Io adoro i gatti. Mi piacciono davvero tanto. Il gatto è l'essenza della libertà, dell'indipendenza, del fascino misterioso della Natura. E' stato sempre considerato un animale sacro e, qualche volta, sacrilego. Qualche gatto ci ha per questo rimesso le penne.
Quando penso ad una donna fascinosa penso ad una gatta, sorniona, che fa le fusa ma non ne capirai mai, appieno, il motivo. E va bene così.
Dopo i gatti, per preferenza, vengono i cani, ma non è questo l'argomento del post. Per ultime, mi scusino, le piattole. Le cozze, le cozze no. Quelle le gradisco. Con tanto aglio, prezzemolo e pepe, incastonate in un intreccio di spaghetti al dente saltati in quel profumato brodo primordiale e innaffiate di un bianco, preferibilmente siciliano.
Odio le cozze bipedi. Ma in questo caso, forse, è colpa mia.
Ma non è neanche questo l'argomento del post.
Torniamo ai gatti e agli animali domestici in generale.
Premesso che il mio modello di gatto è quello di campagna, che decide lui di stare con te e non viceversa, che sparisce ogni tanto tornando tutto acciaccato perchè si è conquistato anche lui la patata nella stagione degli amori, oppure torna satollo grasso da fare paura col campanello al collo rapito dalla vicina di casa (non accade solo ai gatti)...
Ok. Odio gli animali per forza di razza, per forza col pedigree. Non sopporto le castrazioni: quando trasformiamo degli esseri inseriti in un ciclo naturale in ridicoli “pets”, riflesso del nostro egoismo, dei tamagochi in carne ed ossa, ormai privi di stimolo vitale se non quello dell'ingrasso (e non accade solo ai gatti...).
Ma divaghiamo ancora.
Io ho letto Freud.
A quindici anni.
E lì mi son rovinato, forse... la psicanalisi freudiana (dopo, molto dopo, Jung), l'apoteosi della sessualità... bla bla bla... insomma... io, poveretto che leggevo queste cosettine a mare, in spiaggia, da tenero nerd, mentre le mie amiche al massimo sfogliavano Sorrisi e Canzoni e le intellettuali la settimana enigmistica...
Bene. Nella sua spiegazione sulla generazione dei sogni, Freud ipotizza un “Gestore del sogno”, incaricato dall'inconscio di gestire il susseguirsi degli eventi del sogno stesso, e di rispondere agli stimoli esterni.
Una certa categoria di sogni, quindi, non proviene direttamente dall'inconscio ma risponde a stimoli più esterni. Ad esempio... che so... la sete, o il bisogno di far pipì... o quello di fare un qualcosa di stressante il giorno successivo, come prepararsi ad un esame, relazionare al direttore di banca, presentare una collezione... sposarsi (no, per sposarsi si chiama prima l'avvocato, è meglio!).
Bene, in questo caso si sognano cascate... o di andare effettivamente in bagno... o di studiare come matti... tanto che la mattina ci si sveglia con la pacifica sensazione di essere Einstein... per quei sette-otto minuti, diciamo...
E il bello che il Gestore del Sogno non si accontenta di una singola immagine... ad uno stimolo rapidamente compone un sogno che “C'era una volta in America” sembra un cortometraggio, tutto imperniato di sensazioni (non di eventi distinti), di azioni, di sequenze... insomma, una vita in un secondo, che finisce con un suono grandioso di campane, giusto per non farci destare prontamente al suono della la sveglia.
Bene.
Questo processo è istantaneo, appunto.
Ma torniamo indietro.
Oggi, se qualcuno leggerà questo scritto, mi maledirà alquanto.
Ma sono perfido, e me ne vanto.
Bene.
Un tempo ero fidanzato con una fuorisede (e qui viene la parte pecoreccia: mandate i bambini a letto!)...
La cosa bella delle studentelle fuorisede è che sono studentelle, quindi con delle priorità diverse nella vita che il matrimonio, e che sono appunto fuorisede... bene... io il venerdì preparavo lo zaino e mi traferivo da lei.
Il lettuccio era singolo... ma l'amore lo trasformava in un “ring” esaltante.
Eppoi la giovinezza, la passione e tutta una serie di motivazioni rendevano abbastanza piacevoli lo scorrere di quei giorni senza tempo, quasi senza luce (era un appartamentino ricavato in un sottoscala), una specie di vacanza parigina, molto Bohemien...
Bene.
La mia fidanzata aveva un gatto.
E che gatto.
Persiano.
Otto chili.
Chi non ha presente cosa sono otto chili di gatto... immagini una damigiana da cinque litri di vino.
Bene. Ne aggiunga tre, la cosparga di pelo lungo, la munisca di zampe, coda, artigli, vocina stridula e occhi gialli e avrà un persiano di otto chili.
Il gatto persiano non è un gatto vero e proprio. E' una specie di incrocio tra un comodino del settecento e un pouf.
E' un animale stanziale. Anzi, stabile.
Generalmente viene fornito di cunei per il parcheggio. E' pigro, strafottente...
Più che persiano, è napoletano.
Dorme.
Oppure mangia.
Poi dorme, ancora.
Si alza, poi rinuncia.
Ridorme.
Si alza di nuovo (deve andare a fare i bisogni: doveva farli anche prima, ma è pigro. Ora deve farlo per forza).
Visto che c'è, rimangia.
Dorme.
Se perdete il momento in cui mangia o fa i bisogni, lo scambiate per un soprammobile.
Non è vero.
Una volta al mese, per cinque preziosi minuti, il gatto persiano si ricorda di essere un gatto come gli altri. E vuole giocare... smonta i maglioni, si appende alle cose, corre e salta rigorosamente per casa. Oppure fugge dalla porta. E si ferma dopo due metri fuori dall'uscio (fuori casa, lo sforzo si considera doppio e i cinque minuti diventano due, tre al massimo).
Poi è stanco, si prende un altro mese di ferie.
Torniamo a noi e all'idillio con la fidanzata.
Eravamo lì... pomeriggio della domenica. Sonnecchianti sul lettino, proditoriamente sistemato al centro della stanza per starci più o meno in due.
Mi son distratto un attimo.
Mi appisolo.
Una parte di me, che non era un piede o un braccio, sporgeva ignara dalle coperte.
Erano i cinque minuti del mese, accidenti.
Il persiano maledetto è stato più veloce del Gestore del Sogno.
Non ho sognato di essere un prigioniero americano torturato dai vietnamiti, o un prigioniero vietnamita torturato dagli americani, né Braveheart sul patibolo, né Craxi con il piede amputato... no. Il Gestore non ce l'ha fatta a mitigare.
Sento uno strappo. Lì dove non poteva essere. Non poteva essere una manovra erotica da risveglio dei sensi.
Non poteva essere altro che un'amputazione alla Bobbit...
Mi sveglio di soprassalto, urlando come un ossesso...
E trovo questo ammasso di grasso e pelo e artigli attaccato al mio compagno di battaglia. Che mi guarda, fesso e soddisfatto...
La mia fidanzata ride. Io urlo. E sanguino. E quel maledetto essere infimo piattoloso con pedigree sgattaiola contento per la stanza come se io volessi giocare...
Lo volevo uccidere, altrochè!
Io quella donna, non so per quale motivo, forse per masochismo, l'ho sposata.
A quel gatto se ne sono aggiunti altri due.
Il mio appartamento sembrava uno zoo (comprendendo anche me, per carità)... e la possibilità di vestirsi di nero era minata dal pelo che arieggiava, nonostante fossi sposato contro una maniaca della pulizia, minaccioso nell'aria tentando di attaccarsi unicamente al mio completo da lavoro.
Il gatto è stato castrato, in seguito, perchè “poverino, poi soffre... lo faccio per lui” (e non accade solo ai gatti)... eppoi sporcava il tappeto quando si ricordava di avere una sessualità (e non accade solo ai gatti).
Durante la separazione, lei mi chiese
- Come ci dividiamo i gatti?
- In senso longitudinale - risposi io - Prendo tutte le metà sinistre...
Gli spaghetti con le cozze è il mio piatto preferito.Odio i gatti. ;-)
RispondiEliminaOk. Va bene. Deciso. Lascio il fidanzato.
RispondiElimina... dov'è che abiti... PRECISAMENTE??
@Madame.
RispondiEliminaOnoratissimo, ma non ti preoccupare... come dici tu... non è amore... è solo transfert.
@MariannaC. Se li accompagni con il vino giusto... sono la prova dell'esistenza di Dio.
ho capito... t'ha sposato per rimorso.
RispondiElimina...o rigraffio hahaha.
Certo che anche tu, addormentarti col birillo a vista, in una casa dove abita un gatto...
RispondiEliminaIo e la mia ex ne avevamo due... ogni volta, uno per angolo del letto -matrimoniale-, ci fissavano, con la testa inclinata da un lato... Una volta ho sentito una puntura multipla sulle chiappe, chissa' cos'avevano visto, 'na mosca?
hai fatto bene a vietarlo ai minori questo post... mi son sentita male all'immagine del gatto diviso...
RispondiEliminaWill?! Wiiiiiillll??!! Willlllllllllllllleeee?!!! Accidenti! Dove diavolo ti sei cacciato stupido di un Blake!! Senti 'mpò qua...
RispondiEliminaSerena
eh, si vabbè, doveva essere cietato ai minori.. pero... anch'io ho letto freud l'anno scorso, quindici anni appunto e mi ha aiutato molto
RispondiEliminaHo sempre detto che i gatti hanno un'intelligenza superiore...
RispondiEliminaP.S. Un blog circondato da Klimt e con Bisce d'acqua sull'intestazione entra automaticamente nella categoria dei preferiti/osannati/venerati.
io di kaiser in casa ne ho due..e ti garantisco che la predilezione per l'assalto ai vostri "compagni di battaglia", soprattutto se non annunciato, è nel dna...
RispondiElimina