Io lavoro spesso di notte.
Mi piace quel momento in cui il sonno lascia il posto al ticchettio dei tasti del computer.
E i pensieri del giorno si riordinano in tutte quelle forme d'arte che rappresentano il mio lavoro.
Non è una regola, perché nell'ispirazione non ci sono regole.
Non sono per gli artisti mestieranti, quelli che dicono di lavorare dalle nove alle diciassette.
Non lo sono perché, magari, non ci riesco. Ma io funziono così. E rispetto le date di consegna.
Io qualche volta faccio tardi.
E, poiché immagino che altri abbiano i ritmi diversi dai miei, non do fastidio a nessuno, almeno credo, perché, innanzitutto, non voglio essere disturbato.
Chiamo i miei clienti e contatti dopo le 10 di mattina, perché, magari, alle 9.00 stanno aprendo il negozio, e devono fare qualcosa prima di rendersi presentabili al mondo.
E magari il pomeriggio alle 14.30 hanno altro da fare.
E, ancora peggio, alle 13.30 stanno pranzando (qui a sud facciamo così). E non siamo in un ipermercato aperto 24 ore su 24.
E oggi è sabato.
Il citofono squilla alle 07.50
"Scusate la Primera grigia è vostra?"
Sono gli operai che stanno restaurando la casa a fianco.
Giustamente, se tu ti alzi presto, tutto il mondo fa come te.
Domani vengo io a suonare a casa tua. Mentre stai facendo il TUO meritato riposo.
E non ditemi che sono intollerante. Perché parcheggio dall'altra parte della piazza: tanto, se ti devono portar via l'auto non si fanno problemi, e tenerla fuori, a due metri o a duecento non fa differenza.
Ma il problema, credo sia chiaro, è d'ordine generale.
Scusate lo sfogo. Io odio essere svegliato.
Il quartiere sta andando a fuoco?
Godzilla è spuntato dal porto?
Sono tornati gli americani a bombardare l'acciaieria?
Mastella è tornato a fare il Ministro di Grazia e Giustizia? (questo mi interessa di meno)
Sei una delle mie ex che mi sta chiedendo: scusa? (ancora meno)
NO?
Allora fatemi la cortesia:
Non rompetemi il cazzo.
Amen.
Mi piace quel momento in cui il sonno lascia il posto al ticchettio dei tasti del computer.
E i pensieri del giorno si riordinano in tutte quelle forme d'arte che rappresentano il mio lavoro.
Non è una regola, perché nell'ispirazione non ci sono regole.
Non sono per gli artisti mestieranti, quelli che dicono di lavorare dalle nove alle diciassette.
Non lo sono perché, magari, non ci riesco. Ma io funziono così. E rispetto le date di consegna.
Io qualche volta faccio tardi.
E, poiché immagino che altri abbiano i ritmi diversi dai miei, non do fastidio a nessuno, almeno credo, perché, innanzitutto, non voglio essere disturbato.
Chiamo i miei clienti e contatti dopo le 10 di mattina, perché, magari, alle 9.00 stanno aprendo il negozio, e devono fare qualcosa prima di rendersi presentabili al mondo.
E magari il pomeriggio alle 14.30 hanno altro da fare.
E, ancora peggio, alle 13.30 stanno pranzando (qui a sud facciamo così). E non siamo in un ipermercato aperto 24 ore su 24.
E oggi è sabato.
Il citofono squilla alle 07.50
"Scusate la Primera grigia è vostra?"
Sono gli operai che stanno restaurando la casa a fianco.
Giustamente, se tu ti alzi presto, tutto il mondo fa come te.
Domani vengo io a suonare a casa tua. Mentre stai facendo il TUO meritato riposo.
E non ditemi che sono intollerante. Perché parcheggio dall'altra parte della piazza: tanto, se ti devono portar via l'auto non si fanno problemi, e tenerla fuori, a due metri o a duecento non fa differenza.
Ma il problema, credo sia chiaro, è d'ordine generale.
Scusate lo sfogo. Io odio essere svegliato.
Il quartiere sta andando a fuoco?
Godzilla è spuntato dal porto?
Sono tornati gli americani a bombardare l'acciaieria?
Mastella è tornato a fare il Ministro di Grazia e Giustizia? (questo mi interessa di meno)
Sei una delle mie ex che mi sta chiedendo: scusa? (ancora meno)
NO?
Allora fatemi la cortesia:
Non rompetemi il cazzo.
Amen.