lunedì 25 febbraio 2008

Tempo e silenzio

ltrani

Questa storia comincia con una cattedrale. Perché è così, ma anche perché è bello farla cominciare da qui.



E la cattedrale ospita una luna, in alto, a raccontare, e un mare calmo, a navigare.



E sul mare, e sulla cattedrale, un vento, freddo e tagliente come piace a me.



E silenzio. E il passo di un amico.



E immensi ricordi. E immensi progetti.



Perché un luogo della memoria ti ricorda chi sei, e chi sei stato, e quello che stai diventando.



E dalla cattedrale, dal mare, dalla luna, dal vento, dal passo di un amico racconteremo un'altra vita.



E amore, tanto.



Oppure niente.



Perché l'amore è duro. E fragile. Come un cristallo.



Perché non lo si capisce mai, appieno.



E in tutto questo vento, e in tutta questa luna, in tutto questo mare, in tutti questi passi, resto con un magone al cuore, e mi ricordo d'aver vissuto.



Perché senza magoni al cuore, la vita ti passa accanto.



Permettete, io il profumo lo sento.



Oggi è tempo, e silenzio.



E magari qualche spiegazione razionale.



Perché è così.



Ma anche no.



(Se solo Fossati, oggi, smettesse di cantare, mi farebbe un piacere, che lancia picconate all'anima. Gratis).

sabato 16 febbraio 2008

Dove andiamo, Corto Maltese?



"se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:

di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo..."

(L'Avvelenata, Francesco Guccini)



La comprensione della complessità.

I livelli di comunicazione.

Il silenzio.



Costruire su macerie. E mantenersi vivo.



(Il Jack Daniel's è solo una comparsa)

giovedì 14 febbraio 2008

Il biglietto della rosa






Io e te

siamo l'amore

e il tempo

Amore liquido



Mi sveglio prestissimo, essendo andato a letto, per motivi quasi lavorativi, alle tre.

Di malavoglia, apro gli occhi alle sette, e mi butto sotto la doccia.

Visto che ci sono, rassetto il bagno, passo l'aspirapolvere in casa, metto le camicie in lavatrice.

Alle nove e un quarto dovrebbe passare la tipa dell'agenzia per mostrare casa al prossimo inquilino.



Non mi piace essere disturbato la mattina, ma è l'unico modo possibile.



Alle 9.40 mi chiamano, scusandosi, che l'appuntamento era stato annullato.



Scendo al bar a fare colazione. In realtà ho fatto tutte le operazioni in trance. Il mio cervello si sveglia dopo il mio corpo e prima del fegato.



Poi il fegato, generalmente, esce con una scusa e tenta di espatriare, ma queste sono altre storie.



Nel bar entra prima di me una donna visibilmente caruccia, la seguo con lo sguardo.

Attacca un cappuccino.

E una tiritera:

"Quanto non sopporto quelli che si alzano alle dieci del mattino!!!"

Non ce la faccio. Rispondo.

"Signora, mi scusi, io sono uno di quelli. Mi vuole forse sparare?"

"No, ma sicuramente avrà le sue buone ragioni..."

"Può darsi. Ho finito di lavorare alle tre".

"Va bene, ma uno che finisce alle dieci?"

(Uno che finisce di lavorare alle dieci, secondo me è poco meno meritevole di uno che finisce alle tre... supponendo che finendo alle 22 abbia cominciato alle 13, o alle 14, se fa un turno... oppure, insomma, credo se la possa prendere comoda...)

"Signora, mi perdoni se mi intrometto... ecco... credo che lei si stia riferendo al suo compagno/marito... la prego, accetti questa cioccolata da parte mia per addolcirsi la mattinata... e, mi perdoni... gli uomini oggigiorno sono rarissimi: si tenga stretto il suo compagno, lo metta su un piedistallo, lo veneri in quanto uomo "normale" e lo perdoni almeno oggi, che è San Valentino..."

"Ma lei parla proprio come Antonio... ma vi siete messi d'accordo?"

Sorridiamo tutti. Le va via.

Mi spiega la barwoman:

"No, guardi, è arrabbiata perché non ha trovato in vetrina un regalo che avrebbe voluto... in realtà il marito è venuto qui alle sette... ha comprato il tutto e glielo farà trovare quando tornerà a casa..."



Mi imbatto in "Amore Liquido", un articolo terrificante sulla Gazzetta del Mezzogiorno, lontanamente ispirato dall'omonimo saggio di Bauman, sulla precarietà dei rapporti.



Il giornalista non è che non abbia capito il senso... ma era avvelenato contro l'amore... e non ha capacità di scrittura. Quelli che passano da copiare il compito al liceo alla gazzetta.



Una zappa in mano, ripeto mentalmente.



Io, personalmente, credo nell'amore. E nella sua celebrazione, sempre, in ogni modo.



Credo nell'innamoramento, nell'essere compagni e complici.



Credo nell'essere amici, e amanti al tempo stesso.



E nell'essere soli.



Perché è una necessità interna.



Credo in tutti questi stati dell'essere, perché sono tutti autentici, e necessari.



Credo che esista la capacità di sentirsi, e di guardarsi vivere, un attimo, da fuori, per apprezzarsi di più.



Non credo nelle tristi generalizzazioni. Nelle facili generalizzazioni.

.

Io non sono cinico, ma nemmeno desideroso di false aspettative.



Credo che l'isteria non serva, e che ogni atto non abbia quel senso di catastrofico.



Del resto, sulla terra, gli unici a festeggiare San Valentino siamo solo noi umani.





Gli altri, guardandoci, sghignazzano.

martedì 12 febbraio 2008

Doverose precisazioni



Due anni fa, dovendo arredare la casetta che ora sto lasciando, e non sopportando i mobili componibili (mi piace sempre costruirmi le mie cose, sarà che da bambino mi costruivo da solo i giocattoli, poi son passato alle donne, poi alle aziende, e ora son tornato ai giocattoli, che sono storie, idee, aziende, amori, perché tutto è un gioco, perfetto, altissimo e mirabile)... incontrai in un bricocenter un amico d'infanzia, con il padre...



- Waglio'!!! (1)



- Madu'!!! (2)



- Come stai?



- Resisto! e tu?



- Bene! ho comprato casa! a Rutigliano! lavoro come chimico a Tecnopolis e lo trovo comodissimo. Ovviamente la casa l'ho presa da solo! e tu?



- Beh, sai... ho fondato un consorzio all'export e un comitato cittadino, ho preso più aerei che treni per un paio d'anni... poi ho scoperto un buco di bilancio nell'azienda di famiglia che pareva uno stato del sudamerica e mi sto divertendo così...



- Dicono che ti sia sposato...



- Sì, contro una vostra collega. Sono finito a M. per cinque anni. Poi mi son ripreso... il cervello e la mia vita. E ora mi sono trasferito a Giovinazzo, dove tutti andavamo a passeggiare. Ti ricordi?



- E' incredibile. La tua vita sembra un romanzo!



- Potrebbe essere un inizio.



Lo è stato.



La realtà supera spesso la fantasia. E non è un luogo comune.





(1) Waglio': Amico mio!

(2) Madu': Madonna santa! (che tutto attaccato significa un altra cosa, leggi, Serè!)



lunedì 11 febbraio 2008

Tutto il mondo è paese

A tavola.



- Sentito la notizia? S'nasscnnut' (1) Carla Bruni...



Tutto il mondo è paese.



(1) S'nascnnut', se n'è scesa. Scendersi: restare incinta, propriamente di donna che vuole incastrare un uomo.

venerdì 1 febbraio 2008

La strada nel bosco



Ci sono degli eventi che sembrano predestinati, connessi gli uni agli altri.

La felicità più grande è sentire questa predestinazione. Che viene confermata dal più razionale "senno di poi", per carità...



Ma l'attimo in cui fai qualcosa, e senti che sarà l'inizio di una cosa più grande, è meraviglioso.



Ho fatto questa foto questa estate, durante un servizio fotografico che ci ha portati in giro per le campagne del brindisino.



Era una delle inquadrature scelte per il video da girare. Solo che quando scendemmo dal fuoristrada dissi "quì quì... facciamola quì... la camera che entra, come se stesse camminando... e poi spazia ad aprire sulla radura, la vecchia chiesa, il pozzo..." Sembrava che fosse stato costruito tutto per combaciare con le esigenze di copione e di regia.



Son belle cose.

Scatto le mie foto per vedere come sarebbe venuta la ripresa nel giorno successivo, per mostrarla al regista e al cameraman per decidere il taglio, ma anche perché era bellissima.



E' un ritorno all'infanzia, al mondo dei sogni, al mondo delle favole.

E senti tutto un profumo di bellezza che passa gli alberi aggrappato ai raggi di luce, ai barbagli, alle stesse foglie mosse dal vento, ai rami e ai tronchi che sembrano braccia e gambe di antichi giganti.

Sembrava quasi che di lì a poco si sarebbe affacciato Barbalbero a salutarci.



Poi ho messo tutto sui miei DVD.

E ho spostato l'archivio.

E poi il DVD è scomparso, perché l'etichetta era sulla custodia. Solo sulla custodia.

E non l'ho rimesso a posto.



E poi ho incontrato una persona speciale.

Perché la vita, alla fine, gli incontri te li fa fare.

Anche se prima ti avverte, casomai, di mettere il vestito buono.

E quel sabato mattina sapevo che la persona speciale sarebbe venuta. Ma non sapevo che sarebbe stata così speciale.

Non sapevo che ci avrebbe onorato della sua sapienza...

Non sapevo che ci avrebbe onorato della replica di una sua conferenza, raccontandoci per filo e per segno come collegare gli elementi dell'universo, favola per favola, storia per storia, leggenda per leggenda.



Ed io ascoltavo questa persona, e sorridevo.



Perché mentre parlava un ago invisibile cuciva nella mia mente concetti che erano lì, da tempo, ad aspettare un senso comune che sospettavo ci dovesse essere.

Come i pezzi di un grande immenso puzzle... loro sanno che sono parte di un disegno, tu no, se non hai la scatola.

Questa persona è la scatola.

La scatola con il disegno.



Ieri ho ritrovato il DVD.

E la foto.

Perché sapevo che c'era, sapevo che sarebbe stata perfetta. Da un tripudio di colori, i colori dei sogni, alla definizione della strada nel bosco al secondo sguardo, a passare da un punto all'altro, a vagare, a superare la strada, al dopo.

E si ritorna.

Perché tutto torna a posto, nel mondo.



E ti trovi persino con l'abito giusto.