sabato 6 gennaio 2007

Due Mondi

AmorPlatonico: Pronto?

Amica: Che fai? Lavori oggi? Se ti va mi piacerebbe una zuppa cinese per pranzo...

AP: Lavoro... oggi ho una esposizione, tutto il giorno...

Amica: E allora che fai a pranzo?



Vabbè.

mercoledì 3 gennaio 2007

Ad ognuno il suo

"Erano giorni di maggio

tra noi si scherzava

a raccogliere ortiche"





Tempo fa, un'amica mi segnala una casa editrice a cui mandare il mio manoscritto.

Sopraffacendo la mia indolenza, stampo tutto in formato A4, dopo aver rivisto un po' di cose, ed invio, accompagnato dalla simpatica lettera che ho postato da qualche parte sul blog intorno al 20 settembre.



A metà tra l'entusiasmo e il dubbio, ripenso alle mie cose.



Poi vengo a sapere che un altro scrittore nascosto aveva mandato loro il suo di manoscritto, prima dell'estate.



Mi comunica che aveva ricevuto dopo un paio di mesi la lettera di conferma, e che chiedevano, ovviamente, un sacco di soldi per pubblicare.



Ora, io sono un imprenditore, e sono abituato a trattare con chi lancia il doppio per prendere metà. Ma ho una mia etica.... non vendo fumo, non sconto oltre il ridicolo, preferisco non vendere a chi non apprezza. E a chi non paga.



Ma i miei vestiti (quelli che vendo) sono di seta. Se è plastica, lo dico.



Ora, una casa editrice è un'azienda che fornisce servizi: distribuzione, visibilità, possibilità di vendere, in cambio di una buona parte del prezzo di copertina.



Non ha un prodotto proprio, ma distribuisce quello di altri.



La sua bravura è nel fiutare il prodotto "vergine", non ancora pubblicato, e investirci sopra.



Se mi devo autoglorificare, perdonatemi, mi faccio una vacanza, mi compro una macchina fotografica nuova, una pila di libri...



Se voglio fare il pagliaccio, mi affitto una CLS per un giorno.



Ma un libro è una cosa seria.



E' la parte di noi che parla e che per prima dobbiamo ascoltare. Se è un atto creativo. Se quello che scriviamo "canta".



Se tutto fila, non annoia, anzi... evoca... perchè certa arte altro non fa che creare l'incanto per far nascere Eros. Quell'Eros, che, come racconta Platone, ti porta in alto verso l'Iperuranio delle verità.



L'artista cioè è invasato dal Dio che gli prende la mano e scrive.



Qualche volta, vi giuro, è successo anche a me. Credo. Per altre cose mi sbaglierò... ma tant'è...



Non sono Umberto Eco.



Faccio un rapido esame del sito web della famigerata casa editrice, IL FILO EDIZIONI, di Viterbo. Sede, per altro di Stampa Alternativa.



Presidente onorario Alda Merini.

Tra gli ospiti... De Crescenzo... che racconta che in Italia saranno una decina (tra cui annovera sè stesso) gli autori che possono campare dai loro libri. Gli altri devono fare un altro lavoro.



Altri ancora, noi, quindi, dobbiamo PAGARE PER PUBBLICARE.



Da buon venditore, chiedo ad una mia amica di una NOTA LIBRERIA BARESE di sapere quali libri delle edizioni IL FILO hanno a catalogo. Solo alcuni libri di Pessoa. Le nuove voci, la collana dei giovani autori, non viene distribuita.



Ok. Si rivolgono agli APS, gli autori a proprie spese, come li definisce ECO nel Pendolo.



Che ci sia una lobby di personaggi che approfitti dei sogni di gloria di alcune persone, è palese.

Che queste siano in accordo con altri esponenti della cultura (oddio, De Crescenzo è il Cohelo italiano: leggi un suo libro, bello, leggi il secondo... pare già sentito... il terzo è fotocopia dei primi due, ma la gente non ha memoria... minchia, pare Orwell!!!)... dico, questo è terrificante. O triste. Fate voi.

Ma quello che mi è arrivato, rasenta la truffa...



Qualche giorno prima di Natale, mi arriva un plico in posta prioritaria (non raccomandata!) con la lettera dell'OK, altri fogli, e un volume, le NOTE DI EDIZIONE.



Le prime due righe, con l'OK, mi fanno sognare, davvero, perchè si sogna, per quei dieci, dodici secondi...

"...ovviamente a patto che Lei sia in grado di COMPRARE o FAR COMPRARE direttamente dalla NOSTRA CASA EDITRICE un certo numero di volumi... per permetterci di coprire i rischi sulla pubblicazione di autori sconosciuti."...



Ok, se non volete correre rischi, pubblicate solo i classici. Tanto, se non sbaglio, il Governo finanzia le case editrici... sotto certi punti di vista...



Poi, nel contratto... cioè... direttamente in bella... IO DEVO FIRMARE DIRETTAMENTE UN CONTRATTO? E CHI SONO, MICHAEL JACKSON?... non volete prima parlare con me, sapere che faccio, se ho altri ventotto romanzi nel comodino, se sono un pazzo furioso, se potete vendere la mia immagine come padre pio, se ho bisogno di un visagista, di uno psichiatra, di un prete...



Firmi qui qui e qui...



Poi... la cosa piu' bella:

la cifra è XXXX, che può pagare in:

1) contanti

2) bonifico

3) tre comode rate

4) dieci comode rate.



Ora... la pubblicazione NON AVVIENE al pagamento dell'acconto, come quando ti compri un televisore all'unieuro (anzi, il televisore lo paghi sei mesi dopo l'acquisto)... ma solo DOPO che hai SALDATO tutte le rate (contravvenendo al principio primo della rateizzazione, il godere del bene mentre lo si paga) e, badate bene... SE UNA DELLE RATE DOVESSE ESSERE OMESSA la casa editrice potrà decidere di non pubblicare l'opera e NULLA SARÀ DOVUTO.



Premesso che un giorno io e il mio avvocato ci divertiremo...



Dopo il primo momento di indignazione totale e di schifo e di ribrezzo per questi nuovi ladri e imbroglioni... considerando che le note di edizione NON SONO LE STATISTICHE DI VENDITA ma le slinguazzose testimonianze degli autori pubblicati...



... mi rendo pacificamente conto di una cosa.



BRAVI



Sono io che mi indigno. Ma per cosa? Ho un cugino che si indebita per pubblicare racconti di cui se ne salvano due o tre, e parla di amici che "correggono" le sue opere (non sono editor, per carità!), che gli dicono "come e cosa scrivere"... e vende servizi telefonici con riunioni multilevel... e pare che sia felice...



Se la felicità costa duemila euro, rateizzabili..., scusatemi... mi sbaglio io. Davvero.



Domani aumento il listino dei miei abiti da sposa, visto che anch'io vendo sogni.



I miei, almeno, ti fanno sentire regina, per un giorno, ma regina. L'amore, quello, devi mettercelo tu.

lunedì 1 gennaio 2007

32 Dicembre

[IL SEGNAPOSTO]

O



("adesso, finalmente, è fuori!", libera citazione dal compianto Francesco De Gregori)



[PREFAZIONE]

Poichè per uno strano evento del destino ogni tanto dal mio computer di casa, saggiamente connesso ad una rete 3g, ogni tanto splinder decide che non vuole accettare post, riesco a postare al massimo dei segnalibri (una mitica "o", molto molto barese)... per poi non perdere magari la data, e il ricordo dell'impeto creativo (fermatemi!)... che poi si raddolcisce e si armonizza, come un vino rosso cambia e si equilibra una volta ossigenato.





[32 Dicembre]



Conosci gli altri e te stesso: cento battaglie, senza pericoli.

Non conosci gli altri, ma conosci te stesso: a volte vittoria, a volte sconfitta.

Non conosci gli altri, nè te stesso: ogni battaglia è una sconfitta certa.

- SUNZI

Sulle note dei trentasei stratagemmi, tra i quali il mitico "Attraversare il mare per ingannare il cielo", che accompagna i "dieci stratagemmi" di Battiato, album quanto mai furbo del cantautore siciliano, resto incantato davanti alla saggezza cinese... che con la sua ambiguità diventa irritante per i ritmi eccessivamente veloci dei nostri movimenti, lontani peraltro dai movimenti del pensiero che, sebbene altrettanto o più veloci ancora, prendono altre direzioni...

Quindi quando mi sento dire... allora questo è bianco, ma se guardi bene è nero... ma anche grigio non sarebbe male... sorrido. E penso: ok, bello, mi stai fregando. Ma non sei tu. Sono io. Del resto, noi siamo 56 milioni, voi un miliardo e mezzo. E siete ancora vivi. E, anzi, ci state lentamente mettendo nel sacco...



Quindi mi piacerebbe fermarmi. E far fermare il mondo, una volta all'anno.



Istituire il 32 dicembre, nè domenica nè festa comandata.



Un giorno-limbo, da passare rigorosamente con la propria coscienza.



A fare, davvero, due conti.



Questo è bianco, ma potrebbe essere nero... ma anche grigio... no, bello... guarda bene... che stai a rosso!



sabato 30 dicembre 2006

Donne da caserma (2)


Lei: Sei veramente una persona deliziosa ma, non prendertela, c'è in te una piccola componente aggressiva che rovina l'equilibrio dell'insieme... dovresti lavorarci su...

Io: E' la bestia che c'è in me... dovresti vedere quando viene fuori del tutto e corro nudo sui cornicioni...

Lei: Sì... con i peli irsuti...

[censuro il resto per decenza, lei s'è lasciata andare, assieme alle sue intenzioni critiche...]



Cioè dico...




Poi è vero che negli altri non notiamo altro che i nostri difetti...



Ah, vi dono un'altra chicca...



Io: Ma fammi capire, se il tuo uomo ideale è alto due metri, ha quarant'anni e tutto il resto, io che c'entro?

Lei: Hai l'aria così seria e sicura... eppoi hai la macchina grossa...



Vi giuro, non sono io.

Altrimenti non dovrei essere internato, ma arrestato, in quanto pericoloso per me e per gli altri...



giovedì 21 dicembre 2006

Donne da caserma (1)

Lei: "poi... volevo dirti... io ti farei far bene l'amore..."

Io: (minchia la pubblicità del Control).



Poi mi lamento.



Comincia così l'amarcord delle grandi frasi delle donne della mia vita. Perchè niente resterà impunito.

La cosa piu' terrificante sarà la "top ten" che un giorno avrò la pazienza di postare, quella delle frasi pronunciate o nel momento topico dell'amplesso o nel momento ancora piu' topico in cui ci lascia.

L'unico problema è che è una classifica perennemente in movimento perchè, non so come, riesco comunque a fidanzarmi quasi sempre con delle donne inclini al manicomio.

Oppure, probabilmente, sarò io che riesco a stimolare queste reazioni.



Vi pesco fuori un'altra chicca:



"Tu riesci a tirare fuori la parte peggiore di me che avevo tenuto a bada tutti questi anni"

La mia ex moglie.



Il mio pensiero: avevo sposato Mrs. Hide e non lo sapevo.



Vi giuro. Non voglio fare la vittima.



Ma lo sono, sicuramente.



Tutti siamo vittima di qualcuno.



Almeno per la pace del nostro senso di colpa.



mercoledì 20 dicembre 2006

Su tutti i muri del mondo

AmorPlatonico: Mi sa che è finito un "amore"

PensieriDiCarta: Oh



Pensiero. Sintesi. Immediatezza.

Manca solo una bella bomboletta spray.

Hai ancora voglia di nuotare in questo mare?



"Ti direi hai ancora voglia di nuotare in questo mare?"



Premesso che quando si citano i Litfiba ormai c'è poco da sperare. I Litfiba, secondo me, son morti a "Litfiba 3", il loro terzo album "noto". Desaparacido, 17 Re e Litfiba 3. Poi, sempre più commerciali. Sempre più divismo. Sempre meno senso. Orecchiabili, certo. Ma così ce ne sono tanti. E poi rinnegare il passato, questo mai.

A Pelù chiesero come mai i testi si erano tanto modificati, dai primi, così particolari... e lui "ma noi scrivevamo quei testi così, tanto per ridere". E meno male.





Ma il tema del post non è proprio questo.



Visto che questi son giorni di grandi cambiamenti, mi permetto di tirare una bella linea sotto un po' di conti della mia vita e decidere che cosa fare domani, dopodomani e tra un po'.



Tanto perchè nella vita si cambia, per fortuna. O per sfortuna.



Diciamo che in questi ultimi tempi mi sto abituando a viaggiare leggero, con sempre meno cose. Perchè di posti, di case, di situazioni, ne ho cambiate.



E mi son reso conto delle cose che mi servivano veramente.



Ora potrei metterle più o meno in uno zaino.



Ma non è questo.



Non riesco neanche ad essere incazzato per quello che mi è successo oggi.



Semmai, amareggiato.



Ho un progettino internazionale in mente, che fa capo a più di un'azienda. Metà delle cose son facili. L'altra metà, cioè mettere insieme le teste, un po' di meno. Perchè siamo a Sud.



Ma significa, da manager, sfidare un mercato con l'intelligenza e non con la boriosità. Perchè il nemico è grande, forte, agguerrito... ed essenzialmente... non ci calcola per niente.



Affronto una parte dell'argomento con una mia amica, che si occupa di marketing nel ramo, piu' altre cosettine.



Mi parla di scontro di prezzi, di crisi internazionale, di spostamenti di flussi di spesa.



Sembra una guerra persa in partenza.



Sembra che non produciamo articoli semisartoriali, ma jeanseria in competizione con i cinesi, e solo con loro.



Mi dispiace far notare che i numeri che ci servono sono una nicchia presente comunque nel mondo.



Poi, sta alle aziende restare a galla per capire cosa fare. Il mercato non è chiuso. Lo è per i grandi numeri. Ma non sono i nostri.



La cosa che mi fa arrabbiare davvero è che questa persona è una "rivoluzionaria dentro", una che sa come vanno le cose a livello internazionale.



Una che lavora in un campo dove c'è sia la concorrenza e l'appiattimento delle cineserie, sia la possibilità per il colpo di genio, ad un costo decente.



Ma sembra quasi che abbia detto: "io ho il mio orticello. Le lotte con i titani, non mi interessano. Seguo la corrente."



Come tutti.



Spero che i cinesi (la) paghino bene.



Il resto è Vanity Marketing.



"...dove i più bei frutti saranno di tutti..."



(E sta roba pare che Pelù l'abbia presa in prestito da Battisti)