Come se le altre mie fossero normali.
Regolamento. Chi riceve questa croce deve scrivere un post intitolato CINQUE STRANE ABITUDINI, in maniera tale che chi legge avrà subito il terrore di essere nominato a sua volta.
A chi non prosegue questa interessantissima catena non accade nulla. Però, come non scontentare l'amica SERENA che mi ha allietato con questa cosina?
PRIMA.
La più nota. Vesto sempre rigorosamente di nero.
Per vari motivi:
Primo: una esigenza di look, forse un po' teatrale, forse un po' schifosamente anni '90 da post-dark, da uomo che scompare nell'ombra per far posto, si augura, ad un prolifico artista.
Secondo: snellisce.
Terzo: non ti fai problemi quando devi deciderti cosa metterti.
Quarto: si fa una sola lavatrice.
In realtà sto benissimo con il beige chiaro, il verdino, il celeste e il verde militare... ma tant'è...
SECONDA.
Sono un pessimo insegnante. Non ho il dono dell'insegnamento superficiale. Generalmente comprendo le cose nella loro profondità, con un certo metodo forse vinciniano. Mi piacerebbe insegnare il metodo, non la cosa. Le mie spiegazioni durano decenni. Generalmente la persona dopo o sa tutto di Linux, o di Fotografia, o di Borges, o di Trame & Tessuti o di modellistica industriale, o di tecniche di vendita... o si è data fuoco per disperazione. Ho visto uno amputarsi volontariamente un arto. Un'altra, per non sentirmi, me l'ha data.
TERZA.
Riesco a fare mille cose meccaniche o solite contemporaneamente, con buona attenzione e risultato. Se devo imparare una cosa nuova, il cervello si blocca, si concentra e non riesco a fare altro che quella cosa. Sembra che mi isoli dal mondo, per chi mi vede da fuori, o per la persona con cui sto parlando al telefono o in altro modo. In realtà si è acceso il processo: learning.
QUARTA (sotto la quarta non è amore, si sa)
Mi piacciono le donne.
Assai.
Voi vi chiederete qual'è la stranezza in questa SANA abitudine. Beh... a me vengono che si devono sposare. Sono correttissimo. Sempre. Potrei anche vederle nude, come faccio per le modelle, spogliarle e vestirle senza alcun problema. Anzi, come se fossi una vecchia amica, come se fossi l'estetista, il medico, il prete, la zia.
E' che dopo sto davvero male. Chi non ha provato non può capire.
QUINTA.
Sono disordinato. E non è quello medio basso che distingue un ordinato ma potenziale serial killer da una persona normale.
E' quel disordine medio alto che fa incazzare seriamente le mogli-fidanzate-conviventi, e la mamma, quello che in termine tecnico si definisce: un casino.
Per le prime, che cercano di influenzare la mia vita (come quella del genere umano maschile nella sua totalità, una missione più che un'abitudine), vige l'articolo 1 del regolamento di Via San Giuseppe: “La permanenza di una donna in questo sito è ristretta alle 8 (otto) ore consecutive. Una ulteriore prosecuzione della permanenza (e non convivenza) deve essere interrotta da uscita, possibilmente in macchina, lontano, o cazziata, o litigata.”.
Non sopporto quindi che le cose vengano spostate. Nel mio disordine io so esattamente dove sta una cosa. Anche a distanza di anni. Anche se ci vuole un caterpillar per riprenderla (ho scritto riprenderla, non ritrovarla).
Il problema con la mamma l'ho superato: lei a casa sua, io a casa mia.
Potrei impazzire, però, per i piatti sporchi nel lavabo. E rinunciare persino ad un dopocena allegro. Ma sono fatto così.
C'è una SESTA, che dopo la QUINTA è veramente il massimo.
Installerei Linux anche sugli accendini.
Ora la parte più gustosa del gioco.
Vengono nominati:
Anonimista, Gloriamundi, IcePetal, Sterfimia e badate badate, MadameRevanche.
Si salva Greenwich. Ma solo temporaneamente. Appena qualcuno mi passa un'altra di queste cazz... ehm... cose divertenti, sarà il primo della lista. Assieme al nano.