venerdì 4 maggio 2007

Cieli azzurri

trullo001



E certe volte, il blu del cielo è da immaginare.

Ma c'è.

Cavolo, se c'è.



(Foto di AmorPlatonico.

BiancoNero di Photoshop.

Ma scattato decentemente alla fonte:



trullo001



Diceva il mio maestro in camera buia:

"non cercare di aggiustare una foto, scattala bene,

altrimenti passi il tuo tempo qui dentro".

Per lui era facile.)

3 commenti:

  1. bellissime foto, ora vado un po' indietro..

    (della serie: facciamoci del male.. sono una pugliese fuorisede)

    ciao

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  2. A questo punto comincio a chiedermi che ne penserai del digitale...



    Belle le tue immagini.

    Saluti

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  3. @kiara

    Se ci mettiamo a fare chiose sul tempo cominiciamo da Eraclito e finiamo a Einstein. Per decadere a Marzullo, volendo.



    @venturo



    Ho usato i pc da quando mia nonna mi regalò un C64, del quale imparai l'assembly e tutte le locazioni di memoria.

    Uso il pc per lavorare, per fare musica, per scrivere (difficilmente scrivo a penna).



    Ho imparato a programmare in un po' di linguaggi e, sebbene mi occupi di moda, sono un buon sistemista Linux.

    Dall'altra parte del mondo, da un browser, posso controllare quello che si spedisce in azienda.



    La fotografia l'ho conosciuta con la pellicola, e i progressi del digitale consistono nel far fare alle macchine digitali piu' o meno le stesse cose che avevi con le pellicole, le stesse dominanti rosse con poca luce, le stesse sparate bluastre quando la luce è troppa...



    Ma sta cambiando il modo di scattare. Le macchinette sono lettori mp3, sono basi di dati, sono videocamere... fanno i montaggi delle foto con musichette abbinate, hanno lo schermo da 3,5 pollici come un palmare...

    Tra un po' telefoneranno come i telefoni scattano le foto...



    Tutte le immagini stanno diventando grigie. La possibilità di scattare dovunque e comunque ti porta a pensare che quello è l'unico modo.

    E i media lo hanno ben compreso, per cui le immagini che ti propinano in tv e quelle che ti sparano sui manifesti sono sempre meno belle, meno curate, quasi piu' "acide".

    Quindi ognuno è legittimato a sentirsi fotografo, cineasta, regista. E a sperare, come diceva Wharol, nei suoi quindici minuti di celebrità.

    Ed è un segno dei tempi.



    Io ho imparato quando gli effetti speciali costavano una cifra e si facevano i modellini di plastica per simulare mondi. Da quei modellini si è passati poi alla grafica virtuale, ma sono quelle persone che hanno scritto i primi programmi.



    Gustav Klimt, Pablo Picasso, hanno imparato le regole del disegno e della pittura classiche prima di stravolgerle guardando "oltre".



    Non hanno scattato una foto flashata e hanno detto: questa è arte.



    Ci sono dei manifesti, ai muri, che mi fanno vomitare, per quanto manchino di prospettiva, di luce.



    E non che non sappia fare una foto flashata, che esprima immediatezza, velocità, o erotismo. Solo, che, almeno, la modella non sembra alta un metro e quaranta.



    Che poi, su un sei per tre, è tutto spazio sprecato.



    Quello che ho amato della pellicola è la sua velocità, e del fatto che le molecole sono ancora piu' piccole dei megapixel... e potevi essere sicuro che la foto sarebbe venuta "tirandola" in sviluppo.

    Ma dovevi "tirare" l'intero rullino, e non la singola foto.

    La prima digitale che ho avuto è stata una Poweshot da 2.6 megapixel. Bei colori, bel contrasto, ma da quando l'accendevi a quando decideva di scattare, la scena era già passata.

    Era simile alle compatte di ora... che pare che stai facendo un'esecuzione, non una foto: pronti, puntare, sbang...

    Dall'altra parte, la naturalezza va a farsi benedire.

    Per me ogni mezzo espressivo è valido, dipende solo dall'uso.

    Una foto digitale la puoi sbagliare molto di piu' di una tradizionale. La vedi subito, la cancelli, la rifai.



    Nella speranza che ti venga bene.



    Un bel libro di Ansel Adams o di Henri-Cartier Bresson è chiedere troppo?





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