venerdì 1 febbraio 2008

La strada nel bosco



Ci sono degli eventi che sembrano predestinati, connessi gli uni agli altri.

La felicità più grande è sentire questa predestinazione. Che viene confermata dal più razionale "senno di poi", per carità...



Ma l'attimo in cui fai qualcosa, e senti che sarà l'inizio di una cosa più grande, è meraviglioso.



Ho fatto questa foto questa estate, durante un servizio fotografico che ci ha portati in giro per le campagne del brindisino.



Era una delle inquadrature scelte per il video da girare. Solo che quando scendemmo dal fuoristrada dissi "quì quì... facciamola quì... la camera che entra, come se stesse camminando... e poi spazia ad aprire sulla radura, la vecchia chiesa, il pozzo..." Sembrava che fosse stato costruito tutto per combaciare con le esigenze di copione e di regia.



Son belle cose.

Scatto le mie foto per vedere come sarebbe venuta la ripresa nel giorno successivo, per mostrarla al regista e al cameraman per decidere il taglio, ma anche perché era bellissima.



E' un ritorno all'infanzia, al mondo dei sogni, al mondo delle favole.

E senti tutto un profumo di bellezza che passa gli alberi aggrappato ai raggi di luce, ai barbagli, alle stesse foglie mosse dal vento, ai rami e ai tronchi che sembrano braccia e gambe di antichi giganti.

Sembrava quasi che di lì a poco si sarebbe affacciato Barbalbero a salutarci.



Poi ho messo tutto sui miei DVD.

E ho spostato l'archivio.

E poi il DVD è scomparso, perché l'etichetta era sulla custodia. Solo sulla custodia.

E non l'ho rimesso a posto.



E poi ho incontrato una persona speciale.

Perché la vita, alla fine, gli incontri te li fa fare.

Anche se prima ti avverte, casomai, di mettere il vestito buono.

E quel sabato mattina sapevo che la persona speciale sarebbe venuta. Ma non sapevo che sarebbe stata così speciale.

Non sapevo che ci avrebbe onorato della sua sapienza...

Non sapevo che ci avrebbe onorato della replica di una sua conferenza, raccontandoci per filo e per segno come collegare gli elementi dell'universo, favola per favola, storia per storia, leggenda per leggenda.



Ed io ascoltavo questa persona, e sorridevo.



Perché mentre parlava un ago invisibile cuciva nella mia mente concetti che erano lì, da tempo, ad aspettare un senso comune che sospettavo ci dovesse essere.

Come i pezzi di un grande immenso puzzle... loro sanno che sono parte di un disegno, tu no, se non hai la scatola.

Questa persona è la scatola.

La scatola con il disegno.



Ieri ho ritrovato il DVD.

E la foto.

Perché sapevo che c'era, sapevo che sarebbe stata perfetta. Da un tripudio di colori, i colori dei sogni, alla definizione della strada nel bosco al secondo sguardo, a passare da un punto all'altro, a vagare, a superare la strada, al dopo.

E si ritorna.

Perché tutto torna a posto, nel mondo.



E ti trovi persino con l'abito giusto.

martedì 29 gennaio 2008

Questo taglio di luna



"Sai che ogni giorno passano richiami

che poi svaniscono nel labirinto dei tuoi pensieri;

forse per questo gli angeli

riportano alla tua tavola

memoria e tepore della sobrietà.



Passano i giorni senza fermarsi mai,

spia la tua vita molto di più.

Se avrai paura e non ti fermerai

un’emozione ti accarezzerà, ti riscalderà"



Alice, Passano gli anni.



Questa è la luna di ieri.

Sarà una combinazione di fattori, sarà stato il mare nero che respirava qui a qualche metro, sarà questo vento nuovo...

Sarà che mi son ritrovato a ricordare la bellezza di questa canzone e la situazione in cui mi capitava spesso di sentirla.

Chi non ha mai percorso la statale 106 ionica da Catanzaro verso Reggio Calabria non ha mai visto davvero il buio: chilometri e chilometri a sessanta all'ora, di notte, dove l'unica luce, se non ci sono paesini, è quella dei tuoi fari e la strada è una lingua nera che si allarga, si restringe, si arrampica su qualche promontorietto o costeggia il mare.

Sei tu, la strada, i tuoi pensieri.

Se sei fortunato, c'è la luna, che rende il tutto di cristallo.

Se sei fortunato, c'è questa musica dolcissima, questa voce distaccata dal mondo che ti parla, e tu hai ventiquattro, venticinque anni... e non ti senti "vecchio", ma ti senti già grande.



(Foto di AmorPlatonico, F6.3/1250, 480mm)


lunedì 28 gennaio 2008

Sesso con AmorPlatonico

Amica: Non so perché... ma mi ronzano intorno soltanto uomini sfigati, playboy depressi, maniaci con la doppia vita...



Amorplatonico: ...ahem...



Son cose.



giovedì 24 gennaio 2008

Adoro il mio lavoro.



Sintesi, motto di spirito, ironia.

E un pizzico di senso di colpa (me lo hanno insegnato le donne, ma per me ho trovato la soluzione).



E poi altra poesia. Ma son cose. Mie.



(La prossima volta la foto la farò direttamente io. Ma non so se torno. Al limite: saluti... - Battiato in lontananza: "...e sento come un mal d'Africa...")

sabato 19 gennaio 2008

La stupidità si alza presto

lo2

Io lavoro spesso di notte.



Mi piace quel momento in cui il sonno lascia il posto al ticchettio dei tasti del computer.

E i pensieri del giorno si riordinano in tutte quelle forme d'arte che rappresentano il mio lavoro.

Non è una regola, perché nell'ispirazione non ci sono regole.



Non sono per gli artisti mestieranti, quelli che dicono di lavorare dalle nove alle diciassette.

Non lo sono perché, magari, non ci riesco. Ma io funziono così. E rispetto le date di consegna.



Io qualche volta faccio tardi.



E, poiché immagino che altri abbiano i ritmi diversi dai miei, non do fastidio a nessuno, almeno credo, perché, innanzitutto, non voglio essere disturbato.



Chiamo i miei clienti e contatti dopo le 10 di mattina, perché, magari, alle 9.00 stanno aprendo il negozio, e devono fare qualcosa prima di rendersi presentabili al mondo.



E magari il pomeriggio alle 14.30 hanno altro da fare.



E, ancora peggio, alle 13.30 stanno pranzando (qui a sud facciamo così). E non siamo in un ipermercato aperto 24 ore su 24.



E oggi è sabato.



Il citofono squilla alle 07.50



"Scusate la Primera grigia è vostra?"



Sono gli operai che stanno restaurando la casa a fianco.



Giustamente, se tu ti alzi presto, tutto il mondo fa come te.



Domani vengo io a suonare a casa tua. Mentre stai facendo il TUO meritato riposo.



E non ditemi che sono intollerante. Perché parcheggio dall'altra parte della piazza: tanto, se ti devono portar via l'auto non si fanno problemi, e tenerla fuori, a due metri o a duecento non fa differenza.



Ma il problema, credo sia chiaro, è d'ordine generale.



Scusate lo sfogo. Io odio essere svegliato.



Il quartiere sta andando a fuoco?

Godzilla è spuntato dal porto?

Sono tornati gli americani a bombardare l'acciaieria?

Mastella è tornato a fare il Ministro di Grazia e Giustizia? (questo mi interessa di meno)

Sei una delle mie ex che mi sta chiedendo: scusa? (ancora meno)



NO?



Allora fatemi la cortesia:



Non rompetemi il cazzo.



Amen.

giovedì 17 gennaio 2008

martedì 15 gennaio 2008

Perché non voglio ferirti il cuore



E così torni, e sono mille le parole che mi dici. E sono mille luci, e mille ombre.

Parli,

e racconti e ti racconti

e mi racconti

per raccontare in fondo

te stessa a te stessa.

Perché è così che si fa.

E accade, ancora, ancora.

E le parole perdono senso e diventano onda, come una antica preghiera.

Perché il rito eterna.

E tu non sei donna, sei tutte le donne.

E non voglio ferirti il cuore.

Perché sei la mia passione.