"Sí, gli amici non possono comportarsi cosí, perché io mica divento amico del primo che incontro. Io decido di voler bene, scelgo; e quando scelgo è per sempre."
(Michele Apicella, Nanni Moretti, in Bianca)
Io sono essenzialmente sincero. Cioè non credo di aver bisogno, ormai, dopo provata esperienza di vita e alcune situazioni da vaselina (scusate l'immagine cruda, ma questa è), di crearmi una maschera, un qualcosa che separi un aspetto “esteriore” del me da uno interiore.
Anzi, sto lavorando su me stesso – voi direte: e che ce ne frega?, io vi rispondo: e andate... su di un altro sito! – per fare in modo che quello che si vede fuori sia quello che c'è dentro: una specie di lavoro all'incontrario, un reverse engeneering (i cultori dell'open source apprezzeranno; Sterfi: cerca “reverse engeneering” su Google prima di commentare altrimenti ti scateno direttamente Bozzone), quello di decidere quale parte di me stesso coltivare al meglio, farla venire fuori senza di fatto costruire una parvenza, una maschera, come certe chiese del Seicento, con quelle belle facciate che sembrano infinite e poi molto molto piu' piccole dentro...
Era chiamata persona la maschera che gli attori greci e latini indossavano durante le rappresentazioni teatrali. Ma noi andremo oltre.
Quando spesso parlo di internet con chi non la usa, con chi non ha un blog, con chi non usa una chat... mi sento sempre rispondere la stessa cosa: “sì, ok, ma conoscere gente in rete... è strano... non si è sinceri davanti ad un monitor, perchè dall'altra parte potrebbe esserci chiunque”.
Siccome sono dell'idea che diamo agli altri la dimensione del nostro cuore, devo supporre di interloquire con potenziali maniaci, serial killer, mostri, assassini e quant'altro.
Quello è meetic & co. Sono i siti d'incontri.
Poi mi si viene a ripetere la questione delle sensazioni “a pelle”... mamma santa... ma sempre là si va a parare? E se io con una persona ci voglio parlare prima? E se quella sera ho gli ormoni sfasati e le attacco addosso (si suppone femmina, in questo caso) delle qualità che non ha, ma che io vorrei avesse, solo perchè sfoggia un paio di tette che neanche Storas (ma questa è un'altra storia)? O perchè ha quell'odore che mi ricorda proustianamente la mia prima fidanzata all'asilo?
(Aurelia! Dove sei? Che fine hai fatto? Ti sei svaccata o sei rimasta una bambolina?).
Non ho bisogno personalmente di fare la ruota di cose che non ho.
Molti dei miei lettori mi conoscono personalmente, e il piu' bel complimento che possano farmi è che “sono esattamente come sono nel blog, o in chat”. Magari sono una testa di cazzo (francese, ma è lunedì e ieri ho fatto backstage in una sfilata e c'erano molte donzelle alle quali avrei voluto attribuire una laurea in lettere classiche e non mi sono ancora ripreso dalla tempesta ormonale post-evento... perchè io sono professionale e sto malissimo solo dopo...) ma sono esattamente quello che si erano aspettate. O aspettati.
Aspettati, certo, perchè il sottoscritto non è letto espressamente da donzelle, ma anche da nobili cavalieri, con i quali nasce un fiero e reciproco rapporto di stima, e, cosa splendida, d'amicizia.
Perchè trovare un amico, una persona che ci sia mentalmente affine, magari anche lontana tale da vedersi poco, perchè gli amici sono comunque fatti per “fare”, non per “raccontare” soltanto, è una questione difficile e perigliosa.
E a volte anche per bere. E il vino scorre a fiumi. E assime al vino, quello buono, una certa vita. Non si fraintenda... non sono un beone. Ma niente è piu' bello di un buon bicchiere con un amico.
E quando si trovano delle affinità, hai trovato un compagno di viaggio, un compagno di sbronze, qualche volta una spalla su cui piangere, qualche volta qualcuno che ti dica “ma vaffanculo” al momento giusto, tanto per farti riprendere da una serie circolare di seghe mentali da sembrare la tua vita un anello di Mobius.
Ed oltre ad essere sincero, nonostante dica d'essere permaloso, ma sono permaloso con chi, “a pelle” (e a pelle funziona pure in rete, non preoccupatevi: avete voglia a nascondervi! Vi si becca facilmente!), con chi “a pelle”, dicevo, tende un po' troppo ad essere sgargiante, vamp, vittima o personaggio, sono aperto al dialogo e al confronto.
Ok, ho un nick altisonante. Amor Platonico. Minchia! Ma mi piaceva e mi piace. Mi piace per la parola Amore, che tutto permea, purtoppo o per fortuna, e per il senso di Platone, una degli illuminati che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita. E che spesso la scuola non ti insegna. Dovrebbero insegnarlo al catechismo, o farci un reality.
Tempo fa discutevo sul blog con la mia (mia? mah!) riccioluta, gelosissima perchè quando lo ha scorso ha trovato piu' commenti di donne che di uomini e la prima cosa che le è venuta in mente da fare è stata una sacrosanta scenata di gelosia.
Il profumodelsale è casa mia. Una delle mie case. Una ben arredata e tirata a lustro ce l'ha la mia ex moglie. Un'altra, piu' piccola, davanti al mare, con tutte le cose metà accatastate e metà accampate, tranne il tinello sempre pronto ad ospitare amici e tirare spaghetti, è quella dove vivo. Un'altra, virtuale, ma di virtuale ne ha poco ormai, per quello che sento, è questo spazio sulla rete.
Vengo al dunque, dopo questi lunghi ma necessari preamboli.
L'unico limite posto ai commenti è di essere registrati a Splinder, non mi piacciono gli anonimi. Prendete coraggio ad essere identificabili.
Non ho mai bannato nessuno, neanche Bozzone, ultimo e triste campione di finezza.
Ho cancellato in tutto un paio di commenti, anonimi, molto ma molto personali, di un qualcuno che non ha rispetto di niente e di nessuno a cominciare da sé stessa, e semina scempio ovunque mette piede. Ma tanto questa persona morirà sola.
In questo momento di trambusto della mia vita, questa casetta è una cosa bella. Ci tengo molto, devo dirvi, ma come tengo a tutte le cose, considerando che la vita può darti tutto e che tutto può portarti via, tranne te stesso.
Quindi lascio sempre la porta al massimo socchiusa, ma senza chiavi di sorta.
Ma non mi piace far sì che tutto sembri perfetto e in bella forma. Artificialmente, come si pota un giardino all'italiana. Se bello deve essere, che lo sia di sua costituzione. Una base buona, forse, c'è, che è una certa intenzione di fondo.
Mi sembra di fronteggiare abbastanza cinismo e falsità nella mia esistenza quotidiana da non volermelo ritrovare gratuito anche nella mia sfera personale. Ma non caccio nessuno. Perchè non è così che si fa.
I blog sono, per un certo senso, delle cose pubbliche, delle opere comunitarie.
Altrimenti si fanno privati.
O per fare le cose zozze.
O per tenere un diario da tredicenne.
O se sei un personaggio con manie di grandezza, che da solo crea e distrugge mondi. Ma solo nella sua testa.
Il resto, è qui.