Potrei cominciare, come sensazione, citando Proust. "Per molto tempo, da bambino, sono andato presto a letto, la sera" (O qualcosa del genere, a quest'ora la memoria si annebbia, e non ho ancora trasferito la mia bibiloteca nella mia nuova casa di tecnosingle).
Ecco, quella sensazione avvolgente di "dormiveglia pensieroso" è la stessa che spesse volte dirige il mio pensiero sommerso, quello che unisce con un filo sottile gli elementi del reale.
Ho cominciato a gustare il vino tardi. Prima il rosso, che è piu' facile, poi i bianchi.
Il primo rosso è stato, ovviamente, il Primitivo di Manduria (anche se il vitigno piu' buono è brindisino, non tarantino), protagonista delle spaghettate universitarie: facile, buono, sincero. Il bianco era sospettoso: da bambino lo sentivo aspro, poco gradevole, subdolo. Ma era il vino dei ristoranti, quello che ti propinavano sul pesce. E spesso nei ristoranti, almeno quelli che frequenti all'inizio con papà e mamma, il vino non è il protagonista. Sulla pepata di cozze o sui tagliolini all'aragosta ti sparano il locorotondo classico da cinque euro alla cisterna.
Poi c'è stato un angelo biondo, incantevole. Un metro e ottantasette di dolcezza, dubbi esistenziali e sensualità. Una gatta sorniona dagli occhi di cielo. E la nonna romana, che portai a pranzo come se si dovesse conoscere la suocera. E quest'altra bella signora che, nonostante l'età, trincava allegramente il frascati superiore.
E lì, tra la biondezza fresca, felice per quella conoscenza, e l'antica signora vedova dell'ingegnere degli ingegneri, ho cominciato a pensare che il bianco aveva la sua ragion d'essere.
E il vino dei castelli accompagna proustianamente quel senso di dolce e sensuale ricordo di quella relazione che (come ogni donna che ho incontrato) ha lasciato un dolce segno nel mio cuore.
E di lì, ogni storia che ha avuto luogo in quella zona a sud di Roma fatta di colline e di arbusti che ti sembra che tra un po' incontri Cesare.
Oppure Aldo Fabrizi.
La differenza fondamentale tra winzozz e linux è che winzozz bene o male funziona. Installi, cerchi di non farti virusizzare, e piu' o meno parte tutto, persino la periferica piu' scalcagnata. Io continuo a preferire il config.sys, quando mettevi le mani tu, e sapevi che se scheggiava o si piantava era colpa tua.
Windows, ad un certo punto, è come il rapporto "standard" con una donna: funzionicchia, ma è ridondante di cose che non hai richiesto e che non ti servono, e il tuo processore (o la tua anima) non vanno a 3GHz ma molto piu' lentamente. Poi ogni tanto si pianta.
Il senso di potere che hai quando formatti è immenso. Tutto sembra rifunzionare perfettamente, fino a incasinarsi di nuovo.
A meno che eviti, una volta scelta una configurazione funzionante, di non installare nulla di nuovo. E non ti fai domande sulle nuove versioni dei programmi.
E i tuo fidanzamenti durano decenni.
Linux è fatto per pensare.
Pochi concetti basilari: lo user space e il kernel space, i permessi, il concetto di rete che impernia ogni cosa, i servizi, i daemon, il filesystem. Tutto il resto, parte di qui.
Un po' complicato a volte da configurare. Ma non spengo il server da mesi, in azienda.
Una volta, mi ricordo, il computer frullo' per due ore. Feci il backup, salvai tutto. Spensi. L'HD non si riaccese piu'. Winzozz mi avrebbe fatto perdere dieci anni di contabilità. Un raid software da cento euro aggiustò poi tutto.
Per linux esistono gli how-to. Magari un po' complicati, ma tutto esiste. Ci metti piu' tempo. Ci metti le notti.
Ma tutto esiste. Ed è open. Ed è free.
Cuore-delle-donne-howto.html cercasi, da sempre.
Ed è tutto collegato. Il vino, linux, le donne. Sono passioni. Il senso, il profumo della vita. Credere che tutto possa funzionare, un giorno, senza dover riavviare.
Quando, dall'altra stanza, il tuo amico belga ti chiama (fa niente che è capodanno, e che tutti sono di li a brindare...) perchè il primitivo che hai portato è ossigentato e pronto, e senti quel benedetto retrogusto di bacche... quando tu parli e lei finisce la frase. Quando controlli cosa hanno spedito dieci minuti prima, e tu sei dall'altra parte dell'oceano, da un browser qualsiasi, in un internet point.
E tutto questo lo hai capito e lo hai fatto tu.
"Questo cuore ha commesso una operazione non valida, e sarà terminato".
Tra le mie amicizie di chat, una donna (bionda, a pensarci) che hackerava con linux... a adorava il vino. E, per un certo periodo, anche me.
Ah!, l'amour...
Chi non ha mai installato una distribuzione non può capire.