Sono in Calabria, nell'azienda di cui sono il direttore commerciale. Vediamo tessuti, pizzi, merletti. Ci lanciamo in nuove idee e tiriamo le somme dei vecchi progetti.
Il tutto, ovviamente, condito con parecchia ironia, molto cameratismo e molto peperoncino.
Ma, stavolta, scusate, il vino l'ho portato io, perché il Cirò non lo capisco. Tredici gradi di assoluto mattone. Lo bevi e basta. Un mattone. Mi sembra di essere Calvi con i mattoni, appunto, in tasca impiccato sotto il Ponte dei Frati Neri. In realtà lo faccio per il fegato: se lo devo distruggere, che almeno abbia il retrogusto di bacche.
La segretaria mi interroga:
- Mi giungono voci che lei si sia fidanzato... in effetti si vede, è così sorridente... e non è più cinico verso le donne!!!
- Guardi, non è esattamente così... io resto cinico. Solo che la mia donna è eccezionale.
E continuiamo a fare ipotesi su chi-come-quando e in particolare perché.
Squilla il telefono.
- Ciao, ti ricordi di me?
(per sicurezza, guardo il nome sul display)...
- Certo! Come stai?
- Bla bla bla...
Era la ragazza con cui sono uscito qualche giorno prima di gettarmi a capofitto nella storia con la mia donna, quando decidi varcare il confine sottile e tremendo che va dall'amicizia all'amore. Sperando che non torni indietro.
- Allora come stai?
- Mi sono fidanzato!
- Veramente anch'io frequento una persona... che non ha sbagliato nulla...
- Perché... io ho sbagliato qualcosa?...
- Beh, sì... avevate entrambi le stesse possibilità...
Mi sono sentito come Stella Solitaria che combatte con Lord Casco Nero in Balle Spaziali.
Grandi domande:
1) Che CAZZO significa "avevate le stesse possibilità?" che ti andavamo bene entrambi? allora non ti va bene - realmente - nessuno dei due. In amore si sceglie, ci si guarda dentro, dentro e fuori, si sente non il brivido della conquista (quello è per le storie da una notte - e basta, dico, abbiamo già dato!), ma un sentimento più maturo, più lento, più delicato.
2) Tu hai commesso degli errori.
No. Ho smesso di frequentarti perché non mi andava un'altra storia "a breve". Tanto, non avrebbe funzionato.
3) E a che cavolo serve continuare a fare la ruota? dirmi "potevi essere tu"... Non volevo essere io. Semplicemente. Perché non ho sentito le campane. Perché la bellezza, da sola, non basta. Perché ci sono storie su storie, e vissuto, e da vivere, che mi affascina. Non si vive in vacanza.
E per molti, una donna è una vacanza. Perfetta. Che finisce. Per me, no.
Quindi, amica mia, al massimo, ringraziami. Ti ho fatto incontrare l'uomo della tua vita. O un uomo. O, comunque, uno che non sono io. Ti sei salvata da me, in fondo.
Almeno, offrimi un caffè.
Caffè, per due, grazie. A me senza zucchero, che mi piace, dopo, sentire il sapore in bocca.
(E comunque, il resto, è diverso.
Si chiamano vite parallele.
Si chiama camminare insieme, per strada, senza porsi l'annosa domanda: "ma che cavolo vuole questa da me?".
Perché la domanda te la poni. Sempre.
Ma la risposta non c'è, non è scontata, non è un programma da attuare. Non è una relazione politica.
La guardi, ti guardi, sorride, sorridi, continui a camminare.
Sembra un film.
Ma sono molto più di due ore, e non è ancora finito.)
Il tutto, ovviamente, condito con parecchia ironia, molto cameratismo e molto peperoncino.
Ma, stavolta, scusate, il vino l'ho portato io, perché il Cirò non lo capisco. Tredici gradi di assoluto mattone. Lo bevi e basta. Un mattone. Mi sembra di essere Calvi con i mattoni, appunto, in tasca impiccato sotto il Ponte dei Frati Neri. In realtà lo faccio per il fegato: se lo devo distruggere, che almeno abbia il retrogusto di bacche.
La segretaria mi interroga:
- Mi giungono voci che lei si sia fidanzato... in effetti si vede, è così sorridente... e non è più cinico verso le donne!!!
- Guardi, non è esattamente così... io resto cinico. Solo che la mia donna è eccezionale.
E continuiamo a fare ipotesi su chi-come-quando e in particolare perché.
Squilla il telefono.
- Ciao, ti ricordi di me?
(per sicurezza, guardo il nome sul display)...
- Certo! Come stai?
- Bla bla bla...
Era la ragazza con cui sono uscito qualche giorno prima di gettarmi a capofitto nella storia con la mia donna, quando decidi varcare il confine sottile e tremendo che va dall'amicizia all'amore. Sperando che non torni indietro.
- Allora come stai?
- Mi sono fidanzato!
- Veramente anch'io frequento una persona... che non ha sbagliato nulla...
- Perché... io ho sbagliato qualcosa?...
- Beh, sì... avevate entrambi le stesse possibilità...
Mi sono sentito come Stella Solitaria che combatte con Lord Casco Nero in Balle Spaziali.
Grandi domande:
1) Che CAZZO significa "avevate le stesse possibilità?" che ti andavamo bene entrambi? allora non ti va bene - realmente - nessuno dei due. In amore si sceglie, ci si guarda dentro, dentro e fuori, si sente non il brivido della conquista (quello è per le storie da una notte - e basta, dico, abbiamo già dato!), ma un sentimento più maturo, più lento, più delicato.
2) Tu hai commesso degli errori.
No. Ho smesso di frequentarti perché non mi andava un'altra storia "a breve". Tanto, non avrebbe funzionato.
3) E a che cavolo serve continuare a fare la ruota? dirmi "potevi essere tu"... Non volevo essere io. Semplicemente. Perché non ho sentito le campane. Perché la bellezza, da sola, non basta. Perché ci sono storie su storie, e vissuto, e da vivere, che mi affascina. Non si vive in vacanza.
E per molti, una donna è una vacanza. Perfetta. Che finisce. Per me, no.
Quindi, amica mia, al massimo, ringraziami. Ti ho fatto incontrare l'uomo della tua vita. O un uomo. O, comunque, uno che non sono io. Ti sei salvata da me, in fondo.
Almeno, offrimi un caffè.
Caffè, per due, grazie. A me senza zucchero, che mi piace, dopo, sentire il sapore in bocca.
(E comunque, il resto, è diverso.
Si chiamano vite parallele.
Si chiama camminare insieme, per strada, senza porsi l'annosa domanda: "ma che cavolo vuole questa da me?".
Perché la domanda te la poni. Sempre.
Ma la risposta non c'è, non è scontata, non è un programma da attuare. Non è una relazione politica.
La guardi, ti guardi, sorride, sorridi, continui a camminare.
Sembra un film.
Ma sono molto più di due ore, e non è ancora finito.)
io mi son visto anche satantango... in ungherese naturalmente.
RispondiEliminache a me le storie da 2 ore... poi alla fine mi viene sempre da dire: e adesso?
E' qualche tempo che non passavo, sento che ci sono belle novità, bene bene
RispondiEliminaLe donne sono animali strani
RispondiEliminatutt'altro:
se non è fascino è nevrosi,
se non è nevrosi è fascino.
Le donne sono animali strani, più di quanto non possa la mia comprensione. Proprio non capisco gli atteggiamenti, e se anche visivamente son donna, in realtà son ufo. (non sono parole mie, ma di amici che così mi han soprannominato)
RispondiEliminavanità.....
RispondiEliminasperava forse di sentire che non te la passavi bene? ma che mi chiami a fare? fatti la vita tua e non rompere...visto che come dici stai meglio con lui che con me...
e se aggiungi che avevamo le stesse possibilità, beh allora meglio che ti tieni lui e mi lasci stare. vuol dire che non ero niente di più
mi chiama ancora uno che ho "licenziato" circa otto anni fa. mi chiede ancora di uscire. dice che se sono fidanzata spera che mi lasci presto....non solo le donne sono strane..oppure è lui che è più stupido della norma...
Marilù
Certa gente ha periodicamente bisogno di venire a controllare se esercita ancora un qualche potere su di te. Se tu educatamente fai capire che si sbagliano, queste non ci credono e pensano che le tue parole siano mosse dall'orgolio. Chettedevodì? Sono insicuri. Ignorala per un po' e vedrai che capirà.
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