domenica 6 gennaio 2008

sabato 5 gennaio 2008

Il dito e la luna



Io sono disordinato. Parecchio. Riuscirei a mettere in disordine una stanza vuota.



Ma non butto mai nulla. E tengo tutto a mente. I posti, le cose.

Diciamo che vivo una vita intensa, e una cosa patetica come riordinare la lascio ai poveri di spirito.

Diciamo che quello che dovrebbe essere il salotto è un deposito immenso di libri, scatole di foto, riviste, scatoloni con cablaggi vari di chissà quale marchingegno, in attesa di trasloco.

Diciamo.



Ma diciamo anche che riordinare è un atto meraviglioso d'amore verso noi stessi.

Perché non si sistemano soltanto le cose.

Si riprendono, si aggiustano.



Si riaprono pagine della nostra vita, si rinforzano di colore i ricordi.

Io, personalmente, ho la piacevole sensazione di aver fatto una bella vita.

Qualche volta meno bella, qualche volta più prigioniera.

Altre volte libera, piena, solare.

Solare anche nella notte. Perché la notte non è l'assenza di luce.



La vera bellezza, suppongo, è riuscire a guardare il dito e la luna.



(Foto di AmorPlatonico, S. Andrea, Roma. Luce provvidenziale. Lei, una delle "donne della mia vita": chissà che fine avrà fatto ora?).


mercoledì 2 gennaio 2008

Quartostato



Succede che hai passato il pomeriggio a farti venire un'idea per un lavoro, e nel frattempo che il cervello si attivi ti sei passato un po' di archivio, tanto per mettere qualche etichetta.



E ritrovi le foto di qualche anno fa, che ti sei scansionato perché non esistevano ancora le digitali.



E sono quelle di qualcuno che ha lasciato un'impronta.



Ne prendi una, un'ora di Photoshop per togliere un po' di rumore e un'ombra che non c'entrava.



E' un'opera d'arte: il fotoritocco, la foto, il ricordo, il quadro d'insieme.



Poi, segno del del destino, Photoshop si pianta. E dà errore.



Zitto e riavvia.



Allora beccatevi questa (la prima che trovo, sottomano, degli archivi correnti).



Sgrunt!



(Salva ogni tanto, demente! - e non soltanto le fotografie!)



(Foto di AmorPlatonico, Barivecchia, 2007)

sabato 29 dicembre 2007

La multa




Entra in scena sventolando una multa in mano, molto molto arrabbiata.



(Parla tutto d'un fiato, visibilmente eccitata)



Ecco, non è possibile, ancora!



Non ce la faccio più, è diventata un'ossessione: me lo ritrovo anche in sogno, mi perseguita!



Ma oggi ero sicura di essere stata attenta, fin dall'inizio: ho acceso la macchina, ho messo la retromarcia e stavolta ho guardato pure dallo specchietto retrovisore.



Mi sono truccata a casa: nessuno mi può dare colpa. E ho ricevuto solo tre telefonate. Ne ho fatte sei, io... ma che c'entra... mica uno può uscire dalla società solo perché sta guidando... ma ho messo tutte le frecce che dovevo mettere. Ho messo pure le quattro frecce ogni tanto.



Mentre guidavo ho sentito solo tre volte un clacson suonare contro di me. Sono stata attenta... (sognante) Ma che bello quel pezzo dei Village People... (canta) YMCA... (ripete il ritornello a voce alta) e poi ho guidato solo dieci minuti. E poi stavo al semaforo mentre cantavo. Cantavo... canticchiavo! Ma era un semaforo o uno stop? Comunque sono convinta che avrei dovuto fermarmi. E mi sono fermata.



Fatto sta che ora decido di parcheggiare... faccio un parcheggio regolarissimo, proprio da scuola guida, mi metto a destra della macchina, sterzo... dopo un po' sterzo dall'altro lato... non so esattamente quando, ma mi è riuscito bene, solo le ruote non sono proprio attaccate al marciapiede... ma ho i tacchi.



Ho fatto le cose da manuale, come dovevano essere fatte.



Ma c'è LUI, maledetto, che mi perseguita.



Ormai mi odia, ne sono convinta, mi ha puntata, ha deciso che sono io la sua vittima, e la sua vittima sono (sventola la multa).



Io non voglio dare la colpa all'autorità, ma deve capire che il passo carrabile si mette LUI sempre davanti alla mia macchina...



(Dalla piece teatrale "Pannello di Controllo" di Pasquale Ruggieri e Roberta Tavarilli)



(Roberta Tavarilli fotografata da Pasquale Ruggieri, in arte AmorPlatonico)

Sarà



Sarà che guardo sempre di più i particolari.

Sarà che adoro il mio 500 millimetri.

Sarà che uso Photoshop come la camera buia quindici anni fa.

Sarà anche che due giorni di influenza modificano di gran lunga le proprie capacità mentali.

Stravolgimenti nella fisica

L'inverno e l'influenza portano a nuove scoperte nell'ambito della fisica.



Gli stati della materia conosciuti sono ora cinque:

1) solido (mattoni, salame, panettone)

2) liquido (acqua, vino, cognac, whiskey)

3) gassoso (aria di mare, aria di casa mia, aria di libertà, fumi vari, legali o illegali se non in modica quantità)

4) plasma (non quello sanguigno)

5) diarrea.



Il quinto stato è catastrofico, molto, molto vicino all'antimateria.



(Se fosse gentilmente possibile richiamare il dinosauro che da due giorni ha le zampe sulla mia pancia, sarebbe cosa assai gradita).

mercoledì 26 dicembre 2007

Tempismo



Qualche mese fa mi avevano commissionato la foto di un gabbiano. E impazzii per due o tre giorni perché non ne trovavo.

Oggi l'intero mare davanti casa mia è pieno di macchie bianche. E ognuna di queste è un gabbiano, una albatros, una gabbianella.

Io sto per andare via di qui, e tra poco non sarà più questo quanto vedrò ogni mattina.

Si chiama tempismo.

Come nella vita, come nell'amore.

Ci sono certe situazioni che si incastrano stranamente, e buffamente.

Una specie di stanza delle occasioni mancate.

E altre occasioni si presentano all'orizzonte, perché le scelte sono ponderate, e profumano di nuovo, e di bello.

Il mare c'è anche lì dove mi sto trasferendo, a pochi metri. Si faranno due passi, due passi in più. E sono al centro di un mondo che mi sto costruendo attorno. Ed è la casa che mi si cuce addosso. Credo.

Sembra che il mondo degli addii sia colorato di perfezione, come se fosse il colpo di coda di un qualcosa che non vuole essere abbandonato.

Io, per non saper né leggere né scrivere, ho imparato a ricordare: questo mondo che mi saluta me lo porto con me così.



(Gli addii si colorano di perfezione perché hanno assunto immediatamente il carattere del ricordo, perché sono praticamente irreversibili. Il bello sarebbe gustarsi così il resto della vita. Ci stiamo attrezzando.)