lunedì 29 dicembre 2008

Ricorsi storici

Drago (visibilmente agitato perché la sorella sta giocando sul suo account): MA PERCHE' CLICCHI DOVUNQUE????



Principessa (fregandosene): Non lo so!!!



Prevedo a breve motorini sequestrati e macchine ammaccate.

E "guarda, l'ho parcheggiata lì... ma che vandali"



E non ci potremo fare nulla.



Assolutamente nulla.

sabato 20 dicembre 2008

La febbre del sabato sera

Principessa: Il tuo blog? E allora scrivi:



LA PRINCIPESSA E' BELLA.



(poi l'egocentrico sarei io)

giovedì 18 dicembre 2008

Il rutilante mondo della moda



Quello che mi stupisce dei Tribunali, poiché riesco ancora a farmi scorrere addosso certi brutti eventi, é l'ambiente Kafkiano, dove spesso si fa fatica a distinguere l'avvocato dal cliente (tranne in alcuni evidentissimi casi), dove il senso di colpa pervade l'intero ambiente, dove le pettinature (tranne in alcuni evidentissimi casi) sono sfatte sia tra i giudicati, sia tra i giudici, sia tra i litiganti per procura.



Ma saltiamo al quid.



L'udienza per il mio divorzio dura ventotto secondi netti, quasi più di quanto sia durato l'amore.

Il mio avvocato, nonché grande amico, nonché "uomo col senso dell'umorismo più cattivo del mio", ci fa chiamare per primi poiché la collega (avvocato della controparte, nonché sorella della mia ex moglie) è vistosamente incinta. Al nono mese. Roba da chiamarla Minerva. O Marte. E ricordargli tutta la vita "e tu.. proprio tu... sei nato in tribunale e sempre qui finisci!!!"



Ma stiamo divagando.



Ci salutiamo simpaticamente (tutti avevamo evidentemente di meglio da fare) e cerchiamo di andar via.



Al che il mio avvocato saluta "Ok, alla prossima!"



La mia ex cognata ridendo "Beh, potrebbe!"



Io sghignazzo pensando al mio avvocato che mi dice sempre "Non formalizzare, non formalizzare... che poi qua ci troviamo!"... mentre la mia ex moglie credo che non abbia compreso lo scherzo... e replica...



"No! è assolutamente impossibile."



Allorché il Deus ex Machina si impossessa finalmente della mia ex cognata e le fa pronunciare...



"Dai, che se ti regala un altro diamante come quello che già ti ha dato, vedi come te lo risposi".



Poi dicono che in tribunale la verità non viene a galla.





Aggiornamenti del caso:

- Io sono il primo divorzio riuscito del mio avvocato (che li ha fatti riconciliare tutti: e dimmelo prima che hai 'sto vizio, che non ci  vengo da te!)

- Non sappiamo quando tornerò ufficialmente "di stato libero", cioè sposabile.

- L'unico che ha veramente capito come va il mondo e come andrà a finire la storia, è il Drago, che si è già prenotato per la luna di miele. E, come al solito, è quello che si diverte di più.



Vendetta trasversale:

- Al bar, il mio avvocato cerca di pagare gli espressini. La tizia di questa fantastica pasticceria ha un attacco di misantropia celeste e urla al telefono:

   - "sono talmente arrabbiata che ucciderei qualcuno"

   Io apostrofo...

   - "signora, se le serve, il signore davanti a lei fa l'avvocato"

Come al solito, la signora non ha capito, l'avvocato sì. E sta ancora ridendo.



(Questo post, compresa la foto, è stato interamente redatto con programmi open source e sotto linux. Sotto linux funzionano tutti i computer di casa mia, con il quale il Drago e la Principessa giocano su internet e imparano OpenOffice, mentre l'Indimenticabile si impratichisce con Calc. Perché siamo tutti, davvero, open. E perché linux è stabile, fermo. Come il grande amore).

lunedì 15 dicembre 2008

Viaggi all'estero



Da domani vado nel mio stato preferito.



"Di stato LIBERO"



Salvo mettermi a litigare col giudice.



Poi l'indimenticabile la sposo davvero...



(mado'!)

giovedì 11 dicembre 2008

L'acqua

Il fatto è che tu sei un inguaribile egocentrico.

(L'Indimenticabile)



Poi uno dice...

venerdì 5 dicembre 2008

L'uovo e la gallina



Io sono un automobilista disciplinato: non faccio manovre azzardate, rispetto la distanza di sicurezza, metto (quasi sempre) la cintura.

Ho due difetti:

- guido veloce (ma non ho mai distrutto nessuno)

- quando non trovo parcheggio divento una bionda isterica. E mi invento delle cose assurde.

Quando faccio una minima cazzata in questo senso, mi beccano. Sempre. Sarà per la faccia.

Nel '98 comprai una di quelle Croma a km 0 che il Ministero non ritirò da mamma Fiat... motore turbo, interni in pelle umana, insomma, quelle che saltavano amabimente con dentro giudici e scorta dalle parti dell'Isola delle Femmine a Palermo.

Mi fermavano SEMPRE.

Sarà stata per l'aria da farabutto, o per un kafkiano senso di colpa cosmico.

Accosti, patente, libretto...

Una volta mi hanno puntato persino il mitra contro. Ma ero in Veneto, e lì, si sa, fanno colazione col bianchetto.

Ed io avevo scritto in faccia "terronista".

A Roma, sempre con quella macchina, ad un semaforo un lavavetri quasi si arrese.



Io credo nel Lombroso, e oggi in particolare la fenotipologia delle personalità è standardizzata.

Oggi ho visto il gene primigenio dell'agente Smith.

Si chiama Nicola Lorusso.

Agente Motociclista della Polizia Municipale di Bari.

Non so se è nato prima l'Agente Smith o l'Agente Lorusso.

Quando scende dalla moto, con il suo occhialetto nero quadrato, l'aria da "adesso sono cazzi vostri", con due blocchetti di multe calibro centoquarantaquattroeuro, pare che il mondo non lo possa fermare.

Uno il suo personaggio se lo sceglie. E la sua vita sarà quella di "mo' faccio il cattivo, perché ho avuto una infanzia difficile". Lui.

Smith è il misantropo per eccellenza. Perché non vorrebbe neanche fare quello che fa. Perché si schifa del suo contatto col nemico.

Che saremmo noi, in fondo.

E quindi è lui contro il mondo. E sa che dovrà vincere lui.

Eppure la sua moto è in tripla fila. E un camionista ubriaco lo centrerà, prima o poi.

E nel frattempo, sono sicuro, la moglie gli fa le corna.

lunedì 1 dicembre 2008

Meglio un giorno da leone

VINO03

Mi chiedo come mai le signore di mezza età si vestano come ragazzine e corrano tutte spalmate di cotone, auricolare bluetooh e occhiali da sole intorno al parco, anzichè dentro, beccandosi tutto lo smog.

Non ci voglio credere che per un attimo di notorietà e mostrare una mezza chiappa una donna di una certa esperienza di vita sacrifichi i polmoni e dia tutta l'aria di essere una pazza che parla da sola, correndo verso il nulla.

Più che altro, alle undici di mattina.



Non ci voglio credere, davvero.

venerdì 28 novembre 2008

Coincidenze astrali



Da stamattina gironzolo per casa strettamente legato alla porta del bagno.

Riesco, ogni mezz'ora circa, a secernere della materia primordiale di un colore davvero mai visto prima.



Un dubbio mi attanaglia: cosa può essere?

(1) E' indigestione (e lì serve l'agrume di Sicilia, è inutile),

(2) principio di influenza (fine settimana di merda a casa, col rischio di contagiare l'Indimenticabile, il Drago, la Principessa e quanti altri entrino in relazione con noi) oppure

(3) è la sottile e tremenda vendetta della mia ex moglie?

Davvero...

Mi chiama l'altro giorno l'amico avvocato...

"AP, ascolta... c'è un problema..."

"Sono le nove e mezzo di mattina... deve essere grosso..."

"La cancelleria ha sbagliato la data ed è stata cancellata l'udienza per il divorzio dal ruolo"

"E mo'?"

"Se facciamo costatazione subito forse si ripristina..."

"E chi lo dice alla controparte?"

"Dammi il numero che ci penso io"

"Così mi piaci!"

"Sì, ma resta nei paraggi casomai dobbiamo firmare tutto di nuovo!"



Io avevo sposato una chimica esperta in veleni.

Le ultime volte, quando mi offriva il caffè, mi sentivo Sindona.



Boh.



Sospetto...



Nel caso:

Lascio al Drago la mia collezione di Dylan Dog, le enciclopedie sugli animali e il mio cervello (come dice lui) per rispondere alle domande a scuola. E la chiavetta internet.

Alla Principessa, il resto della biblioteca, che la vedo più pronta. E tutti i numeri di Velvet. Perchè è strafiga.

All'Indimenticabile, lascio il mio cuore. Che se lo rivenda pure, così si fa un po' di soldi. Tanto batte e batterà sempre per lei.

I polmoni, dopo aver respirato fumi vari (al novantanove per cento passivi, tranne i Toscani e i Cohimba), al gatto. Cazzi suoi.

(Ah, nel pacco organi escludo il fegato. E' scappato l'anno scorso, e mi ha mandato una cartolina da Cuba. Nonstante beva rum dalla mattina alla sera, sta una bellezza).

giovedì 27 novembre 2008

Il satellite a gas

trainVerso mezzogiorno squilla il citofono.



Io sono immerso nella comprensione delle macchine virtuali e tutto un casino di altre amenità su come lavorare meglio spaparanzati nel proprio salotto...

Il Drago va a rispondere (caso strano, perché anche lui, salvo cataclismi, incendi, animali feroci in casa, è abbastanza fuso col divano)... e dice: vai tu.



Non è l'Indimenticabile.

E' l'uomo del gas.



Vado ad aprire... e il tipo senza buongiorno, buonasera, mi entra in casa...

"Lei è moroso! deve regolarizzare immediatamente altrimenti le stacchiamo il gas col satellite!"

"Guardi, premesso che a quanto pare mi sta facendo vedere la bolletta del precedente inquilino... ma il mio nome sul citofono non lo ha visto? e dov'è la mia voltura fatta il XX XXX? (chiamo l'Indimenticabile per conferma?)...."



Il tipo resta in silenzio... "guardi... la voltura... non la troviamo... però vada immediatamente in ufficio... così sistemiamo... "

"E' aperto ora?"

"Certo, chiude all'UNA".



Ci salutiamo con una certa irosità...

... e mi incammino verso questo benedetto ufficio (a duecento metri da casa, a dire il vero).



Ovviamente, è aperto il pomeriggio.



Ora:

- Hai citofonato a ME con la cartella DI UN ALTRO.

- Non mi hai neanche chiesto CHI FOSSI.

Ma sopratutto:

- Se puoi staccarmi il GAS col satellitare... per quale cazzo di motivo mandano in giro un cretino come te a leggere i contatori????



Misteri.



Poi uno torna a casa, trova la moglie con l'idraulico e si lamenta.



"Ma caro, non eri sul satellite?"



Io, sinceramente, che i satelliti costassero... ne ero cosciente... la corsa allo spazio è finita e si mandano in orbita delle comitive per ridurre i costi. Ma che i satelliti andassero a gas, giuro, non ci avevo ancora pensato.



martedì 25 novembre 2008

Ridente trentasettenne

Tutto il passato torna come un'onda

e quelle antiche cose sono qui

solo perché una donna ti ha baciato.




Ogni volta che rileggo Borges risento un certo tipo di profumo.

Oggi è il mio compleanno. Trentasette anni dissennati.

Ma il profumo, come si sentiva, pare buono.

sabato 22 novembre 2008

L'amore è una SpA

trullo04

"io se son stato cornuto voglio almeno essere stato un gran bel cervo... uno di quelli che lo vedi e dici che bel cervo... non uno di quelli e dici hahaha che coglione."



La splendida chiosa di Anonimista sul post precedente merita una risposta ufficiale.



L'approccio più ragionevole ai rapporti di coppia è senza dubbio quello economico, più che altro per una letteratura un po' meno straziante dei romanzi di Liala e delle telenovelas: se ti va male proprio, ti butti dalla finestra come nella crisi del '29 oppure scappi in Messico con i fondi neri della Parmalat.



In certi casi si ammette che è meglio avere delle "partecipazioni" o delle quote in una SpA che funziona alla grande che essere proprietario di una individuale in fallimento...



... l'opzione alla Tronchetti Provera è anche ottima: non metti un cazzo di capitale, fai quello che vuoi tanto i soldi veri sono degli azionisti, e devi stare solo attento a non distrarti troppo che non ti trombano l'Afef.



Si può utilizzare ampiamente il leasing: la tieni per due anni, e non la riscatti all'ultima rata. Sembra costare di più, ma scarichi il tutto dalle tasse e viaggi con un mezzo sempre nuovo.



Io per un certo tempo della mia vita ho utilizzato una formula meravigliosa, quella in uso nelle compagnie aeree: il wet lease, il leasing umido (molto in tema con la metafora, poichè L'Amore è solo Umidità, come cantava l'illuminato Fabrizio Panza del Gruppo Sanguigno nel lontanissimo 1990): affitti l'aereo e tutto l'equipaggio, carburante compreso. E poi paghi a piccole rate mensili. O aspetti che te le paghi lo Stato.



Poi ti torna la voglia di investire su qualcosa di tuo. Tuo davvero.

E allora ragioni alla grande, perché l'hai desiderato da una vita.

Con tutto il rischio del caso.

Perché ne vale la pena.

venerdì 21 novembre 2008

San Martino



San Martino, protettore, pare, dei cornuti.



Ora, tutti nella nostra vita abbiamo avuto una o l'altra parte, sia coscienti, sia, spesso incoscienti.

Magari le corna danno meno fastidio se non conosciute, perché tanto, in una storia di finzioni (perché una storia in cui ci si tradisce è falsa), finzione più, finzione meno, è lo stesso.



Non credevo che esistesse un livello superiore. Cioè, lo credevo da "giovane". Poi la vita mi ha smentito, tristemente smentito. Fino a quando non mi ha smentito nuovamente.



Poi ognuno sa i fatti suoi.



Il problema della Valle d'Itria (la cattedrale di Martina Franca è dedicata appunto a San Martino) è che dopo un po' l'aria si pervade dell'invitante odore di carne arrosto...

lunedì 17 novembre 2008

Amore, fenomenologia, istruzioni





Adoro il bianconero. Scattare in bianconero. Utilizzare i filtri piani, il verde, il rosso, il blu, l'arancio, il giallo.

A seconda del colore, esalti un particolare.

Alla fine sai già cosa otterrai. Come tutte le cose che fai d'istinto.

Un caloroso saluto alle mie transaminasi



Ci sono delle cose che mi piacciono a pelle. Una di queste è il colore del legno delle botti, la penombra delle cantine, le grandi macchine per pestare il mosto, per fare l'olio. Sarà stata la nonna d'origini contadine, o quella sensazione di benessere che ti danno i luoghi dove "si fanno" le cose.

Non lo so.

Ma ora, ogni volta che per lavoro "mi tocca" fare una foto così... penso di stare facendo la cosa giusta.



Aspettando il Sauvignon promesso dall'enologo...



Una delle pochissime cose che non mi accomuna con l'Indimenticabile è la passione per il vino. Nel senso che è meglio non farla bere, così mi dura di più.



Per il resto ho visto il Drago imitarmi nel roteare un baloon. L'ha fatto con la coca cola, ma chi ben comincia è a metà dell'opera.





(Questo post è sottilmente dedicato all'Anonimista)

martedì 11 novembre 2008

Dichiarazioni

Due bambini si stanno bisticciando. Violentemente.

Roba seria: tu non sai studiare storia.

Arrivano alle mani.

Uno ha la peggio.

Urla: Papàaaaaaaaaaaa!



Si sta rivolgendo a me.

domenica 9 novembre 2008

Matrix





- Allora, papà, mettiamo tutti i clienti nel computer...

- Come, un dischetto per regione?



(Alla fine si è risolto con me che ho programmato un terminal server col quale controllavo gli ordini dall'altra parte dell'oceano - della serie non hai veramente un cazzo da fare a New York in quell'internet point - mentre lui ha continuato con l'agendina di carta, dove "santuzzo" o "meccanico" celavano i numeri delle amanti).



(Mai usare Photoshop la mattina, che ti vengono pensieri tinti)

mercoledì 5 novembre 2008

Le cose vanno dette in faccia



Anonimista: E così vedo finalmente 'sta Indimenticabile... e ci credo che non la dimentichi!

AmorPlatonico: Già

Anonimista: Pasquale, è più bella di te.

AmorPlatonico: Fottiti, Nick.

martedì 4 novembre 2008

Un taccuino



"E non si regala l'Intelligenza e la Compagnia"

Ivano Fossati, La disciplina della terra.



Dovremmo tenere un taccuino del male che ci accade.

Ogni giorno.

Perché la mente è elastica e, per sua stessa difesa, tende a dimenticare, ad aggiustare. A giustificare.



Freud direbbe che stacchiamo lo stimolo cosciente... e il trauma annega nell'inconscio.



L'Inconscio.

E son cazzi, direbbe sempre Freud.



Tanto, del dolore, rileggeremo il ricordo, come se fosse accaduto ad un altro. Perché è così. Ma almeno leggere la nostra storia da lontano fa magari meno male, ma insegna come un buon libro. O una buona rappresentazione. Perché le esperienze, dicevano i Greci, o le vivi, o vai a teatro e ascolti quelle degli altri.



Il concetto del perdono è un'altra cosa, per carità. La memoria delle ferite aiuta a non ricommettere lo stesso errore.

O, almeno, qualcosa del genere.



Io, per me, ho smesso di regalare il mio tempo.



(Foto di AP, del 2006, fatta col cellulare. Perché una torma di simpatici ladri aveva portato via la Fuji S2Pro e tutti gli obiettivi, assieme ad un altro pezzo della mia vita. E in quel momento, per regalare il tempo, non avevo da parte neanche i soldi per ricomprarmela. Poi, dopo quella sera, il mio amor proprio mi fece esplodere. Non mi sono comprato certp una macchina da 10.000 euro... una di quelle che fanno sentire tutti fotografi, perchè non è importante lo strumento ma il manico, ma quelllo che più dignitosamente mi serviva, per lavorare e per godere del piacere di fermare il tempo, e di averne, in quel caso, un buon ricordo).



Questo post è dedicato all'Indimenticabile, e a tutto questo tempo nuovo che ci ha concesso questo amore, che ogni giorno cresce, costruisce, solidifica, unisce. Il resto, scusatemi, era finto.

Grandi misteri della vita

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Se una mattina d'inverno

Photoshop ti chiede il codice

non meravigliarti:

non è impazzito.

Hai solo premuto "Aggiorna"

e ti sei scordato...

che l'avevi craccato.



La risposta al codice, come sempre, sarà fornita dalla premiata ditta Su.Ka srl.



(Dedicato a tutti coloro che nella vita hanno bisogno di un qualche tipo di Photoshop)

venerdì 31 ottobre 2008

A lo' wén



- Dolcetto o scherzetto?

- Mo' j'ascenn e t'ja'da' mazzet!!! (*)



La vedo ostica l'attecchimento di Halloween dalle nostre parti.

Assai.



***

Dal barman sotto casa:

- Allora ti hanno svaligiato?

- Guarda che il primo è stato tuo figlio.



Ma il barman è un uomo d'oro. Anzi, di zucchero.



(*) Adesso scendo e ti riempio di botte!



(Foto di AP, San Giovanni Decollato, Roma, Santa Maria Degli Angeli)

Ancestrale

Non so esattamente perché, ma le donne brune con i capelli a caschetto mi stanno sugli zebedei.

domenica 26 ottobre 2008

Alba chiara

lsmaA me Vasco non piace: ormai troppo costruito, troppo emblema di se stesso, troppo impegnato a fare quello che era.

Ma va bene così.



Però ho imparato a staccare il personaggio dall'artista, e l'artista dalla produzione. E certe cose ti piacciono, per forza.



E poi avviene che canticchi Alba Chiara mentre tagli i pomodori, assieme ad una Principessa di nove anni che ti corregge quando sbagli le parole... mentre ti chiede come si fa ad usare il coltello per le verdure...



... e tu canti... e preghi che non si tagli le dita...



E poi l'insalata viene fantastica. Che ha tutto un sapore in più.



E non di dita tagliate!



(foto di AP, Santa Maria degli Angeli, Roma. Illuminazione mattutina)

sabato 18 ottobre 2008

Autoreggenti e pantaloni

IMG_3364

Indimenticabile: Mi faresti un favore?

AmorPlatonico: Dimmi...

I: Porteresti i piatti in cucina?

AP: Non lo fai tu?

I: Prima lo facevi...

AP: Beh... sto cercando di stabilire delle regole: io cucino, tu sparecchi...

I: Ma me li porti di là?

AP: Se me lo chiedi così...

I: Se li lavassi pure sarebbe perfetto.

AP:....



La foto che accompagna la mia vita squisitamente privata fa invece parte della mia vita squisitamente pubblica e delle "donne che non capisco"... Anche se, mentre prima tentavo inutilmente di capirle, adesso le catalogo rapidamente come "reparto psichiatria" e al limite cerco loro di vendere qualche cosa, tanto avranno sicuramente manie da shopping complusivo.

Roma, sfilate sposa '09. Sono in veste di "Direttore Commerciale" con tanto di badge e completo nero, Canon con zoom montato. Stanno per sfilare i nostri capi e mi accingo a fotografarli. Arrivo alla postazione fotografi, davanti alla passerella, dove erano stipate anche alcune persone. Guadagno il mio posticino accanto ad un simpatico professionista locale, mentre una futura sposina, con fidanzato, mi dice:



FS: Scusi se la disturbo...

AP: Guardi, non mi disturba affatto, devo solo fotografare

FS: Ma la intralcio

AP: Assolutamente no

FS: Eppure ci sono altre persone che distraggono offrendo certi spettacoli...

E si riferisce alla simpatica signorina perizomata davanti a noi che accompagnava un fidanzato con telecamera...

AP: Guardi che non ci scandalizziamo mica...

FS: Sì ma c'è decoro e decoro...

Vabbè. Dopo un po' la tipa periziomata và via... e la Futura Sposina si accinge a mettersi al suo posto. Si rivolge a noi...

FS: Ora mi ci metto io qui, sempre che non vi dia fastidio... anche se lo spettacolo sarà diverso perché io sono molto più morigerata.

AP e collega: Signorina, non si preoccupi, noi dovremmo fotografare i vestiti...



Ora:

1) Hai un fidanzato e fai la cretina con i fotografi

2) Sei invidiosa della tua collega che in barba al decreto Alemanno si mostra "discinta" (che poi il concetto di discinto è discutibile: ho visto persone interamente vestite che erano inguardabili, dal colore arancio-cozza dei capelli a terrificanti pantacollant messi senza gonna sotto la panza. E non sto parlando di Batman ma di sedicenti signore che pensano d'essere affascinanti)

3) Stai zoccoleggiando più tu con degli sconosciuti che la tipa attaccata al suo uomo, che al massimo dice: io ho tutta questa roba qua questa ma stò con questo...

4) Morigerata lo dici a tua sorella, ipocrita.

5) Perché non fai notare la perizomata al tuo fidanzato (oppure magari a lui cascano davvero gli occhi di fuori)?

6) Rompere i cabbasisi a qualcun altro no?



Il fatto è che sono (per fortuna quasi) tutte così.



Poi uno torna a casa, e si spaparanza sul divano a rivedere il Gladiatore di Ridley Scott... mentre un Draghetto di dieci anni ti fa le coccole, e tu le fai a lui... e vedi che comincia a capire di fotografia e di inquadrature, nota le caratteristiche dei personaggi, chi è buono, chi è cattivo, chi si riscatta.

Perché nella vita è possibile pure riscattarsi...

E nota il piccolo figlio di Lucilla che corre incontro al morente Massimo, mentre suo zio è cadavere poco lontano... perché uno è il salvatore di Roma, l'altro non serviva...

E il cucciolo capisce quello che gli volevi raccontare. E discutete di macedoni, di Cartagine, di Annibale, e dell'amore che supera il sangue. E tu sei felice.



PS: Per Anonimista, che dirà: "Però tu intanto la foto l'hai fatta", sappi che l'ho fatta per dovere di cronaca pensando a te.

giovedì 9 ottobre 2008

Ti presento mio marito

Ora di pranzo. Panettiere.



Ma non un panettiere qualunque. Quello che ha i piatti pronti... e il tuo succo gastrico sente gli odori da chilometri, come gli squali quello della preda ferita in mare...



Mi sono distratto un attimo... vedo nei fumi del riso con i ceci l'Indimenticabile che comincia a parlare amichevolmente con una signora... ad un certo punto dice:



- Ah ti presento mio marito...



E stava parlando di me.



Son cazzi.

martedì 7 ottobre 2008

Sesso con AmorPlatonico

Indimenticabile: Dove sei?

AmorPlatonico: Al parco col Drago...

I: Ancora?

AP: Si sta sfogando con la bici...

I: Ma non è tardi?

AP: Tu hai finito di lavorare?

I: Sì...

AP: Quindi?

I: Sono le otto..

AP: Dimmi la verità, mi hai chiamato perché devo cucinare?

I: Tu sai che io ti amo, vero?

Penso a delusioni, a grandi imprese, a una tailandese...

Un giorno che mi avanzavano dei soldi il mio consulente bancario, il mitico Tonino (che mi ha fatto risparmiare a suo tempo un sacco di interessi passivi), mi "invitò" ad investire nelle azioni di una nota banca italiana, attualmente sulla bocca di tutti.



Le azioni il giorno dopo persero direttamente il 5%.



Non battei ciglio. Entrai nell'ufficio del direttore, e dissi:



- Andrea (ci davamo del tu, tanti erano i soldi che l'azienda famigliare gli passava al mese) volevo parlarti delle obbligazioni...



- Cosa volevi dirmi?



- Niente di particolare. Bella figura di cazzo, però.



Non aggiunse altro.



Non voglio neanche ricordare che vendetti quelle azioni per pagare qualche debituccio di mio padre.



Oggi mi rendo conto che il miglior investimento del mese sono state le bici ai pargoli.



lunedì 6 ottobre 2008

Prova d'amore

Stamattina il telefonino isterico della mia compagna ci ha svegliati TUTTI alle 6.15.



O, meglio, il telefonino isterico si è messo a suonare alle 6.15.



Io e il Drago ci siamo svegliati.



L'Indimenticabile si è destata, si è rigirata e ha detto al mondo: cinque minuti.



Il telefonino isterico ha ricominciato.



Io e il Drago ci siam lanciati i cuscini.



Abbiamo fatto alzare l'Indimenticabile:



Che cazzo metti a fare la sveglia così presto se poi ti riaddormenti????



Poi ha fatto il caffè.



Con la caffettiera nuova.



NON era caffè. Lo ha detto già lei: senti, fa schifo. Assaggia. Intanto che lo rifaccio... il bambino deve fare i compiti.



Il caffè l'ho preso con i Longobardi.



Già mi stavano sugli zebedei prima. Ora, proprio, non li sopporto più.



E neanche al Drago stanno simpatici.



Popolo di merda.



Il lunedì mattina.



Eccheccazzo.



Meno male che non ho azioni Unicredit.

domenica 5 ottobre 2008

Strani giorni

Domenica pomeriggio. Bambini che distruggono mondi alla Playstation in camera loro. Nel DVD, Ibrahim e fiori del Corano.

Divano.

Coccole.



Indimenticabile: Volevo dirti...

AmorPlatonico: Che mi stai facendo venire i brividi...

Indimenticabile: Appunto...





***



Domenica, tardo pomeriggio. Vado al parco a prendere l'Indimenticabile, il Drago e la Principessa (che oggi mi è volata via dalle mani partendo per la prima volta in bici senza rotelle, e son soddisfazioni)...



Telefono.



Indimenticabile: Che fine hai fatto?

AP: Sto arrivando...

Indimenticabile & AP, contemporaneamente: E del tramonto vogliamo parlarne?



***



In auto, mentre la Principessa esprime le sue teorie sul mondo delle due ruote a pedali:



Indimenticabile: Ma l'ultimo verso de La Cifra te lo ricordi?



AP, definitivamente al suolo. Son colpi bassi.



Per ironia della sorte, quella copia de La Cifra è la stessa che ho regalato, otto anni fa, alla mia ex moglie, con tanto di dedica. Perché si spera che qualcuno leggendo il tuo libro-angelo, possa capire anche te.

Questo non è successo.

Quel libro è tornato da me, quando ci siam ridivisi i libri, tra i suoi (pochi) e miei (tanti)... presi quella copia e lei mi disse: Ma non è il mio? ed io, sapendo che la Mondadori non lo ristampava, ed era nuovo di pacca, mai aperto: Assolutamente! è la mia copia!!!



Ora quel libro è nelle giuste mani. Come se fosse tornato. Perché la forma del tempo è circolare. Lo diceva Pitagora, ne scherzava Platone, mentre stamane, in una luce che sembrava quella di Vienna il giorno dell'eclisse del '99, l'Indimenticabile, con in mano "La Cifra", irrompe:



"Sai, penso che ad un certo punto il tempo non esista. E sia legato essenzialmente alla materia. Ed è incredibile essere qui, e noi stessi, senza sentire il passato, con i suoi drammi, con i suoi errori. E tutto quello che è presente è con noi."

martedì 30 settembre 2008

Amore antico

Immerso da innumerevoli ore nello schermo del portatile, l'Indimenticabile si avvicina, leggera come solo lei sa essere, mi porge il caffè e mi chiede:



I: - Ma cosa stai facendo da oggi pomeriggio?

AP: - Sto cercando di istallare il server in una macchina virtuale...

I: - Sarebbe?

AP: - I computer di oggi sono così potenti che ci sono dei programmi che simulano dei computer dentro i computer... così diventa più facile gestire certe cose...

I: - E cos'è che non funziona?

AP: - 'Sto deficiente di Windows Vista... già per trovare il software che funziona... sulla macchina che avevo pronta... ci ho messo tutta la mattinata...

I: - E ora cos'è che manca?

AP: - ... veramente la macchina si connette via rete... solo che Windows se non è connesso alla rete non funziona... mentre Linux, anche se non è connesso a niente, crea una propria rete... insomma... è connesso con sè stesso...

I: - Non male come concetto... e perché non usi Linux?

AP: - ...



Io questa donna la adoro.

lunedì 22 settembre 2008

Persone serie

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Stamattina Ore 10.00



AP: S? sia gentile... accenda il computer del capo... e lo lasci lì

Segretaria: Faccio subito...

AP: (zap zap zap via internet)

S: Che sta facendo?

AP: Le ho istallato il programma aggiornato. Troverà gli ordini stampati direttamente nella stampante...

S: Ma che altro devo fare...

AP: Li faccia trovare sulla scrivania, che il lunedì mattina fanno bella figura...



Stamattina Ore 11.00



SocioPotenziale: Ci prendiamo un caffè che parliamo del Progetto?

AP: Andiamo di qua che tra un po' arriva anche l'Indimenticabile che sarebbe perfetta come coordinatrice.

SP: Allora il tutto funziona sul venduto...

AP: Perfetto... quindi la struttura deve essere funzionante...

SP: Già. Una startup in piena regola.

AP: Io avrei anche la struttura software... passami il business plan...

SP: A pagina trentaquattro...

AP: Sei sicuro?

SP: Approssimativamente...

AP: Cinquecentomila...

SP: Cinquecentomila...

AP: (Sticazzi.)



Ore 12.00



L'Indimenticabile: L'idea di SP è ottima... ed è una persona a posto... vero?

AP: Quando abbiamo fatto qualche lavoro, ci siam sempre divisi gli utili...

I: Ma per questa cosa quanto serve...

AP: Reggiti.

I: Che?

AP: Cinquecentomila.

I: Io faccio si e no quarantacinque euro. E devo fare la spesa. Ah... cucini tu?

AP: (Sticazzi)





Ore 12.15

Capo: Ma tu quando vieni?

AP: Mercoledì alle 14.00

Capo: E' che si son bruciati i condensatori e qui non li trovo non è che...

AP: Te li cerco e te li spedisco oggi col corriere, 140 microfaraday?

Capo: E se partissimo mercoledì sera?

AP: E il commercialista per il consorzio...

Capo: Ma si è bruciato il condensatore...

AP: Quindi...

Capo: Torniamo da Roma venerdì... e poi...

AP: Ma se chiamano dal Kuwait? dobbiamo salire domenica a Milano e cercarci uno showroom...

Capo: E dall'amica tua a Milano?

AP: E' cocainomane, lasciamo perdere...

Capo: E quanto spendiamo?

AP: Vedo se li dirottiamo a Roma... così c'è un amico fotografo che ha una sala allo Sheraton sulla Colombo... si fa sempre una bella figura...

Capo: Ma sabato?

AP: Sabato, domenica, ecchennesò...

Capo: Quindi quando torniamo?

AP: Bacia tua moglie e dille "tornerò"...



Ore 14.00, mentre tiro il sugo con la pancetta...



Drago: Domani tu resti qui. Ho detto agli amici che vengono a casa che mio padre vende i vestiti da sposa e fotografa le modelle... così ce le fai vedere...



AP, pensando: I cinquecentomila li vedo già più semplici. E Kuwaitiani li ho già nel sacco.



(Foto di AP, dal balcone di casa. Sarebbe occorso il cavalletto, ma in alcuni casi mi hanno chiamato "tre piedi". Con una certa soddisfazione).

domenica 21 settembre 2008

Squallide figure che attraversano il Paese

modella

A dispetto di quanto dice di me qualche infima figura che ha popolato qualche mese della mia vita qualche tempo fa, e che legge il mio blog per "essere informata dei cazzi miei", che ha RUBATO un po' del mio tempo, qualche mia idea e un po' della mia fiducia nel prossimo, e che mi ha persino dato dell'INCONCLUDENTE con persone alle quali non si sarebbe neanche dovuta avvicinare, tengo a precisare:



1) E' la seconda volta che rifiuto uno stipendio fisso (circa il doppio di quanto la medesima persona ha "raccontato" di guadagnare per avere un mutuo in banca, per comprare non so che cosa) a vantaggio di  più scomode, rischiose, ma più laute e stimolanti provvigioni...



2) Il direttore generale di Swarovski Italia ha "gustato" quello che ho fatto con l'azienda di cui sono direttore commerciale e art director, visto che siam diventati in una sola stagione i primi clienti Italia per fatturato nel settore e usciranno a breve le MIE foto sulla loro rivista Crystallized, e si è preso cotanto biglietto da visita strafigo nero scintillante...



... e mentre mi gusto un meritato carpaccio di tonno e spada preparato da me medesimo personalmente di persona, annaffiato con uno Chardonnay siciliano...



3) Se vedo una cosa mia pubblicata senza consenso scritto, il mio avvocato vi fa un culo così...



L'invidia della felicità e della capacità altrui è una brutta bestia. E il malparlare, il malagire, il denigrare gratuitamente le persone per tentare di affamarle, per tentare di averle sotto controllo ha un solo nome: mediocrità.



A presto, e non su questo blog, ma in comode buste verdi, nomi e cognomi.



(E sullo sfondo, Battiato canta "... quante squallide figure attraversano il Paese...")



(Foto di AP, ultimo servizio fotografico. Modella molto fotogenica, più una bella dose di Photoshop: qualche neo, qualche eritema, lentiggini, leggere occhiaie. Ormai delle modelle guardo come posso "farle venire" e non quali meravigliose sensazioni possono darmi. Le meravigliose sensazioni me le dà la mia compagna, ogni giorno di più. Ed altri tipi bassi che si aggirano per casa. Perché a volerla cercare, la bellezza, la trovi dovunque. Il problema è di non ritoccarla inutilmente con il Photoshop dell'anima. Il mio maestro diceva sempre: scatta una bella foto, poi fanne quello che vuoi. E, furor di metafora: se una realtà è malata, non facciamo finta che sia sana. O una cura, o un po' di quarantena. Al limite, un bel falò.)

martedì 16 settembre 2008

Tutto il passato torna come un'onda



Ci sono i grandi amori nella vita.

Generalmente si pensa ad una donna, ad un compagno, ai figli.

Ci sono i grandi amori, diversi.

Perché l'anima vive vite parallele.



Un grande amore, generalmente, ci salva.

Non credo agli amori che fanno soffrire. Sono amori malati, sono deviazioni della mente. Un amore non è mai tristezza, ma una luce infinita. E ti eleva.



Platone scrisse:

"Gli uomini chiamano Amore Eros, perché ha le ali. Gli dei lo chiamano Pteros, perché ha il potere di darle".



Ora, premesso che spesso le nostre vicissitudini, le nostre malinconie ci fanno dimenticare gli insegnamenti più profondi, mi piace pensare che ci siano dei punti fermi, davvero fermi che ci fanno uscire dall'inferno della ripetizione dell'errore.



Nella mia vita non sono stato un santo. Lo ammetto senza paura.



Gli errori che ho commesso sono deviazioni da quello che di buono ho visto e imparato, dettati da un certo senso di autodistruzione misto ad una incosciente consapevolezza di immortalità.

E li ho pagati tutti.



La ripetizione dell'errore, il vortice fino al limite del buio.



Fino a combattere l'orrore.



Fino a credere che non ci siano soluzioni.



Fino a quando l'istinto di sopravvivenza non si ribella.



E poi le tenebre si squarciano inevitabilmente, perché la vita è fatta di luce.



Io sono fatto così.



Spesso mi son fatto inutilmente del male, crogiolandomi in situazioni di stallo, finché non sono esploso.



La mia Bibbia, il libro sul cuore che ferma il proiettile è un libro di Borges.



Il primo libro è stato La Cifra.



E ogni volta che stavo cadendo nel vortice, un suo verso mi ha spaccato l'anima, e mi ha fatto ricordare chi sono, e il profumo della bellezza.



Mi ricordo a casa dei miei, in quella che, impolverata, era ancora la mia stanza, i versi de "Le due cattedrali" che mi svegliavano dal torpore di un rapporto ormai finito. E mi facevano tornare a vivere...



"Adesso, schiavo, sei morto. Dal cielo platonico contempli, con sorridente pietà, le due cattedrali: quella che eressero le generazioni di Francia e quella che tramò la tua ombra, entrambe riflessi di un archetipo inconcepibile".



E tutta una serie di pensieri irrompono nell'anima, spazzano via le ombre, e riaprono le possibilità.



Io porto dentro di me quel libro. Perché, sebbene ogni volta che mi pare di averlo compreso mi riveli qualcosa di nuovo, la meraviglia supera l'incertezza, l'incanto la paura dell'ignoto.



Io credo nel destino.



E credo nella nostra capacità di guidarlo, di esserne i conduttori. Di cavalcare il Drago.



Credo che si possa uscire da ogni situazione di tensione, che i problemi non sono destinati a durare per sempre, a meno che non si sia affetti da un insano masochismo.



Perché esiste un ordine delle cose.



Io credo nel destino.



E nella bellezza.



Ieri la mia compagna aveva finito un libro. Mi ha chiesto un titolo.



Io ho vagato nella nostra biblioteca, l'unica parete veramente completa di questa casa fin troppo grande e ho tirato fuori due cose a me carissime: "Il codice dell'anima" di Hillmann e "L'Aleph" di Borges.



Lei ha scelto magicamente L'Aleph.



Oggi ero tuffato nel monitor del computer a ritoccare delle foto. Lei si avvicina, mi porge la sua mezza tazza di caffè.



Mi accarezza come solo lei sa fare.



Ed irrompe: "Ho cominciato l'Aleph... la definizione della divinità, la maestosità dei pensieri, la profondità delle parole... la magia che riesce a creare... è un libro bellissimo..."



Aveva gli occhi belli. Lei ha sempre gli occhi belli. Ma lo erano di più. Belli come io sospettavo che fossero in realtà, senza un velo di tristezza.



Se qualcuno mi chiederà una definizione di Amore, io racconterò questa storia.



"Tutto il passato torna come un'onda, e quelle antiche cose sono qui, solo perché una donna ti ha baciato".



E oggi il bacio più bello me lo ha dato un bambino che diventa sempre più mio.



(Foto di AmorPlatonico. Mare gentilmente offerto da Marsala, con tanti saluti alle note di Mal d'Africa di Battiato che mi hanno accompagnato nell'ultimo viaggio in Sicilia).

venerdì 12 settembre 2008

L'amore trasparente

angeli

Sono tremendi, irrequieti. Ti scappano dovunque.



Poi ti guardano da lontano.



Tornano.



Ti chiamano per nome.



Si addormentano tra le tue braccia.



E sono sinceri, sempre.



E ti fanno capire quelle che sono le tue direzioni.



Perchè hanno gli orizzonti lontani.



(Credo che sia la miglior foto della mia vita. Perché, se fotografare è raccontare la tua verità tagliando la verità, questa mi ha tagliato il cuore, riempiendomi gli occhi di luce. Gli affetti e gli amori che durano sono quelli che si scelgono, e non quelli che ti capitano. Compreso questo, comprendi davvero tutto. A qualunque età. Ah, per i puristi: due scatti col cellulare. La Canon era rimasta prudentemente a casa.)

sabato 30 agosto 2008

Punto di non ritorno

llmare



"Lo sai che io se non ho pranzato non ragiono".



Poi dicono che le donne sono complicate.



Mi sa che questa la sposo davvero.







(Foto di AmorPlatonico, Nokia N70: non serve la megareflex, se hai un buon manico e un lungomare come questo. Anche se oggi la Canon ha dato parecchia soddisfazione).

mercoledì 27 agosto 2008

La vita è cozze e provolone, è inutile

"Se vuoi conoscere i tuoi pensieri di ieri

osserva il tuo corpo oggi

se vuoi sapere come sarai domani

osserva i tuoi pensieri di oggi"



(Franco Battiato, Il cammino interminabile)



Stamattina mi peso, e scopro che la bilancia mi ha graziato.

Mi dico "mamma mia, sto tornando in forma, sarà l'amore..."



Dopo un po' l'urlo dell'Indimenticabile:



"Questa bilancia segna quarantacinque chili... tre in meno di ieri! non è possibile! morirò entro tre giorni!".



Mai fidarsi della bilancia. E di tutti quelli che mentono. Anche a fin di bene.



Che poi le cose si scoprono ed è triste.



Bilancia della minchia!



" mi l’aia passatu tra peni e turmenti

li peni di lu ‘nfernu nan su nenti"



(Chi mi conosce sa che volevo scrivere altro. Sto arrivando al giusto livello di saturazione per partorire qualche post malefico. Magari vi parlerò della verità sulle piccole case editrici italiane, o presunte tali. Presunte perchè, quando ti stringono la mano, la presa stessa è unta... davvero. E ti sporchi. E non poco.)

lunedì 18 agosto 2008

Letture da spiaggia



Io non so se lo fa per impressionarmi. Per quello lo ha già fatto.



E' l'incoscienza mia, che sono tutto un casino, o sua, o la nostra?



In ogni caso, sto con una donna tosta.



Sotto ogni punto di vista.

giovedì 31 luglio 2008

Splendide previsioni

L'Indimenticabile: "Lo so. Tu dici e dici ma hai il tradimento nel sangue. Ma non ti preoccupare. Io non ti dico niente. Ti meno soltanto".

Io: ...



La Principessa: "Se tradisci mamma ti meno."

Io: ...



E non si son parlate.



martedì 29 luglio 2008

Donna avvisata

La conoscete quella barzelletta terrificante? La differenza tra la fidanzata, l'amante, la moglie dopo aver fatto l'amore?

Beh... tutte e tre abbracciate, guardano verso l'infinito e dicono:

La fidanzata: "Amore... è stato belissimo... già sogno una casa, io e te... bla bla bla..." (c'è a chi piace)

L'amante: "Oh... è stato travolgente... come un fiume in piena (generalmente esagerano)... hai toccato le corde più profonde del mio piacere (a questo punto si ricomincia, o si lascia la cento euro sul comodino)

La moglie: "Caro... stavo pensando... beige... il soffitto quest'anno lo dipingerei beige..."



Ecco...



La cosa bella di non avere diciott'anni è che ci si racconta un po' di cose. Magari ci si racconta un po' troppo, col rischio di perdere la poesia...



Io e la donna della mia vita siamo un po' gli Harry e Sally di Bari... siamo amici, amanti, confidenti, complici.



E scherziamo, a volte anche pesantemente, sui nostri ex.



Una volta la mia ex moglie si comportò proprio come la tipa della barzelletta... non era il soffitto beige, ma il calorifero blu-Grecia...



Io scoppiai a ridere istericamente immediatamente... e le dissi: "è finita! sei come la moglie delle barzellette!!!"



Ora accade che dopo quello che è fare l'amore tra due compagni, che è scambiarsi, coccolarsi, ululare, ridere, amarsi e sentirsi senza paure, senza limiti, senza remore, così come dovrebbe essere, diciamo...

... accade che si stia belli distesi a coccolarsi... e che tu offra la pancia a lei come cuscino..,. e che lei metta i piedi sul muro come fa la bambina sul cruscotto... e poi ti dica...

"senti... ti prego... volevo dirti... stavo pensando alla posizione di questo letto... sai cambiarne l'orientamento... ma... ecco... ora stiamo così... TI PREGO NON LA METTERE SUL BLOG!"

mercoledì 23 luglio 2008

Brutta gente

Albergatore: "Ha preso niente dal frigobar?"

AmorPlatonico: "Assolutamente nulla (tranne il set di asciugamani, visto che non mi ha fatto lo sconto sulla stanza, in questo "albergo della minchia"*)



E' inutile, la vita è una giungla.



(*) Citazione dotta da "La leggenda di Al, John & Jack"

martedì 22 luglio 2008

Pubbliche dichiarazioni



Amica: "Ma tu ti sei innamorato così tante volte, cosa ti fa pensare che questa volta sia diverso?"

AmorPlatonico: "Perché ho cercato i suoi occhi fino ad ora."



***



AmorPlatonico: "Tu mi hai fatto scoprire il modo più intenso di fare l'amore"

L'Indimenticabile: "Vedi di finirlo di scoprire solo con me" (seguono minacce)





***

AmorPlatonico: "Mi dai un bacino?"

Principessa: "Dammi cinque euro"

domenica 20 luglio 2008

Il rutilante mondo della moda

Mentre presento le collezioni ho imparato a spegnere il telefono. Anzi, peggio: lo lascio acceso in macchina: chi mi vuole davvero, richiama. O, al massimo richiamo io.



Se mi chiami in privato... cavoli tuoi.

Prima in privato mi chiamava una banca per "ricordarmi di versare" oppure il vicepresidente di un fantomatico consiglio comunale per avere dei servigi in cambio di promesse da marinaio.



Ma siam cresciuti.



La risposta agli anonimi la affido ad un servizio di messaggeria chiamato Su.Ka. srl.



Chi vuole qualcosa da me, seriamente, riesce sempre a contattarmi.



Ma le chiamate della mia ex-moglie restano sempre un mistero.



Premetto che andando via ho seguito la soluzione più elegante: le ho lasciato tutto. E, ovviamente, non le bastava.



Ora abbiamo deciso per un divorzio congiunto, tanto, non avevamo nulla da dirci prima, figuriamoci ora.



In questo, ovviamente, tutto è stato affidato al MIO avvocato, mentre il SUO avvocato finge di avere fretta (e poi impiega tre mesi per un pezzo di carta).



Ma queste sono altre storie.



Allora, in ogni ambito, quando due persone ricorrono agli avvocati, che sono dei tipi che litigano per conto tuo, considerando che litigare è inutile perché si trova sempre un ragionevole accordo, avendone voglia, oppure un onesto disaccordo se si parte da reazioni isteriche (e in questo le donne sono maestre, non me ne vogliano), evitano anche il dispiacere di sentirsi, perché, almeno deontologicamente, non è corretto...



Appuntamento con un cliente, ordine, chiacchiera, chiacchiera esagerata (miii, quanto parli!!!), torniamo in auto e trovo due chiamate "EX MOGLIE" e un messaggio "CHIAMAMI APPENA PUOI"...



Io, che sono un gentiluomo, chiamo...



Ora, la mia ex moglie sta diventando adorabile.

Perché crede nelle favole.

O, meglio, lei in un bicchiere vuoto vede l'aroma e il sapore del vino.



Avrà cominciato a bere seriamente, suppongo...



Siamo a fine luglio, e avremo l'udienza di divorzio non prima di novembre o dicembre. Se nessuno dei due avrà a pretendere (della serie: mandiamoci gli avvocati a firmare al posto nostro, che è tempo guadagnato), dopo venti giorni saremo liberi e belli (almeno io, libero e bello, lei, si arrangi)...



Bene: contenuto della telefonata...



"Ciao sono P..."

"Lo so che sei P... ti ho chiamata io apposta... dimmi"

"Volevo dirti che il mio avvocato (la sorella, per intenderci) non riesce a contattare il tuo avvocato"

"Perché, che è successo?"

"No, niente... è che alcune volte capita che anticipino le udienze e nessuno sappia nulla... ecco... magari, andando a controllare..."

"Premesso che la moglie del mio avvocato è divorzista... tua sorella non può andarci?"

"Beh, deve fare venti chilometri..."

"Senti... siamo in Italia... se ci han detto novembre, sarà al limite dicembre, non luglio... qui le persone normali già pensano alle ferie... figurati gli impiegati statali..."

"Ma non può controllare lo stesso?"



E' questa la ragione del suo fascino: tutto l'universo ruota intorno ai cazzi suoi,



"Va bene, controllo".



Chiamata all'avvocato, alle otto di sera.



"Ciao Pasquà"

"Ciao Daniè"

"Scusa se ti disturbo... mi ha chiamato la tipa"

"Non mi disturbi mai... dove stai?"

"In Sicilia, rientro stasera"

"Io in Calabria, rientro stasera... lavori?"

"Certo, e tu, vacanza?"

"Non ce la facevo più"

"Immagino... senti... non ti voglio rompere..."

"Dimmi"

Gli racconto la storia.

Scoppiamo a ridere, come al solito...

"Ma le hai detto che siamo in Italia?"

"Certo... ma sai come è difficile darle un contatto con il reale..."



La richiamo, e la rassicuro...

(Di cosa, poi, non so)



"Tanto, male che vada, per la legge torniamo insieme... anche se non sarebbe il caso..."

"Non è questo: è impossibile"

(Quale parte di "NON SAREBBE IL CASO" non hai capito?)



Già non sopporto chi non prende la vita con ironia. Ma in certi casi, vorrei essere vedovo.

mercoledì 16 luglio 2008

Amore, Psiche e biglietti del treno.





All'inizio erano le Tavole di Piraino, quelle misteriose stampe da quadrettare e da riprodurre.



E allora c'era Cecilia, la maga della sanguigna, che in cambio di un sorriso (che ho capito dopo voleva essere altro, ma, che volete, sono un maledetto intellettuale) mi ha risparmiato qualche ora a ricopiare anziché inventare. Ed erano capitelli e templi e statue.




Poi ho chiuso le tavole. E ho guardato il mondo. Il mondo di cui quelle tavole erano una rappresentazione.




Amore e Psiche l'ho vista, l'ho toccata. Era il 1990, la prima volta. Diciotto anni, zaino in spalla, inter-rail. Parigi, saranno stati quaranta gradi, quell'Agosto.




Lo zaino, a smontarlo, pesava molto di più di quello che servisse. Perché c'erano un paio di libroni che m'ero portato. Così, per passare il tempo in treno. Che poi, tranne uno, non ho letto, perché ho parlato, conosciuto, scambiato.




Era finito un amore, mi ricordo, o c'era un amore, ma era malato. Perché l'amore spesso è malato. Nasce così, quell'amore, perché ti conosci poco. Non un'altra persona. Conosci poco te stesso. E allora non sei tu che ami, ma sei tu, le tue nevrosi, le tue angosce. I tuoi limiti.




(E leggevo “La nausea” di Sartre, l'angoscia del reale e il trionfo dell'inesistente, il dolore della vita, l'impossibilità dell'amore... e gli occhi si inumidivano a pensare al mio d'amore che sembrava immenso, ma era impossibile, e allora inforcai gli occhiali neri, e continuai a leggere, e a straziarmi, perché a diciotto anni se non ti strazi, che vivi a fare?)




L'amore, di per sé, scopri, è infinito. Tutto quello che ne è copia, è limite, è passeggero.




E, se va bene, finisce. Le definiamo storie “pulite”. Magari solo perché sono più in superficie.




Altre sono malate. Perché sono parti di noi che non amano, ma sono ossessionate da corrispondenti (o opposte) parti di altri. Perché certo amore va così. Di inganno in inganno.




Allora vivi tutta una vita con un'ombra, pesante, un'ombra che sembra solo sentimentale ma poi assume tutti i connotati della materia, perché l'amore é materia, mi insegna qualcuno, e perché non si vive di sola mente (e non ditemi il contrario, perché è grigio, altrimenti). Perché poi tutto si complica. Perché si vivono situazioni a diversi livelli di profondità. E allora tu incolli i tuoi desideri su un'ombra e quell'ombra, proprio perché ombra, svanisce all'improvviso.


E così i tuoi castelli, costruiti sulla sabbia.




E giri per il mondo con il segno delle macerie addosso.


Sensazioni paritarie, dovremmo pretendere. Ma da pretendere non da un altro, che in quanto altro non è controllabile, ma da noi stessi. E fare quella cosa che sembra semplice, ma è inneffabile, e poi diventa semplicissima: comprendersi.




E allora guardi, e vedi, e scindi i contorni. E non litighi, costruisci. E non stai in silenzio, ma ti confronti. E risolvi. E cresci. E ti avvicini. A cosa? Ad un concetto strano.




Mi è tornato ieri, in mente, mentre in questa nuova immensa casa monto finalmente la libreria che mi ha accompagnato da ragazzo, con tutti i nostri libri (i miei e della mia compagna, perché i libri sono importanti, perché fermano le idee, non solo quelle di chi scrive, ma anche di chi legge, perché ricama le proprie a quelle stampate, o vergate a mano, e le fissa nella mente, come recitare ad alta voce le parole di una preghiera: è sentire sé stessi). Mi è tornato in mente il mito della caverna di Platone, le ombre delle idee, la strada verso l'Iperuranio attraverso l'amore del Dio, lo scegliere sulla terra quella persona, quell'Amore, che ti conduca alla visione di te-infinito, di te-idea.



E ho guardato gli occhi grandi del mio, di Amore.




E ho sorriso.




Perché lei è il mio archetipo dell'Amore su questa terra.




Perché amiamo, e parliamo. Sempre. Sempre curiosi di sensazioni, e di idee. Amore e Psiche.





Se per uno scherzo terribile del destino, mi dovessi sbagliare, sbagliare ancora, non fa nulla. Lasciatemi in questo inganno, perché, stavolta, almeno, è meraviglioso. Perché, alla fine, lo so, sbaglierei sbagliandomi.


Ora le tavole di Piraino mi mancano.


Ma giocherò con le immagini che ho scattato, e che scatterò, e tappezzeranno i muri di questa casa, come fino ad ora, che son stato come un viandante, un pellegrino, le ho portate, in fondo, tutte, realmente, solo nella mia mente.


Perché ora sono a casa.




(Amore e Psiche di A. Canova, Louvre, 2001, foto del sottoscritto, effetti alla Piraino di Photoshop, saluti a Cecilia, che ha sposato un carabinere, e alla mia inguardabile prof di storia dell'arte di liceo, detta "Athena Parthenos" per l'esilità delle sue caviglie e la soavità della sua voce, ovunque ella ora si gode la sua immeritata pensione).

martedì 15 luglio 2008

Amarcord

- Magari ci apriamo uno studio insieme...

- Guarda che io frequento ingegneria elettronica, tu architettura...



Poi uno si lamenta che non ci si è capiti.



(Dialogo di AmorPlatonico e della sua ex storica, andando all'università, ricordato mentre, come i vermi di dune, le sue foto sono sbucate da una scatola. E hanno raggiunto il bidone dell'immondizia.)

domenica 13 luglio 2008

Il senso dell'Amore

(A tavola, occhio languido)



- (Sussurando) Io ti amo...

- C'è il formaggio che ti piace in frigorifero...

martedì 8 luglio 2008

Ho avuto un'infanzia difficile

I traumi adolescenziali poi sono un'altra cosa.



Ma si continua allegramente, 'appero!



Ieri pomeriggio al parco, con la mia compagna (l'Indimenticabile), il Drago e la Principessa.



Il Drago trova subito la sua ragione d'essere (il calcio) e sparisce con la sua nuova squadra di amici.



Io tento di fare qualche telefonata di lavoro, ma vengo preso sotto tiro dalla Principessa. Non c'è scampo. Devo giocare con lei.



Premesso che giocare con la Principessa mi cancella ogni pensiero nero dalla testa (mentre il Drago mi ha fatto scoprire il calcio a 37 anni), il gioco consiste in questo: mentre faccio qualunque cosa, questo qualunque cosa deve passare in serie B perché l'attenzione deve essere solo su di lei.



Quindi io parlo con la cliente inafferrabile al telefono, quella che ci hai messo tre giorni per fartela passare, e mentre cerco di mantenere un tono professionale devo:



- farle fare il morto come se fossimo al mare ma siamo al parco (e dopo un po' finiscono le mani, se hai un Nokia in una mano e una novenne nell'altra);

- farle fare la giostra (tu sei la giostra e lei ti zompetta attorno/sopra/sotto/a lato)

- rispondere alle domande

- evitare che prenda parte alla conversazione.



Quando c'è il capo al telefono, glielo devo passare, non c'è storia. E lei si informa su:



- il venduto

- la borsa

- quando partiremo di nuovo



il tutto finalizzato a che regali mi deve chiedere.



Ma la Principessa è la Principessa, è inutile.



Ad un certo punto, il Drago "finisce" gli amici e mi chiede di palleggiare con lui.

Ed io sono vestito come un pinguino.



Dai tavolini, lo sguardo dell'Indimenticabile.

Ad un certo punto mi chiama. Mi indica i bambini, guarda la mia fronte imperlata di sudore e mi chiede:

"Ma tu mi vuoi ancora bene?"



Ad un certo punto decido di vendicarmi.

Ricordo al Drago che anche se a palleggi mi batte, sui tiri da lontano è una schiappa. Ma tornano gli amici e mi scaga.



Allora prendo sotto tiro la Principessa:

"Allora come va col tuo fidanzato? mi dicono che si chiama come me!"

"Sì, ma lui è biondo e ha gli occhi azzurri!"



Vabbè.

Ho avuto un'infanzia difficile, non lo nego: è questa.

domenica 6 luglio 2008

Traslochi (4)

Oggi ho buttato un sacco di maglioni vecchi.



Il fatto è che me li portavo dietro che saranno vent'anni.



Perché i maglioni tu pensi che non invecchiano, in particolare se di te hai quel così alto concetto che pensi che vestirsi bene sia prendersi troppo sul serio.



Anche se in realtà quei maglioni non li ho messi poi così tanto. Perché avevo diciotto anni, forse. O sedici. E mettevo il maglione sotto il giubbotto di pelle per andare in moto e stare caldo.



Poi c'è stato il lavoro, e tutto il mio vestire rigorosamente di nero, dalla giacca e cravatta alla maglietta meno impegnativa. Ma tant'è...



Io quei maglioni, oggi, li ho buttati via.



Assieme ad un legame del passato che, in realtà, era un peso, non un legame.



Perché il passato lo hai vissuto, lo hai elaborato, lo hai fagocitato. Ed ora lo guardi da lontano.



Assieme ad una serie di errori, quella serie di errori che l'uomo normale chiama esperienza.



Perché ti sei dato una nuova possibilità. E l'hai data a qualcun altro. Perché riconoscere gli errori significa crescere e cambiare.



Perché significa lavorare su sé stessi. E superarsi. E smetterla di credere superficialmente che non si possa venire fuori dalle difficoltà, dalle situazioni negative.



Perché, come dico sempre, dell'Inferno non ci lamentiamo del clima o della compagnia, ma dell'eterna ripetizione dell'errore.



Basta con l'Inferno.



Abbiamo già dato.

martedì 1 luglio 2008

San Valentino

Certi sguardi del Drago o della Principessa mi fanno tornare indietro.



Quattordici Febbraio Duemila.



Fu una mattinata lunghissima. In clinica la mattina presto. "Non aspettarmi. Ti chiamo io dopo."

E le onde di San Vito per ore ed ore.



IVG

Interruzione Volontaria di Gravidanza.



"Ci conosciamo da troppo poco tempo" - disse.



Io sarei stato lì, d'accordo con ogni sua decisione. Dopo aver parlato e riparlato.

Ma aveva già scelto.



Perché una donna sceglie di avere un figlio. Sempre.



Io poi quella donna l'ho sposata. E mentre andava tutto male lei mi disse che sarebbe stato il caso di fare un figlio.



Sarebbe stato il caso.



I figli si fanno per amore. Io allora amavo, o credevo di amare. Avevo un amore, per quanto malato che fosse (tanto che poi non ce l'ha fatta)...



Altri li progettano a tavolino.



Altri li usano, per aggrapparsi a qualcuno. Altri per fare soldi.



Io, per me, qualcosa, forse, ora, la sto capendo.



E sentivo che era una bambina, o così mi piace credere. O credere di sentire.



Io non so, non l'ho mai saputo.



Ma qualcosa tra di noi si era rotto. Ora so cosa significa avere un figlio, e quando una donna vuole dartene uno.



Ora so cos'è una vita che ti zompetta intorno, che ti fa domande, che litiga con te, che ti fa impazzire, che vuole palleggiare, che vuole che gli spieghi cos'è un decametro quadro alle sette e mezza di mattina o che ti sorride di notte.



O che ti prende a pugni pazzo di gelosia se sfiori la mano della mamma.



Oppure ti arriccia i capelli, mentre dorme con te.



E poi entrò l'infermiera e disse, sprezzante... "Certo che bel San Valentino che vi hanno fatto passare i vostri mariti!"



Già.

domenica 29 giugno 2008

Cose che non so

"Mamma, il mio cognome non mi piace.

Eppoi mi sfottono a scuola.

Posso chiamarmi come Pasquale?"

Pubblica dichiarazione della Principessa



Ora, parliamone.

L'argomento è difficile, delicato e tutti gli aggettivi che si merita.

Tra l'altro sono le tre di notte (come nei polmoni di Camilleri, per intenderci), e sono qui dopo l'ennesimo trasloco in una bellissima casa al centro di un piccolo paese vicino Bari, che nelle sue infinite e immense stanze accoglie tutta la tribù composta dal sottoscritto, dalla mia compagna e dai suoi cuccioli.

Premesso che non è il caso di parlare troppo con la Principessa, perché vi sgama, comunque, in maniera irrimediabile... e vi dice quelle due parole che vi trafiggono l'anima... son cose.



Son cose che non so, come cantava Fossati in Albertina (che qualcuno sarebbe il caso che se l'andasse a riascoltare...).

Cose che non so perché i ruoli sono complessi. Quello che viene chiamato "legame di sangue" talvolta li semplifica, li rende ovvi, scontati e spesso "malati".

Non che siano da preferirne altri, per carità. Ma nessuno è obbligato a tenersi un padre che non ci ama.



Io credo che le persone si scelgono, anche. Si incontrano per similitudini, per empatia, per orizzonti simili.



Credo nell'Amore, quello con la A maiuscola, quello che ti fa dire "ti amo" senza paura, quello che ti fa prendere decisioni importanti.



L'Amore che supera ogni difficoltà.



Tutto questo Amore è fatto per trasmettere bellezza, Poco importa da dove questa bellezza sia venuta. E' qui, E vuole essere coltivata, amata, e fatta volare via.



E qualunque nome, o cognome abbia.



Perché i bambini sono figli dell'Amore.



E l'Amore non è un gioco di definizioni. Né è un gioco.



"Ho letto il tuo libro. Ci sono le poesie. Mi piacciono le poesie..."

E con queste parole la Principessa mi ha atterrato.



E son quelle cose che non ti rialzi più.



Se sei fortunato, voli direttamente.

giovedì 29 maggio 2008

Cosa avrei visto del mondo...



Personalmente trovo profondamente ingiusto che i negozi di alimentari siano chiusi il giovedì pomeriggio (quando effettivamente hai il frigo vuoto come le casse della Banca d'Italia) mentre, che ne so... le ferramenta invece sono lì, disponibilissime, a venderti cose di cui avrai bisogno sicuramente di sabato pomeriggio, quando son chiuse, quando hai deciso di andare fuori a cena per cui non farai la spesa.



E' come essere innamorati di una donna che non ci vuole. O il contrario. Ma il paragone non c'entra.



(Questo è il 6x3 che, se il cliente accetta, butto nella monnezza il pomeriggio di scatti fotografici e gli regalo il servizio).