muore
senza tante cortesie
ti accorgi che è finita
da come cadi nell'insofferenza
ciò che ti unisce
ti dividerà:
nei miei ricordi
la quarta sinfonia di Brahms"
E' una canzone di Battiato. Ovviamente. Seconda strofa, Destruens.
Dichiarò qualche tempo dopo che lo stato ideale per scrivere era una pace interiore. Io non capivo (e forse non capisco bene bene neanche ora), perchè vivevo tutto in maniera passionale, un post-romantico, tutto Sturm Und Drang, che ovviamente vede la produzione dell'arte come una esplosione delle passioni, una sublimazione delle passioni.
Poi magari son cambiato, forse un po': saranno le esperienze, saranno gli errori (le stesse cose viste da direzioni differenti).
Comincio pian piano ad essere d'accordo con lui. A malincuore, perchè significa che mi sto privando di una parte di meccanismi che conoscevo di me stesso. E felice, perchè al tempo stesso dovrei potrei mi ingannerei ad un modo magari migliore di vivere. E non solo l'amore.
Il problema è, ancora, sapere che diamine è questo Amore.
Che non è sicuramente la cura per la solitudine (tanto quando sei solo sei solo lo stesso).
Che non è sicuramente il volersi bene. Questa è l'amicizia.
Che non è l'attrazione. O solo quella. Si chiama Sesso. E lì basta cercare su google e hai voglia...
Sarà il profumo dell'altra volta... o sarà ridere... o sarà continuare a ridere, dopo. Dopo tanto tempo. Quando è finita la solitudine. O quando si affaccia di nuovo. Nelle cose "serie" della vita. Quando l'amicizia c'è, ed è profonda. Quando quell'amica ti piace e ti attrae. E ti fa anche carne. E quando parli, e ti confronti. E non ti secchi. E le chiedi cosa ne pensi. E c'è voglia, sempre (o abbastanza, sempre, dai!) di vedersi. E di ridere. Ridere. Sempre.
E pare semplice?
Piangere è facile. Appunto. E' ridere che è difficile.
Mah... ci vorrebbe un buon riso con pollo e curry.
E sarebbe il caso che questi post me li leggessi io per primo.
Dichiarò qualche tempo dopo che lo stato ideale per scrivere era una pace interiore. Io non capivo (e forse non capisco bene bene neanche ora), perchè vivevo tutto in maniera passionale, un post-romantico, tutto Sturm Und Drang, che ovviamente vede la produzione dell'arte come una esplosione delle passioni, una sublimazione delle passioni.
Poi magari son cambiato, forse un po': saranno le esperienze, saranno gli errori (le stesse cose viste da direzioni differenti).
Comincio pian piano ad essere d'accordo con lui. A malincuore, perchè significa che mi sto privando di una parte di meccanismi che conoscevo di me stesso. E felice, perchè al tempo stesso dovrei potrei mi ingannerei ad un modo magari migliore di vivere. E non solo l'amore.
Il problema è, ancora, sapere che diamine è questo Amore.
Che non è sicuramente la cura per la solitudine (tanto quando sei solo sei solo lo stesso).
Che non è sicuramente il volersi bene. Questa è l'amicizia.
Che non è l'attrazione. O solo quella. Si chiama Sesso. E lì basta cercare su google e hai voglia...
Sarà il profumo dell'altra volta... o sarà ridere... o sarà continuare a ridere, dopo. Dopo tanto tempo. Quando è finita la solitudine. O quando si affaccia di nuovo. Nelle cose "serie" della vita. Quando l'amicizia c'è, ed è profonda. Quando quell'amica ti piace e ti attrae. E ti fa anche carne. E quando parli, e ti confronti. E non ti secchi. E le chiedi cosa ne pensi. E c'è voglia, sempre (o abbastanza, sempre, dai!) di vedersi. E di ridere. Ridere. Sempre.
E pare semplice?
Piangere è facile. Appunto. E' ridere che è difficile.
Mah... ci vorrebbe un buon riso con pollo e curry.
E sarebbe il caso che questi post me li leggessi io per primo.