Sul lungomare con B. una delle mie migliori amiche.
IO - Ma che fine ha fatto la tua collega, G., come sta all'altra filiale della banca?
B - Sta incazzata nera!
IO - Più del solito?
B - Beh, credeva d'essere la capa.
IO - Beh, coordinava la cassa. Non è da tutti. Poi era stupenda quando bestemmiava in barese alla sede di Montebelluna...
B - Non è proprio questo... qui sentiva di fare il buono e il cattivo tempo...
IO - Così potente? azzo, dovevi dirmelo prima!
B - No... non proprio... veramente il direttore l'aveva responsabilizzata dandole il telecomando del climatizzatore!!! ci faceva morire di caldo in estate e di freddo in inverno...
IO - ....
sabato 13 maggio 2006
giovedì 11 maggio 2006
Cromosoma isterico
- Come come sto? Ieri sera mi pianti una grana infinita perchè trovi la mail di una cliente (vabbè, gnocca!) su un pezzo di carta a casa mia, te ne vai sbattendo la porta (scorrevole), mi rovini la serata, mi chiami incazzatissima accusandomi di tutti i delitti del mondo, e ora mi chiedi come va?
- Volevo sapere come stavi... ti voglio bene e sono tranquilla se so che le cose ti vanno bene...
- Cioè, aspetta: vita privata infernale per le tue menate da quindicenne gelosa e poi fai tutta la carina la mattina?
E poi dovrei tornare a casa (mia) e troverti incazzata per il motivo X mentre invece è per il motivo Z?
- Ma... non è colpa mia se ti voglio bene.
- Ma guarda che la mattina sono la stessa persona con la quale litighi la sera. E viceversa. E meno male che mi vuoi bene!
E' un cromosoma, uno, cavolo un solo cromosoma a creare tutto questo casino???
- Volevo sapere come stavi... ti voglio bene e sono tranquilla se so che le cose ti vanno bene...
- Cioè, aspetta: vita privata infernale per le tue menate da quindicenne gelosa e poi fai tutta la carina la mattina?
E poi dovrei tornare a casa (mia) e troverti incazzata per il motivo X mentre invece è per il motivo Z?
- Ma... non è colpa mia se ti voglio bene.
- Ma guarda che la mattina sono la stessa persona con la quale litighi la sera. E viceversa. E meno male che mi vuoi bene!
E' un cromosoma, uno, cavolo un solo cromosoma a creare tutto questo casino???
La donna della mia vita
Sabato sera. In giro con la comitiva. Tutti bravi ragazzi. Tre coppie, una single, piu' io e la Riccioluta. Scoppiati.
Dove andiamo? io, pratico e stanco... "compriamo le pizze e andiamo a casa mia... terrazzo davanti al mare e ci facciamo la chiacchiera..."
No. E' sabato e BISOGNA uscire.
Ed io odio le code. Coda fuori del locale (ovviamente il locale scelto dalla single: alla moda e pieno di gente: cioè, aspetti un sacco per mangiare malissimo; eppoi: se esci con una comitiva di "appaiati" e abbastanza chiusa - la riccioluta morde - chi cavolo vuoi che ti calcoli? oppure mettiti un cartello con sopra scritto "CERCASI FIDANZATO DISPERATAMENTE. ASTENERSI PERDITIEMPO. POSSIBILMENTE STRONZO, COSÌ FACCIO ANCHE LA VITTIMA"). No. Troppo difficile.
Si decide di cambiar destinazione. Strada piena di bei locali tipo Trastevere (anche se Trastevere è tutta un'altra religione).
Entriamo in un altro posto. Pizzeria dignitosa e carina. Bella luce. Bella gente. Dieci minuti per il tavolo (dieci minuti veri, non dieci minuti del il tipo con l'auricolare, la lista e i biglietti tipo banco macelleria e il "vi chiamo io". E non per cognome. Per numero. Muuuuuuu!)
Io, A. (un amico duepiùduefaquattro) e LaSfusa (la single di professione) andiamo nel locale piu' avanti che è piu' figo, per vedere se casomai...
Entriamo io e A.
Lei è lì.
Al tavolo.
Bellissima.
Capello lunghissimo. Nero. Zingaresco.
Orecchino al naso.
Bella.
Bella.
Bella.
Sorridente.
Metà Biancaneve. Metà Morgana.
Io, vestito rigorosamente di nero. Guardabile. Persino affascinante. Forse. Mah!
La guardo. Non la riconosco immediatamente.
Lei mi sorride, e mi saluta. Veramente, si sbraccia. Si alza e mi viene incontro. Ovviamente ignorando il personaggio al tavolo con lei.
Io non la ricordo (mi sembra una mia amica modella, ma non può essere... a Bari, no, non è possibile). E' lei, invece.
Maledetta.
La DonnaDellaMiaVita.
Protagonista di una mia cotta postadolescenziale preseparazione (tanto ti innamori ogni sette secondi, perchè è pura fantasia).
E' lei, quel personaggio mistico, che viene fuori dal mio immaginario, dell'antiborghese intellettuale. Della donna che sbuca da un libro di Chatwin. Che ha l'infinito negli occhi.
"Ciao AmorPlatonico! non ti ricordi di me?"
("E chi potrebbe dimenticarti? Io ti amo da quando sono nato e lo so soltanto ora!")
"Sono A*, l'amica di N.!"
"Certo. Certo che mi ricordo di te!" (saluto anche il termosifone al fianco, così non si sente escluso)
Due minuti di convenevoli.
Mi volto, A, spalla degna, si è volatilizzato per lasciarmi campo libero, portandosi via LaSfusa.
Chiacchiere. Sorrisi e chiacchiere. E sorrisi.
Lei è davvero la donna della mia vita.
E sono fortunato.
Per due motivi.
Primo: incarna un sogno. Che ora ha un volto. E dare un votlo ai sogni li aiuta a scaricare le loro energie pulsionali inconscie. Ed è bello parlare con un sogno.
Secondo: e' fidanzata con il termosifone. Grazie, amico mio. Mi hai salvato la vita.
Usciamo dal locale, sottobraccio a A.
Prontamente la telefonata della Riccioluta "Il tavolo è pronto! dove cavolo siete?"
Ridiamo come dei pazzi.
Dove andiamo? io, pratico e stanco... "compriamo le pizze e andiamo a casa mia... terrazzo davanti al mare e ci facciamo la chiacchiera..."
No. E' sabato e BISOGNA uscire.
Ed io odio le code. Coda fuori del locale (ovviamente il locale scelto dalla single: alla moda e pieno di gente: cioè, aspetti un sacco per mangiare malissimo; eppoi: se esci con una comitiva di "appaiati" e abbastanza chiusa - la riccioluta morde - chi cavolo vuoi che ti calcoli? oppure mettiti un cartello con sopra scritto "CERCASI FIDANZATO DISPERATAMENTE. ASTENERSI PERDITIEMPO. POSSIBILMENTE STRONZO, COSÌ FACCIO ANCHE LA VITTIMA"). No. Troppo difficile.
Si decide di cambiar destinazione. Strada piena di bei locali tipo Trastevere (anche se Trastevere è tutta un'altra religione).
Entriamo in un altro posto. Pizzeria dignitosa e carina. Bella luce. Bella gente. Dieci minuti per il tavolo (dieci minuti veri, non dieci minuti del il tipo con l'auricolare, la lista e i biglietti tipo banco macelleria e il "vi chiamo io". E non per cognome. Per numero. Muuuuuuu!)
Io, A. (un amico duepiùduefaquattro) e LaSfusa (la single di professione) andiamo nel locale piu' avanti che è piu' figo, per vedere se casomai...
Entriamo io e A.
Lei è lì.
Al tavolo.
Bellissima.
Capello lunghissimo. Nero. Zingaresco.
Orecchino al naso.
Bella.
Bella.
Bella.
Sorridente.
Metà Biancaneve. Metà Morgana.
Io, vestito rigorosamente di nero. Guardabile. Persino affascinante. Forse. Mah!
La guardo. Non la riconosco immediatamente.
Lei mi sorride, e mi saluta. Veramente, si sbraccia. Si alza e mi viene incontro. Ovviamente ignorando il personaggio al tavolo con lei.
Io non la ricordo (mi sembra una mia amica modella, ma non può essere... a Bari, no, non è possibile). E' lei, invece.
Maledetta.
La DonnaDellaMiaVita.
Protagonista di una mia cotta postadolescenziale preseparazione (tanto ti innamori ogni sette secondi, perchè è pura fantasia).
E' lei, quel personaggio mistico, che viene fuori dal mio immaginario, dell'antiborghese intellettuale. Della donna che sbuca da un libro di Chatwin. Che ha l'infinito negli occhi.
"Ciao AmorPlatonico! non ti ricordi di me?"
("E chi potrebbe dimenticarti? Io ti amo da quando sono nato e lo so soltanto ora!")
"Sono A*, l'amica di N.!"
"Certo. Certo che mi ricordo di te!" (saluto anche il termosifone al fianco, così non si sente escluso)
Due minuti di convenevoli.
Mi volto, A, spalla degna, si è volatilizzato per lasciarmi campo libero, portandosi via LaSfusa.
Chiacchiere. Sorrisi e chiacchiere. E sorrisi.
Lei è davvero la donna della mia vita.
E sono fortunato.
Per due motivi.
Primo: incarna un sogno. Che ora ha un volto. E dare un votlo ai sogni li aiuta a scaricare le loro energie pulsionali inconscie. Ed è bello parlare con un sogno.
Secondo: e' fidanzata con il termosifone. Grazie, amico mio. Mi hai salvato la vita.
Usciamo dal locale, sottobraccio a A.
Prontamente la telefonata della Riccioluta "Il tavolo è pronto! dove cavolo siete?"
Ridiamo come dei pazzi.
domenica 7 maggio 2006
Meraviglie femminili
E' riuscita a sbattere una porta scorrevole.
Poi uno se la prende col terrorismo arabo...
Poi uno se la prende col terrorismo arabo...
mercoledì 3 maggio 2006
domenica 30 aprile 2006
Elementi di Saggezza
Francesco: "Papà, AmorPlatonico è saggio come Confucio... ubriaco"
Francesco è il figlio di un mio amico. Ha dieci anni. Ma che danno da mangiare ai bambini di oggi???
Francesco è il figlio di un mio amico. Ha dieci anni. Ma che danno da mangiare ai bambini di oggi???
sabato 29 aprile 2006
Il Mito dell'Amore
"Il Mito dell'Amore
muore
senza tante cortesie
ti accorgi che è finita
da come cadi nell'insofferenza
ciò che ti unisce
ti dividerà:
nei miei ricordi
la quarta sinfonia di Brahms"
muore
senza tante cortesie
ti accorgi che è finita
da come cadi nell'insofferenza
ciò che ti unisce
ti dividerà:
nei miei ricordi
la quarta sinfonia di Brahms"
E' una canzone di Battiato. Ovviamente. Seconda strofa, Destruens.
Dichiarò qualche tempo dopo che lo stato ideale per scrivere era una pace interiore. Io non capivo (e forse non capisco bene bene neanche ora), perchè vivevo tutto in maniera passionale, un post-romantico, tutto Sturm Und Drang, che ovviamente vede la produzione dell'arte come una esplosione delle passioni, una sublimazione delle passioni.
Poi magari son cambiato, forse un po': saranno le esperienze, saranno gli errori (le stesse cose viste da direzioni differenti).
Comincio pian piano ad essere d'accordo con lui. A malincuore, perchè significa che mi sto privando di una parte di meccanismi che conoscevo di me stesso. E felice, perchè al tempo stesso dovrei potrei mi ingannerei ad un modo magari migliore di vivere. E non solo l'amore.
Il problema è, ancora, sapere che diamine è questo Amore.
Che non è sicuramente la cura per la solitudine (tanto quando sei solo sei solo lo stesso).
Che non è sicuramente il volersi bene. Questa è l'amicizia.
Che non è l'attrazione. O solo quella. Si chiama Sesso. E lì basta cercare su google e hai voglia...
Sarà il profumo dell'altra volta... o sarà ridere... o sarà continuare a ridere, dopo. Dopo tanto tempo. Quando è finita la solitudine. O quando si affaccia di nuovo. Nelle cose "serie" della vita. Quando l'amicizia c'è, ed è profonda. Quando quell'amica ti piace e ti attrae. E ti fa anche carne. E quando parli, e ti confronti. E non ti secchi. E le chiedi cosa ne pensi. E c'è voglia, sempre (o abbastanza, sempre, dai!) di vedersi. E di ridere. Ridere. Sempre.
E pare semplice?
Piangere è facile. Appunto. E' ridere che è difficile.
Mah... ci vorrebbe un buon riso con pollo e curry.
E sarebbe il caso che questi post me li leggessi io per primo.
Dichiarò qualche tempo dopo che lo stato ideale per scrivere era una pace interiore. Io non capivo (e forse non capisco bene bene neanche ora), perchè vivevo tutto in maniera passionale, un post-romantico, tutto Sturm Und Drang, che ovviamente vede la produzione dell'arte come una esplosione delle passioni, una sublimazione delle passioni.
Poi magari son cambiato, forse un po': saranno le esperienze, saranno gli errori (le stesse cose viste da direzioni differenti).
Comincio pian piano ad essere d'accordo con lui. A malincuore, perchè significa che mi sto privando di una parte di meccanismi che conoscevo di me stesso. E felice, perchè al tempo stesso dovrei potrei mi ingannerei ad un modo magari migliore di vivere. E non solo l'amore.
Il problema è, ancora, sapere che diamine è questo Amore.
Che non è sicuramente la cura per la solitudine (tanto quando sei solo sei solo lo stesso).
Che non è sicuramente il volersi bene. Questa è l'amicizia.
Che non è l'attrazione. O solo quella. Si chiama Sesso. E lì basta cercare su google e hai voglia...
Sarà il profumo dell'altra volta... o sarà ridere... o sarà continuare a ridere, dopo. Dopo tanto tempo. Quando è finita la solitudine. O quando si affaccia di nuovo. Nelle cose "serie" della vita. Quando l'amicizia c'è, ed è profonda. Quando quell'amica ti piace e ti attrae. E ti fa anche carne. E quando parli, e ti confronti. E non ti secchi. E le chiedi cosa ne pensi. E c'è voglia, sempre (o abbastanza, sempre, dai!) di vedersi. E di ridere. Ridere. Sempre.
E pare semplice?
Piangere è facile. Appunto. E' ridere che è difficile.
Mah... ci vorrebbe un buon riso con pollo e curry.
E sarebbe il caso che questi post me li leggessi io per primo.
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