sabato 30 dicembre 2006

Donne da caserma (2)


Lei: Sei veramente una persona deliziosa ma, non prendertela, c'è in te una piccola componente aggressiva che rovina l'equilibrio dell'insieme... dovresti lavorarci su...

Io: E' la bestia che c'è in me... dovresti vedere quando viene fuori del tutto e corro nudo sui cornicioni...

Lei: Sì... con i peli irsuti...

[censuro il resto per decenza, lei s'è lasciata andare, assieme alle sue intenzioni critiche...]



Cioè dico...




Poi è vero che negli altri non notiamo altro che i nostri difetti...



Ah, vi dono un'altra chicca...



Io: Ma fammi capire, se il tuo uomo ideale è alto due metri, ha quarant'anni e tutto il resto, io che c'entro?

Lei: Hai l'aria così seria e sicura... eppoi hai la macchina grossa...



Vi giuro, non sono io.

Altrimenti non dovrei essere internato, ma arrestato, in quanto pericoloso per me e per gli altri...



giovedì 21 dicembre 2006

Donne da caserma (1)

Lei: "poi... volevo dirti... io ti farei far bene l'amore..."

Io: (minchia la pubblicità del Control).



Poi mi lamento.



Comincia così l'amarcord delle grandi frasi delle donne della mia vita. Perchè niente resterà impunito.

La cosa piu' terrificante sarà la "top ten" che un giorno avrò la pazienza di postare, quella delle frasi pronunciate o nel momento topico dell'amplesso o nel momento ancora piu' topico in cui ci lascia.

L'unico problema è che è una classifica perennemente in movimento perchè, non so come, riesco comunque a fidanzarmi quasi sempre con delle donne inclini al manicomio.

Oppure, probabilmente, sarò io che riesco a stimolare queste reazioni.



Vi pesco fuori un'altra chicca:



"Tu riesci a tirare fuori la parte peggiore di me che avevo tenuto a bada tutti questi anni"

La mia ex moglie.



Il mio pensiero: avevo sposato Mrs. Hide e non lo sapevo.



Vi giuro. Non voglio fare la vittima.



Ma lo sono, sicuramente.



Tutti siamo vittima di qualcuno.



Almeno per la pace del nostro senso di colpa.



mercoledì 20 dicembre 2006

Su tutti i muri del mondo

AmorPlatonico: Mi sa che è finito un "amore"

PensieriDiCarta: Oh



Pensiero. Sintesi. Immediatezza.

Manca solo una bella bomboletta spray.

Hai ancora voglia di nuotare in questo mare?



"Ti direi hai ancora voglia di nuotare in questo mare?"



Premesso che quando si citano i Litfiba ormai c'è poco da sperare. I Litfiba, secondo me, son morti a "Litfiba 3", il loro terzo album "noto". Desaparacido, 17 Re e Litfiba 3. Poi, sempre più commerciali. Sempre più divismo. Sempre meno senso. Orecchiabili, certo. Ma così ce ne sono tanti. E poi rinnegare il passato, questo mai.

A Pelù chiesero come mai i testi si erano tanto modificati, dai primi, così particolari... e lui "ma noi scrivevamo quei testi così, tanto per ridere". E meno male.





Ma il tema del post non è proprio questo.



Visto che questi son giorni di grandi cambiamenti, mi permetto di tirare una bella linea sotto un po' di conti della mia vita e decidere che cosa fare domani, dopodomani e tra un po'.



Tanto perchè nella vita si cambia, per fortuna. O per sfortuna.



Diciamo che in questi ultimi tempi mi sto abituando a viaggiare leggero, con sempre meno cose. Perchè di posti, di case, di situazioni, ne ho cambiate.



E mi son reso conto delle cose che mi servivano veramente.



Ora potrei metterle più o meno in uno zaino.



Ma non è questo.



Non riesco neanche ad essere incazzato per quello che mi è successo oggi.



Semmai, amareggiato.



Ho un progettino internazionale in mente, che fa capo a più di un'azienda. Metà delle cose son facili. L'altra metà, cioè mettere insieme le teste, un po' di meno. Perchè siamo a Sud.



Ma significa, da manager, sfidare un mercato con l'intelligenza e non con la boriosità. Perchè il nemico è grande, forte, agguerrito... ed essenzialmente... non ci calcola per niente.



Affronto una parte dell'argomento con una mia amica, che si occupa di marketing nel ramo, piu' altre cosettine.



Mi parla di scontro di prezzi, di crisi internazionale, di spostamenti di flussi di spesa.



Sembra una guerra persa in partenza.



Sembra che non produciamo articoli semisartoriali, ma jeanseria in competizione con i cinesi, e solo con loro.



Mi dispiace far notare che i numeri che ci servono sono una nicchia presente comunque nel mondo.



Poi, sta alle aziende restare a galla per capire cosa fare. Il mercato non è chiuso. Lo è per i grandi numeri. Ma non sono i nostri.



La cosa che mi fa arrabbiare davvero è che questa persona è una "rivoluzionaria dentro", una che sa come vanno le cose a livello internazionale.



Una che lavora in un campo dove c'è sia la concorrenza e l'appiattimento delle cineserie, sia la possibilità per il colpo di genio, ad un costo decente.



Ma sembra quasi che abbia detto: "io ho il mio orticello. Le lotte con i titani, non mi interessano. Seguo la corrente."



Come tutti.



Spero che i cinesi (la) paghino bene.



Il resto è Vanity Marketing.



"...dove i più bei frutti saranno di tutti..."



(E sta roba pare che Pelù l'abbia presa in prestito da Battisti)







martedì 19 dicembre 2006

Posso

... scrivere i versi più tristi questa notte.

...

Il vento della notte gira nel cielo e canta.

Io l'amai, e a volte anche lei m'amò...

...

La notte è stellata e lei non è con me.

...

D'altro, sarà d'altro, come prima dei miei baci.

...

E' così breve l'amore e così lungo l'oblio.



Mi rammento questi versi di Neruda (se volete leggere l'intera poesia, è in "Venti poesie d'amore e una canzone disperata", oppure aggratis, su Google), visti i sacri dibattiti ieri sull'amore, sulla fedeltà, sui quarantenni folli (poi un giorno vi chiarirò l'arcano, visto che molti dei miei amici sono quarantenni in quella fase).

Ma non credo si parli solo d'amore uomo-donna.

Ogni poesia d'amore, ogni amore, contiene, sempre, un amore più grande, un arcano della vita.

Generalmente, nella Grande Generazione, 1+1 non fà 2, ma 3.



O sto mirando troppo in alto?



O temiamo questo terrificante oblio?



O temiamo, e basta?

sabato 16 dicembre 2006

Amami due volte

"Love me two times babe

love me twice today

love me two times

one for tomorrow

one just for today

Love me two times

I'm going away"

The Doors, Love me two times






Stamattina infilo la collezione di mp3 nel lettore dell'auto. E sono virtuosismi di hammond e di batteria e di basso. E poi la voce di Jim Morrison.

E quanto ho letto studiato e tentato di capire a sedici anni cosa volesse dire, e che mondi c'erano dietro quelle porte.

Poi ti ritrovi a sentire, e a sorridere.

"Amami due volte, una per domani, e una proprio per oggi: amami due volte, bambina, perchè sto andando via".

In barese sarebbe stato molto meno poetico, piu' curdo, "Facim' ca' s' mor'".

E avrebbe venduto sicuramente di meno.

Ma tutto il mondo è paese.



Sì, sì... accendi il mio fuoco...

(ma vedi di non fare cenere in macchina, babe).



(in realtà vorrei dire cose molto più serie oggi, ma sapete com'è... "one for tomorrow... one just for today...")

venerdì 15 dicembre 2006

Tutto intorno a te (4)





Splinderiana: - Da quand'è che ho cominciato ad incontrare solo persone incontentabili?

AmorPlatonico: - Da quando sei diventata incontentabile tu.







E a chi mi consiglia di accontentarmi nella vita, rispondo francamente di esaminare la propria, prima di consigliare. Vero è che generalmente soffriamo negli altri i nostri stessi difetti, e spesso ci interfacciamo con persone che in realtà hanno poco da spartire con noi, ma solo perchè in loro vediamo quella parte di noi che ignoriamo e sulla quale, magari, faremmo bene a lavorarci su.




Per il resto... una piccola digressione tecnica...



Chiacchiero con una mia amica psichiatra sui grandi sistemi del mondo, sulla percezione e sulla elaborazione del reale.

Kierkegaard e Signora.

Ovviamente il fatto che molte modificazioni mentali provocano dei sintomi che si possono controllare o, peggio, simulare con delle sostanze chimiche mi fa chiedere cosa sia effettivamente la felicità, se quando sei giù potrebbe effettivamente bastare una pillola.

Questo cozza con la mia esigenza di introspezione e autointrospezione e sul potere che so avere la mente.



Anche se già la semplice immissione nel corpo di endorfine da ginnastica cambia parecchio le cose.

Della serie che, anzichè arrovellarmi sui grandi perchè della vita, o fare dispute con la mia amica psichiatra (in realtà cerco solo di avere lo sconto sul prozac, nel quale vorrei fare un bagno, come Obelix nella pozione), farei meglio a farmi una bella corsetta.



Che anche al fisico in sè per sè non farebbe male.

Com'era? Mens Sana in Corpore Sano (Sì, eppoi: cielo a pecorelle pioggia a catinelle, rosso di sera buon tempo si spera e, ovviamente, chi fa da sè, fa per tre).

Prospettive


Le nostre migliori intenzioni

annegano confuse

nel sapore dolce del Martini.




(L'ho cantata un bel po' di anni fa. Ritrovandola fra le carte... pare l'abbia scritta ieri. O per ieri. O ero precoce prima, o son ritardato ora. Oppure ho scritto una verità. Per me soltanto, per carità. Oppure sono in fase involutiva... quasi un pitecantropo. Mi sa che mi prenoto da un'estetista per una depilazione. Profonda.)

lunedì 11 dicembre 2006

Prospettive future

Preoccupatevi davvero se dovessi pubblicare username e password di questo blog.



Saluti e baci



AmorPlatonico

(tra il teso, il depresso e il fortemente girato di coglioni*)



* "coglioni" si può dire, peccato che il filtro anti-truce dell'azienda di PG classificherà ancora il profumodelsale come sito porno.

Di osceno, al mondo, c'è ben altro.



Ah, se qualcuno mi chiede perchè si vive...

per assaggiare quella visione della felicità che dopo tanto hai finalmente rintagliato nella tua vita, come una pietra preziosa. Che hai confrontato e sai che quella sensazione E' la felicità. Davvero. Appieno.

E ti ricordi anche cosa te ne ha fatto deviare.

Ed erano una serie di paure, paure di perdere quello che sembrava essere una personalità, un personaggio, che alla fine non ti serve per essere felice.

Non ti serve.

Fa molto chic, però.



Rinnovo.

Saluti e baci

Undici Minuti

Non è un libro di Cohelo, Dio ce ne scampi.

Sono le 14.04

Ho undici minuti soltanto per scrivere. Poi devo stamparmi una cosina e uscire di qui. Per uno di quegli appuntamenti importanti nella vita.

Uno di quegli appuntamenti da filo di rasoio, che augurerei forse ai miei peggiori nemici... A pensarci... non ho nemici, in realtà: denigratori, forse, ma nemici... non credo. Magari jene, a raccattare intorno a me brandelli della mia carne stessa, perché chi si veste d'agnello non fa il lupo, ma resta senza dignità e, quando può, diventa jena.

Ma questi son altri pensieri.

Tre minuti ancora.

Tre minuti per fare una riflessione su me stesso.

Su quello che sono, su quanto esisto.

Su quanto mi senta in realtà al contatto con il vero, il duro, il materiale e per quanto invece mi immagini che siano le cose.

Su quanto sia valida quella che definiamo amicizia, di quanto ho dato in passato, di sincerità e di cuore, e quanti fossero soltanto soldi che maneggiavo e che attiravano amici del buontempo. E se ho scambiato amici veri per approfittatori o se fosse realmente così.

Tutta questa bella scrittura, queste belle idee, tutta questa intelligenza.

Tutte queste belle parole.

Mi piacerebbe trovare la risposta a questo.

Giusto per capire se la mattina mi alzo per la costruzione di qualcosa, o per giocare a dadi con i sogni.

Visto che poi i sogni, in particolare, hanno un certo costo.

Mah...

venerdì 1 dicembre 2006

Il grande post sul senso della vita

- Cos'è che ti fa alzare la mattina?

- Domani ho da lavorare, domenica ho un pranzo, lunedì... lunedì vediamo.

martedì 28 novembre 2006

Dopo l'ultima città invisibile







Tu es Petrus...”







Oltre l'ultima città, ne esiste una dove le persone sono delle pietre da costruzione, la società e le unioni d'amore sono immensi edifici, strade, piazze, formate da tanti e vari elementi, ciascuno con la sua forma, le sue caratteristiche, le sue inclinazioni.







Esistono tre principali categorie di pietrepersone: le personemattone, le personepietraviva e le personepietradimare.







La città-mondo è fatta di incastri di queste e dei loro derivati.







Ovviamente possiamo pensare che sia molto facile incastrare fra di loro le personemattone.



Sono belle, quadrate. Solari. Efficaci. Da loro non potrai aspettarti niente di meno che la praticità. Sono precise, efficienti. Sono meno belle a vedersi magari da sole, ma unite in grandi distese, creano mondi.



Hanno superfici combacianti. Sono incastri perfetti, sono elementi fatti per essere composti, utilizzando la giusta quantità di legante. Né troppa, né troppo poca.



Alcune di loro sono perfette parti di colonne, altri perfetti pezzi di architravi.



Le personemattone sono state disegnate ciascuna per avere il proprio posto. Ciascuna per avere una funzione. E ogni pietra è felice di essere una parte di un tutto.







Le personepietradimare sono levigate, tonde. Bellissime. Come i sassi levigati dal mare.



Hanno scelto d'essere così dopo tanto tempo e tanti sforzi. Non si attacca loro la polvere e il tempo, il terreno e le piante.



Sono meravigliose da sole, con i loro colori. Difficilmente hanno la possibilità di incastrarsi senza problemi, perchè non hanno cavità, né asperità, né rugosità. Sembrano quasi vetriformi.



Ma difficilmente accettano il loro destino d'essere pietre solitarie o, al massimo, di decorazione. E vogliono unirsi alle altre. E spesso si uniscono ai propri simili.



Ma i muri così costruiti non sono solidi. Hanno in realtà bisogno di tanta malta e tanto cemento per riempire ogni cavità e per proteggere dal freddo e dalle intemperie.



Ma diventano muri stupendi, delle opere d'arte: su un mare di malta o di cemento si stagliano queste forme rotonde, smussate, questi angoli dolci, come se il muro fosse fatto di tanti cuscini lucenti, ognuno con la propria luce, uniti in simmetrie di colori e di armonie incantevoli, oppure tutti uguali come forma e colore, a contrasto con la malta che li tiene uniti. Nelle città note, la malta e il cemento sono come i compromessi sociali e le convenzioni che tengono uniti gli uomini-isola, ma questa è un'altra città ancora.



Come non è facile unirsi, non è facile staccarsi. Tanta è la malta che li unisce che diventano ormai pezzi di metallo. Hanno solo la speranza che qualcosa nel legante ceda per poter essere libere. Ma le personepietradimare in quel caso non tornano come prima. Ma sono sempre e comunque contaminate da tracce di quel legante che precedentemente avevano accettato per unirsi ad un simile che ora non sopportano più nel loro progetto di bellezza.







Le persone pietraviva sono gli elementi più strani di questo mondo.



Sono fatte di pietra solida, compatta. Dei più vari colori, e dalle forme irregolari. Ma sono così tante e diverse le forme, che alla fine l'Architetto le compone. Insieme. In muri che già a secco hanno la loro funzione.



Magari si compongono in cerchi, in immensi nuraghi, in torri.



Oppure sono fondamenta solide d'altre costruzioni.



Ogni personapietraviva è aspra e dura. E' fatta di punti d'attrito. Offre all'erba e alla polvere posto per attaccarvi. E' aperta a tutto quello che non è simile a lei.



Oppure sceglie una compagna.



Che abbia le asperità combacianti.



Ma le avrà sempre e solo da un lato.



Saranno, magari un complesso architettonico fatto di due simili al centro, e altre curiose costruzioni lì dove le loro differenti asperità portano altri punti di contatto.



Insieme, unite da una parte, per scelta, e scelta tra mille e mille altre forme, e aperte al mondo per tutto il resto.





sabato 25 novembre 2006

Chi ruba per soldi, chi (non) per fame

(questo sarebbe il post di domani, ma sarò ad una sfilata)



Ieri una mia amica mi diceva:

Amica: Sono stata da Feltrinelli, alla presentazione di quel libro di cui ti parlavo. Interessante, sai (...). Poi mi sono guardata intorno... quanti bei libri... io leggerei sempre e dovunque... ma ultimamente sto un po' scarsa a soldi...

Mi sarebbe piaciuto rubarli... ma non tutti... uno... che dici mi avrebbero arrestato?

AmorPlatonico: hmmm sai, la legge non punisce chi ruba per il proprio sostentamento.



Dopo questa dolcissima dichiarazione d'amore per le pagine scritte, oggi apprendo che un mio conoscente, figlio di una ricca, benestante e stimata famiglia del mio paese è stato di nuovo arrestato. Gli hanno trovato in un deposito della droga e un bel po' di monete da due euro false (le vendeva a 1,60, esattamente al giusto cambio, ho pensato, senza la svalutazione voluta dal governo Amato un po' di tempo fa, quindi, una persona esperta in economia, in fondo).



Qual'è quella forza misteriosa che ti ferma dall'impulso di rubare una mela, o un libro, che desideri ardentemente per fame fisica o fame d'anima e invece ti fa trafficare su cose illecite pur non avendo bisogno, in fondo, di lavorare?



Ed io che mi danno sempre per il buon nome e tutto il resto...

Due conti (e la Cabbala barese)

torno alla mia fase matematica.

Dunque...



Aldo Giovanni e Giacomo: 35.. gli anni di Cristo piu' due...s tampato: e chi se lo scorda più!

Douglas Adams: 42-7=35

Algebra amatoria: 5*(7=Crisi del settimo anno)=35 (cominciando da neonati, ma già in sala parto mi davo da fare...)

Avete capito.

E' il mio compleanno!

Fatemi gli auguri!



Per la saggezza popolare, sono arrivato alla metà della mia aspettativa di vita (70? 75? 80? 2957?)... speriamo.



Dopo (ri)chiamo il mio fegato e vedo se entro stasera decide di tornare. Speriamo abbia il telefono acceso.




*

* *




Estemporaneo.



Sono terrorizzato.

Mi sto riprendendo solo ora.





Oggi ho fotografato una bellissima ragazzina (io le ho chiesto se fosse maggiorenne, lei mi ha risposto che di anni ne ha 24!).

L'ho selezionata per un catalogo. Bel viso, nasino all'insu', occhi del colore del mare, labbra bellissime. Carnagione chiara, bionda. Movimenti eleganti. Mi ricorda, in positivo, la Marini, ma senza l'aria da fatalona.

Chiama il fidanzato.

Lei mi dice di rispondere. "Guarda che lo conosci!"

Scopro che è un mio amico.

D'infanzia.

La guardo, e mi terrorizzo.

Mi gelo.

Mi sconforto.

La ragazza assomiglia moltissimo alla madre di lui (che è una bella donna, davvero, tanto che la sorella di lui ha popolato i miei sogni d'infanzia per non so quanto tempo. Ma io facevo troppo l'intellettuale, e non capivo...)



Sarà una manifestazione Edipica?



Se penso a mia madre, giuro, cambio sesso.

Poi penso a mio padre...



Com'era il fatto degli angeli?



*

* *




"L'uomo avrà quarant'anni

e i capelli da ragazzo

in camera ha un ritratto

che si è fatto da sè"

(Ivano Fossati).



In fondo che cos'è un blog, se non un ritratto fatto da sè?



(40+2=42!)




venerdì 24 novembre 2006

Peregrinazioni del Sè







Siamo vittime inconsapevoli del divertimento di un Dio infante.

(Stanislav Lem, Solaris)





Isaac Asimov stimava la fantascienza un mezzo per esplorare, senza le regole umane del tempo, della storia, dello spazio, le ipotesi di storici, biologi, psicologi, fisici...

La fantascienza è un modo per indorare e divulgare. Asimov è stato un grandissimo divulgatore, una specie di Piero Angela al cubo.

E si divertiva a giocare con il cosmo, cosa che ti permette una mente eclettica. E tra astronavi e robot, il senso dell'immenso, un divino materiale, la capacità dell'uomo di sopravvivere a se stesso, l'insofferenza per l'integralismo bacchettone di certa scienza, certa religione, certa politica. Una visione perfetta del cosmo come universo vivente, dove alla vita umana si preferisce La Vita e dove l'uomo, se non gioca bene le sue carte, sparisce. Isaac Asimov è stato il primo dei miei amori. Poi, ne son venuti altri. Dalla fantascienza pura alla "letteratura fantastica", quella di Calvino e di Borges.

Spesso si demonizza la fantascienza, non sapendo che non fa niente di più o di meno di un romanzo, una poesia, una fotografia: la reinterpretazione del reale e la comunicazione di un messaggio, di un modo di vedere, di una direzione. Solo in maniera un po' eclatante, più dicharatamente sognante.

E, a volte, meno scontata.

Certo, chi apprezza Paolo Cohelo fa volentieri a meno della dopamina.



La capacità di comunicazione di un'opera d'arte sta nella conquista del lettore/spettatore (Edgar Allan Poe, teoria del romanzo breve), estraniandolo dal contatto con il reale per il tempo necessario alla fruizione del messaggio. E non sempre funziona.



Stanislav Lem scava nelle profondità dell'animo umano, del senso dell'amore, del senso del possesso, del senso di colpa.



Un pianeta con un solo occupante, un oceano pensante, che si diverte a accompagnare i suoi studiosi umane con le compagne amate, ma scomparse, per colpa, per errore, perchè il destino va così.

Un essere solo, pensante, planetario. Senza confronti. Un Dio. E un bambino insieme.



E sprofonda nelle descrizioni dell'inconscio, del desiderio. Dell'amore, della morte e della solitudine.

L'astronave è una sola, e, ho visto, è un modello vecchio.


Il resto, è l'uomo. E il Dio che c'è in lui. E la coscienza. E la solitudine dell'Essere.



Poi, ognuno è capace di leggere quello che sa.



Ogni periodo ha il suo mezzo espressivo. Dagli anni trenta agli anni sessanta, settanta, il progresso tecnologico ha portato gli uomini a sognare. C'era molta meno televisione, e qualcuno si soffermava a guardare di più le stelle.




Se oggi penso che vanno di moda le pubblicazioni delle e sulle blogghestar... (quelle che dopo che le pubblicano il primo - e ultimo - libro non rispondono più ai post, anzi, neanche postano... solo che i lettori sono così stupidi da farsi trattar male da un loro ex-pari).




Il prossimo che mi racconta baggianate sulla fantascienza, giuro, lo prendo a testate.

giovedì 23 novembre 2006

Un universo di sole basso

sole basso



E poi si ondeggia tra "Il cielo basso e grave" di Baudelaire e i soli bassi di Battiato.

E i nostri, ovviamente.

Ognuno ci attacchi la metafora che vuole.

A me un cielo così fa sentire lo scorrere del tempo.

Sempre.

Per fortuna.

mercoledì 22 novembre 2006

La condizione umana

"Ci vuole un anno e ci vuole un giorno

confidare nel silenzio

e nella condizione umana

badare alla casa

e alla pioggia di stravento

come un uomo vestito da uomo fa"

Ivano Fossati, La mia giovinezza




Ogni volta che riascolto questa canzone mi viene da fare due conti. Anche tre, visto che tra l'altro si avvicina inesorabile il fine mese.

Ma non sono conti economici, quelli, tutti, hanno una soluzione.

I grandi dilemmi sono davvero sulle peregrinazioni del sè, del "senso della vita", delle soddisfazioni.

Molte, in vita mia, devo ammetterlo, me le son tolte: qualche successo sul lavoro, qualche intuizione scolastica, qualcosa detto, recitato o cantato dai palchi.

Qualcosa di scovato sui libri, qualche altra illuminazione l'ho vista davvero nelle nuvole o in qualche ombra.

E qualche felicità vera, di quelle che ti fanno traboccare il cuore.

Ho visto costruzioni e distruzioni.

E il bello che dopo un po' capisci qual'è il meccanismo.

E mi piace pormi sempre davanti a nuovi problemi, nuove questioni da risolvere. Quello di cui conosco la soluzione, generalmente, non mi interessa più.

Gli uomini vestiti da uomini ne ho visti parecchi. Qualcuno soltanto lo è davvero. Altri sono stati vestiti da uomini.

Ma è un abito di serie.

Si tratterà forse di capire com'era fatta quella felicità? se esiste una formula, un composto chimico, se è una voce dell'anima, un inganno, un incanto o è reale?

Vibriamo quindi per sogni, per sensazioni, o per materia?

Se il problema della felicità è una mera reazione chimica, come il mal di testa che si cura con l'aspirina, allora chi si inietta droga nelle vene, si impasticca o quant'altro, a parte piccole questioni morali, non è tanto lontano da un monaco tibetano.

La generazione prozac, la chiamo io.

Se invece la felicità viene da dentro, da un equilibrio (che a sua volta produce endorfine e dopamina), allora la formula è un'altra.

E poi ci si incastra sulla percezione...

Allora o si scrive "Umano Troppo Umano" (e poi si finisce in sanatorio), o si fanno trasmissioni idiote su Rai Uno (ma Marzullo lo si vede in faccia, ci fa, e parecchio: sembra Prodi con la parrucca), o si parte per il Tibet.

O, come nei miei desideri, per l'Africa a fare magari qualcosa di veramente utile per il pianeta.

Il resto, davvero, sono cose che lasciano il tempo che trovano: il mio "uomo vestito da uomo" ha il senso della terra.



(Mai leggere Nietzsche la mattina presto)

venerdì 17 novembre 2006

Un salto nel vuoto






“...ed un aiuto chiaro da un'invisibile carezza

di un custode.

...

E quanti personaggi inutili ho indossato

io e la mia persona quanti ne ha subiti

arido è l'inferno

sterile la sua via.

...

E poi la sofferenza che ti rende cieco

nelle cadute c'è il perché della Sua Assenza

le nuvole non possono annientare il Sole”


Franco Battiato, Lode all'Inviolato.








Si chiamava Paola. Era bruna, longilinea, altissima. Gli occhi grandi. I colori dei vestiti erano il viola e il nero, le scarpe, stivali. Le mani, curate. I movimenti eleganti.


Una trentina d'anni. Dipingeva. Tela e vetro.


Esponeva le sue opere nella galleria di un amico.


Io mi ero appena separato, e la mia solerte complice, convinta che chiodo scaccia chiodo funzioni, almeno in superficie (e lo sappiamo entrambi) mi intima di raggiungerla a casa sua perché la bruna sarebbe la donna ideale per me.


Vabbè.


La mia indolenza sentimentale mi induce a ritardare quell'ora e mezza che per le persone di buona creanza indica il ritorno a casuccia e alle dieci, anziché le otto e mezza, mi presento in quell'appartamento che io e la mia complice vestiamo di proprietà magiche, dove tra penombre e profumi risolviamo i dubbi sul mondo, sull'amore e su altri demoni. Ovviamente sghignazzando.


Arrivo ovviamente quando la ragazza e i suoi amici, una simpatica coppia gay, stavano per andare via.


D'essere bella, lo era. Ma il mio settimo senso virgola due, quello che mi difende dalle donne problematiche, si attivò immediatamente. E aggiunto all'indolenza sentimentale (e forse ai miei chili di troppo, di allora: non che ora sia una silfide, ma in quel tempo la mia bilancia elettronica segnava “salire una persona per volta”, come il gabbiotto in banca, che ti intima di depositare (!) le pistole prima di entrare) fece sì che la discussione si mantenesse sul tono dell'educato distante.


Ovviamente la brava coppietta di Dolce & Gabbana e l'angioletto dark andarono via... ed io ovviamente mi gettai sarcasticamente su un'altra preda la cui follia era circoscrivibile.


Ma questa è un'altra storia.


Quando successivamente chiesi di Paola, più per educazione che per desiderio, alla mia amica, lei mi rispose che la Morticia le aveva risposto, alla sua richiesta (indipendente) di concedermi il numero di telefono “Digli che sono lesbica”.


Ma era un matrimonio che, comunque, non si doveva fare.


Ieri c'era il sole. Il traffico infernale mi fa rimandare un appuntamento (il famoso incontro con i figli di papà... ehm... il gotha del settore sposa...), quindi passeggio all'ora di pranzo con la mia amica, addentando una sporcaccioneria culinaria e una coca cola.


C'è il sole. E Piazza Umberto a Bari pullula di gente: studenti universitari, impiegati bancari ignari ricercatori di verità, venditori di false Gucci perfettamente imitate, sorridenti perchè, almeno oggi, c'è da mangiare, e donnine che guardano le borse alla ricerca di quella più somigliante all'orginale per far morire di invidia le amiche con dodici euro.


La mia amica mi dice che le han detto che Paola si è suicidata. Si è gettata giù da un balcone.


Perchè non trovava un senso.


Fosse stata stupida, avrebbe fatto la velina. O la donna beige. O la fidanzata di un bancario.


Io ammiro i suicidi, perchè hanno il coraggio di vedere l'assurdità e la falsità di questa vita. E hanno il coraggio di una scelta. Che è drastica, discutibile, ma senza compromessi.


E non sono mai superficiali. Anzi, di profondità ne hanno. E troppa.


Il fatto è che certe volte è una bellissima giornata, ma non senti sulla pelle il calore del sole.


Se ci fosse una invisibile carezza di un Custode, però...





Il primo che commenta con una frase ad effetto idiota lo sbrano.




giovedì 16 novembre 2006

Se non puoi combatterli, fatteli amici.

Questa mattina sono stato elegantemente svegliato alle 6,00 dai servizi sicurezza.

- Gentile signor AmorPlatonico, è XXXX sicurezza, mi dispiace disturbarla...

- Si figuri, mi dica...

- E' suonato l'allarme della sede aziendale. Mandiamo una pattuglia?

- Certo, grazie (No, lasci, mi vesto, vado in strada, arrivo in piazza, mi infilo in una cabina telefonica, mi metto il costumino da Superman e faccio tutto da solo... ma che cazzo li pago a fare?)



Dopo cinque minuti.

- Gentile signor AmorPlatonico, è XXXX sicurezza, mi dispiace disturbarla...

- Mi dica, li avete presi?

- No, tutto a posto. Buona giornata.



Premetto che dovrei mettere un cartello: questa azienda è dotata di sensori perimetrali ad infrarossi, quindi: se volete rompere i maroni, o vi fate venire la temperatura di sette gradi come le lucertole, o, se volete utilizzarla come trampolino per entrare nel giardino della signora accanto, quella che prende il sole nuda, ricordatevi che:

1) è novembre, e fa freddo

2) sono le sei di mattina, il sole non è ancora sorto

3) ho già abbastanza problemi per conto mio, senza che il servizio sicurezza mi svegli per rassicurarmi del loro zelo.



Non potendo convincere il telefonista della XXXX sicurezza che sarebbe meglio fare il sopralluogo PRIMA di chiamare e far preoccupare inutilmente il sottoscritto, che magari gradirebbe un rassicurante fax la mattina: "gentilissimo, stanotte è suonato l'allarme e prontamente la nostra pattuglia di supereroi ha constatato: nulla/messo in fuga i malviventi/salvato il mondo. Tanto le comunichiamo per rassicurarla che ci prendiamo cura delle sue cose. Grazie e arrivederci".



Per cui dovrò rivolgermi direttamente alla malavita.



Considerando che alle 10 mi ha chiamato l'avvocato che ha maltrattato telefonicamente un funzionario bancario...



Considerando che nel pomeriggio ho una riunione di figli di papà... ehm manager del settore sposa per discutere di lamentele vari e fantasie... ehm... nuove prospettive...



E il sole è ancora alto...



Mi sa che andando a Parigi mi allungo a Lourdes.

lunedì 13 novembre 2006

La Volpe


... sarà il mio amore che ha trovato la strada, sarà...

sarà la volpe quando viene l'inverno sarà...

sarà la volpe quando viene l'inverno... sarà

(Ivano Fossati)






Perché certe volte la vita diventa maledettamente curiosa. Perché le esperienze si incastrano e si complicano.

Maledettamente.

Fino a farti pensare che ad altre persone, in realtà, non è accaduto nulla.

Ma non si vive per differenza.



Ma tutto questo ti affanna. Perché diventa ombra nella vita. Perché la tua vita stessa diventa ombra.

Perché, dall'altra parte, ti fa sentire che cosa è la vita stessa.

Perché hai voglia di vivere, davvero.

Perché, per quanto sia complicato, niente deve farti mancare la voglia di innamorarti.



Sarà Scorpione? Allora significherà stare tanto tempo a letto.



La cosa non mi spaventa.



Magari è la volta buona che avremo dei bambini.



Quanti, ti chiedo.

Dieci, rispondi.

Dieci, confermo.

Sette, ritratti.



Buon compleanno, Amore mio.

(Un amore come tanti, o tanto amore?)



(E poi staremo a vedere se è solo inganno, incanto, oppure è sentimento, perché sentimento è l'emozione che prende vita, e accompagna verso Dio, un Dio qualunque,  il movimento dei muscoli).

mercoledì 1 novembre 2006

Reveries - Istruzioni per l'uso.

Nous, de temps en temps

nous sommes des enfants

sans problèmes ni loi

de nos droit on est sûr

les mains sales d’confiture

contre le sofa…



De puis ce matin

nos pattes sont en satin,

fauves les yeux pleins d’sauvage

dans la nuit d’la savane

se moquant de la rage

d’quelq’un en panne…

Oh, spleen, oh, rêverie

Oh, spleen, oh, synphonie

Oh, spleen, oh, memory!



Oui, pardon,pardon…

Ah, oui, glissons, glissons…

Habillé en bel-homme, j’ai perdu ma jeunesse

Mon visage de canaille,

en laine-grisaille…



Oui, de temps en temps…





Spesso nelle vesti di questo bel personaggio che è AmorPlatonico, in fondo non tanto dissimile dall'essenza del sottoscritto, mi capita di "parlare d'amore", di quello che ci deve essere, di com'è, di come dovrebbe essere e, sopratutto, perchè NON E'.



Ringraziando i morituri che lunedì mattina sono entrati a casa mia e mi hanno spolverato la collezione di CD, aiutandomi a risolvere il conflitto con la mia memoria storica (grazie ancora e, caso mai riusciate a ricavare più di 100 euro dai miei 300 cd, vi auguro di spenderli TUTTI non in droga, o in alcool, o in metadone, ma in acconto a famelici avvocati divorzisti...), mi è tornata in mente questa meravigliosa canzone di Paolo Conte.



Paolo Conte è il poeta dei "grandi amori sottili". Lui disegna e racconta "sceneggiature trasversali". Va diritto a quella parte del cuore che è a metà tra il grande amore e la tua voglia di libertà. Descrive, in un attimo, la cosa più bella che tu possa provare.



Su questa canzone mi ricordo, semplicemente, una uscita verso Bari sud, credo Polignano... la mia vecchia Croma (ne ho avute due, una tramandata da papà, grigia, diesel e lentissima, ma romanticissima, e una tutta blu semiblindata, tutta lustra di pelle e di cavalli... ad ognuna di esse son legate grandi cose...), cinque persone in macchina, Reveries che parte, io e lei che ci guardiamo nello specchio retrovisore, ci sorridiamo, ci prendiamo teneramente per mano.



Vabbè, poi è finita. Ma perchè non abbiamo letto le istruzioni.



Ecco, Paolo Conte ti racconta questo. Ti racconta le cose importanti, ti racconta le affinità, quella cosa meravigliosa che in "Fuga all'Inglese" suggerisce ai due amanti di sgattaiolare via dalla conferenza...



E sono mani che si incontrano, sguardi, amori in fuga. Sono quelle cose che sembrano ricordi, sembrano sogni, ma sono quello che gli uomini chiamano "amore" e la vera base, credo, di quello che poi si chiama "vivere quotidiano".



Due persone che non fuggirebbero insieme, perdonatemi, non possono pensare di viverci, insieme.



E citando dai "tredici comandamenti" scovato su uno spazio di un'amica...



"La cosa piu' bella che esiste, è l'amore".



Credo che fuggirò verso Parigi.



Perchè Parigi è Parigi. E val bene una messa.



Devo solo farmi andar bene il francese, che dopo il polacco, è la mia lingua preferita.

lunedì 30 ottobre 2006

Voglio fare la Parrucchiera

AP: allora mi mandi il file "cuore-di-xxxxx-howto.html"? (*)

SplinderianaSaggia: Amor Amor, il cuore se vuoi me lo strappo dal petto e te lo mando via dhl. splatter quel tanto che basta per ognisanti, no?



Le vie dell'inferno sono -da sempre- lastricate di buone intenzioni.



(*) Mi riferisco scherzosamente ai file HowTo di Linux, i manuali on line dove trovi le risposte praticamente a tutto, sul Sistema Operativo Libero e, talvolta, su paralleli temi esistenziali.

sabato 28 ottobre 2006

Attentato!!!






Questo post è VM18.

Io adoro i gatti. Mi piacciono davvero tanto. Il gatto è l'essenza della libertà, dell'indipendenza, del fascino misterioso della Natura. E' stato sempre considerato un animale sacro e, qualche volta, sacrilego. Qualche gatto ci ha per questo rimesso le penne.



Quando penso ad una donna fascinosa penso ad una gatta, sorniona, che fa le fusa ma non ne capirai mai, appieno, il motivo. E va bene così.



Dopo i gatti, per preferenza, vengono i cani, ma non è questo l'argomento del post. Per ultime, mi scusino, le piattole. Le cozze, le cozze no. Quelle le gradisco. Con tanto aglio, prezzemolo e pepe, incastonate in un intreccio di spaghetti al dente saltati in quel profumato brodo primordiale e innaffiate di un bianco, preferibilmente siciliano.



Odio le cozze bipedi. Ma in questo caso, forse, è colpa mia.



Ma non è neanche questo l'argomento del post.



Torniamo ai gatti e agli animali domestici in generale.



Premesso che il mio modello di gatto è quello di campagna, che decide lui di stare con te e non viceversa, che sparisce ogni tanto tornando tutto acciaccato perchè si è conquistato anche lui la patata nella stagione degli amori, oppure torna satollo grasso da fare paura col campanello al collo rapito dalla vicina di casa (non accade solo ai gatti)...



Ok. Odio gli animali per forza di razza, per forza col pedigree. Non sopporto le castrazioni: quando trasformiamo degli esseri inseriti in un ciclo naturale in ridicoli “pets”, riflesso del nostro egoismo, dei tamagochi in carne ed ossa, ormai privi di stimolo vitale se non quello dell'ingrasso (e non accade solo ai gatti...).



Ma divaghiamo ancora.



Io ho letto Freud.



A quindici anni.



E lì mi son rovinato, forse... la psicanalisi freudiana (dopo, molto dopo, Jung), l'apoteosi della sessualità... bla bla bla... insomma... io, poveretto che leggevo queste cosettine a mare, in spiaggia, da tenero nerd, mentre le mie amiche al massimo sfogliavano Sorrisi e Canzoni e le intellettuali la settimana enigmistica...



Bene. Nella sua spiegazione sulla generazione dei sogni, Freud ipotizza un “Gestore del sogno”, incaricato dall'inconscio di gestire il susseguirsi degli eventi del sogno stesso, e di rispondere agli stimoli esterni.



Una certa categoria di sogni, quindi, non proviene direttamente dall'inconscio ma risponde a stimoli più esterni. Ad esempio... che so... la sete, o il bisogno di far pipì... o quello di fare un qualcosa di stressante il giorno successivo, come prepararsi ad un esame, relazionare al direttore di banca, presentare una collezione... sposarsi (no, per sposarsi si chiama prima l'avvocato, è meglio!).



Bene, in questo caso si sognano cascate... o di andare effettivamente in bagno... o di studiare come matti... tanto che la mattina ci si sveglia con la pacifica sensazione di essere Einstein... per quei sette-otto minuti, diciamo...



E il bello che il Gestore del Sogno non si accontenta di una singola immagine... ad uno stimolo rapidamente compone un sogno che “C'era una volta in America” sembra un cortometraggio, tutto imperniato di sensazioni (non di eventi distinti), di azioni, di sequenze... insomma, una vita in un secondo, che finisce con un suono grandioso di campane, giusto per non farci destare prontamente al suono della la sveglia.



Bene.



Questo processo è istantaneo, appunto.



Ma torniamo indietro.



Oggi, se qualcuno leggerà questo scritto, mi maledirà alquanto.



Ma sono perfido, e me ne vanto.



Bene.



Un tempo ero fidanzato con una fuorisede (e qui viene la parte pecoreccia: mandate i bambini a letto!)...



La cosa bella delle studentelle fuorisede è che sono studentelle, quindi con delle priorità diverse nella vita che il matrimonio, e che sono appunto fuorisede... bene... io il venerdì preparavo lo zaino e mi traferivo da lei.



Il lettuccio era singolo... ma l'amore lo trasformava in un “ring” esaltante.



Eppoi la giovinezza, la passione e tutta una serie di motivazioni rendevano abbastanza piacevoli lo scorrere di quei giorni senza tempo, quasi senza luce (era un appartamentino ricavato in un sottoscala), una specie di vacanza parigina, molto Bohemien...



Bene.



La mia fidanzata aveva un gatto.



E che gatto.



Persiano.



Otto chili.



Chi non ha presente cosa sono otto chili di gatto... immagini una damigiana da cinque litri di vino.



Bene. Ne aggiunga tre, la cosparga di pelo lungo, la munisca di zampe, coda, artigli, vocina stridula e occhi gialli e avrà un persiano di otto chili.



Il gatto persiano non è un gatto vero e proprio. E' una specie di incrocio tra un comodino del settecento e un pouf.



E' un animale stanziale. Anzi, stabile.



Generalmente viene fornito di cunei per il parcheggio. E' pigro, strafottente...



Più che persiano, è napoletano.



Dorme.



Oppure mangia.



Poi dorme, ancora.



Si alza, poi rinuncia.



Ridorme.



Si alza di nuovo (deve andare a fare i bisogni: doveva farli anche prima, ma è pigro. Ora deve farlo per forza).



Visto che c'è, rimangia.



Dorme.



Se perdete il momento in cui mangia o fa i bisogni, lo scambiate per un soprammobile.



Non è vero.



Una volta al mese, per cinque preziosi minuti, il gatto persiano si ricorda di essere un gatto come gli altri. E vuole giocare... smonta i maglioni, si appende alle cose, corre e salta rigorosamente per casa. Oppure fugge dalla porta. E si ferma dopo due metri fuori dall'uscio (fuori casa, lo sforzo si considera doppio e i cinque minuti diventano due, tre al massimo).



Poi è stanco, si prende un altro mese di ferie.



Torniamo a noi e all'idillio con la fidanzata.



Eravamo lì... pomeriggio della domenica. Sonnecchianti sul lettino, proditoriamente sistemato al centro della stanza per starci più o meno in due.



Mi son distratto un attimo.



Mi appisolo.



Una parte di me, che non era un piede o un braccio, sporgeva ignara dalle coperte.



Erano i cinque minuti del mese, accidenti.



Il persiano maledetto è stato più veloce del Gestore del Sogno.



Non ho sognato di essere un prigioniero americano torturato dai vietnamiti, o un prigioniero vietnamita torturato dagli americani, né Braveheart sul patibolo, né Craxi con il piede amputato... no. Il Gestore non ce l'ha fatta a mitigare.



Sento uno strappo. Lì dove non poteva essere. Non poteva essere una manovra erotica da risveglio dei sensi.



Non poteva essere altro che un'amputazione alla Bobbit...



Mi sveglio di soprassalto, urlando come un ossesso...



E trovo questo ammasso di grasso e pelo e artigli attaccato al mio compagno di battaglia. Che mi guarda, fesso e soddisfatto...



La mia fidanzata ride. Io urlo. E sanguino. E quel maledetto essere infimo piattoloso con pedigree sgattaiola contento per la stanza come se io volessi giocare...



Lo volevo uccidere, altrochè!



Io quella donna, non so per quale motivo, forse per masochismo, l'ho sposata.



A quel gatto se ne sono aggiunti altri due.



Il mio appartamento sembrava uno zoo (comprendendo anche me, per carità)... e la possibilità di vestirsi di nero era minata dal pelo che arieggiava, nonostante fossi sposato contro una maniaca della pulizia, minaccioso nell'aria tentando di attaccarsi unicamente al mio completo da lavoro.



Il gatto è stato castrato, in seguito, perchè “poverino, poi soffre... lo faccio per lui” (e non accade solo ai gatti)... eppoi sporcava il tappeto quando si ricordava di avere una sessualità (e non accade solo ai gatti).



Durante la separazione, lei mi chiese

- Come ci dividiamo i gatti?

- In senso longitudinale - risposi io - Prendo tutte le metà sinistre...




giovedì 26 ottobre 2006

Io e Alonso Chisciano

Spesso mi innamoro del vento

che passa così in fretta,

giusto per non scoprire

- totalmente -

il cuore.



Ah, per favore, prima di commentare,

mettetevi una mano sulla coscienza.

Io amo questa donna.

Sfilata.

Lei arriva, praticamente vestita con un velo di vernice nera.

Conversazione profondissima sui gambaletti negli stivali.

Vabbè. Non pretendo di parlare di Borges in un backstage. Accade solo nei film. Però tiene il ritmo della conversazione.

E si muove come una dea.

E' un mio difetto.

La fotografo.

Mi sorride.

Sorriso d'ordinanza, catalogo io nel cinismo col quale guardo sempre queste cose.

Ma l'ho vista da qualche parte.



IO: Ma hai sfilato a Romasposi?

LEI: No, e tu a Genova?

IO: No... e a Milano per xxx?

LEI: No...

IO: Ok, dammi comunque il tuo numero...

LEI: 328...



Poi ci ho pensato. L'ho vista nei miei sogni.



Devo smetterla di bere il vino la sera e cancellare questo cazzo di modello di gnocca dai miei desideri.

E dirigermi verso le donne vere.



A trovarle.



Forse, Parigi vale una messa, ma questa è un'altra storia.



Ah (comunicazione di servizio), e quelle due tizie che ogni volta mi rapiscono e mi chiudono in una stanza di MSN Chat appena mi trovano in rete e si tarzanizzano confrontandomi con frittelle di uomo basico... appena cambio messenger sapranno il fatto loro.



Ok. a questo post mi darei un bel sei meno. Ma solo per la foto il sei. Il resto rasenta il due più.

Ma oggi è giovedì.



***


Piccolo gossip.

Alla sfilata c'era la Chiappini, molto interessata alla moda, devo dire... e la Francesca del GF 2006, una specie di bambola gonfiabile semovente.


Ad un certo punto arriva la Lecciso... capricciosissima... e a fine serata le Iene, che intervistano la Lecciso che scappa via.

Poi spengono le telecamere e tutti insieme, sorriso finto, a tagliare la torta.


Ma tutti questi sono angeli minori.


Avete visto "Il diavolo veste Prada?".

Io pensavo d'essere la candida Andy.


Ma finisco sempre più per riconoscermi in Miranda: capelli bianchi, gusto squisito e solitudine inclusi.





mercoledì 25 ottobre 2006

NON è vero... ma ci credo










Oroscopo di oggi: 25/10/2006           a cura di Claudia Leoni



Sagittario

Sara' una giornata a dir poco interessante. La Luna e' nel vostro segno. Questo cambiamento vi da' tutta l'intraprendenza che mancava nelle settimane passate. Potete pensare a obiettivi nuovi, oggi. Datevi qualche traguardo nuovo da raggiungere, nella professione o nello studio. Saprete come ottenerlo presto! Anche in amore, e' il momento di pensare a target precisi, sui quali ragionare bene!




Mai che dicessero, effettivamente: son cavoli vostri. Le stelle, al massimo, vi stanno a guardare.

Sento

Che c'è un certo bisogno di un nuovo post.



Scegliete:



1) Post sul senso della vita.



2) Resconto meticoloso con immagini del backstage dell'ultima sfilata con la Chiappini.



3) Un mix terrificante di tutti e due.



4) La seconda puntata al maschile della storia del mondo di Madame Revanche.

domenica 22 ottobre 2006

Paris-Texas

SplinderianaSaggia: ... in pratica quel post è un corto, a proposito di film...

potresti produrlo e mandarlo a canale 5



AmorPlatonico: In pratica è una non-dichiarazione d'amore

Sintetica, divertente, terribile



SS: Ma in una non dichiarazione uno non dichiara quello che ha o dichiara quello che non ha?



AP: Non dichiara quello che ha, ma si capisce.

L'altra è la dichiarazione dei redditi.

sabato 21 ottobre 2006

Invito al viaggio

"Ti invito al viaggio

in quel paese che ti somiglia tanto"

Baudelaire, riletto da Battiato-Sgalambro



Amica: Dovresti andarla a trovare...

AP: Sarebbe inutile

Amica: Perchè? Sarebbe come incontrare uno specchio.

AP: Appunto. Ma lei mi direbbe "Sono innamorata di un altro"

Amica: E tu?

AP: Risponderei "Lo so"

Amica: E allora?

AP: Sarebbe un'altra scena da film.



Questo post è dedicato all'Amica MadameRevanche, che sta diventando, in effetti, una vera blogghestar. Almeno su questo blog!

Ed è un'amica, con la quale ci "scassiamo" di risate sul mondo. Lei ha una sfortuna e una fortuna. La sfortuna è che abitiamo distanti, perchè sarebbe bellissimo vedersi più spesso e far danni. E una fortuna: il suo fidanzato è un mio compagno di sbronze, che per me è come essere fratelli.


Shattered Dreams






Scena: Auto di AP, nel durante un ritorno verso casa, sabato pomeriggio, dopo il pranzo pantagurelico dalla suocera.

Personaggi:



AmorPlatonico, visibilmente agonizzante dopo la terza porzione di lasagna. Il cognato ha invece tentato la fuga adducendo la morte di un parente stretto.



Ex-Moglie, piena di progetti e progettini risultanti dalle edificanti conversazioni pomeridiane con la madre, vertenti dall'uso degli aghi per il punto croce alle tecniche di finzione dell'orgasmo, dalla conservazione dei peperoni in agrodolce per l'era glaciale agli ultimi ritrovati psicologici per la riduzione del marito in schiavitù... “Guarda tuo padre...”







AP: Facciamo un gioco, ti va?



EM: Spara.



AP: Allora io ho giocato al superenalotto. Questo sabato sono tredici milioni di euro.



Vinciamo.



Sono sei milioni e mezzo a testa.



Io non influisco sull'uso della tua parte, tu della mia.



Che ne fai?



(e non dire ti pianto e me ne vado che è l'opzione zero)



EM: (ride)... innanzitutto...



quant'è?



AP: sei milioni e mezzo... su per giù tredici miliardi...



EM: lunedì andrei comunque al lavoro... per non dare nell'occhio...



poi una parte la investirei in immobili... comprerei appartamenti da affittare... e gestirei gli introiti...



un'altra parte la investirei in fondi, tanto per stare sicuri...



ovviamente continuerei a lavorare...



diciamo in maniera più rilassata, mi farei qualche viaggetto in più...



AP: Mi ci porti?



EM: per quello, vediamo, sempre che tu non stia andando da quel cliente lì o col tuo amico vestito di nero... o con qualche zoccola delle tue amiche al telefono... (allora non chattavo, ma tant'è, N.d.A.)



EM: Ma non mi interrompere...



AP: Scusa! Continua... quindi continui a lavorare?



EM: Certo, giusto per non stare senza far nulla... ma darei in beneficenza il mio stipendio...



AP: Ah, ecco...



EM: E tu?



AP: Io... nulla... fai le valigie e te ne vai... no... scherzo amore mio...



AP: Io... dunque... lunedì entro in banca, direttamente nell'ufficio del direttore. Salgo sulla scrivania e faccio pipì. Così, tanto per... Appena comincia a chiamare la polizia, entra il mio gestore business (al quale ho dato copia della schedina) che lo informa dell'accaduto... e tutto finisce in risate...



AP: poi stacco un assegnino per le casse dell'azienda, chiudendo i fidi e lavorando in attivo...



AP: quindi mollo tutto alla mia famiglia... gestione, titoli, proprietà...



EM: e quindi? Partiamo?



AP: se vuoi venire...



EM: come se voglio venire? Dove mi porti???



AP: In Africa!



EM: Ma a Sharm siamo già stati!



AP: Non quell'Africa. Voglio aprire un ospedale in Madagascar...



EM: Vabbè fai una donazione a Emergency...



AP: No. Ci voglio andare.



EM: Ma come... tu fai lo stilista, il fotografo, il manager... lì c'è bisogno di professionalità... di mani, di medici...



AP: I medici si assumono. Ricorda che ho convertito più di un'azienda...



EM: Ma queste son cose serie, da far fare ai professionisti... che c'entra l'immagine...



AP: Costruire un ospedale, o farlo partire, utilizzare il tutto per via mediatica per far star male i satolli occidentali e convincere qualcun altro a unirsi alla cosa non credi che sia possibile? Del resto qui vendo e faccio le cose più inutili del mondo...



EM: Sì ma che c'entra... mica sei un medico...



AP: Ok... vedo che non comprendi. Comunque ho controllato prima di partire. Non abbiamo vinto. Neanche un “tre” di incoraggiamento. Domani tu vai a lavorare normalmente, e porta lo stipendio a casa o dove ti pare... ed io farò pipì in bagno, prima di andare in banca.



AP: Ah, e stanotte non mi rompere gli zebedei, visto che vuoi comandare anche nei miei sogni.










giovedì 19 ottobre 2006

Il Grande Amore

AmorPlatonico: Ma tu...

SplinderianaSaggia: Sì?

AP: Ma tu ci credi?

SS: ...

AP: dai! rispondi!

SS: ....

AP:.... ? ......

SS: Ma figurati.



E' sempre lei. E ho finito anche il bronzo.

mercoledì 18 ottobre 2006

Ricorsi storici

- Ti giuro, ogni domenica mattina... io esco, vado al bar, e incontro uno che mi abbraccia, mi chiede come sto, mi offre il caffè... mi tratta come fossi il suo migliore amico.

- Ma hai capito poi chi è?

- Era fidanzato con mia moglie.

Le grandi scoperte

SplinderianaSaggia: combinazioni...

AP: :D

SS si ma non c'entrano cassaforti

SS: forse

SS: :D

AP: ahahaahahah

AP: dipende da quanto pensi sia importante il cuore (o il fegato) per metterli nei posti giusti.

SS: beh. ogni organo ha il suo posto. e sarebbe meglio che ognuno stesse in quello più appropriato



Non c'è sulla terra abbastanza avorio e oro per farle una statua.

martedì 17 ottobre 2006

Chiacchiere a profusione





"Sbagli, t'inganni,ti sbagli soldato

Io non ti guardavo con malignità

Ho temuto che per ascoltar la banda

Non facessi in in tempo ad arrivare qua..."

Roberto Vecchioni, Samarcanda.



"Senti..già che la cosa sia scaduta così nell'offesa (velata?!)
mi piace molto poco...
soprattutto perchè tu per primo ammetti che la pensiamo diversamente...
che ci sia un corteo di gente che giudica un solo lato della medaglia,
nel mio blog, è alquanto fastidioso.
In quanto a te, se pensi che le miei siano chiacchere,
avresti potuto parlarmene senza commentare un post...
Ovviamente i vostri commenti resteranno lì..."

A parte che il commento era del post.
Ma è colpa mia. Devo smettere di identificare la persona con l'artista.

Altrimenti dovrei smetterla di amare le canzoni di Roberto Vecchioni.

Ma quand'è... il destino ci si mette.

Fortunatamente il tempo svela le maschere.
O gli avvocati.

Comunque, oggi, diamo ragione a Sterfimia. E' colpa nostra.


lunedì 16 ottobre 2006

TUTTO INTORNO A TE (3)

(questo è il VERO post di sabato. Il resto sono isterie)



"Ecco, vedi, si è fatta i ricci... ci sono problemi e lei, lei si è fatta i ricci"

Nanni Moretti, Bianca






Ieri mi chiama un amico. Pomeriggio. Voce cavernosa d'oltretomba. "Come stai?"

Ok. Casini. Sentiamo.

Lui l'anno scorso si è separato dopo un bel po' di anni di matrimonio. Bella persona, grande lavoratore, bel ragazzo.



Lei, dalla metà campana sentita, si è allontanata sempre di più. L'azienda che hanno costruito insieme è stata usata da lei contro di lui, come si usano i figli in un divorzio. Perchè per gli uomini le aziende sono come i figli. Per le donne, qualche volta, un po' di meno. Capita che si facciano un po' di meno i conti. Ma la storia non è questa.



Come tutti, si guarda un po' in giro per cercare di non morire (intanto la signora di lì a un mese ha un fidanzato a tutti gli effetti: ergo, c'era da prima, in toto o semplicemente sapientemente parcheggiato, ma c'era, perchè una donna non fa crollare una storia se non lo vuole, almeno, così mi pare).



Comunque, lui incontra una ragazza in chat.

Succede.

E' carina, giovane, simpatica.

Ha gli occhi di cielo e un sorriso bellissimo.

Mi chiama dopo un po': "Mi sono innamorato". Io, rispondo, ovviamente sarcastico, "Sei un coglione!".



Ok.

Vi risparmio i particolari, ma andiamo per sommi capi.

Lui, si innamora. Si innamora davvero come chi sente che gli manca qualcosa nel cuore. Forse un affetto non dato da dare, o un dovere di protezione da svolgere... non so come definirlo... un bisogno, un'esigenza. E un cuore, sicuramente provato, ma sicuramente onesto.

Qualche volta, il sogno di avere una serenità che si è vista crollare, tradita, distrutta, bordate di egoismo contro i bastioni di una linearità di vita e di sentimenti che non è immeritata.



La ragazza, rapidamente come è "venuta innamorata", dopo qualche mese, cambia i suoi sentimenti.

Lui la sente strana. La allontana per un po'. Era entrata nella sua vita. Tanto. E lui le consiglia di chiarirsi le idee, e che la porta è sempre aperta ma i pensieri devono essere lineari.

Dopo qualche giorno dal "consiglio", lei ha un altro. Si vede con tutti e due, amoreggia con tutti e due. Mente, mente a tutti e due (o tutti e tre, ma lei, ora non ci interessa). Due mondi diversi, con due uomini diversi, dove il secondo sa del primo ma il primo non del secondo, fino ad una decisione, di lui: "Ok, carte scoperte. Da domani si fa sul serio. Vieni a stare da me. Ma la prima sera che ritorni dopo di me ti trovi le valigie pronte fuori della porta".

Da quel "a domani", lei è sparita. E la frase non è dittatoriale. Ma va letta con tutto l'amore del mondo.

Al telefono ride e scherza come se non fosse a lei. Come se l'avere accanto un uomo bastasse a tutto.

E tante altre cose assurde, che non vi sto a raccontare, ma ben capisco e ben comprendo perchè in giro le ho viste.



Ok. Carne arrosto, un Nero di Troia (giuro, è una città dauna e un vitigno e non una definizione del mondo femminile), peraltro paradossalmente neanche tanto sincero, e tanta grappa.



Ora.

Questa storia è un prologo, per parlare d'altro.

Si vive di fantasia, me ne rendo conto.

Spesso il "non avere problemi" ci porta a crearli.

Il non dare un senso alla propria vita porta a recitare una parte col mondo, un copione da reiterare e reinventare a sempre nuovi spettatori.

Per me certe volte, quando si tratta di "chat"... lo dico sempre alle malcapitate, per sicurezza:

"Io e te non esistiamo, perchè non ci conosciamo davvero. Potremmo essere falsi entrambi, dietro questi schermi".

(E' un concetto di esistenza tutto sartiano, ma è sabato sera. Lasciate stare. Domani cercatelo su Google.)



Dal vivo, dopo tanto parlare, è più difficile mentirsi.

E' facile mentirsi all'inizio mostrando una scollatura e non una cultura. Ma poi ci si scopre.

Sempre. E si fanno delle figure, utilizzando un bel termine francese, oggettivamente di merda.



Personalmente se sento che una persona che fisicamente mi attrae è troppo diversa da me non forzo le cose per mettere un'altra tacca sulla mia cintura. Ne ho cambiate già troppe.

Generalmente do fiducia ai miei contatti di chat. Come alle persone in generale. Del resto, penso a Splinder come un luogo di signori, non di sedicenti ingannatori.



Faccio semplicemente quello che vorrei che gli altri facessero con me. E non faccio l'opposto.

Quando questa fiducia viene palesemente tradita non mi arrabbio. Semplicemente chiudo, perchè la persona diventa un flusso di byte che in realtà, non esiste. Perchè è falsa.



Io non sono un santo.

Ma quando questo accade un po' male, un po' mi sento.

Come se fossi un "servizio di conversazione interessante" incluso nel canone ADSL.



Stasera voglio sognare anch'io.

Ma me ne vado al cinema.



Buona serata.



(E quando ADSL non funziona... eccheccazzo!, nota di oggi, 16/10/06)


domenica 15 ottobre 2006

Tutto intorno a te (2)

Tornando a casa.

Dietro, il rumore del mare... nero e senza luce, stanotte

Davanti, i lampioni della piazza, ancora tutti accesi.

Certe volte torno proprio quando metà di essi si spegne.

Sentore di pietre antiche.

Lontano, l'odore del forno sotto casa. Farina, farina e zucchero.

E ancora il respiro del mare.

Poi svolto verso casa.

La chiave nella toppa..

Il rumore sulle scale di marmo.

Poi quelle di legno fino in camera.

La coperta di pile.

E un verso di Fossati...."E passerà un lampione un ponte un bar, poi passerà anche me.... e senza quasi dolore, per tutti e due, passeranno le tre..."

Tutto intorno a te

tutto

venerdì 13 ottobre 2006

XXX

Considerando che il numero di commenti è inversamente proporzionale alla lunghezza del post... oppure direttamente proporzionale al suo contenuto di SESSO...



SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO SESSO



E chi è senza peccato, scagli la prima pietra.



Nessuno vuole adottare un dinosauro?

giovedì 12 ottobre 2006

Troppa Grazia!!!

Troppa Grazia!


“Ti prego, mio buon Signore...

fa' che almeno le donne e i bambini arrivino in Terrasanta...

ma poi... in fondo come farebbero senza gli uomini...

quindi, Ti prego, salva anche loro!

E ora... visto che hai salvato tutta questa gente...

che ti costa salvare anche noi vecchi?”


Preghiera del Rabbino in Train de Vie





Ieri avevo scritto che sarei rimasto volentieri a letto. Qualcuno deve avermi sentito, lassù o laggiù. Dipende dalle visioni del mondo e da che parte guardi. Del resto i Bogomili credevano che il mondo fosse stato creato dal Diavolo piuttosto che da Dio, per giustificarne la malvagità. Mentre i Testimoni di Geova, da quanto mi ha raccontato uno di loro, fanno risalire il mondo ad Adamo ed Eva.


Ora... io immagino il Diavolo come un allegro nullafacente napoletano intento al massimo a sferzare scudisciate, a bruciare anime dannate, a corrompere gente tentennante, a sedurre personaggi biblici; me lo immagino a volte bestia, a volte uomo splendido, a volte donna affascinante. Sicuramente non me lo vedo tutto incasinato a creare il pianeta, a sistemare il millepiedi, a organizzare i concerti del grillotalpa. E ancor meno me lo immagino a piazzare ad uno ad uno i fossili dei dinosauri per ingannare coloro che non credono al fattariello che mi raccontò il Testimone di Geova tempo addietro. “Il mondo esiste da seimila anni” “E i fossili dei dinosauri” “Li ha messi il Diavolo”. Almeno così m'ha raccontato.


Ma queste sono divagazioni.


Ora vi racconto un bel po' di casi miei:


Mi sveglio stamattina alle 6:00 circa, tutto intenzionato a finire il manoscritto di PG, e per vedere come finiva la storia interessantissima di Riccardo Leone.


Ora, alle 6:50 sento la natura chiamare e arranco e gattono in bagno (a quell'ora anche tre metri sono distanze). Mi porto il manoscritto, che ho trattato degnamente in un luogo così sacro.


Dolore allucinante al ventre. Ok. Ci sono. Sarà dura ma vincerò io.


Stanco ma felice, ritorno orizzontale e cerco proseguire con la lettura.


Non so se sarà stata la prosa raffinata e cesellata di Pierluigi, o la pizza rape e salame piccante (son pugliese D.O.C.) di ieri sera o lo stress degli ultimi trentaquattro anni, ma ho una seconda fitta che la prima sembrava una passeggiata.


Contorto contorto ritorno nella sala letture grande...


E lì ho visto il Diavolo di cui sopra farmi segno e dire: “Senti, mi dai una mano con 'sti dinosauri?”.


E' stato terribile. Non lo auguro a nessuno.


Dopo che la produzione del marasma primordiale è stata dolorosamente profusa... cerco di rientrare sotto la calda coltre.


Sono le 7.20. Sto morendo di freddo.


Mi misuro la temperatura: 35 e 8. Praticamente un fossile.


Vado avanti fino alle 8.30. Ma non è cosa. Tremo come una foglia e mi sento i dinosauri ballare nell'intestino.


Volevo rimanere a letto, l'ho pensato, l'ho scritto.


Qualcuno mi ha ascoltato.


Farsi i cazzi propri, no?





Un saluto a Madame Revanche che mi ha fregato il post. (Ah, Madame non ha i permalink, quindi il post è quello del 12 Ottobre. Ora che ci penso è anche il compleanno di una mia ex fidanzata... ah... si invecchia, tesori miei!!!!)







mercoledì 11 ottobre 2006

Ho un vago sospetto...






... che a giudicar dal numero di commenti lo scorso post è stato un po' "mattonico".

Ringrazio pertanto di vero cuore coloro che se lo sono sciroppato.

Ma quando devo dire una cosa la dico.

Oggi, per esempio, che dirvi...

... come tutto il resto dell'umanità avrei preferito rimanere a letto;

... se penso al passato mi viene da scrivere un romanzo

... se penso che da questo romanzo non ci camperei, penso di scriverci un reality.

Domani chiamo Telenorba, va'...



(Giuro, questa è l'ultima foto di Nanni Moretti che posto).



Ah, se devo proprio raccontarvi qualcosa...

oggi ho sentito delle perle meravigliose:

- gente a cui viene proposto d'insegnare a scuola mentendo sulla presenza di una laurea;

- Beppe Grillo è di destra;

- gli anarchici son di sinistra;

- il comando unix "lprm - " ti salva effettivamente da un mare di carta.



Dov'è il mio metro?




lunedì 9 ottobre 2006

Eyes Wide Shut








"Sí, gli amici non possono comportarsi cosí, perché io mica divento amico del primo che incontro. Io decido di voler bene, scelgo; e quando scelgo è per sempre."


(Michele Apicella, Nanni Moretti, in Bianca)







Io sono essenzialmente sincero. Cioè non credo di aver bisogno, ormai, dopo provata esperienza di vita e alcune situazioni da vaselina (scusate l'immagine cruda, ma questa è), di crearmi una maschera, un qualcosa che separi un aspetto “esteriore” del me da uno interiore.


Anzi, sto lavorando su me stesso – voi direte: e che ce ne frega?, io vi rispondo: e andate... su di un altro sito! – per fare in modo che quello che si vede fuori sia quello che c'è dentro: una specie di lavoro all'incontrario, un reverse engeneering (i cultori dell'open source apprezzeranno; Sterfi: cerca “reverse engeneering” su Google prima di commentare altrimenti ti scateno direttamente Bozzone), quello di decidere quale parte di me stesso coltivare al meglio, farla venire fuori senza di fatto costruire una parvenza, una maschera, come certe chiese del Seicento, con quelle belle facciate che sembrano infinite e poi molto molto piu' piccole dentro...


Era chiamata persona la maschera che gli attori greci e latini indossavano durante le rappresentazioni teatrali. Ma noi andremo oltre.


Quando spesso parlo di internet con chi non la usa, con chi non ha un blog, con chi non usa una chat... mi sento sempre rispondere la stessa cosa: “sì, ok, ma conoscere gente in rete... è strano... non si è sinceri davanti ad un monitor, perchè dall'altra parte potrebbe esserci chiunque”.


Siccome sono dell'idea che diamo agli altri la dimensione del nostro cuore, devo supporre di interloquire con potenziali maniaci, serial killer, mostri, assassini e quant'altro.


Quello è meetic & co. Sono i siti d'incontri.


Poi mi si viene a ripetere la questione delle sensazioni “a pelle”... mamma santa... ma sempre là si va a parare? E se io con una persona ci voglio parlare prima? E se quella sera ho gli ormoni sfasati e le attacco addosso (si suppone femmina, in questo caso) delle qualità che non ha, ma che io vorrei avesse, solo perchè sfoggia un paio di tette che neanche Storas (ma questa è un'altra storia)? O perchè ha quell'odore che mi ricorda proustianamente la mia prima fidanzata all'asilo?

(Aurelia! Dove sei? Che fine hai fatto? Ti sei svaccata o sei rimasta una bambolina?).


Non ho bisogno personalmente di fare la ruota di cose che non ho.


Molti dei miei lettori mi conoscono personalmente, e il piu' bel complimento che possano farmi è che “sono esattamente come sono nel blog, o in chat”. Magari sono una testa di cazzo (francese, ma è lunedì e ieri ho fatto backstage in una sfilata e c'erano molte donzelle alle quali avrei voluto attribuire una laurea in lettere classiche e non mi sono ancora ripreso dalla tempesta ormonale post-evento... perchè io sono professionale e sto malissimo solo dopo...) ma sono esattamente quello che si erano aspettate. O aspettati.


Aspettati, certo, perchè il sottoscritto non è letto espressamente da donzelle, ma anche da nobili cavalieri, con i quali nasce un fiero e reciproco rapporto di stima, e, cosa splendida, d'amicizia.


Perchè trovare un amico, una persona che ci sia mentalmente affine, magari anche lontana tale da vedersi poco, perchè gli amici sono comunque fatti per “fare”, non per “raccontare” soltanto, è una questione difficile e perigliosa.


E a volte anche per bere. E il vino scorre a fiumi. E assime al vino, quello buono, una certa vita. Non si fraintenda... non sono un beone. Ma niente è piu' bello di un buon bicchiere con un amico.


E quando si trovano delle affinità, hai trovato un compagno di viaggio, un compagno di sbronze, qualche volta una spalla su cui piangere, qualche volta qualcuno che ti dica “ma vaffanculo” al momento giusto, tanto per farti riprendere da una serie circolare di seghe mentali da sembrare la tua vita un anello di Mobius.


Ed oltre ad essere sincero, nonostante dica d'essere permaloso, ma sono permaloso con chi, “a pelle” (e a pelle funziona pure in rete, non preoccupatevi: avete voglia a nascondervi! Vi si becca facilmente!), con chi “a pelle”, dicevo, tende un po' troppo ad essere sgargiante, vamp, vittima o personaggio, sono aperto al dialogo e al confronto.


Ok, ho un nick altisonante. Amor Platonico. Minchia! Ma mi piaceva e mi piace. Mi piace per la parola Amore, che tutto permea, purtoppo o per fortuna, e per il senso di Platone, una degli illuminati che ho avuto la fortuna di incontrare nella mia vita. E che spesso la scuola non ti insegna. Dovrebbero insegnarlo al catechismo, o farci un reality.


Tempo fa discutevo sul blog con la mia (mia? mah!)  riccioluta, gelosissima perchè quando lo ha scorso ha trovato piu' commenti di donne che di uomini e la prima cosa che le è venuta in mente da fare è stata una sacrosanta scenata di gelosia.


Il profumodelsale è casa mia. Una delle mie case. Una ben arredata e tirata a lustro ce l'ha la mia ex moglie. Un'altra, piu' piccola, davanti al mare, con tutte le cose metà accatastate e metà accampate, tranne il tinello sempre pronto ad ospitare amici e tirare spaghetti, è quella dove vivo. Un'altra, virtuale, ma di virtuale ne ha poco ormai, per quello che sento, è questo spazio sulla rete.


Vengo al dunque, dopo questi lunghi ma necessari preamboli.


L'unico limite posto ai commenti è di essere registrati a Splinder, non mi piacciono gli anonimi. Prendete coraggio ad essere identificabili.


Non ho mai bannato nessuno, neanche Bozzone, ultimo e triste campione di finezza.


Ho cancellato in tutto un paio di commenti, anonimi, molto ma molto personali, di un qualcuno che non ha rispetto di niente e di nessuno a cominciare da sé stessa, e semina scempio ovunque mette piede. Ma tanto questa persona morirà sola.


In questo momento di trambusto della mia vita, questa casetta è una cosa bella. Ci tengo molto, devo dirvi, ma come tengo a tutte le cose, considerando che la vita può darti tutto e che tutto può portarti via, tranne te stesso.


Quindi lascio sempre la porta al massimo socchiusa, ma senza chiavi di sorta.


Ma non mi piace far sì che tutto sembri perfetto e in bella forma. Artificialmente, come si pota un giardino all'italiana. Se bello deve essere, che lo sia di sua costituzione. Una base buona, forse, c'è, che è una certa intenzione di fondo.


Mi sembra di fronteggiare abbastanza cinismo e falsità nella mia esistenza quotidiana da non volermelo ritrovare gratuito anche nella mia sfera personale. Ma non caccio nessuno. Perchè non è così che si fa.


I blog sono, per un certo senso, delle cose pubbliche, delle opere comunitarie.


Altrimenti si fanno privati.


O per fare le cose zozze.


O per tenere un diario da tredicenne.


O se sei un personaggio con manie di grandezza, che da solo crea e distrugge mondi. Ma solo nella sua testa.


Il resto, è qui.