria,
e il piacere di una sigaretta per il gusto del tabacco, non mi fa male.
Tornerà la moda sedentaria dei viaggi immaginari e delle masturbazioni;
I'analista sa che la famiglia è in crisi, da più generazioni,
per mancanza di padri,
ed io che sono un solitario non riesco; per avere disciplina ci vuole troppa volontà.
Mi piace osservare i miei concittadini specie nei giorni di festa
con bandiere fuori dalle macchine all'uscita dello stadio
e mi diverte il piacere di una sigaretta per il gusto del tabacco."
Battiato, Tramonto Occidentale

Ogni tanto la vita ti regala nuove chiavi di lettura, ed elementi prima caotici o semplicemente messi lì in attesa di classificazione e ordinamento diventano stadi successivi di livelli di conoscenza.

E' come quando entri nel giardino di un castello, tutto ormai bouganville e rose, e ti inerpichi fino alla rocca, dove il suolo è stato dimenticato dal giardiniere, ma la vista è meravigliosa.

Dietro di te, dentro di te, i millenni, e i calzari che in mille battaglie hanno difeso le merlature della rocca. Davanti a te, il futuro.

Com'era?

Mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che bello il mio tempo che bella compagnia
sono giorni di finestre adornate
canti di stagione
anime salve in terra e in mare
sono state giornate furibonde
senza atti d'amore
senza calma di vento
solo passaggi e passaggi
passaggi di tempo
ore infinite come costellazioni e onde
spietate come gli occhi della memoria
altra memoria e non basta ancora
cose svanite facce e poi il futuro
i futuri incontri di belle amanti scellerate
saranno scontri
saranno cacce coi cani e coi cinghiali
saranno rincorse morsi e affanni per mille anni
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande il mio tempo che bella compagnia
mi sono spiato illudermi e fallire
abortire i figli come i sogni
mi sono guardato piangere in uno specchio di neve
mi sono visto che ridevo
mi sono visto di spalle che partivo
ti saluto dai paesi di domani
che sono visioni di anime contadine
in volo per il mondo
mille anni al mondo mille ancora
che bell'inganno sei anima mia
e che grande questo tempo che solitudine
che bella compagnia.
Fossati-De Andrè, Anime Salve.

E sono le assonanze, e i quadri, e le evocazioni. E tutto quello che non c'è. O che si crea. E che si sente. E che è antico e nuovo. E che è giusto.
Speriamo.


(Fla' scusa per la troppa poesia. Ma non mi vengono altre parole).

lunedì 10 aprile 2006

La Domenica delle Salme

"il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
-- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo –
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile

La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare –"
Fabrizio De Andrè, La domenica delle salme.

Non so, effettivamente, chi o cosa governerà l'Italia domattina. Nè, in fondo, cambierà la mia visione abbastanza anarchica della politica, abbastanza autarchica della politica.
Ho letto con interesse il fondo di Scalfari su Repubblca.it (cercatelo, io non lo trovo più... se lo sarà già rimangiato? boh?) in cui auspica con la vittoria della sinistra la fine di un'epoca buia in cui l'Italiano si allontana sdegnosamente dalla vita polica, essendo essa appannaggio di pochi e di "eletti" (di nome e di fatto), una sorta di casta privilegiata di sudditi speciali, diversa dai sudditi comuni tipici di un'Italia mai sovrana.
Bello, atipico, sognante, schierato.

Ma in fondo, quacuno, qualcuno lo ricorda 1984?
Mi verrebbe voglia, guardando questa tristezza,
di urlare

LA GUERRA E' PACE
LA LIBERTA0 E' SCHIAVITU'
L'IGNORANZA E' FORZA"

Ma questo è un altro film

E' uno sporco lavoro

E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo!

Avevo promesso un post di tette e culi, giusto per essere in linea con le grandi tematiche affrontate in questo blog!

Allora... penso che sia la donna con il quoziente intellettivo 0. Sono contento di averla trovata.

Bionda (schiarita), destinata a diventare, secondo me, beige...

Mi conquista definitivamente con due frasi:

"Penso di avere l'abito piu' bello della collezione, vero"

"Certo, mia cara, mi raccomando, non mi faccia sfigurare"

"Ho messo una piuma tra i capelli... si vede?... in realtà io faccio la ragioniera"

E lì piu' che sorridere non potevo.

Vi giuro, non l'ho toccata.

E, in fin dei conti, il suo culo rispetta persino la par condicio.

Per chi vuol leggere tra le righe:
"Non farti mai portare via la gioia del tuo culo e del tuo cuore"
Roberto Vecchioni

Ma come sto' romantico oggi...

venerdì 7 aprile 2006

Presenza dell'IO

(1)
Oggi non sono in vena
di vivere o morire
il suono che riempie la mente
cancella ogni velleità

Si spogliano lenti i meandri dei pensieri
di ogni intellettualità

E diventa poi Bellissimo
restarsene da solo

(2)
Ma mi ritrovo qui
Conoscermi Conoscendoti
o quella maschera di te
che mi lascerai amare.
O no?

La canzone l'ho scritta un pò di tempo fa. Dopo parte il sax. Molto, molto Pink Floyd in Us and Them... o The Gunner's Dream, per intenderci.
Oggi, personalmente, trancerei la seconda strofa. Ma ero giovane, che volete.

Comunque, il prossimo post, giuro, parlerà di tette e culi.

mercoledì 5 aprile 2006

The Pros & Cons

Roger Waters: The Pros & Cons of Hitch Hiking


And now from where I stand
Upon this hill I plundered from the pool
I look around, I search the skies
I shade my eyes, so nearly blind
And I see signs of half remembered days
I hear bells that chime in strange familiar ways
I recognise...
The hope you kindle in your eyes


It's oh so easy now
As we lie here in the dark
Nothing interferes it's obvious
How to beat the tears
That threaten to snuff out
The spark of our love.

L
'album è bellissimo. Mi ricorda tanto, ma tanto tempo fa. Stamattina lo cantavo sotto la doccia.
Assieme a tanti bei ricordi.

Che mistero è la vita.

Due Mondi

Sono ad Aversa, che contende a Battipaglia la palma della città origine della mozzarella di bufala.
Ovviamente, a pranzo, correndo, in un caseificio/bar (ce ne sono tantissimi, anche senza bar, se chiedete un caffè e manifestate una qualche intenzione di pagarlo, anche a cambiali, vi portano a casa della zia), spettacolare panino con la mitica mozzarella, una fettina di crudo, pomodoro, olio, basilico. Ho dovuto alzare un muretto come un bergamasco qualsiasi per smaltirlo.
Mentre leggo sul Corriere le ultime propaggini della vita politica del paese (sto chiedendo la cittadinanza allo Zanzibar... meglio essere uffcialmente sottosviluppati che coglioni), le due signorone si avvicendano alla cassa.
Chiedo un caffè e il conto.

AP: (lascia 20 euro e attende con fiducia facendo lo splendido e sorseggiando il caffè)
Signorona: Com'era il panino?
AP: Spettacolare, Signora!
Signorona: No, che c'era dentro?
AP: ....

martedì 4 aprile 2006

E non ditemi che non vi avevo avvisato

AP: Homo Matrimonialis!
WOC: Ue' AP!
WOC: Meno quarantacinque!
AP: Cazzi tuoi! :D
AP: Se ci ripensi, posso consegnarle l'abito il giorno dopo! :D
WOC: Fanno sempre piacere parole di conforto!
WOC: Fantastico!
AP: Conforto una sega! (certe volte dimentico di essere uno stilista. N.d.A.)
WOC: solo....
WOC: che verrebbe anche in jeans
WOC: :D :D :D (é andato, N.d.A.)
AP: Guarda che diventerà una scassacoglioni al cubo! (finesse!, segna, Serè, "finesse")
WOC: ho il callo (13 anni di fidanzamento, dico 13! N.d.A.)
WOC: :D
AP: No.
AP: Fino ad ora ha utilizzato la "tecnica della goccia"
AP: Dopo la cerimonia diventerà uno tzunami.
AP: (che immagine meravigliosa)
WOC: Sono convinto che il nostro amore vincerà ogni avversità.
AP: Sono contvinto che sei convinto...

Comunque... il matrimonio è una cosa bellissima. Da fare. Non da rifare.
Auguri WOC.
E un po' t'invidio :D

Sere' che fai il 29 Luglio?

Mal cauto il core

E' da qualche tempo che mi danza in mente l'aria del Duca:


La donna é mobile
qual piuma al vento
muta d'accento
e di pensiero.

Sempre un amabile
leggiadro viso,
in pianto o in riso,
e menzognero.

La donna e mobile
qual piuma al vento
muta d'accento
e di pensier.

E sempre misero
chi a lei s'affida
chi le confida
mal cauto il core!

Pur mai non sentesi
felice appieno
qui su quel seno
non liba amore!

La donna e mobile
qual piuma al vento
muta d'accento
e di pensier.

Due note:
La canticchiava la mia eterna amica Bea, in banca, davanti ad un anticipo di portafoglio
"E sempre misero..." (commentando un suo spasimante)... ed io "chi a lei s'affida...".
Ed il collega: "ma vu' non sit' normal...".
La cosa più terrificante: la cantavamo io e il mitico Carmine,
preparando una sfilata di abiti da sposa...
ed un suo amico tedesco commenta... "ah... Zucchero!".

Madonna Santa...


domenica 2 aprile 2006

Hallo I love you

Hallo, I love you
would you tell me your name?
Doors


Stamattina il sole danza sul mare, di fronte casa mia, al suono di canti caraibici di un cd trovato in una "peregrinazione del me".

Completo rigorosamente nero, sto andando a presenziare ad una sfilata. Chiudono con sette capi miei.

Mi perdo nella frattalità di una collana intrecciata dalla mia sorellina, su un manichino.

Sembra ieri che ero triste.

Il problema è che so che non basta così poco, però...

Oggi dovrei madonnastantizzarmi da solo...

Would you tell me your name?

sabato 1 aprile 2006

Geografia


"Bella signora che mi lusinghi
citando a memoria le mie canzoni
il tuo divano è troppo stretto
perchè mi faccia delle illusioni"
Ivano Fossati, Chi guarda Genova

Ieri sera, cena di "postlavoro"... cliente, fidanzata del cliente, altri tre amici del tizio di cui sopra, ed il sottoscritto. A parte la signorina che avremmo dovuto innaffiare come una pianta grassa (una volta al mese), anche se da taluni sguardi ha fatto capire presenza e peso nella coppia (soprattutto il peso, non fisico ma psicologico), è stata una serata memorabile: quattro individui (tranne il tizio fidanzato, ovviamente tenuto a freno dall'equilibrio con la donzella) s'è parlato, scherzato, riso, accompagnati dal vino e dall'ottimo pesce come si faceva una volta davanti al fuoco dei bivacchi.
Ognuno ha avuto la sua parte di show personale. E tutti ne hanno goduto. Va bene così.

Ora, dove voglio arrivare.

Un piccolo pensiero: ma,  esattamente, per quale dannatissimo motivo siamo così diversi in compagnia di una donna? (o, per le donne, di un uomo?). Perchè le discussioni si acquietano, si cerca un mite compromesso? una civil parvenza? un minimo comune denominatore?

E noi chi siamo? i simpatici attori di una sera o i sobri compagni/mariti/fidanzati un po' grigi e destinati al compromesso? O alla fuga?

O incontrare qualcuno che ci sia compagna, amante, amica, complice e non ci consideri il mezzo per raggiungere un progetto, uno status sia una mera chimera?

Sogno che questa persona esista.

Ovunque essa sia.

E non fate finta di non capire.

A stampatello: Quanto siete disposti a cambiare la vostra vita per amore?
E dove mettete le maiuscole? a Disposti, a Cambiare, a Vostra, a Vita, ad Amore?
E, soprattutto... hanno senso queste domande?

Mah!




giovedì 30 marzo 2006

Al museo del Belvedere

"E' stato Molto Bello

I colli dei cigni

splendono alla luce
e mille barbagli
trafiggono le palpebre
il fuoco che bruciò Roma è solo sprazzo.
Così mi incendi.
Con bugie di suoni mi possiedi.

E' stato molto bello
finisce la tarda estate.
E' stato molto bello
si prolungano le ombre oltre la sera.
Non domandarmi dove porta la strada
seguila e cammina soltanto.


Io non invecchio
niente più m'imprigiona."


Cos'era? Aspetta, fammi ricordare... la "luce fredda del tramonto" dei quadri della scuola napoletana, insulsi, al secondo piano del museo dopo aver visto Klimt.

E lo Spleen, e la luce nel percorso del cambiamento.

Certe cose non si devono dire, almeno di notte.

Poi, se vogliamo fare un discorso sui massimi sistemi, poi...

Per la Flauta: non ti preoccupare... mi passa subito. Puoi tirare un Sospiro di sollievo.

martedì 21 marzo 2006

La donna beige

E' una citazione. Un articolo scritto da una donna. Tanto per gradire. Io ho riso fino alle lacrime. I commenti in fondo.

Da "Italians, del 10 aprile 2003"


La donna beige

di Rosanna Grimaldi


Caro Tobia,
mi hai deluso. Stai confessando che ti piacciono le beige. La donna beige non è ne' alta ne' bassa. Non ha un suo stile definito, ovvero non crea quella "brand awareness" che le rende riconoscibile (un abito di Dolce e Gabbana si distingue facilmente da un Armani, cosi' come una Fiat da una Ferrari, senza bisogno della targhetta). Le beige sono un po' come quei tailleur della nostra prof di lettere del liceo, poco appariscenti, un po' fané, e per questo non suscettibile di critica alcuna. Non hanno capelli lunghi, non hanno capelli corti, e anche quando li hanno (corti o lunghi, intendo, le calve non sono beige) nessuno ci fa caso e in genere sono mechati. Le piu' trendy si abbandonano ai colpi di sole. Bando al rosso, al nero, al biondo! Viva ... il beige appunto. Hanno fame quando nessuno ne ha. Hanno sete quando tutti sono iperidratati. Devono fare pipi' nei momenti meno opportuni, e nel mezzo del deserto potrebbero piantare una grana perche' non c'è un cespuglio all'altezza (media anche quella) della situazione. Scarpe con tacco di 4cm, perché comode e da signorina per bene; sui tacchi sostengono di non saperci camminare, e fanno strane smorfie di sorpresa in presenza di qualche "trampoliere". Se hanno una bici è una Graziella, possibilmente rosa, e con il cestino davanti. Se hanno una macchina gliel'ha regalata il fidanzato per la laurea, generalmente in giurisprudenza o psicologia, presa al 10° anno fuoricorso. Hanno ripetuto 15 volte l'esame di statistica per colpa del professore, 7 quello di economia, per colpa del professore, 5 quello di inglese per colpa della professoressa. Ovviamente il prof voleva portarsele a letto e la professoressa era gelosa della loro avvenenza. Non urlano, squittiscono. Se sono del Nord hanno la evve moscia e ostentano il loro accento. Se sono del Sud lo nascondono, sortendo spesso un effetto "Pasquale Laricchia". Non dicono parolacce, e hanno sempre almeno due pacchetti di kleenex, tagliaunghie, e agendina (Naj Oleari) nella borsa Mandarina Duck. Quando andavano le minigonne loro portavano i bermuda, e adesso che vanno le gonne lunghe, portano le minigonne di jeans con i bordi delle tasche sfrangiati. Collant rossi o marroni, coprenti. Non usano rossetti ma solo lucidalabbra alla frutta, e smalti trasparenti. Gioello preferito: la murrina. Questa loro presenza fisicamente discreta abbassa tutte le difese dei maschietti .. che ZOT! vengono immediatamente schiavizzati, ridotti a chauffer (ovviamente forniti di Ferrero Rocher di serie), dog, sister, cousin, sitter, segretari tuttofare, bancomat, trovarobe, idraulici, imbianchini, falegnami, tappezzieri, cuochi (dimenticavo, non sanno cucinare, e quando proprio devono impiegano l'intero pomeriggio per fare il TIRAMISU', il più beige dei dolci), body guard. In virtù del loro apparente essere indifese scassano i marroni in maniera indegna, ispirandosi al modello goccia cinese. Sputacchiano critiche e lamenti, e sono capaci di disintegrare le più belle amicizie. E lo sprovveduto non se ne accorge perché il processo è lento e paziente. Eppure sono le più amate dagli uomini, e le più temibili per le donne (colorate, sciampiste e non).

Rosanna Grimaldi, ciambotto@yahoo.com


Questa è una donna. E non riesco a trovare altra definizione.


Ho avuto due fidanzate. Così. Beige.
E una moglie.  Non è diventata beige fuori ma lo era dentro. Per di più gattara.


Meno male che ora dormo a X nel lettone. :D


O sarà che le attiravo?


Credo che il prossimo investimento sarà uno psiconanalista. E bravo pure.

lunedì 6 marzo 2006

ON STAGE - 2

Premessa:
Sfilata di metà stagione vendite, in cui si presentano sia gli articoli più raffinati, per distinguersi dalla concorrenza, sia "il pane quotidiano", sia, per chi può, le anteprime.
Io ero lo stilista delle anteprime.
Prima Sfilata: presento tre capi da sposa: uno giallo cangiante, tutto taffetas tricangiante nei toni dell'albicocca e dell'oro, uno bianco con un corpetto tempestato di Swarowski e uno spacco alla mutanda (così è se vi piace) e un cappello in tulle e piume e un terzo abito da sposa con un corpetto in tulle veletta ricamato in bordeaux e una gonna  in bicolore, bianca e bordeaux. Siamo all'empasse per far sfilare un quarto capo nella seconda sfilata, eliminando un vestitino moscio del "pane quotidiano" per inserire qualcosa di nuovo.

Titolare dell'Atelier:
- "Sai, questo è AmorPlatonico, lo stilista... fa dei capi particolarissimi... "
Amica
- "Oh! che piacere!"
AmorPlatonico
- "Piacere mio, Signora"... (C6H12O6)
T. d'A.:
- "Sai pensavamo di eliminare uno degli abiti meno in vista per aggiungerne un altro dei suoi, che son così particolari... secondo te cosa dovremmo togliere?"
Amica:
- "Mah... io toglierei quello giallo, che c'entra poco con la sposa... oppure quello con lo spacco, sì quello con lo spacco... non è molto decoroso... oppure in fondo quello rosso, visto che non siamo a Natale"
AmorPlatonico + T. d'A:
";-("

Come dice un mio amico,  grandissimo stilista del passato e ora finalmente in pensione ("ma che fate voi delle spose?")...
"Non ho parole"...

sabato 4 marzo 2006

ON STAGE

Questo è un off topic con me stesso.

Domani una nuova sfilata, con una collezione nata dopo la fine (speriamo) di un lungo travagliato momento della mia vita: una separazione, la risoluzione di una pesante eredità debitoria (grazie papà!), una nuova casa, un  lasciarsi dietro un sacco di compromessi.

Perché i compromessi sono errori che si pagano. Perché significa mentire non a qualcun altro, ma a te stesso. E non parlo delle quisquiglie.

Le persone, ho capito, comprendono soltanto una cosa: LO STAMPATELLO MAIUSCOLO.

Fatemi gli auguri!

lunedì 27 febbraio 2006

Automatica


Esiste un livello di coscienza semionirico in cui valutiamo (uso il noi per sicurezza, per evitare la follia) la realtà rapportandola alla conoscenza/coscienza di noi stessi.

Il resto è una corsa verso le cose da fare, progressive, rutilanti, per sopravvivere.

Quando queste due correnti si toccano, la percezione del sé e il contatto con il mondo esterno, credo che si possa parlare di felicità.

Quando si manifesta l'impeto creativo, quando i nodi del reale si sciolgono. Quando sei padrone della tua vita. Davvero. E non ti costa in maniera esagerata. E non chiamatelo "la giusta corrente", perchè alla new age abbiamo già dato, per scherzare ma l'abbiamo fatto.

Smentitemi.

(Post dedicato all'Amica che mi dice che "uno come me" dovrebbe scrivere tutti i giorni. E quando l'"uno come me" non ha nulla d'importante da dire?... e poi, pensandoci, quell'"uno come me" è talmente pieno di difetti che non è un "uno come me"... ah, se lo incontrate, quell'"uno come me"... ditegli che lo sto cercando per dirgliene quattro...)

sabato 25 febbraio 2006

Dietro l'angolo?



"Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso, ma non rimproverarti neanche
Le tue scelte sono scommesse. Come quelle di chiunque altro....
Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato... canta...”
(Accetta il consiglio – The Big Kahuna)


C'entra poco con la musica e col canto, ma è una canzone che mi viene spesso in mente, ultimamente. Ed è quando, più che spaventato, mi sento “complesso” che ripenso ad un altra cosa che mi ha affascinato quando ero bambino: un video che si chiamava “potenze di dieci” (solo chi amava il Quark pomeridiano di Piero Angela quando la Rai era la Rai se lo ricorda!): un viaggio nelle dimensioni partendo dalla mano di un tizio che riposava in una zona da picnic negli States e allontanandosi fino ai confini dell'universo e viceversa, di dieci in dieci, indietro fino ai nuclei degli atomi nel suo corpo...


Una cosa del genere ti ridimensiona la vita, e ti rendi conto di essere parte di un universo in gravitazione e non il suo centro come spesso accade, se non esci al di fuori dei tuoi limiti. E non ti deprime. Non ti fa sentire un “nulla”... ma una parte attiva. Una cellula pulsante di un essere infinito. E le tue questioni si marginalizzano e si rimarginano. Sempre.


Ma di qui mi vien fuori una domanda. Una di quelle che ti vengono “allontanandoti da te stesso”. Perchè solo così accade...


Mi chiedo, nell'ottica della “parte pubblica” della teoria sull'Amor Platonico, quella che piace tanto ai romantici, quella dell'essere unico con quattro braccia e quattro gambe separato all'origine e alla perenne ricerca dell'altra metà per essere uno, completo, “dove sia” questa metà, questa giusta metà....


Perché, pensando alla mendacità dei nostri sensi e alle Leggi di Murphy, teoricamente l'altra metà del nostro essere potrebbe essere dovunque, non necessariamente nella nostra cerchia di amici, nei posti frequentati. Potremmo non incontrarla mai. O averla sotto mano.


Mi chiedo a che punto sia allora la mia ricerca (la risposta dovrebbe essere: se e quanto sono felice, ma questo è un altro post :) ), guardando, da fuori, le coppie intorno a me, conosciutesi in vancanza, sul posto di lavoro, amici di amici...


Allora... dovrei partire (o dovremmo partire tutti) per la Patagonia o semplicemente sentire nel nostro compagno la “percentuale” dell'essere unico piu' alta possibile o ingannarci con le proiezioni dei nostri desideri (e limiti, per carità), oppure semplicemente credere che tutte queste siano fandonie e vivere alla giornata?


E distinguere allora la quotidianità dalla lenta costruzione(*), la passione dal fruscio di scopa nuova, l'eccitazione dall””ombra della luce”(**)?


E il Grande Amore, allora?


O esistono i Grandi Amori?


O le egoistiche solitudini (e le continue compagnie)?


O una res media da suicidio?



Mah...


Vi dò un consiglio: se un pomeriggio vi capita davanti il mare d'inverno(***), non portatevi appresso il portatile.


Credits:
(*) Ivano Fossati, Discanto
(**) Franco Battiato, L'Ombra della Luce
(***) Enrico Ruggeri, Il Mare d'Inverno.

martedì 10 gennaio 2006

Una certa età

Due sono le cose.

Sono vecchio. Mi scordo riferimenti a cose lette, o, peggio, cose scritte, passi di libri che prima sapevo a memoria, a menadito. Sarà lo stress. Sarà la mancanza di fosforo. Saranno le letture di Pirandello che mi mancano.

Sono cresciuto. Mi accorgo della differenza tra il sapere e il sentire. Divento permeabile, trasparente, traspirante. Le cose, gli eventi, le sensazioni, la stessa poesia mi attraversano, lasciano l'odore, il profumo, e poi vanno via, lasciando il posto a nuove sensazioni.

Non lo so.
Davvero.
La mia essenza decadente odia la prima e romanticizza sulla seconda. Ma sono le due facce della stessa medaglia, dua aspetti della stessa verità.
E non posso mentire a me stesso.