venerdì 17 novembre 2006

Un salto nel vuoto






“...ed un aiuto chiaro da un'invisibile carezza

di un custode.

...

E quanti personaggi inutili ho indossato

io e la mia persona quanti ne ha subiti

arido è l'inferno

sterile la sua via.

...

E poi la sofferenza che ti rende cieco

nelle cadute c'è il perché della Sua Assenza

le nuvole non possono annientare il Sole”


Franco Battiato, Lode all'Inviolato.








Si chiamava Paola. Era bruna, longilinea, altissima. Gli occhi grandi. I colori dei vestiti erano il viola e il nero, le scarpe, stivali. Le mani, curate. I movimenti eleganti.


Una trentina d'anni. Dipingeva. Tela e vetro.


Esponeva le sue opere nella galleria di un amico.


Io mi ero appena separato, e la mia solerte complice, convinta che chiodo scaccia chiodo funzioni, almeno in superficie (e lo sappiamo entrambi) mi intima di raggiungerla a casa sua perché la bruna sarebbe la donna ideale per me.


Vabbè.


La mia indolenza sentimentale mi induce a ritardare quell'ora e mezza che per le persone di buona creanza indica il ritorno a casuccia e alle dieci, anziché le otto e mezza, mi presento in quell'appartamento che io e la mia complice vestiamo di proprietà magiche, dove tra penombre e profumi risolviamo i dubbi sul mondo, sull'amore e su altri demoni. Ovviamente sghignazzando.


Arrivo ovviamente quando la ragazza e i suoi amici, una simpatica coppia gay, stavano per andare via.


D'essere bella, lo era. Ma il mio settimo senso virgola due, quello che mi difende dalle donne problematiche, si attivò immediatamente. E aggiunto all'indolenza sentimentale (e forse ai miei chili di troppo, di allora: non che ora sia una silfide, ma in quel tempo la mia bilancia elettronica segnava “salire una persona per volta”, come il gabbiotto in banca, che ti intima di depositare (!) le pistole prima di entrare) fece sì che la discussione si mantenesse sul tono dell'educato distante.


Ovviamente la brava coppietta di Dolce & Gabbana e l'angioletto dark andarono via... ed io ovviamente mi gettai sarcasticamente su un'altra preda la cui follia era circoscrivibile.


Ma questa è un'altra storia.


Quando successivamente chiesi di Paola, più per educazione che per desiderio, alla mia amica, lei mi rispose che la Morticia le aveva risposto, alla sua richiesta (indipendente) di concedermi il numero di telefono “Digli che sono lesbica”.


Ma era un matrimonio che, comunque, non si doveva fare.


Ieri c'era il sole. Il traffico infernale mi fa rimandare un appuntamento (il famoso incontro con i figli di papà... ehm... il gotha del settore sposa...), quindi passeggio all'ora di pranzo con la mia amica, addentando una sporcaccioneria culinaria e una coca cola.


C'è il sole. E Piazza Umberto a Bari pullula di gente: studenti universitari, impiegati bancari ignari ricercatori di verità, venditori di false Gucci perfettamente imitate, sorridenti perchè, almeno oggi, c'è da mangiare, e donnine che guardano le borse alla ricerca di quella più somigliante all'orginale per far morire di invidia le amiche con dodici euro.


La mia amica mi dice che le han detto che Paola si è suicidata. Si è gettata giù da un balcone.


Perchè non trovava un senso.


Fosse stata stupida, avrebbe fatto la velina. O la donna beige. O la fidanzata di un bancario.


Io ammiro i suicidi, perchè hanno il coraggio di vedere l'assurdità e la falsità di questa vita. E hanno il coraggio di una scelta. Che è drastica, discutibile, ma senza compromessi.


E non sono mai superficiali. Anzi, di profondità ne hanno. E troppa.


Il fatto è che certe volte è una bellissima giornata, ma non senti sulla pelle il calore del sole.


Se ci fosse una invisibile carezza di un Custode, però...





Il primo che commenta con una frase ad effetto idiota lo sbrano.




22 commenti:

  1. No, non invidio chi è così profondo da non riuscire a trovar nulla che abbia abbastanza senso per continuare a vivere. E penso anche che ci voglia molto più coraggio per restar qui a cercarlo un senso, che non arrendersi e trovar un minuto di "coraggio" per farla finita. Ma forse è solo un mero luogo comune...

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  2. gelo. no, nemmeno io li invidio. ma non so se si tratti davvero di intelligenza o coraggio, perché magari l'intelligenza può anche avvitarsi su se stessa e portarti a queste cose qui.

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  3. @momy.

    Il coraggio è coraggio.

    @leu.

    E' vero. Spesso l'intelligenza si avvita su se stessa.

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  4. Il custode c'è. voglio crederci. il mio sicuramente passa il tempo ad urlare,perchè sono un pò dura d'orecchi. ha una voce che parla di speranza e di prudenza,perchè camminando per la propria strada,si rischia spesso di essere investiti. avevi avvertito già tempo fa che era "problematica" e per questo abilmente evitata. ora soggetto del tuo post,addirittura invidiata per lo stesso motivo che te l'ha fatta mettere da parte.

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  5. L'invidia è per la lucidità.

    Sarà la lucidità della disperazione, ma ha il suo perchè.

    Difficile raccontare, descrivere una situazione che, criticamente porta a toglierti - realmente e non per fare la vittima - la vita.

    E son cose che ti danno da pensare. E tanto. Ad una serie infinita di valori, di relazioni, di posizioni.

    E di futuro.

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  6. Credo anch'io che chi rinuncia alla vita è perchè l'ha toccata fino in fondo, in tutte le sue sfumature.. è anche vero, e lo dico per esperienza, che c'è più coraggio nel vivere che nel morire. Alle volte, girarsi dall'altra parte, è solo la via di fuga più facile.

    Il sole riscalda tutti... bisogna solo essere più accorti e darci attenzione, di tanto in tanto.

    Un saluto.

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  7. Tu sai quanto io ti voglia bene, e quanta stima provi per te, per il tuo modo lucido ed al tempo stesso scanzonato di osservare il mondo.

    Però, hai detto una cazzata.

    E grossa.

    La tua amica Paola ha sprecato la propria vita, ed è andato perduto anche il messaggio che nel suo gesto era celato, se tu affermi che hai ammirazione per i suicidi.

    Come si può ammirare una persona priva di qualsiasi speranza, una creatura a cui è stato tolto tutto, sinanche la possibilità di pensare alla parola "domani" senza gelare fin dentro le ossa?

    Come puoi ammirare qualcuno che ha finito le lacrime, e non riesce a provare altro che un dolore sordo che ha persino smesso di bruciare, e cova da qualche parte dentro di te, impedendoti di respirare?

    Credi davvero di poter provare ammirazione per una persona dagli occhi letteralmente spenti?

    E poi... Credi realmente che, quando una persona si suicida, ella abbia il coraggio di compiere una scelta?

    Stronzate.

    Ti suicidi perchè ogni scelta è persa, perchè non ci sono alternative, altro che idee romantiche da popstar di quartordine.

    Quelle - quelle con le immagini di Hemingway, o di Kurt Cobain o... - sono le idee pseudoromantiche di chi non c'è stato neanche a cento metri dall'idea del suicidio...

    Persone che si ripetono "la faccio finita" solo per sentirsi forti e fighe e piene di fans, ma a cui manca sinanche il coraggio di VALUTARE la questione.

    Se invece ti ci trovi vicino, al suicidio, vicino al punto che, nel momento in cui smetti di pensarci, quello che è accaduto si chiama RIPENSAMENTO...

    Allora l'ammirazione non esiste, neanche nella forma rimeditata di invidia della lucidità.

    Se ci ripensi, l'unico sentimento che provi per te stesso e per coloro che, invece, non ci hanno ripensato, è un senso insopprimibile di orrore.

    Per lo spreco di una vita.

    Che equivale alla cancellazione dell'ipotetico "Se" da un Destino.





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  8. Nessuna cazzata, Madame.

    Se permetti, ancora una volta hai centrato il senso della questione.

    L'andare vicino. Il non morire per cent'anni, il cambiare idea, il calore del sole.

    Solo che quando ci sei dentro, è difficile accorgersi delle ulteriori possibilità.

    Se sai com'è ancora la vita (cos'era, ah, Parigi) allora la delusione diventa rabbia.

    Altrimenti il salto nel vuoto non è una scelta così tanto peggiore del grigiore. Semmai più dignitosa, questo consentimelo.

    Il mio conflitto tra materialismo e spiritualismo mi porta certe volte a vedere la vita come una mera reazione chimica, altre volte, invece, mi sento parte di un bellissimo progetto divino.

    Quando vedi il sole e non ne senti il calore, o quando ascolti la musica, ne apprezzi l'armonia ma non ne senti l'accordo con i sensi, e nella tua anima c'è un muro di ghiaccio che ti divide da un mondo che sai...

    Ognuno fa quel che può.

    Minacciare il suicidio è da deboli, lo sappiamo.

    Il suicidio non si minaccia. Si attua, al limite.

    Dignitosamente come sdegnamente si guarda ad una vita grigia.

    Il resto è casistica da psicoanalisi.

    E i farmaci, lo sai, son pasticchette colorate che potrebbero essere anche di zucchero.

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  9. tu ammiri i suicidi perchè portatori di un gesto estremo??

    Ma la vita è un atto estremo e viverla vuol dire spesso resistenza.

    Non mi piace poi come tratti questa cosa, l'amica che si ammazza ti colpisce emotivamente come un pidocchio caduto dall'albero. Lo trovo cinico, onestamente.

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  10. @palommella

    Credo che la mia capacità di comunicare sia ai minimi storici, se non mi son fatto capire.

    Mi spiego in poche semplici battute.

    1) Se ho scritto questo post, è perchè anche una persona che ho visto mezz'ora due anni fa mi ha lasciato qualcosa.

    2) Allora sentii il suo dramma: ma queste cose o sono giochi di bimba o son cose serie. Se ti accompagni a giocatori e tu stai male sul serio, allora questi non ti sono d'aiuto, anzi...

    3) Io trovo cinico il non saper leggere. Se c'è l'introduzione di Battiato che hai saltato a piè pari, Lode All'Inviolato, una poesia, una preghiera sulla ricerca del Dio-in-noi e del nostro vero essere, ti renderai conto che tutto il post si regge sullo spunto del racconto reale, e sul fatto che quando siamo soli, siamo davvero soli. Il famoso Custode, qualche volta, o non si fa vedere o non grida abbastanza perchè noi siamo sordi.

    Decidere di uccidersi è abbastanza tragico come decidere di vivere, perchè si combatte con l'istinto primario alla sopravvivenza.

    Son cose, queste, che se non si provano, non puoi sentirle da altri.

    Chiamami cinico, chiamami materialista, se ti fa piacere.

    Ma la complessità della vita è talmente ampia da spaziare da mere reazioni chimiche all'essere a immagine e somiglianza di Dio.

    Veniamo poi al "come tratto questa cosa", e dipende sempre da COSA leggi nel post (ma lo dico, diamo la colpa al mio modo di scrivere): ti racconto quello che è successo tra me e lei, mezz'ora di conoscenza, punto. Qualche battuta, sensazioni. E in quel momento IO ero da ricostruire, più di quanto non lo sia ora.

    Mi piacerebbe che esistesse un Ente governativo che ti dica: "Ok, bello, tu stai male. Ora cerchiamo VERAMENTE di capire cos'hai, e, siccome TUTTI sanno fare qualcosa di meraviglioso, ti "togliamo" il cancro che distrugge la tua anima, ti diamo una seconda possibilità e ti rendiamo la vita felice".

    Ma questo, perdonami, è un sogno.

    E non sono cinico. Sono realista. Non retorico nè populista.

    Se arrivi al "livello zero" di energia e il mondo intorno, egoista al limite del parossistico, ti abbandona, dimmi quali altre scelte vedi.

    Dimmele.

    E poi vediamo chi è cinico.

    Magari, parlarne, aiuta qualcun altro.

    Com'era che finiva quella canzone?

    "Le nuvole non possono annientare il sole, e lo sapeva bene Paganini, che il diavolo è mancino, è subdolo e suona il violino..."

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  11. @palommellarossa

    "l'amica che si suicida ti colpisce come un pidocchio caduto dall'albero"...

    Cazzo, se mai fosse possibile dare una definizione di superficialità artistica, userei questa frase come esempio...

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  12. Allora non commento proprio!

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  13. Chi ha veramente coraggio di vivere si suicida.

    In fondo, è aver il coraggio di morire.



    Credo che sarei ad ogni modo troppo vile per farlo. Forse.



    (Se vuoi, ora, sbranami pure)

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  14. @Gloriamundi

    No, non ti sbrano.

    Non è il tuo caso.

    O mi stai chiedendo di fare qualcosa al posto tuo? :D

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  15. "Il fatto è che certe volte è una bellissima giornata, ma non senti sulla pelle il calore del sole."



    Ho perso una amica, una amica vera, la mia amica del cuore di quando ero più piccola, perché si è tolta la vita.



    Ho visto altri suicidi. Ho provato a cambiare il corso delle cose, con loro; invano. Loro erano davvero suicidi, non degli 'ora vi faccio vedere io'.



    La sintesi è "Il fatto è che certe volte è una bellissima giornata, ma non senti sulla pelle il calore del sole."



    Ora smetto di scrivere per un attimo. Ho bisogno di guardare qualcosa di altro, raccogliere la mia anima e riassestarmi.



    Questo è un argomento difficile, per me.

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  16. Carissimo Amore platonico, un giorno ero a Milano e precisamente a una frermata della metropolitana (Loreto), era l'ora della famosa pausa pranzo......ho assistito davanti ai miei occhi a un suicidio, un signore nel vedere arrivare la metropolitana ha preso la ricorsa....fino a buttarsi sotto. Non ti racconto quello che ho visto, ma è stato abbastanza per sconvolgermi per molto molto tempo.

    Il giorno seguente sul corriere della sera nella sezione "Provincia" si raccontava di un uomo di 42 anni rimasto vedovo con due figli e depresso che si era suicidato perchè senza sua moglie non aveva piu' ragione di vivere.

    Anche io penso che per arrivare a tanto ci debba essere dietro una forza quasi assurda che ti porta a un gesto cosi' atroce. Ma c'è dietro sicuramente tanta disperazione....e di certo non è bello. Tra l'altro quello era un periodo dove ero veramente passiva verso tutto quello che mi circondava, ma ti assicuro che forse la visione di quel suicidio è stata una sorta di punizione per il mio continuo lamentarmi di tutto.

    ciao

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  17. Ripasso.



    Confermo. Ho bisogno di un attimo, ancora. Sì, ancora.



    Mica è una cosa che passa, questa.

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  18. Chissà. Magari è la seconda.

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  19. A chi combatte ogni giorno contro il non senso e nonostante tutto ha la forza per resistere, a chi pensa o ha pensato che la vita sia una risposta poco convincente e la sua fine l'unica certezza, a chi non ha resistito al dolore del nessun domani, a chi non sa cosa succede all'Io, alle altre intelligenze quando collassano, a chi è stato o sta male e passa i giorni a chiedersi che fare. Silenzio. Case virtuali, commiati, fantasmi, nuovi funerali, post, commenti, processioni, tags, profili-epitaffi di consumatori oggetto di ricerche di mercato.

    Silenzio. Tanto silenzio.

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  20. for paola:

    RESPECT.



    *Orsa

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  21. @Orsa



    Bella cosa gli slogan. Davvero.

    E anche l'inglese.

    Ti senti meglio?

    Noi, no.

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