venerdì 2 febbraio 2007

Il profumo del sale ed altre stranezze (2)

"Invece aveva davanti a sé oggettivamente altri cinquant'anni  di vita.

Una morte lunga cinquant'anni.

Oppure rapida.

Adesso.



Non era riuscito, in fondo, a fare quell'unica cosa che gli sarebbe servita per sopravvivere ora: amarsi.



Amarsi davvero, non un vaneggiamento narcisistico, ma avere cura, dignitoso rispetto delle proprie aspirazioni, delle proprie inclinazioni, dei propri sentimenti. Senza la paura di conoscersi davvero, sbattendo contro i propri difetti ed affrontandoli uno per uno, amando ogni propria cellula, singolarmente e per quel miracolo di incastri che era comunque la sua vita, la sua sensibilità, la sua intelligenza.



Troppi ricatti.



Si guardò intorno.

Non un'anima."

AmorPlatonico, Le ultime ore del Signor P., Al Cospetto del Re dell'Incanto.



Uno che scrive dovrebbe principalmente leggersele lui le cose che scrive. Perchè magari le ha scritte per sè stesso.



E, come dicono in Francia, cazzi non ce ne vogliono.

5 commenti:

  1. Forse...

    O forse le cose che scrivi le leggono dentro di te quelli che ti conoscono.

    E che per questo ti amano.

    E sentono il desiderio di proteggerti.

    Anche se non rispondono al telefono.

    Ed anche se tu non vuoi essere salvato.

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  2. Madame, sei talmente orfica, oggi, anzi... altro che orfica... pari quasi Moira Orfei...

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  3. sarà anche obsoleto,ma per iniziare non è mai tardi.

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  4. uno scrive per potersi leggere meglio, certo. pèoi qualcun altro legge e si conosce un pò di più, ci si ri-conosce a vicenda. insomma, se non ti ami davvero tu, hai voglia a fidarti che lo faccia qualcun altro...



    che poi amare in generale è proprio quella meravigliosa consonanza fra amare le singole cose e l'incastro fra le stesse.



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  5. Magari uno si ama troppo e non si fa amare da nessun altro (è una stronzata, lo so, ma è lunedì).

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