sabato 30 settembre 2006

CINQUE STRANE ABITUDINI






comodino

Come se le altre mie fossero normali.





Regolamento. Chi riceve questa croce deve scrivere un post intitolato CINQUE STRANE ABITUDINI, in maniera tale che chi legge avrà subito il terrore di essere nominato a sua volta.












A chi non prosegue questa interessantissima catena non accade nulla. Però, come non scontentare l'amica SERENA che mi ha allietato con questa cosina?


PRIMA.

La più nota. Vesto sempre rigorosamente di nero.

Per vari motivi:

Primo: una esigenza di look, forse un po' teatrale, forse un po' schifosamente anni '90 da post-dark, da uomo che scompare nell'ombra per far posto, si augura, ad un prolifico artista.

Secondo: snellisce.

Terzo: non ti fai problemi quando devi deciderti cosa metterti.

Quarto: si fa una sola lavatrice.

In realtà sto benissimo con il beige chiaro, il verdino, il celeste e il verde militare... ma tant'è...





SECONDA.

Sono un pessimo insegnante. Non ho il dono dell'insegnamento superficiale. Generalmente comprendo le cose nella loro profondità, con un certo metodo forse vinciniano. Mi piacerebbe insegnare il metodo, non la cosa. Le mie spiegazioni durano decenni. Generalmente la persona dopo o sa tutto di Linux, o di Fotografia, o di Borges, o di Trame & Tessuti o di modellistica industriale, o di tecniche di vendita... o si è data fuoco per disperazione. Ho visto uno amputarsi volontariamente un arto. Un'altra, per non sentirmi, me l'ha data.







TERZA.

Riesco a fare mille cose meccaniche o solite contemporaneamente, con buona attenzione e risultato. Se devo imparare una cosa nuova, il cervello si blocca, si concentra e non riesco a fare altro che quella cosa. Sembra che mi isoli dal mondo, per chi mi vede da fuori, o per la persona con cui sto parlando al telefono o in altro modo. In realtà si è acceso il processo: learning.





QUARTA (sotto la quarta non è amore, si sa)

Mi piacciono le donne.

Assai.

Voi vi chiederete qual'è la stranezza in questa SANA abitudine. Beh... a me vengono che si devono sposare. Sono correttissimo. Sempre. Potrei anche vederle nude, come faccio per le modelle, spogliarle e vestirle senza alcun problema. Anzi, come se fossi una vecchia amica, come se fossi l'estetista, il medico, il prete, la zia.

E' che dopo sto davvero male. Chi non ha provato non può capire.








QUINTA.

Sono disordinato. E non è quello medio basso che distingue un ordinato ma potenziale serial killer da una persona normale.

E' quel disordine medio alto che fa incazzare seriamente le mogli-fidanzate-conviventi, e la mamma, quello che in termine tecnico si definisce: un casino.

Per le prime, che cercano di influenzare la mia vita (come quella del genere umano maschile nella sua totalità, una missione più che un'abitudine), vige l'articolo 1 del regolamento di Via San Giuseppe: “La permanenza di una donna in questo sito è ristretta alle 8 (otto) ore consecutive. Una ulteriore prosecuzione della permanenza (e non convivenza) deve essere interrotta da uscita, possibilmente in macchina, lontano, o cazziata, o litigata.”.

Non sopporto quindi che le cose vengano spostate. Nel mio disordine io so esattamente dove sta una cosa. Anche a distanza di anni. Anche se ci vuole un caterpillar per riprenderla (ho scritto riprenderla, non ritrovarla).

Il problema con la mamma l'ho superato: lei a casa sua, io a casa mia.

Potrei impazzire, però, per i piatti sporchi nel lavabo. E rinunciare persino ad un dopocena allegro. Ma sono fatto così.





C'è una SESTA, che dopo la QUINTA è veramente il massimo.

Installerei Linux anche sugli accendini.




Ora la parte più gustosa del gioco.



Vengono nominati:



Anonimista, Gloriamundi, IcePetal, Sterfimia e badate badate, MadameRevanche.




Si salva Greenwich. Ma solo temporaneamente. Appena qualcuno mi passa un'altra di queste cazz... ehm... cose divertenti, sarà il primo della lista. Assieme al nano.

giovedì 28 settembre 2006

Stupor Mundi



Il Castello ieri notte. L'Otto. La quadratura del cerchio. L'allineamento. Il profumo d'infinito. Sempre.

E ho ricordato Notre Dame a Parigi e Chartres, tutto il Romanico e il Gotico che ho visto. I viaggi. La creazione e la poesia.



Ho ripercorso le mille cose fatte in una vita in un giro di torri, toccando mura antiche grondanti d'acqua.



E si è rotta una cosa. O ha cominciato a rompersi. Un certo legame col passato. Atti incompiuti, sensi di colpa, costruzioni.



Non serve. Non serve più. E' solo esperienza. Il dolore sfuma in presa di coscienza.



Anche perchè ti chiedi: Lui è morto a cinquantasei anni. Ha rivoluzionato il mondo. Il medioevo è diventato era moderna, tra cultura, arte militare, organizzazione statale, religione ed esoterismo.



Io ho trentaquattro anni.

mercoledì 27 settembre 2006

Questi occhi hanno visto cose...

AmorPlatonico: Ci fidanziamo?

xxxxxx@splinder.com: Dammi almeno due buone ragioni...



OK. Avete vinto voi.

lunedì 25 settembre 2006

Il Cliente, prima di tutto.



Ok, lo ammetto. Sono io.

Sono stato io.

Apro i pacchi e mi rubo tutte le sorprese.



E, qualche volta, anche un paio di merendine.



Ma non è colpa mia...



... faccio la spesa all'ora di pranzo...

...e, vi giuro... ora che ho trovato la macchinina di pippo, smetto, giuro, smetto.



... mi metterete mica in castigo dietro la lavagna? in ginocchio sui ceci?

... crocifisso in sala mensa?



... comqunque, complimenti per il marketing... e il senso di colpa kafkiano...

... ma chi è questo "Kafkian"?



E' tutta colpa di Maurizio Costanzo, non trovate?

venerdì 22 settembre 2006

Riflessioni macabre

Sul suicidio.



Avendo in tasca una pasticchetta di cianuro di potassio, che ti uccide in quindici secondi al massimo, la vita sembrerebbe diversa?



(I gerarchi nazisti si trattavano benissimo)

giovedì 21 settembre 2006

Alla fiera delle illusioni



Riporto:

 

AMOR PLATONICO

VIA XXXXXXXXX

70054 GIOVINAZZO BA

tel fax XXX XXXXXX

XXXXXXXX

XXXXXXXX

XXX@XXXXXX.com

www.profumodelsale.splinder.com










Spettabile Casa editrice "Il filo"

VITERBO

SELEZIONE OPERE LETTERARIE





Giovinazzo, 20 Settembre 2006 (ultimo giorno utile)



Gentilissimi,



La presente per accompagnare questo libello ("Al Cospetto del Re dell'Incanto, NdA"), un insieme di racconti, racconti poetanti (quando gli amici mi chiedono un digestivo dopo la lettura di un brano), poesie e poesie-canzoni.



Qualcosa è stato pubblicato sul blog che ho su splinder, a prova, o a provocazione. O a gusto.



Altro è stato recitato qua e là, o proviene da qualche lettera d'amore. Originale, per carità. Sia l'amore che le lettere.



Questo libro, in effetti, parla d'Amore, o del Sé, o semplicemente, del "se" inteso come "forse". Almeno credo. Poi nessuno è autore vero delle cose che scrive.



Ma chi si loda s'imbroda.



Anche se non sembra, è un libro di spessore.



Già me lo vedo distribuito nei migliori negozi di detersivi e ferramenta.



Cordialmente,





xxxxxx xxxxxxxxxxxxxx



(Amor Platonico)



Ora sono anch'io un disperato aspirante scrittore. Lo so che finirò con la sindrome da lettera di rifiuto, come Snoopy.

O spenderò un miliardo in raccomandate.

O mi stamperò i libri e me li venderò da solo (a chi? boh!)

Se mi passasse questa mania di grandezza...

(Anche perchè la bilancia si lamenta)

martedì 19 settembre 2006

Sul filo del cielo

E vogliamo parlare di quando c'è già un equilibrio istabile, e poi accade proprio quella cosa, minuscola, una noncuranza, ma che attiva quel complesso meccanismo a catena che fa esplodere il mondo.



Quale mondo?



Eppure c'è chi di questa complessità non se ne accorge.



Non so se esiste la sfortuna o siamo artefici al cento per cento di ogni evento che ci succede.



Personalmente, sono un volitivo. Ma una componente del caso, la vogliamo anche mettere?



E che caso!!!