“Tu es Petrus...”
Oltre l'ultima città, ne esiste una dove le persone sono delle pietre da costruzione, la società e le unioni d'amore sono immensi edifici, strade, piazze, formate da tanti e vari elementi, ciascuno con la sua forma, le sue caratteristiche, le sue inclinazioni.
Esistono tre principali categorie di pietrepersone: le personemattone, le personepietraviva e le personepietradimare.
La città-mondo è fatta di incastri di queste e dei loro derivati.
Ovviamente possiamo pensare che sia molto facile incastrare fra di loro le personemattone.
Sono belle, quadrate. Solari. Efficaci. Da loro non potrai aspettarti niente di meno che la praticità. Sono precise, efficienti. Sono meno belle a vedersi magari da sole, ma unite in grandi distese, creano mondi.
Hanno superfici combacianti. Sono incastri perfetti, sono elementi fatti per essere composti, utilizzando la giusta quantità di legante. Né troppa, né troppo poca.
Alcune di loro sono perfette parti di colonne, altri perfetti pezzi di architravi.
Le personemattone sono state disegnate ciascuna per avere il proprio posto. Ciascuna per avere una funzione. E ogni pietra è felice di essere una parte di un tutto.
Le personepietradimare sono levigate, tonde. Bellissime. Come i sassi levigati dal mare.
Hanno scelto d'essere così dopo tanto tempo e tanti sforzi. Non si attacca loro la polvere e il tempo, il terreno e le piante.
Sono meravigliose da sole, con i loro colori. Difficilmente hanno la possibilità di incastrarsi senza problemi, perchè non hanno cavità, né asperità, né rugosità. Sembrano quasi vetriformi.
Ma difficilmente accettano il loro destino d'essere pietre solitarie o, al massimo, di decorazione. E vogliono unirsi alle altre. E spesso si uniscono ai propri simili.
Ma i muri così costruiti non sono solidi. Hanno in realtà bisogno di tanta malta e tanto cemento per riempire ogni cavità e per proteggere dal freddo e dalle intemperie.
Ma diventano muri stupendi, delle opere d'arte: su un mare di malta o di cemento si stagliano queste forme rotonde, smussate, questi angoli dolci, come se il muro fosse fatto di tanti cuscini lucenti, ognuno con la propria luce, uniti in simmetrie di colori e di armonie incantevoli, oppure tutti uguali come forma e colore, a contrasto con la malta che li tiene uniti. Nelle città note, la malta e il cemento sono come i compromessi sociali e le convenzioni che tengono uniti gli uomini-isola, ma questa è un'altra città ancora.
Come non è facile unirsi, non è facile staccarsi. Tanta è la malta che li unisce che diventano ormai pezzi di metallo. Hanno solo la speranza che qualcosa nel legante ceda per poter essere libere. Ma le personepietradimare in quel caso non tornano come prima. Ma sono sempre e comunque contaminate da tracce di quel legante che precedentemente avevano accettato per unirsi ad un simile che ora non sopportano più nel loro progetto di bellezza.
Le persone pietraviva sono gli elementi più strani di questo mondo.
Sono fatte di pietra solida, compatta. Dei più vari colori, e dalle forme irregolari. Ma sono così tante e diverse le forme, che alla fine l'Architetto le compone. Insieme. In muri che già a secco hanno la loro funzione.
Magari si compongono in cerchi, in immensi nuraghi, in torri.
Oppure sono fondamenta solide d'altre costruzioni.
Ogni personapietraviva è aspra e dura. E' fatta di punti d'attrito. Offre all'erba e alla polvere posto per attaccarvi. E' aperta a tutto quello che non è simile a lei.
Oppure sceglie una compagna.
Che abbia le asperità combacianti.
Ma le avrà sempre e solo da un lato.
Saranno, magari un complesso architettonico fatto di due simili al centro, e altre curiose costruzioni lì dove le loro differenti asperità portano altri punti di contatto.
Insieme, unite da una parte, per scelta, e scelta tra mille e mille altre forme, e aperte al mondo per tutto il resto.
Sto post m'e' piaciuto...
RispondiEliminaNon mi e' piaciuto il libro a cui fai riferimento, l'ho letto recentemente e nonostante l'inizio grandioso alla fine s'e' perso in una scrittura troppo ingegneristica e scontata.
Mi piace sta cosa delle pietre... soprattutto quando andavo al mare dalla mia ex in liguria mi piaceva il rumore che fanno le pietre quando le onde le fan rotolare una sull'altra...
... quel coro di mille TOK secchi
e le pietre chiangoni le hai dimenticate?
RispondiEliminasei sempre il numero uno un abbraccio P.
Interessante prospettiva..
RispondiEliminama che bello.......
RispondiEliminaBella storia, complmeti, da quale libro viene?
RispondiEliminaTra parentesi temo di essere una personapietradimare: liscia, lucida, luccicante... difficile ed ingolfata nella malta cementizia del matrimonio.. :o)
Leela
bah.
RispondiEliminadifficile infilarsi in una categoria.
cheppoi a me le categorie manco mi garbano più di tanto...
comunque bel post...
davvero.
io sono una pietra pomice... lo giuro!
RispondiElimina@lory: da nessun libro. Io se cito, riporto le fonti. Non rubo mai idee. Almeno consciamente.
RispondiEliminaMi piaceva l'idea che fosse la città dopo l'ultima delle città invisibili di calvino, libro che adoro, dal contenuto, alla forma, all'immagine di copertina negli oscar mondadori.
@sterfimia: attenta, c'è anche la categoria tufella.
@palommella: pomice? nun ce provà! ricorda il DISCLAIMER.
Amor, questa dissertazione è scritta parechio bene, anche se detto da me che aumento la quantità virtuale di lettere a caso, non rappresenta vero giudizio di valore.
RispondiEliminaInoltre, è un buon cocktail di riflessioni.
Stringimi la mano, su. Personapietradimare, io. :)
Serena
io sono un mattone rotto che non si incastra più.
RispondiEliminaLasciami la convinzione di essere una pietra di mare...
RispondiEliminaSuggestivo questo testo...Ciao!
RispondiEliminaHo avuto modo di sentire questa meraviglia direttamente dalla tua voce.
RispondiEliminaLeggerla mi emoziona ancora...
Un abbraccio
PG
Miles... un'altra così e ci fidanziamo.
RispondiEliminaPeccato che sia ancora (per poco) irrimediabilmente etero.