sabato 12 gennaio 2008

Bianconero



Mi parli di bianconero, mi chiedi informazioni, nozioni di fotografia.

No, bella mia. Non ci sono più le pellicole bianconero. Non ci sono proprio più le pellicole. Chi scatta ancora in pellicola non è un puro. E' un demente.  O  un  pagliaccio che vuole mostrare la Rolleiflex, o la Leica da dodici milioni. Di lire, non di pixel. Allora significa che sei vecchio. E hai bisogno di mostrarti ad un pubblico. La tua Leica  allora è come una vecchia Porsche. Bellissima. Ma consuma, inquina e si scassa.

Perché, mi insegnano, ad una certa età, o sei vescovo, o sei sagrestano.

Cresci, bello, cresci.



Ma torniamo a noi.

Mi chiedi se ogni foto può essere bianconero.

No.

Il bianconero è fatto di contrasti. Non di colori. Colori contrastanti possono dare identici toni di grigio.

Il bianconero è fatto di luce. Di luce ed ombra. Per certi versi è iperreale. Come se tagliasse la realtà in nuove visioni.





Il bianconero racconta. Diversamente dal colore. Racconta sentimenti puri. Si distacca dalla realtà dei colori e ti porta non ad un coro, ma ad un pensiero dominante. Ad una sola voce.



E tu ci canti assieme.



Se chi canta è bravo.



E se sei bravo anche tu.



E, fondamentalmente, se hai voglia di cantare.



(Lui è Davide Santorsola. Il sempreverde Keith Jarret di Bari. E quando lui suona, suona insieme il resto dell'universo. La foto è da pellicola. Ed è una signora pellicola: una T-Max P3200 Kodak, tirata a 6400 iso. Splendida. Dovevi comprarti lo sviluppo push T-Max e sviluppartela da solo. Una volta sono arrivato a 25.000. Fotografavo la notte, la gente, con la luce fioca delle lampade da trenta watt. O delle candele. Vedevi come vedono gli occhi, che di notte non guardano con la luce, ma con l'intelligenza, con la memoria, ricostruendo immagini parziali. Era la pellicola del racconto. Ora devi tribulare un po' di Photoshop. Ma funziona, fortunatamente, uguale. Ma quando vedo qualcuno lodare una macchina perfettissima... mi piacerebbe farlo discutere con un crick. Perché non è la macchina che scatta. Sei tu. Sempre e soltanto tu. E non c'è cosa più sublime di condividere la bellezza).

5 commenti:

  1. a chi cercava nozioni di fotografia, credo che, leggendoti, tu ne abbia date...e credo anche di preziose...

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  2. mi giro e rigiro in una foto in bianco e nero in questi giorni...

    iperreale, cangiante, senza colori, ma ombre, pensieri, gocce, sibili...

    Solitudini che solo il senzacolore può raccontare. Solitudini irreali, è ovvio........

    divago come sempre...



    un bacio

    Morgana





    (e grazie, perchè tenere fra le mani la splendida macchina fotografica è stato amozionante...ma come ci si sente liberi e fluidi con Lei fra le mani??? Dovrei passarci assieme qualche ora, farle dei complimenti, farci l'amore appassionatamente e poi due coccole...allora saremmo intimi...)

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  3. @angulus



    sono trasfigurazioni. lo sai benissimo.



    @morgana



    "Pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo cominciare una chitarra".



    Metafore, babe, metafore.



    (Citazione dotta di De Andrè)

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  4. carino qui... si sta bene...

    Sento il caldo della luce e la musica nella mente...

    un bicchiere di vino e siamo ok!

    Notte

    L.

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