mercoledì 28 febbraio 2007

Dreams

"Come on, come on, come on my friend

And run into the terms of this land

Where the sun never dies

And the time doesn't matter at all...



...



But if I'm gonna staying here

will you turn back and see

the darkness that keep on

getting over..."

A.P., Dreams, 1987





Mi ricordo di averla scritta. Avevo 16 anni. Ero innamorato dei Pink Floyd. E di una ragazza dagli occhi di cielo.

La portai a casa mia. (La ragazza, non i Pink, quelli me li porto dentro, come Dave Gilmour si porta dentro ancora qualche pera che si è fatto a suo tempo).

Lei era bellissima. Io mi sentivo un rospo.

Mi sedetti al pianoforte.

Chiusi gli occhi, come ogni volta, e mi dimenticai del mondo. Non so se si fa così, ma mi succede.

Le cantai tutta la suite.

Poi riaprii gli occhi. Io, ero stato là.

Lei, forse.

Alla fine, prese il testo.

Lo piegò come una reliquia e lo mise nello zainetto.

Poi uscì col solito tizio con la Mercedes.

martedì 27 febbraio 2007

I have a dream...

AmicaInChat: Ciao! come stai?

AmorPlatonico: Ciao! Io resisto :D! e tu?

AIC: Stai bene?

AP: Credo, perchè?

AIC: No, perchè ti ho sognato!

AP: Wow!

AIC: XXX mi diceva che t'eri suicidato

AP: ...



(tocca ferro tocca ferro tocca ferro tocca ferro)

lunedì 26 febbraio 2007

Regole d'ingaggio e baci all'Iran

Premesso che da una recente conversazione con una amica abbiamo

convenuto, con il grande filosofo dell'amore Marco Ferradini che "non ci sono leggi in amore", mentre lei sosteneva addirittura la tesi "fuori dal letto nessuno è perfetto", e visto che il buon Massimo D'Alema continua a mietere figuracce in Parlamento, di scambiare due elementi: le regole d'ingaggio per una battaglia aerea con le grandi leggi dell'amore.

Ad esempio, quando montavo di guardia al militare, la regola d'ingaggio era: prima: "altolà chivalà", alla risposta negativa, colpo in aria, poi colpo alla persona, con la speranza di far centro, che i Garand non erano tutta questa precisione.

Insomma un codice comportamentale...

Per cui suggeriremmo di proporre a Massimino anzichè le solite cavolate che spara prima di chiedere: "E' pronta la mia barca?", di girare a Bush una soluzione del problema Iraniano:

Al primo contatto, occhiolino.

Al secondo, toccata di chiappa

Al terzo, bacio con la lingua.

E vediamo se qualcuno minaccerà il nucleare.

Per il resto, stasera mi porto un fucile.

Ditemi dove si firma

Sagittario

Oggi inizierete bene la settimana, i problemi e le pesantezze sono scomparse, tutto va appianandosi. Concentratevi nel lavoro, nella vostra attività, ci saranno cose belle da prendere nei prossimi giorni. Il mondo che vi circonda è abbastanza pittoresco e vi mette di buon umoe.



(E c'è anche l'errore di battitura).

sabato 24 febbraio 2007

Toglietemi tutto

"Son le cose

che pensano

e hanno di te

sentimento.

Esse t'amano,

e non io.

Come assente

rimpiangono te

Son le cose

prolungano te

Certe cose."

Le cose che pensano, Battisti-Panella.





Più volte penso negli ultimi giorni a quanto affanno ci mettiamo nelle "cose", negli oggetti, appunto, e di quanto essi ci rendano di fatto schiavi.

Che un minimo di "vizi di forma" ci debbano essere concessi è pacifico.

Penso solo alla grandezza del fardello.

E a quanto tutto questo rientra in un matematico calcolo di redditività.

E in mezzo a tutto questo la parola magica.

"Felicità"



E non è una canzone di Al Bano.



Piccola parabola.



Una volta ero fidanzato con una fotomodella: gnocca fantastica, prototipo di Barbie, femminilità al 200%.  Famiglia contrastata, grande desiderio di fuga. Ed io che ero troppo bravo ragazzo (non che ora non lo sia, bravo, intendo, ragazzo, meno... di anni ne ho ormai venti, o molti di meno), e credevo di costruire nei termini del paradigma borghese. Storia in crisi. Lei scompare. E torna dopo qualche settimana, con un Breil fiammante al polso.



Già.



Toglietemi tutto.



(La cosa drammatica è che se stanotte non faccio bagordi domani scrivo una cosa mostruosa. Cavoli vostri)


giovedì 22 febbraio 2007

Così

Ho dormito per non morire

Bruciando i miei miti di carta

Su cieli di schizofrenia.



(BaTTiato, No U Turn)






Ad un certo punto clicchi sulla rotellina... scrivi un nuovo post... aggiorna... preferenze... cancella blog.

Una certa voglia ti viene.

Così, tanto per.

Giusto per ricominciare.

Quanto siete ancorati al passato?

(E non parlo di blog: quelle, anche se belle, son parole. E se qualcuno equivoca, andasse alacremente affanculo)

mercoledì 21 febbraio 2007

Dovere di cronaca

L'amore passa



Scusami,

ho usato

la nostra canzone

per una nuova

relazione



Stefano Benni



Per dovere di cronaca, riferito al commento di Serigl del post precedente, "succhia, babe, succhia" è ispirato alla fantasmagorica Madame Revanche.



Il resto delle citazioni sono accompagnate dagli autori.

Il resto, ancora, e credo che sia tanto, è vergognosamente originale.



I post copia e incolla li faccio fare ai poveri di spirito.



In questa pagina ci sono 3 X.



XXX



Succhia, babe, succhia!

Oggi mi son catapultato dal letto e ho affrontato il mio terrore ancestrale per gli aghi e per la vista del sangue. C'è il figlio di amici di amici al quale hanno diagnosticato (con tutti i ritardi del pediatra) una leucemia. E ha bisogno di piastrine. Non di piastrelle, piastrine.

Io ho lo stesso gruppo del cucciolo, A positivo. Almeno qualcosa di "positivo" in tutto questo marasma.

Non voglio nessuna bandierina, nè medaglietta.

Mi hanno fatto le analisi gratis. Sono sieronegativo, eccetera eccetera (magari qualche dubbio mi sarà pure venuto)...

Quando mi son seduto sulla comodissima poltrona del centro trasfusioni "Bram Stoker" sono diventato giustamente bianco cadaverico, mi son sudate le ginocchia e mi è scesa la pressione a 2.

- Lei se la sente?

- Guardi, è una cosa mia... ma dovrei superarla, non crede?

- Tutti abbiamo le nostre cose. Le porto un caffè?

E mentre la dottoressa mi distraeva, mi ha infilato le sanguisughe nel braccio.

Perdonatemi la banalità, ma ora mi sento meglio.



Esistono due tipi di generosità.



Una morale generale, per cui ci sono delle cose che semplicemente non si fanno, perchè contrarie ad una legge universale, e un senso morale "limitativo", per cui si è protettivi solo con chi ci sta intorno. Poi, siccome siamo mediamente delle merde, questa bellezza ad personam ci fa commettere delle scorrettezze, notevoli, verso persone "all'esterno" della nostra cerchia di familiari/parenti/amici.



Le Vie del Signore (perdonatemi queto attimo di spiritualismo, ma sarà l'alcool denaturato), sono infinite. E qualche volta ti incontri, dall'altra parte, con chi ti ha fatto del male a titolo assolutamente gratuito. Poi diventa divertente. Assai.

Facendo un'analisi da quattro soldi, la mia legge morale, come dicono a Bitonto, mi ha inculato(*) più di una volta.



Ah, considerando quante persone lavorano e quante attrezzature ci sono per prelevare un sacchettino di sangue o di emoderivati, e di quanto vi pagano (mi riferisco alle analisi aggratis che vi spedisconoa a casa), rendetevi conto effettivamente di quanto vale il vostro sangue, di quanto se ne ha bisogno, e che serve davvero.



Io, tra tre mesi, se nel frattempo non finisco sotto un camions(**), la cosa la rifarei.



Fate voi.



Sottofondo: De Andrè, Ottocento

(figlia della mia famiglia sei la meraviglia: già matura ancora pura come la verdura di papà... figlio bello audace bronzo di Versace figlio sempre più capace di rubare in borsa di stuprare in corsa e tu, moglie dalle larghe maglie dalle motle voglie esperta in anticaglie... scatole d'argento ti regalerò...)





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(*) Termine tecnico che Shakespeare ha chiamato "malasorte" nell'Amleto

(**) Citazione da Guccini.

martedì 20 febbraio 2007

Giochiamo

Dire, fare, baciare, lettera, testamento...



Chiudi gli occhi.



E appena li chiudi, sei fotttuto!



Ah, non giocate con i parenti!

Il matrimonio

Il matrimonio è una cosa bellissima.

Infatti, io vado a tutti quelli dei miei amici.

sabato 17 febbraio 2007

Il rutilante mondo della moda

Quando ero un giovane studente liceale ogni mattina compravo il Corriere della Sera. Gran figata, serioso, informato sul pianeta. I pensieri "stabili".

Poi aggiunsi, per amore, l'Unità. E facevo a mezzo.

Dopo un po' la puzza era un po' troppa (del resto una cosa che funziona non si chiude, mi dicono dalla regia), e passai al confronto Manifesto - Corriere.

Il Manifesto è bellissimo. La prima pagina è sempre da appendere. Fotografia e tagli eccezionali, commenti sagaci. L'altra informazione. Fai a mezzo davvero e ti organizzi.

Uno che dice "sì", sempre, uno che dice "no, eccheccazzo!". E tu poi commenti: "Mah!".

Poi mi son rotto di entrambe le situazioni, visto che ci sono dei movimenti ancora più sommersi.

Fai un bel giro su internet.

E poi Repubblica.it è un bel sito, a metà tra il Corriere, il Manifesto e Novella2000.

Ora...

Stamattina, con una serie di pensieri neri che mi frullano per la testa, apro il sito e che ti leggo? "Bush si è operato! gli hanno asportato due nei benigni dalla fronte... l'intervento è durato ben cinque minuti nell'ambulatorio interno alla Casa Bianca...".

Ovviamente, la notizia mi conforta dopo aver letto che "le tasse si diminuiranno quando avremo sanato il debito" che è una bellissima definizione dell'infinito, e che Britney Spears si è rapata a zero perchè stressata.

Io mi son rapato a zero al militare, e per poco non mi ficcavano dentro... ma non perchè fossi stressato: ho i capelli crespi e ogni settimana passavo dall'ordinato all'aspetto criceto...

Ora...

Un bel chicazzosenefrega lo potremmo dire, comunque, in coro.

Ma non per altro...

Cioè: i nei di Bush, il lifting di Berlusconi (che più che un lifting è un abuso edilizio, ma a quello ci aveva abituati, solo che non abbiamo memoria!), il faccione di Prodi...

Subito dopo, curiosità dal mondo, e calendari...

Non voglio incazzarmi.

Di più, intendo.

Passo ai calendari. Preferisco la tetta di plastica alla faccia di bronzo (o di altro materiale, in quel caso altamente deperibile).

mercoledì 14 febbraio 2007

Sul suicidio

Come a tutte le persone normali, quando il mondo si accanisce, ogni tanto mi balena l'idea di farla finita, giusto per riposare un po' o per vedere cosa c'è dopo...

Quando penso che farei un favore alla mia ex moglie ci ripenso immediatamente...



("Questa parvenza di vita/ha reso antiquato il suicidio/Questa parvenza di vita/non lo merita/Forse una migliore...")

martedì 13 febbraio 2007

Grandi verità.

La bella cosa di quando sei oggettivamente nella merda è che nessuno ti si avvicina per l'odore... figuriamoci poi a volersi sporcare.

E' il bello che la merda suddetta la facciamo tutti.

Buonanotte.

lunedì 12 febbraio 2007

Panama

"Della francese che si sente sola

non ne posso più

sta a proravia di un cameriere

che invece guarda giù



Con l'ambasciata portoricana

è al quinto mambo stasera

chissà le facce sapessero di agitarsi

su una polveriera"



Ivano Fossati, Panama.





E' fatta di profumi di tè, di salsedine, di vento del mare. Di un ritmo strano che poi riconosci tra mille. Di un arrangiamento che senti prima il jazzato, poi ritrovi l'originale, secco, scarno. Ma ti prende. E ricanti il ritornello...



"Oh mamacita Panama dov'è

ora che stiamo in mare..."



Ma come ben sapete, non sto recensendo una canzone...



Con un marinaio, di quelli che stanno fuori mesi e mesi... tra di noi due pizze. Le nostre amiche, a destra mia e sinistra sua, a cincischiare.

Ad un certo punto, mi dice: non hai visto niente se non hai visto Panama.

E poi ho perso i suoi occhi.



Non ho visto Panama.

Ha ragione lui.



(La cosa più terribile al mondo è la tecnica, e sapere di usarla mentre si fa qualcosa, quando l'ispirazione arriva e ad un certo punto conti, conti anche fino ad uno, per accendere la macchina che scrive/disegna/parla... dimentica, maledetto, dimentica il mezzo, dimentica di costruire immagini intorno ad un'idea. Cerca di sentire il profumo del fiore lontano dall'olio del motore. Questo maledetto motore...).

sabato 10 febbraio 2007

Quello che fu

Gli ottantotto tasti della Roland. Il suono del pianoforte. Gli arpeggi in Do minore, le armonizzazioni blues. E mentre suonavo scrivevo il testo della canzone, e il ricordo di te e gli studi di Freud e le imperfezioni, e gli atti mancati.

E i romanzi di Asimov letti nell'ultimo piano della villa che non c'è più, nella luce del pomeriggio dietro le finestre che si chiudevano male, su quella sedia di vimini che comoda non era ma tanto bastava.

E una volta che mi chiamasti con il nome con cui mi chiamavano a casa e non quello di scuola, e poi capii che non era solo simpatia, e il primo bacio nervoso. Ed era tramonto.

E quando ho imparato a leggere, e avevo quattro anni, e ho divorato libri, e enciclopedie, e storie, e leggevo dei romani e delle loro battaglie, gli schieramenti di fanteria e di cavalleria, gli scontri e le tattiche, e subito dopo gli esperimenti con l'anitride carbonica...

E una camicia, un'auto parcheggiata tra le colline di primavera, e un ti amo, e un amore nuovo, e un po' di sangue, e nuove lacrime.

E le armonie di Francesco Petrarca e la prima volta che ho ascoltato, davvero, The Wall e ho pensato madonnasanta.

E Orwell 1984.

E le colline di notte.

E le cose che ho fatto, e che ho visto allora.

E a vent'anni che non sopportavo i coetanei e uscivo con i quarantenni.

Ed ora accade forse il contrario, ma non so.

E quella volta che in calabria non trovai il cliente, forai, mi si spacco il parabrezza. E tornai a casa.

E quando non si capì esattamente che cosa volessero da me. E certe volte non lo capisco ancora.

E quella volta che sembrò tutto facile, che sembrava un grande amore, che sembrava perfetto, che tutto avrebbe cancellato e tutto creato. E crollò simpaticamente per una firma in banca.

E non parliamo delle banche, per carità. Venga, buongiorno, si accomodi, firmi qui.

Eppoi con gli occhi chiusi a ricordare. E Heaven And Hell di Vangelis e i brividi al buio.

E uno strattone in metropolitana e la tua macchina fotografica, e due giorni di foto, che non ci sono più.

E il sipario che si apre, e la musica, e le canzoni, e lo spettacolo.

E le tavole rotonde.

E un volo internazionale, poi un altro ancora. E ancora. Un paio di volte, lo ammetto, ho vomitato. Ma non sopporto quando non guido io.

E un viaggio in treno fino a Chartres.

E un viaggio in macchina, dietro l'angolo di casa, a combattere me stesso.

E occhi che ti guardano negli occhi.

E occhi che non ti guardano negli occhi.

E voci gratuite al telefono.

E bambini che ridono.

E una bambina che pareva ci fosse, poi, non c'è stata più.

E le poesie di Jorge Luis Borges. Se mi dovessero chiedere davvero cosa mi piace.

E la prima volta che ti ho vista. E ti ho vista in ogni donna che ho amato. E quando non ti vedo. E quando ti cerco.

E i dubbi sull'invisibile, quando si rende visibile.

E il sogno, il sonno, il risveglio.

E il non sogno, il non sono, il non risveglio.

E quando capisci come funziona. Tutto. Un meccanismo. Sai cosa fare per ottenere qualcosa. Sai come funziona. Tutto.

E ti manca qualcosa.

Porca miseria.

Come si fa?

venerdì 9 febbraio 2007

Due conti (2)

Questi cazzo di conti che non tornano!

Magari a lasciare un numero di telefonino...

martedì 6 febbraio 2007

Il mio piatto preferito

Carpaccio di salmone, come lo prepara con le sue manine sante un mio amico ristoratore.

Profumato da fare paura.

Accompagnato da un calice di Inzolia-Chardonnay (Cusumano, se non c'è di meglio).

Di fronte, la donna della mia vita. Con lo stesso salmone.

In assenza della donna, un secondo calice di Inzolia.

lunedì 5 febbraio 2007

Rientrare

Rientrare.

Troppo tardi.

Sembrava ieri che lo facevo tutti i giorni.

Miseria! Non ho più l'età.

Chiavi chiavi chiavi dove stanno le chiavi!

Eccole!

Gira gira gira presto! pipi! pipi!

(sarà la birra, dai per la prostata è presto! - speriamo!)

Scale scale scale!

(maledetta voglia di abitare nel centro storico!)

Luce. Accendi. Cazzo, non quella, l'altra...

Scale (a chiocciola, madonnasanta!)!

Sali sali sali...

Uff. Scarpe, pantaloni, maglione...

Ah... Maledizione no! il riscaldamento spento! perchè non c'è un timer perchè?

Bagno bagno bagno... Brrr!

Meno male... almeno questo... Brrr!... congelato...

Dai, dai, yaaaaaaawwwwwwwwwn!

Luce, sì, luce, libro...

"I trentasei stratagem.." yaawnnn!

...ronf!

(domani è domenica)

venerdì 2 febbraio 2007

Il profumo del sale ed altre stranezze (2)

"Invece aveva davanti a sé oggettivamente altri cinquant'anni  di vita.

Una morte lunga cinquant'anni.

Oppure rapida.

Adesso.



Non era riuscito, in fondo, a fare quell'unica cosa che gli sarebbe servita per sopravvivere ora: amarsi.



Amarsi davvero, non un vaneggiamento narcisistico, ma avere cura, dignitoso rispetto delle proprie aspirazioni, delle proprie inclinazioni, dei propri sentimenti. Senza la paura di conoscersi davvero, sbattendo contro i propri difetti ed affrontandoli uno per uno, amando ogni propria cellula, singolarmente e per quel miracolo di incastri che era comunque la sua vita, la sua sensibilità, la sua intelligenza.



Troppi ricatti.



Si guardò intorno.

Non un'anima."

AmorPlatonico, Le ultime ore del Signor P., Al Cospetto del Re dell'Incanto.



Uno che scrive dovrebbe principalmente leggersele lui le cose che scrive. Perchè magari le ha scritte per sè stesso.



E, come dicono in Francia, cazzi non ce ne vogliono.

giovedì 1 febbraio 2007

Citazione della sera

"Ci si inginocchia su questo

sagrato immenso

dell'altipiano barocco d'oriente...

per orizzonte stelle basse

per orizzonte stelle basse

oppure niente...



Chi si guarda nel cuore

sa bene quello che vuole

e prende quello che c'è...



Ha ben piccole foglie

la pianta del tè."

Ivano Fossati.




Lui, e tutta una serie di pensieri, ricordi, emozioni.



E' vero, quando ero piccolo mi innamoravo di tutto.

(Altra citazione da Faber).



Chissà quando mi sono svegliato.



Mah.

Frena! Frena!

(Zigzagando per le vie del centro di Bari)



Avvocato: Frena! Frena! Guarda quei due!

AmorPlatonico: Appunto... due retromarce contemporanee... ora tu scendi al volo, io mi faccio tamponare... e tu urli: ho visto tutto, sono un avvocato!!!

Avvocato: ...

AmorPlatonico: Per farmi pagare almeno cinquecentomila euro quante lesioni ci dobbiamo inventare?

Avvocato: Mi sa che per quella cifra devi morire...

AmorPlatonico: ....

Avvocato: Però con qualche bella frattura multipla a 300.000 ci arriviamo...

AmorPlatonico: Ah...

Avvocato: Allora?