martedì 28 settembre 2010

Migliori prestazioni




contab1






Oggi il pc con la contabilità è morto.



Si chiamava "il pc della contabilità" perchè veniva acceso per immettere solo le fatture a mastro.

Faceva una cosa sola, come un ferro da stiro, come un frullatore, e senza essere tenuto nella dovuta attenzione.




Proprio come quelle mogli che, finito l'amore, servono tristi la cena e rassettano la casa, più o meno come una qualunque colf...



Non mi chiedo più perchè nell'era del "tutto online" si continui a tenere il mastro su un vecchio pc di quindici anni fa. Probabilmente nella logica che se una cosa funziona... funzionerà per sempre... (chiacchiere), oppure "mi tengo due pc... così alla finanza ne dò in pasto uno solo... (che se è in formato DOS è splendiamente facile da leggere)...



Ho recuperato i dati, tutti gettati in un famigerato database COBOL e il programma scaricato tranquillamente (e saggiamente) in una sola directory.



Ora sto reinstallando il tutto in una bella macchina virtuale e la cosa dovrebbe agilmente funzionare (forse).



Però ci sono cose che mi fanno davvero rabbrividire...



- Win 98 si installava 12 anni fa in 45 minuti. Ora ci mette lo stesso tempo su un pc 100 volte più veloce. Significa che dentro c'è la fregatura: "mi installo piano piano così chissà cosa pensi che stai comprando...", tecnica utilizzata dalle SempreVergini della sezione D '85-'86 del Liceo Scientifico Galilei di Bitonto, giusto per prendere qualche punto in più... (Nostradamus profetizza che Mariella Martucci si darà completamente al marito soltanto nel 2025).



- Le schermate di presentazione... pare le abbia scritte a Bill Gates la stessa agenzia  pubblicitaria che cura i testi del nostro Premier Silvio Berlusconi...



E TUTTI E DUE DICONO DA QUINDICI ANNI LE STESSE IDENTICHE STRONZATE.



Magari installando Linux in Parlamento, chissà...



(PS: Per i legali di Mariella Martucci: 1) è tutto vero, 2) me l'ha chiesto il marito di sputtanarla, casomai...)



(In realtà, quando ho rivisto il config.sys ho avuto un brivido. Di nostalgia.)

lunedì 27 settembre 2010

Psicopatologia. Piccoli accenni.



L'auto aziendale è provvista di tutto (ruote, sterzo, motore, aria condizionata modello ghiacciolo e, sopratutto, spese incluse), tranne di un'autoradio decente, nel senso che il multilettore cd nel cofano è abbastanza scomodo da riempire.



Quindi ho provveduto con uno di quei lettori mp3 con trasmissione radio. Dopo averci opportunamente litigato (cioè capito che tu puoi sistemare tutto nelle cartelle della card in bell'ordine, ma lui legge tutto in sequenza)... è esploso uno dei piaceri della vita...



... selezionare la frequenza di RADIO MARIA e anzichè sorbirsi il sempiterno prete con la voce rauca (ma c'è solo e sempre lui? che fanno, gli gettano un panino con la mortadella e una boccia di vino dei castelli ogni tanto?),  godersi il  riff della chitarra di Gilmour, Stranamore di Vecchioni, o il coro di Absolute Beginners...



... il che non ha prezzo ...



(... al quale aggiungiamo i pure commenti al proprio ex datore di lavoro fatti da clienti e fornitori che concordano sulla visione di "carico a chiacchiere" - che corrisponde ad una "D" nella classifica rating della mia amica curatrice bancaria.

Se la soddisfazione morale mettesse anche il piatto a tavola, ora sarei miliardario. Ma non tutto si può avere, sopratutto non subito.)



(Foto di AP, per una campagna di abiti da cerimonia bambino.

Per scattare le foto ai bambini devi far pratica nella polizia stradale come autovelox.

Però danno soddisfazioni.)

mercoledì 15 settembre 2010

Serendipity



Fondamentale per un buon fotoritocco, prima di cominciare, è prepararsi bene al lavoro:

- fare spazio sull'hard disk che non basta mai (il passato non serve, ricordatelo, tranne quando occorre il file che avete appena cancellato, definitivamente, dal cestino);
- chiudere tutti i programmi che possono bloccare il pc e un'ora del vostro lavoro non salvato;
- prepararsi a salvare il lavoro ad ogni operazione principale (ricordatevi che avete Windows, che vi odia).

Ah, indispensabile:

PULITE A FONDO IL VOSTRO MONITOR.

(A pensarci bene, il tutto non vale solo per il fotoritocco).

martedì 14 settembre 2010

Hai parlato?





Il mondo manda segnali davvero strabilianti... da stamattina è la seconda volta che mi si apre la chat di skype sul telefonino con una imbarazzante domanda del mio capo:



- "Hai parlato?"



Ora, considerando che talvolta lui è criptico... mi è venuto in mente di tutto:



- se ho parlato con un paio di fornitori dall'altra parte del globo e se hanno risposto cose sensate;



- se ho parlato con un nostro collega da questa parte del globo, riuscendo a farmi dare quello che vogliamo senza svelare quello che vogliamo fare (una pizza e una birra e dico tutto);



- personalmente non l'ho mai visto praticare lo sport nazionale del nostro settore, cioè tradire la moglie con la prima fotomodella disponibile, quindi questo no... e poi è timido;



- ho vuotato il sacco di una qualche operazione segreta con qualche cliente che poi lo mette in bacheca in cinque minuti (il tam tam settoriale è la cosa piu' veloce del mondo, piu' della bacheca di facebook, piu' di un assegno scoperto);



- mi sto completamente rincoglionendo, ipotesi da non trascurare considerando l'età, l'eccessiva contorsione culturale, la mania di grandezza e la mia proverbiale (?) infanzia difficile.

lunedì 6 settembre 2010

L'Uomo del Pollo.



Domenica mattina.



Alba.



Sto cercando di comprendere, come tutte le domeniche mattina, il perchè uno debba svegliarsi per il casino del mondo.



Irrompe l'Indimenticabile, e mi chiede:



- "Amore, hai visto le mie giacche?"



Il mio senso dell'umorismo, fortunatamente, s'è svegliato prima di me:

- "Giacche?!? ma scherzi?!? così in alto?!? qui stiamo ancora a "dove sono finiti i calzini?"!"



(In foto, calendario con grande massima, scarabocchiato da un ignorante, come tutte le grandi cose della storia. Sullo sfondo, il mio Uomo del Pollo).



[Per chi fosse interessato, AmorPlatonico non è svanito. S'è preso un paio d'anni sabbatici, ma poi uno o prende un Pulitzer, o apre un blog. Lui, che è un immodesto, propende per la seconda soluzione.]

mercoledì 24 giugno 2009

Il rutilante mondo della moda



Inutile dire che sono un utilizzatore della rete: uso Skype, la mail, l'ftp, il remote desktop per controllare da casa il computer dell'ufficio e viceversa, stampo dall'altra parte dell'Italia, leggo le notizie su Repubblica.it.



Ogni tanto passo la notte su wikipedia come da bambino sull'enciclopedia Labor.



Io non sono un santo.



Qualche anno fa mi sono iscritto a meetic. E ho conosciuto delle tipe che vi andavano per sentirsi corteggiate. E l'ho fatto. E siccome sono un grande affabulatore (qualcuno direbbe "inguaribile istrione"), ho mietuto qualche vittima.



Ma tutte inutili, perché cercavo anima lì dove c'è solo il corpo.



Alla fine la vittima sono stato io. E di me stesso, per carità. Perché ogni vittima il carnefice se lo sceglie.



Poi ho aperto un blog, che è questo qui.



Molti di voi sanno chi sono. Per altri sono uno pseudonimo un po' strano. Per la mia compagna, conoscendo i precedenti, lo pseudonimo non è esattamente azzeccato.



Ma tant'è...



Io non sono un santo, ripeto.



Quando ero giovane, e non capivo, mandavo quasi per divertimento la stessa lettera a due ragazze diverse.



Con una ci stavo, con l'altra c'ero stato.



In uno stupido gioco di parole e di mezze verità. Che tanto speravo che due mezze verità ne facessero una intera.



Ma così non è.



Poi in questo blog è passata una parte dolorosa della vita mia. Ed è servito a questo, a sfogarmi, a mettere in belle lettere delle sensazioni, dei sentimenti, ma anche delle vicende reali e immanenti. E a guardarle, magari, da un po' piu' lontano per renderle gestibili.



Un po', rileggendo, è servito.



In particolare se sono qui a scrivere questo e non da qualche altra parte a disperarmi per la distruzione di un mondo, di una vita, di una carriera.



Perché, poi, tutto torna a posto.



E rinasce, forte, vero, sano.



E l'amore è l'Amore, per il quale si costruisce e ci si sacrifica. E che non inganna, non tradisce, non si sporca.



Ora con FaceBook ho ritrovato gli amici d'un tempo. E magari ho chiarito alcune cose. Altri, son simpatiche comparse.



Perché, - ripeto - poi, tutto torna a posto.



E rinasce, forte, vero.



Perché si eliminano un sacco di cose inutili, che fanno perdere tempo, che fanno distrarre dagli obiettivi veri.



Che abbiamo sostituito agli obiettivi veri, per negligenza, per paura, per pigrizia.



Perché il caos è bello da descrivere, ma anche facile, impressionante e impressionabile.



Fa scena, fa teatro.



Ma lascia solo strascichi inutili.



Ora guardo alla bellezza, vera, unica, sola.



Ed è sacrificio, e costruzione.



Lenta costruzione, come canta il mio Fossati.



E spero - e sento - di sbagliarmi sempre di meno (o, almeno, di fare errori nuovi).



Di lettere ne mando una sola, ad una persona alla volta. E tutte diverse, e tutte pensate.



Perché - credetemi - il teatro non serve.



E la rete, di teatro, ne ha tanto. E di pessima qualità.



(Ai miei bambini, e al Gasterorattopodonte).



(Foto di AP, i sanitari del padiglione 3 di FieraMilanoCity, che per un curioso scherzo delle fotocellule, scaricano acqua tutti insieme appena ti sbottoni la patta. Che, se da una parte contribuiscono all'eccedenza della bolletta della fiera, dall'altra sono un misero applauso alle lumachine tristi dei grigi utenti milanesi. E di qualche romano, che ha bisogno di spasimare dietro le ex mandando mail smielose, finchè, come dice quel santo di Gattuso, non gli rompo il culo).