sabato 19 gennaio 2008

La stupidità si alza presto

lo2

Io lavoro spesso di notte.



Mi piace quel momento in cui il sonno lascia il posto al ticchettio dei tasti del computer.

E i pensieri del giorno si riordinano in tutte quelle forme d'arte che rappresentano il mio lavoro.

Non è una regola, perché nell'ispirazione non ci sono regole.



Non sono per gli artisti mestieranti, quelli che dicono di lavorare dalle nove alle diciassette.

Non lo sono perché, magari, non ci riesco. Ma io funziono così. E rispetto le date di consegna.



Io qualche volta faccio tardi.



E, poiché immagino che altri abbiano i ritmi diversi dai miei, non do fastidio a nessuno, almeno credo, perché, innanzitutto, non voglio essere disturbato.



Chiamo i miei clienti e contatti dopo le 10 di mattina, perché, magari, alle 9.00 stanno aprendo il negozio, e devono fare qualcosa prima di rendersi presentabili al mondo.



E magari il pomeriggio alle 14.30 hanno altro da fare.



E, ancora peggio, alle 13.30 stanno pranzando (qui a sud facciamo così). E non siamo in un ipermercato aperto 24 ore su 24.



E oggi è sabato.



Il citofono squilla alle 07.50



"Scusate la Primera grigia è vostra?"



Sono gli operai che stanno restaurando la casa a fianco.



Giustamente, se tu ti alzi presto, tutto il mondo fa come te.



Domani vengo io a suonare a casa tua. Mentre stai facendo il TUO meritato riposo.



E non ditemi che sono intollerante. Perché parcheggio dall'altra parte della piazza: tanto, se ti devono portar via l'auto non si fanno problemi, e tenerla fuori, a due metri o a duecento non fa differenza.



Ma il problema, credo sia chiaro, è d'ordine generale.



Scusate lo sfogo. Io odio essere svegliato.



Il quartiere sta andando a fuoco?

Godzilla è spuntato dal porto?

Sono tornati gli americani a bombardare l'acciaieria?

Mastella è tornato a fare il Ministro di Grazia e Giustizia? (questo mi interessa di meno)

Sei una delle mie ex che mi sta chiedendo: scusa? (ancora meno)



NO?



Allora fatemi la cortesia:



Non rompetemi il cazzo.



Amen.

giovedì 17 gennaio 2008

martedì 15 gennaio 2008

Perché non voglio ferirti il cuore



E così torni, e sono mille le parole che mi dici. E sono mille luci, e mille ombre.

Parli,

e racconti e ti racconti

e mi racconti

per raccontare in fondo

te stessa a te stessa.

Perché è così che si fa.

E accade, ancora, ancora.

E le parole perdono senso e diventano onda, come una antica preghiera.

Perché il rito eterna.

E tu non sei donna, sei tutte le donne.

E non voglio ferirti il cuore.

Perché sei la mia passione.



lunedì 14 gennaio 2008

The Road House Blues



The future is uncertain

and the end is always near.



(Evvai!)



(Foto di AP. Lui è Lucio, il "bello" della Taverna Vecchia, all'opera con l'armonica in LA).

Sesso con AmorPlatonico

Amica: No, quella stronza di segretaria... mi ha rovinato la vita... credo che mi suiciderò!

AP: Non puoi suicidarti senza prima aver fatto l'amore con me...

A: Hai ragione. Prima facciamo l'amore, poi mi suicido.

AP: Sei pazza? Avrò sensi di colpa vita natural durante!



Son cose...

sabato 12 gennaio 2008

Bianconero



Mi parli di bianconero, mi chiedi informazioni, nozioni di fotografia.

No, bella mia. Non ci sono più le pellicole bianconero. Non ci sono proprio più le pellicole. Chi scatta ancora in pellicola non è un puro. E' un demente.  O  un  pagliaccio che vuole mostrare la Rolleiflex, o la Leica da dodici milioni. Di lire, non di pixel. Allora significa che sei vecchio. E hai bisogno di mostrarti ad un pubblico. La tua Leica  allora è come una vecchia Porsche. Bellissima. Ma consuma, inquina e si scassa.

Perché, mi insegnano, ad una certa età, o sei vescovo, o sei sagrestano.

Cresci, bello, cresci.



Ma torniamo a noi.

Mi chiedi se ogni foto può essere bianconero.

No.

Il bianconero è fatto di contrasti. Non di colori. Colori contrastanti possono dare identici toni di grigio.

Il bianconero è fatto di luce. Di luce ed ombra. Per certi versi è iperreale. Come se tagliasse la realtà in nuove visioni.





Il bianconero racconta. Diversamente dal colore. Racconta sentimenti puri. Si distacca dalla realtà dei colori e ti porta non ad un coro, ma ad un pensiero dominante. Ad una sola voce.



E tu ci canti assieme.



Se chi canta è bravo.



E se sei bravo anche tu.



E, fondamentalmente, se hai voglia di cantare.



(Lui è Davide Santorsola. Il sempreverde Keith Jarret di Bari. E quando lui suona, suona insieme il resto dell'universo. La foto è da pellicola. Ed è una signora pellicola: una T-Max P3200 Kodak, tirata a 6400 iso. Splendida. Dovevi comprarti lo sviluppo push T-Max e sviluppartela da solo. Una volta sono arrivato a 25.000. Fotografavo la notte, la gente, con la luce fioca delle lampade da trenta watt. O delle candele. Vedevi come vedono gli occhi, che di notte non guardano con la luce, ma con l'intelligenza, con la memoria, ricostruendo immagini parziali. Era la pellicola del racconto. Ora devi tribulare un po' di Photoshop. Ma funziona, fortunatamente, uguale. Ma quando vedo qualcuno lodare una macchina perfettissima... mi piacerebbe farlo discutere con un crick. Perché non è la macchina che scatta. Sei tu. Sempre e soltanto tu. E non c'è cosa più sublime di condividere la bellezza).

venerdì 11 gennaio 2008

Conosci te stesso...





















(foto non disponibile (*). NON è un errore del vostro browser.

Premere F5 non servirà assolutamente a nulla)






















AP: Allora cosa ne pensi della copertina del libro?

Editor: Va molto bene, molto poetica. Quando l'hai fatta?

AP: Un po' di tempo fa. Ero ad una mostra. La bambina l'ho trovata così, pensierosa...

Editor: E vestita così? Roba da matti!

AP: Non mi stupisco piu' di niente! :D

Editor: :D

AP: Ma avrei un dubbio...

Editor: Ah, sì?

AP: Ho fatto delle foto spettacolari ad Amore e Psiche del Canova al Louvre... potremmo usarle sia per la copertina, in alternativa, che per l'arredamento del locale... io le ho tenute in atelier... e non erano affatto male... in particolare un primo piano dei volti... solo che c'è un problema...

Editor: Ti pareva! quale?

AP: Ecco... i files originali delle foto stanno sul mio vecchio hard disk... che si è bruciato... oppure in un cd da qualche parte (e dire qualche è riduttivo)... oppure una copia ce l'ha la mia ex moglie... visto che le abbiamo fatte insieme... magari... telefonando...

Editor: sì? ...NON TE LE DARA' MAI.

AP: Caffè?



Cambiare argomento al volo evita l'arrovellarsi del fegato.

Talento innato degli scrittori. Ma ancor più degli editori.



(*) La foto per questo post è Amore e Psiche del Canova, fatta dal sottoscritto al Louvre. Una stampa distrutta si trova a capoletto, a casa mia. Che sarebbe anche carino per invitarci le fans al posto della collezione di farfalle... detto questo...

















(sedici battute di silenzio. conta.)




















In realtà oggi si parla di annullamento del tempo. Perché esistono dei momenti, delle relazioni, delle situazioni in cui il tempo si ferma. Non si dilata. Si ferma proprio.



Come se si entrasse in contatto con l'oceano dell'anima.



Sperando di non incontrare indomabili tempeste.