venerdì 15 dicembre 2006

Prospettive


Le nostre migliori intenzioni

annegano confuse

nel sapore dolce del Martini.




(L'ho cantata un bel po' di anni fa. Ritrovandola fra le carte... pare l'abbia scritta ieri. O per ieri. O ero precoce prima, o son ritardato ora. Oppure ho scritto una verità. Per me soltanto, per carità. Oppure sono in fase involutiva... quasi un pitecantropo. Mi sa che mi prenoto da un'estetista per una depilazione. Profonda.)

lunedì 11 dicembre 2006

Prospettive future

Preoccupatevi davvero se dovessi pubblicare username e password di questo blog.



Saluti e baci



AmorPlatonico

(tra il teso, il depresso e il fortemente girato di coglioni*)



* "coglioni" si può dire, peccato che il filtro anti-truce dell'azienda di PG classificherà ancora il profumodelsale come sito porno.

Di osceno, al mondo, c'è ben altro.



Ah, se qualcuno mi chiede perchè si vive...

per assaggiare quella visione della felicità che dopo tanto hai finalmente rintagliato nella tua vita, come una pietra preziosa. Che hai confrontato e sai che quella sensazione E' la felicità. Davvero. Appieno.

E ti ricordi anche cosa te ne ha fatto deviare.

Ed erano una serie di paure, paure di perdere quello che sembrava essere una personalità, un personaggio, che alla fine non ti serve per essere felice.

Non ti serve.

Fa molto chic, però.



Rinnovo.

Saluti e baci

Undici Minuti

Non è un libro di Cohelo, Dio ce ne scampi.

Sono le 14.04

Ho undici minuti soltanto per scrivere. Poi devo stamparmi una cosina e uscire di qui. Per uno di quegli appuntamenti importanti nella vita.

Uno di quegli appuntamenti da filo di rasoio, che augurerei forse ai miei peggiori nemici... A pensarci... non ho nemici, in realtà: denigratori, forse, ma nemici... non credo. Magari jene, a raccattare intorno a me brandelli della mia carne stessa, perché chi si veste d'agnello non fa il lupo, ma resta senza dignità e, quando può, diventa jena.

Ma questi son altri pensieri.

Tre minuti ancora.

Tre minuti per fare una riflessione su me stesso.

Su quello che sono, su quanto esisto.

Su quanto mi senta in realtà al contatto con il vero, il duro, il materiale e per quanto invece mi immagini che siano le cose.

Su quanto sia valida quella che definiamo amicizia, di quanto ho dato in passato, di sincerità e di cuore, e quanti fossero soltanto soldi che maneggiavo e che attiravano amici del buontempo. E se ho scambiato amici veri per approfittatori o se fosse realmente così.

Tutta questa bella scrittura, queste belle idee, tutta questa intelligenza.

Tutte queste belle parole.

Mi piacerebbe trovare la risposta a questo.

Giusto per capire se la mattina mi alzo per la costruzione di qualcosa, o per giocare a dadi con i sogni.

Visto che poi i sogni, in particolare, hanno un certo costo.

Mah...

venerdì 1 dicembre 2006

Il grande post sul senso della vita

- Cos'è che ti fa alzare la mattina?

- Domani ho da lavorare, domenica ho un pranzo, lunedì... lunedì vediamo.

martedì 28 novembre 2006

Dopo l'ultima città invisibile







Tu es Petrus...”







Oltre l'ultima città, ne esiste una dove le persone sono delle pietre da costruzione, la società e le unioni d'amore sono immensi edifici, strade, piazze, formate da tanti e vari elementi, ciascuno con la sua forma, le sue caratteristiche, le sue inclinazioni.







Esistono tre principali categorie di pietrepersone: le personemattone, le personepietraviva e le personepietradimare.







La città-mondo è fatta di incastri di queste e dei loro derivati.







Ovviamente possiamo pensare che sia molto facile incastrare fra di loro le personemattone.



Sono belle, quadrate. Solari. Efficaci. Da loro non potrai aspettarti niente di meno che la praticità. Sono precise, efficienti. Sono meno belle a vedersi magari da sole, ma unite in grandi distese, creano mondi.



Hanno superfici combacianti. Sono incastri perfetti, sono elementi fatti per essere composti, utilizzando la giusta quantità di legante. Né troppa, né troppo poca.



Alcune di loro sono perfette parti di colonne, altri perfetti pezzi di architravi.



Le personemattone sono state disegnate ciascuna per avere il proprio posto. Ciascuna per avere una funzione. E ogni pietra è felice di essere una parte di un tutto.







Le personepietradimare sono levigate, tonde. Bellissime. Come i sassi levigati dal mare.



Hanno scelto d'essere così dopo tanto tempo e tanti sforzi. Non si attacca loro la polvere e il tempo, il terreno e le piante.



Sono meravigliose da sole, con i loro colori. Difficilmente hanno la possibilità di incastrarsi senza problemi, perchè non hanno cavità, né asperità, né rugosità. Sembrano quasi vetriformi.



Ma difficilmente accettano il loro destino d'essere pietre solitarie o, al massimo, di decorazione. E vogliono unirsi alle altre. E spesso si uniscono ai propri simili.



Ma i muri così costruiti non sono solidi. Hanno in realtà bisogno di tanta malta e tanto cemento per riempire ogni cavità e per proteggere dal freddo e dalle intemperie.



Ma diventano muri stupendi, delle opere d'arte: su un mare di malta o di cemento si stagliano queste forme rotonde, smussate, questi angoli dolci, come se il muro fosse fatto di tanti cuscini lucenti, ognuno con la propria luce, uniti in simmetrie di colori e di armonie incantevoli, oppure tutti uguali come forma e colore, a contrasto con la malta che li tiene uniti. Nelle città note, la malta e il cemento sono come i compromessi sociali e le convenzioni che tengono uniti gli uomini-isola, ma questa è un'altra città ancora.



Come non è facile unirsi, non è facile staccarsi. Tanta è la malta che li unisce che diventano ormai pezzi di metallo. Hanno solo la speranza che qualcosa nel legante ceda per poter essere libere. Ma le personepietradimare in quel caso non tornano come prima. Ma sono sempre e comunque contaminate da tracce di quel legante che precedentemente avevano accettato per unirsi ad un simile che ora non sopportano più nel loro progetto di bellezza.







Le persone pietraviva sono gli elementi più strani di questo mondo.



Sono fatte di pietra solida, compatta. Dei più vari colori, e dalle forme irregolari. Ma sono così tante e diverse le forme, che alla fine l'Architetto le compone. Insieme. In muri che già a secco hanno la loro funzione.



Magari si compongono in cerchi, in immensi nuraghi, in torri.



Oppure sono fondamenta solide d'altre costruzioni.



Ogni personapietraviva è aspra e dura. E' fatta di punti d'attrito. Offre all'erba e alla polvere posto per attaccarvi. E' aperta a tutto quello che non è simile a lei.



Oppure sceglie una compagna.



Che abbia le asperità combacianti.



Ma le avrà sempre e solo da un lato.



Saranno, magari un complesso architettonico fatto di due simili al centro, e altre curiose costruzioni lì dove le loro differenti asperità portano altri punti di contatto.



Insieme, unite da una parte, per scelta, e scelta tra mille e mille altre forme, e aperte al mondo per tutto il resto.





sabato 25 novembre 2006

Chi ruba per soldi, chi (non) per fame

(questo sarebbe il post di domani, ma sarò ad una sfilata)



Ieri una mia amica mi diceva:

Amica: Sono stata da Feltrinelli, alla presentazione di quel libro di cui ti parlavo. Interessante, sai (...). Poi mi sono guardata intorno... quanti bei libri... io leggerei sempre e dovunque... ma ultimamente sto un po' scarsa a soldi...

Mi sarebbe piaciuto rubarli... ma non tutti... uno... che dici mi avrebbero arrestato?

AmorPlatonico: hmmm sai, la legge non punisce chi ruba per il proprio sostentamento.



Dopo questa dolcissima dichiarazione d'amore per le pagine scritte, oggi apprendo che un mio conoscente, figlio di una ricca, benestante e stimata famiglia del mio paese è stato di nuovo arrestato. Gli hanno trovato in un deposito della droga e un bel po' di monete da due euro false (le vendeva a 1,60, esattamente al giusto cambio, ho pensato, senza la svalutazione voluta dal governo Amato un po' di tempo fa, quindi, una persona esperta in economia, in fondo).



Qual'è quella forza misteriosa che ti ferma dall'impulso di rubare una mela, o un libro, che desideri ardentemente per fame fisica o fame d'anima e invece ti fa trafficare su cose illecite pur non avendo bisogno, in fondo, di lavorare?



Ed io che mi danno sempre per il buon nome e tutto il resto...

Due conti (e la Cabbala barese)

torno alla mia fase matematica.

Dunque...



Aldo Giovanni e Giacomo: 35.. gli anni di Cristo piu' due...s tampato: e chi se lo scorda più!

Douglas Adams: 42-7=35

Algebra amatoria: 5*(7=Crisi del settimo anno)=35 (cominciando da neonati, ma già in sala parto mi davo da fare...)

Avete capito.

E' il mio compleanno!

Fatemi gli auguri!



Per la saggezza popolare, sono arrivato alla metà della mia aspettativa di vita (70? 75? 80? 2957?)... speriamo.



Dopo (ri)chiamo il mio fegato e vedo se entro stasera decide di tornare. Speriamo abbia il telefono acceso.




*

* *




Estemporaneo.



Sono terrorizzato.

Mi sto riprendendo solo ora.





Oggi ho fotografato una bellissima ragazzina (io le ho chiesto se fosse maggiorenne, lei mi ha risposto che di anni ne ha 24!).

L'ho selezionata per un catalogo. Bel viso, nasino all'insu', occhi del colore del mare, labbra bellissime. Carnagione chiara, bionda. Movimenti eleganti. Mi ricorda, in positivo, la Marini, ma senza l'aria da fatalona.

Chiama il fidanzato.

Lei mi dice di rispondere. "Guarda che lo conosci!"

Scopro che è un mio amico.

D'infanzia.

La guardo, e mi terrorizzo.

Mi gelo.

Mi sconforto.

La ragazza assomiglia moltissimo alla madre di lui (che è una bella donna, davvero, tanto che la sorella di lui ha popolato i miei sogni d'infanzia per non so quanto tempo. Ma io facevo troppo l'intellettuale, e non capivo...)



Sarà una manifestazione Edipica?



Se penso a mia madre, giuro, cambio sesso.

Poi penso a mio padre...



Com'era il fatto degli angeli?



*

* *




"L'uomo avrà quarant'anni

e i capelli da ragazzo

in camera ha un ritratto

che si è fatto da sè"

(Ivano Fossati).



In fondo che cos'è un blog, se non un ritratto fatto da sè?



(40+2=42!)