domenica 3 settembre 2006

Per Elisa vuoi vedere che perderai anche me?

barca

"Tutto il passato torna come un'onda

e quelle antiche cose sono qui

solo perchè una donna ti ha baciato"

Inno, Jorge Luis Borges




Esistono giorni in cui si fa un resoconto della propria vita.  In cui "vivere non è più vivere".



Ogni volta che perdo di vista gli orizzonti e mi stanco di cercar l'ultima meta, una di queste poesie , una qualunque de "La Cifra" di Borges, miracolosamente si fa trovare davanti. E mi stupisce, sempre, di essere collegata direttamente con la mia anima.



Poi arriva Borges e mi prende a randellate. Sempre.



O questi barbagli di luce.



Quando non saprò più guardare questo mare senza restarne incantato, allora una "parvenza di vita" renderà adeguato il suicildio.



***

Citazioni & credits:

Per Elisa, Battiato - Alice

Inno, Borges

Breve invito a rimandare il suicidio, Battiato - Sgalambro

Il mare è quello del porto di Molfetta, durante la gara del gonfaloni. I barbagli di luce sono di Nostro SIgnore. Ma arriverà fattura.

Questo post è finemente dedicato al "senso esterno" della mia vita. Per quello interno, ci stiamo attrezzando.

Perchè tutto è un miscuglio tra l'ascoltato, il letto, il vissuto. E l'anima nostra.

Ed e' inutile cercare un senso ancora qui nelle note. Perchè note non sono.

sabato 2 settembre 2006

Chi a stella è fisso


uomo_vitruviano

"Non si volta chi a stella è fisso"

Leonardo Da Vinci




Non ho voglia di fare polemiche inutili o esprimere sensazioni qualunquistiche.

Credo che nella vita bisogna avere una buona curiosità di fondo, una intelligenza eclettica, ma anche maestri e ambienti in grado di stimolarla.

Credo che esista una capacità d'intuire il globale, che ci fa prevedere, oltre il quotidiano, una certa direzione. E non ci fa accontentare dell'uovo oggi.

Ma di una fenice, non una gallina, domani.



Come commentavo sul bellissimo post di greenwich innamorato (qui), bisognerebbe leggersi sempre le cose che si scrivono. E' un messaggio di noi stessi, di un io interiore, di un tempo dilatato, di una coscienza più profonda, all'io esterno, quello dell'uovo.



E non cominciamo a tirar simbologie sull'essenza dell'uovo come elemento generativo, che pianto una chiosa da Pendolo Di Focault (i poveri di spirito invece leggeranno Dan Brown).



Le parole sono importanti. Hanno una capacità generativa. E pesano. Tanto. E non solo quelle dette, ma quelle dette e ascoltate, dette e non ascoltate e semplicemente pronunciate all'aria, come l'onda di una preghiera.



(Per favore, quacuno che racconti a ME questo post. Grazie. O delle pillole, fa lo stesso. Oggi non so cosa voglio dirmi.)

martedì 29 agosto 2006





XLVI


Difficilis facilis, iucundus acerbus es idem:

Nec tecum possum vivere, nec sine te.


Marziale.




(Complicata e facile, gioviale e aspra tu sei, contemporaneamente:

Nè con te, nè senza di te ormai posso vivere)


Il senso dell'Amore, il conflitto con l'Imperfezione.

Oggi sto così serioso, scusatemi.

Rideremo domani. Sicuramente.


I migliori complimenti agli U2 per l'originalità.


lunedì 28 agosto 2006

Gödel



“La simulazione di un sistema complesso non può essere meno complessa del sistema stesso” (Teorema di Gödel, corollario)



Non so quanto pagherei per avere la possibilità di esprimere i miei pensieri senza i preamboli necessari per permettere a me stesso di concepirli, esprimerli, recepirli, razionalizzarli. E magari ammettere che non sono sbagliati.



Il problema è che quando si parla dell'amore va a finire che si parla del senso della vita.



E che i preamboli stessi si chiamano vissuto. E spesso durano anni. Perchè non si può fare a meno. Perchè non ci si fida di sé stessi.



Anni.



Oppure frazioni di secondo.






“Bella, che c'importa del mondo

Verremo perdonati te lo dico io

da un bacio sulla bocca

un giorno o l'altro

...

e tutto questo tempo nuovo

che arriva con te.”

Ivano Fossati



Ed è sempre così.

sabato 26 agosto 2006

La fine di un Amore - citazioni



La fine di un amore: cala il sipario sul dramma che comincia.



Epitaffio, più che citazione, da Tiziano Sclavi, Appunti per un romanzo immprobabile, TRE.

La foto è di AmorPlatonico. Il mare, dietro, è di un Dio Minore.



L'amore, la passione, l'affetto, i sentimenti, i dubbi, le affinità, le differenze, l'esperienza, il vissuto, il non vissuto, il problema della presenza, la complicità, le aspettative, la fiducia, l'inganno, gli orizzonti, la generosità e l'egoismo. E la razionalità. E il futuro.



Impacchettare bene bene e spedire affanculo.



Scusate il francese.

venerdì 25 agosto 2006

Woman In Chat

[riporto i post del 24, che splinder ha deciso di rendere illeggibili, mi scuso per i commentatori. sapete che vi voglio bene (bang! bang!.... scusate... bang! - ne era rimasto uno]




Mumble Mumble



Splinderiana: Ma il mio profilo è così interessante? eh eh?

AmorPlatonico: quello che è messo in rete è quello che giudichiamo importante per farci conoscere

AmorPlatonico: o quella parte di noi che vogliamo far conoscere

AmorPlatonico: o il personaggio che vogliamo far conoscere

AmorPlatonico: o quello che pensiamo di essere

AmorPlatonico: (datemi quattro caffè e una leva, e vi solleverò il mondo)



A Woman In Chat




WomanInChat: pazzesco però come racconti tu le cose...

AmorPlatonico: perchè?

WomanInChat: perchè si...

AmorPlatonico: pure tu.



Voglio fare la parrucchiera



AmicaDiSplinder: Ho pensato che devo tagliarmi i capelli. Così corti mi danno un fastidio...

AmorPlatonico: ....



meet



Siti di dating? No! Grazie! So incularmi da solo.

Il profumo del sale ed altre stranezze



Oggi non sono in vena

di vivere o morire

il suono che riempie la mente

cancella ogni velleità

si spogliano lenti

i meandri dei pensieri

di ogni intellettualità

e diventa poi bellissimo

restarsene da solo.


E mi ritrovo qui

conoscermi conoscendoti

o quella maschera di te

che mi lascerai amare

o no.


AmorPlatonico, Presenza Dell'Io, Al Cospetto del Re dell'Incanto.


*

* *


Il fatto è che avrei saputo soltanto dopo come erano andate veramente le cose. Ne ero certo. La sensazione era questa, ma non avrei sopportato saperlo da qualcun altro.


La memoria mi si era annebbiata completamente, come se ad un certo punto mi avessero infilato del polistirolo nel cervello. Da quel punto in poi, fino al giorno dopo, era come se mi fossi addormentato in una camera d'isolamento.


La mattina avevo verificato. Non mi ero né ubriacato, né avevo consumato droghe. Semplicemente mi ero svegliato con la sensazione di non essere rientrato.


Rientrato per un'ora consona, diciamo.


Eppure, non riuscivo a ricordare.


Nulla. Un vuoto totale. Come se la notte di ieri fosse stata vissuta da un altro me.


Mi misi in piedi. Mi controllai meticolosamente il corpo, per cercare un segno rivelatore, un qualcosa che mi aiutasse a capire.


Non c'erano escoriazioni, graffi. Non mi faceva male nulla. Quindi nessuna fuga, nessuna strana avventura.


I vestiti riposti sulla sedia accanto al letto non davano segni di un posto in particolare: nessun odore, nessuna traccia di fango o di qualcosa di strano. Certo, pensare a me stesso come un criminale non è la cosa più bella del mondo. Ma tant'è.


Eppure una soluzione ci doveva essere.


Non era possibile. Eppure non avevo tracce della serata precedente.


Il giorno prima, sì, me lo ricordavo perfettamente. E anche quelli ancora.


Ma c'era questa notte. Come se fosse stata vissuta da un altro. Non era mia. Qualcosa era successo.


E non sapevo se terribile o benigna.


Ci doveva pur essere un dettaglio, in giro per la casa, che mi avrebbe fatto ricordare quello che mancava alla mia vita.


Non è possibile perdere una notte.


La sensazione era opprimente. Un senso di incompletezza, un magone in gola, allo stomaco, non saprei essere preciso. Una sensazione diffusa di malessere.


Come se ci fosse stata, dopo, una grave e tragica notizia da apprendere.


Ma non mi sentivo un ladro, né un assassino.


Che avessi provocato un incidente terribile, e fossi fuggito, e avessi rimosso tutto quanto?


No. Non era quello.


Assolutamente.


Non poteva essere così. La mia vita non poteva essere inframmezzata da un episodio degno di un film di seconda visione.


Eppure la sensazione e il vuoto c'erano.


Ma tutto era perfetto. La stanza, il letto, i comodini, la luce a destra e i libri lì accanto. La bottiglia dell'acqua, smezzata.


Il ventilatore, lento, faceva scendere dal soffitto una brezza che sarebbe stata piacevole se con questo vuoto non trasmettesse invece un'aria soffocante.


Il suono della sveglia mi fece trasecolare. Guardai i numeri sul display. Sotto le cifre delle ore, un altro timer.


TEMPO DALLA CREAZIONE 4':50''

TEMPO DI RIPRESA DEL CONTINUUM DELLA COSCIENZA: 10"


Lo sapevo. Sapevo tutto ora. Contai mentalmente sperando nella liberazione.

Nove

Otto

Sette

Sei

Cinque

Quattro

Tre.

Due.

Uno.

ZERO.


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Foto e profumo di IcePetal.