martedì 29 gennaio 2008

Questo taglio di luna



"Sai che ogni giorno passano richiami

che poi svaniscono nel labirinto dei tuoi pensieri;

forse per questo gli angeli

riportano alla tua tavola

memoria e tepore della sobrietà.



Passano i giorni senza fermarsi mai,

spia la tua vita molto di più.

Se avrai paura e non ti fermerai

un’emozione ti accarezzerà, ti riscalderà"



Alice, Passano gli anni.



Questa è la luna di ieri.

Sarà una combinazione di fattori, sarà stato il mare nero che respirava qui a qualche metro, sarà questo vento nuovo...

Sarà che mi son ritrovato a ricordare la bellezza di questa canzone e la situazione in cui mi capitava spesso di sentirla.

Chi non ha mai percorso la statale 106 ionica da Catanzaro verso Reggio Calabria non ha mai visto davvero il buio: chilometri e chilometri a sessanta all'ora, di notte, dove l'unica luce, se non ci sono paesini, è quella dei tuoi fari e la strada è una lingua nera che si allarga, si restringe, si arrampica su qualche promontorietto o costeggia il mare.

Sei tu, la strada, i tuoi pensieri.

Se sei fortunato, c'è la luna, che rende il tutto di cristallo.

Se sei fortunato, c'è questa musica dolcissima, questa voce distaccata dal mondo che ti parla, e tu hai ventiquattro, venticinque anni... e non ti senti "vecchio", ma ti senti già grande.



(Foto di AmorPlatonico, F6.3/1250, 480mm)


lunedì 28 gennaio 2008

Sesso con AmorPlatonico

Amica: Non so perché... ma mi ronzano intorno soltanto uomini sfigati, playboy depressi, maniaci con la doppia vita...



Amorplatonico: ...ahem...



Son cose.



giovedì 24 gennaio 2008

Adoro il mio lavoro.



Sintesi, motto di spirito, ironia.

E un pizzico di senso di colpa (me lo hanno insegnato le donne, ma per me ho trovato la soluzione).



E poi altra poesia. Ma son cose. Mie.



(La prossima volta la foto la farò direttamente io. Ma non so se torno. Al limite: saluti... - Battiato in lontananza: "...e sento come un mal d'Africa...")

sabato 19 gennaio 2008

La stupidità si alza presto

lo2

Io lavoro spesso di notte.



Mi piace quel momento in cui il sonno lascia il posto al ticchettio dei tasti del computer.

E i pensieri del giorno si riordinano in tutte quelle forme d'arte che rappresentano il mio lavoro.

Non è una regola, perché nell'ispirazione non ci sono regole.



Non sono per gli artisti mestieranti, quelli che dicono di lavorare dalle nove alle diciassette.

Non lo sono perché, magari, non ci riesco. Ma io funziono così. E rispetto le date di consegna.



Io qualche volta faccio tardi.



E, poiché immagino che altri abbiano i ritmi diversi dai miei, non do fastidio a nessuno, almeno credo, perché, innanzitutto, non voglio essere disturbato.



Chiamo i miei clienti e contatti dopo le 10 di mattina, perché, magari, alle 9.00 stanno aprendo il negozio, e devono fare qualcosa prima di rendersi presentabili al mondo.



E magari il pomeriggio alle 14.30 hanno altro da fare.



E, ancora peggio, alle 13.30 stanno pranzando (qui a sud facciamo così). E non siamo in un ipermercato aperto 24 ore su 24.



E oggi è sabato.



Il citofono squilla alle 07.50



"Scusate la Primera grigia è vostra?"



Sono gli operai che stanno restaurando la casa a fianco.



Giustamente, se tu ti alzi presto, tutto il mondo fa come te.



Domani vengo io a suonare a casa tua. Mentre stai facendo il TUO meritato riposo.



E non ditemi che sono intollerante. Perché parcheggio dall'altra parte della piazza: tanto, se ti devono portar via l'auto non si fanno problemi, e tenerla fuori, a due metri o a duecento non fa differenza.



Ma il problema, credo sia chiaro, è d'ordine generale.



Scusate lo sfogo. Io odio essere svegliato.



Il quartiere sta andando a fuoco?

Godzilla è spuntato dal porto?

Sono tornati gli americani a bombardare l'acciaieria?

Mastella è tornato a fare il Ministro di Grazia e Giustizia? (questo mi interessa di meno)

Sei una delle mie ex che mi sta chiedendo: scusa? (ancora meno)



NO?



Allora fatemi la cortesia:



Non rompetemi il cazzo.



Amen.

giovedì 17 gennaio 2008

martedì 15 gennaio 2008

Perché non voglio ferirti il cuore



E così torni, e sono mille le parole che mi dici. E sono mille luci, e mille ombre.

Parli,

e racconti e ti racconti

e mi racconti

per raccontare in fondo

te stessa a te stessa.

Perché è così che si fa.

E accade, ancora, ancora.

E le parole perdono senso e diventano onda, come una antica preghiera.

Perché il rito eterna.

E tu non sei donna, sei tutte le donne.

E non voglio ferirti il cuore.

Perché sei la mia passione.



lunedì 14 gennaio 2008

The Road House Blues



The future is uncertain

and the end is always near.



(Evvai!)



(Foto di AP. Lui è Lucio, il "bello" della Taverna Vecchia, all'opera con l'armonica in LA).