giovedì 30 agosto 2007

Oggi

Questo è un post personale, della serie: cinque grammi di cazzi miei.



Oggi è andato a farsi benedire l'ultimo briciolo di una parte di me.



Non riesco a parlarne, non serve lamentarmi, non serve cercare le responsabilità. E' successo, e basta. Del resto non vi chiedo di interessarvi alle mie faccende.



Diciamo che lo scrivo qui perchè, almeno, mi ricordo la data.



Oppure perchè mi rendo conto che non riesco a pensare di parlarne con nessuno. Perchè non è il caso.



Mi piace però esaminare quasi  cinicamente il processo chirurgico che sta avvenendo nella mia anima.



Ed era ovvio che accadesse.



Come se dopo tanto dolore, tanti dubbi, una serie di caselle andassero a posto.



Meno male, alla fine.



Sarebbe ridicolo se questo non accadesse. E si ricominciasse a sbagliare, diabolicamente.



Perchè dell'Inferno non spaventa il clima... ma la ripetizione eterna dell'errore.



Il Re è morto. Viva il Re!



Viva.



(Anche se, son sicuro, nuovi mirabolanti errori mi attendono.)

mercoledì 29 agosto 2007

Punti di vista





AmorPlatonico: Ti sei tagliata i capelli? bel cambio di look. Stai molto bene.

Amica: Grazie... era il caso di cambiare!

AP: Quando voi donne prendete delle decisioni drastiche, vi tagliate i capelli...

A: Infatti i miei erano lunghissimi, pensa a quanto drastica è stata la mia decisione!

AP: Io adoro i capelli lunghi...

AP: E ammetto che i capelli corti donano un certo cipiglio...

Amica: Quindi? ti piacciono piu' le donne con i capelli lunghi o con i capelli corti?

AP: E che mi innamoro di una pettinatura sbarazzina... e vengo conquistato a lungo andare dalla femminilità dei capelli lunghi...

A: In sintesi?

AP: In sintesi, credo di partire svantaggiato!

giovedì 23 agosto 2007

La misantropia celeste

Ho passato la mattinata con il regista del video pubblicitario su cui stiamo lavorando.

Io ho quattro directory di foto di backstage da selezionare, lui il copione intero, con i testi, le riprese fatte e tanta buona volontà.



Arriva a casa mia che il sole indora il mare. E' uno dei motivi per cui abito qui. E non ci sono santi, quando sei di cattivo umore: ti basta uscire di casa, la mattina, per trovare una buona ragione per ridimensionare le cose.



Ci tuffiamo tra i meandri del mio hard disk a ricercare le musiche piu' adatte, ad ogni ripresa, ad ogni inquadratura, per trasformare un company profile in un'opera d'arte. O almeno in qualcosa che soddisfi innanzitutto noi.



Assieme a noi, si è svegliato il vicolo.



E la vicina di casa, la Vicina Pricipale.



Ora, la mia vicina di casa non è un essere normale. Se così fosse, vi giuro, mi farei tagliare di netto i miei organi sessuali per non aver contatto con donne del genere: una volta, parlando in una vicolo reunion (quando torni presto la sera) di separazioni, divorzi, divisioni di patrimoni: lei guardò il marito e disse:

"Tanto la casa è mia, quindi, Nicò, stai attento".



E per il resto urla contro i figli perchè, se urli, hai ragione. Urla sempre. Contro il pianeta. Scomodando la Madonna di Corsignano e tutti i Santi e i Beati.



Perchè a lei tutti danno fastidio.



In aggiunta, per l'estate sono arrivati "quelli della Yaris rossa", auto di famiglia proditoriamente e napoletanamente parcheggiata a serrare l'entrata del vicolo.



Anche "quelli della Yaris rossa" sono dei seguaci della teoria del Decibel. Se non urli, non ti capisco.

Il problema è che la Signora Yaris sta seguendo l'esempio della Vicina Principale nell'uso dell'ugola.



E mentre si pranza, salta Gabriele Arcangelo appresso al ragazzino.



Ora, leggendo il testo del fuori campo, a me e al regista son venuti i brividi al cuore.



E mentre selezioniamo foto, mentre ascoltiamo Nino Rota, mentre ricordiamo ogni scena girata...



"Nico' hai capito o no? e vieni subito! e muoviti, mannaggiallasantissimaxxxxx!!!"



E ho cliccato su "Colonne sonore" e poi su "Apocalypse Now". E ho pensato che in fondo in fondo il napalm è una cosa buona.



Sulle note di Wagner, vi giuro, il cielo si è oscurato.



Non è venuta la mano di Dio in persona, ma tanto è bastato.



Due tuoni.



La Vicina Principale esce dal balcone e raccatta il golfino steso ad asciugare, inveendo contro Dio, Budda e Allah.



Poi, d'incanto, il vento di mare a profumare la stanza. Un attimo di meraviglioso silenzio. E uno scroscio d'acqua.



Acqua benedetta, sicuramente.



E silenzio.



L'acqua, a quanto pare, le inibisce..



Silenzio.



Ed Enya che canta, piano, incrociandosi col ritmo dei goccioloni.



E comunque, stai preoccupato, Nicò, che il maltempo passa.

mercoledì 22 agosto 2007

Pasquale Coviello, in arte Jonathan Livingstone

gabbianol







Ho fatto questa foto su commissione.


Serviva una foto alla Jonathan Livingstone.


Quando me l'hanno chiesta, ho pensato: vabbè, semplice: vado a mare e fotografo i gabbiani. Avrò l'imbarazzo della scelta: Livingstone, Amusden, Nobile, Magellano.


Ho avuto soltanto l'imbarazzo: i gabbiani non li ho trovati.


Primo giorno. Porto di Giovinazzo.


Deserto.


I gabbiani sono andati via.


Semmai piccioni. A mare. E non a Venezia.


Cercavo un Livingstone e ho trovato dei Carbonara, dei Rossiello, dei Nardulli. Neanche un Colombo, perchè svolazzavano, ma senza caravelle. E il piccione è anche subdolo, perchè se lo fotografi da basso potrebbe persino regalarti qualcosa di non richiesto.


Allora mi sono trasferito a Santo Spirito. Porto di pescatori. Come nel peschereccio azzurro.


Niente.


Neanche piccioni.


C'è un Colombo, ma è Marco Colombo, un mio amico, che mi ha offerto un caffè.


Capitan Findus, quello c'è: ma sta giocando a tressette al bar, parecchio perso, con una distesa di Peroni, rigorosamente ghiacciata, nei pressi.


Secondo giorno. Disperato, mi gioco la carta discarica.


Perchè si trasferiscono lì, che c'è sicuramente cibo. Non voglio immaginare che tipo... ma non mi sconvolgo più per niente.


Ci sono delle tortore. Solo tortore. Enzo, Giovanni, Giacomo Tortora.


Enzo è quella che mi ha presentato le altre e ha tentato di far parlare un pappagallo. L'hanno arrestata. Ho fotografato il tutto in speranza di un utlizzo futuro.


Ho chiesto di Jonathan, ma la tortora è riluttante.


Nel frattempo il guardiano della discarica mi ha gentilmente invitato a togliermi dai cabbasisi.


E l'Alfa si è riempita defintivamente di polvere, passando dal blu notte al giallo sabbia.


Più che Ansel Adams, mi sento Rommel, la volpe del deserto.


Ma ho scoperto che il gabbiano c'è ma non è il suo turno. Vola dopo le 17, col fresco, ma con la luce che non mi serve più.


E sono lì, tutti in fila, sul cumulo di lerciume. Non è esattamente la foto che mi hanno commissionato. E sono il gabbiano Scaraggi, Saracino, Sannicandro.


Hanno fatto la loro scelta di vita.


Sono disperato.


Vado a Palese, sul lungomare.


Ho fatto come tutti.


Ho pagato.


Quello è il gabbiano Pasquale Coviello, in arte Jonathan Livingstone.


Dieci euro di pesce azzurro, e passa la paura.


A saperlo prima, uno risparmia.


Ma ho dovuto fare il bonifico anticipato.


martedì 21 agosto 2007

Regola Semplice

gabbiano2

"L'amore e' un equivoco della ragione, un momento di ebbrezza euforica che poco per volta si trasforma e ci si rende conto che in effetti e' un equivoco.



Piano piano nascono altri sentimenti, meno nebulosi e meno entusiastici, come l'affetto che porta al desiderio di confidenza, per finire in una sorta di di societa' omertosa che e' poi la famiglia. Che ti offre sicuramente dei vantaggi ma che e' comunque un'istituzione antisociale.



Questo, per bene che vada...



La curiosita' nei confronti del prossimo e' una profondissima prova d'amore. Se non fossi ancora curioso di mia moglie probabilmente non l'amerei come l'amo."



(Da un'intervista a Fabrizio De Andrè.)



Aggiungere altro sarebbe prolisso, e superfluo.



Foto di AmorPlatonico.

domenica 12 agosto 2007

Quando cresci male

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l_IMG_9639cisterne05Ho imparato prestissimo a leggere. La biblioteca che mia nonna aveva comprato era costituita principalmente da enciclopedie, perchè "u m'ninn ava' sstiddia' ".

Io sono nato nel '71, l'enciclopedia era aggiornata al '67.

C'erano le immagini dei prototipi del LEM e gli uomini non erano ancora andati sulla luna.

Ma c'era tutta la nuova architettura degli anni '60, la storia di Brasilia, la città costruita nella foresta dal nulla.

E poi ho cominciato ad amare l'arte moderna, e a trovare il bello nella luce che dipinge, all'alba, persino le cisterne di vino.

Poi, delle cisterne, ho imparato ad amare il contenuto.

Questo post è dedicato ai miei amici Cannone, enologo, e Anonimista, sommelier, che mi dedicano consigli preziosi per gustare meglio il frutto di una storia.



(Il salice che apre la galleria, è un salice salentino. Doc anche lui.)

venerdì 10 agosto 2007

Saper leggere il libro del mondo



"Saper leggere il libro del mondo

con parole cangianti e nessuna scrittura

con sentieri costretti in un palmo di mano

segreti che fanno paura"





l_old01l_tramonto



Spiegare la verità a chi non la vuol sentire

è come lavare la testa all'asino:

sprechi acqua e sapone.



La cosa tremenda è arrivare all'età della ragione

e, anzichè godersi il tramonto e la luce bassa

restare impigliati in tutte queste corde

e quando queste, per vecchiaia, per debolezza

si disfano e ti scopri di fatto libero,

trovarsi ad avere paura del mondo.



Stasera, come Dante, torneremo a vedere le stelle.



(Fotografie di AmorPlatonico, Cellino San Marco.

Colonna sonora: Korakhanè di Fabrizio De Andrè)