lunedì 26 novembre 2007

Ogni tanto



Ogni tanto, mentre lavoro distolgo lo sguardo.



(Foto di AmorPlatonico, Libreria Zanaboni, Torino, durante la presentazione di un libro.)

sabato 24 novembre 2007

Istruzioni per l'uso



Dopo un po', generalmente, si chiudono gli occhi.

E l'arte s'invola.



(Ma oggi sto pensando altro. Sarete presto informati.)

lunedì 19 novembre 2007

Nel cielo sopra noi...



Mi ricordo una canzone di Alice.



"Nuvole

si inseguono cercandosi le nuvole

son vecchi dirigibili le nuvole

nuvole

a quanti amanti parlano le nuvole

nel cielo sopra noi

mi chiedo a chi appartengono

mi volto e trovo l'orizzonte

dei tuoi occhi intriso di ricordi e di sogni e di nuvole.

Giorni passati a scrutare nel cielo

segnali lontani, figure straniere così,

senza cercare di più.


Nuvole

ma quanti mondi vedono le nuvole

dal cielo sopra noi

mi chiedo se ci parlano

mi volto e trovo l'orizzonte. dei tuoi occhi

intriso di racconti e di luci e di nuvole

Giorni passati a scrutare nel cielo

segnali lontani, figure straniere

ragioni di vita sentite dal cuore così,

senza volere di più."


Già, senza volere di più.



Da quando la banca non mi chiama piu' per rompermi gli zebedei sto diventando troppo romantico.

Domani quasi quasi vado e chiedo un fido...



(Foto di AmorPlatonico, Cilento, Mare d'Inverno. Il tizio, stavolta, non l'ho pagato)







"

sabato 17 novembre 2007

Caravaggio



Dedicato a chi

legge ma non legge, ed è convinto di sapere,

sente ma non sente, ed è convinto di conoscerti,

guarda ma non guarda, ed è convinto di aver visto il mondo.



Perché la vita è una forte emozione, mentre per molti è un continuo e fastidioso brusio. Di bellezza.



L'ignoranza è forza, scriveva Orwell.



Senza scomodare Socrate...

giovedì 15 novembre 2007

Faith

       






Alla fine ti ho pure sognata.



Sarà stata l'aria di Roma vicino casa tua.



Sarà stato vedere la scalinata di San Pietro e Paolo, dove scendevi come una dea ed io mi son detto "Madonna, questa donna io l'amo".



Sarà questa luce che apre il cielo e segna i contrasti, o quel brano di Keith Jarreth nell'MP3 che mi ha ricordato di quando l'MP3 non ce l'avevo nemmeno e forse non c'era nemmeno, e tu mi dicesti "Questa è via Dandolo, ti ricordi Caro Diario di Moretti?"... ed il cd galeotto suonò The Koln Concert ed entrambi sorridemmo...



Sarà la Laurentina, ogni volta che la prendo, incasinata come non mai o deserta alle quattro di notte, che mi ricorda il mio amico che mi chiede "allora ceni con noi stasera?" ed io che declino ogni volta l'invito e corro da te.



E saranno ancora i fiorai agli angoli delle strade e tutte le rose che ti ho regalato, e quelle spedite per dirti "ti penso" e tutti i pensieri di quando credevo "ora mollo tutto e vengo a vivere dietro casa tua".



E del profumo di Roma quando piove, l'odore delle foglie, perché a me sembra che questo odore ci sia solo qui, e noi mano nella mano che ridiamo come bambini, raccontandoci di Brunelleschi e Caravaggio, e le storie di Roma cinquecentesca, e le stalle di Castel Sant'Angelo, e i cannoni, e le palle di pietra.



E poi ancora di quando scherzavamo chiamando nel parco i bambini che avremmo avuto e, chissà perché, sono i nomi che mi piacciono di più.



E l'odore dell'erba della collina lì, dietro il Colosseo Quadrato, quando spalmati sul prato ci guardavamo le nostre foto e ci regalavamo libri galeotti, e l'aria respirava di metafisica.



E il tuo Rilke e il mio Borges, entrambi commentati e sottolineati a parlare di noi oltre noi.



E quando ci perdemmo dietro il Ponte Flaminio e la strada per lasciarti si allungò di qualche ora, e si perse anche il navigatore, e si perse anche la notte, che era una di quelle notti che non dovevano finire mai, si persero Paolo Conte e tutte le nostre migliori intenzioni.



E un abbraccio, la prima volta, non voluto e non cercato.



E quel calore, quella sensazione che entrambi ci siamo dichiarati: è stato allora che ho capito.



E cinquecento chilometri tornando a casa, dicendomi "no, non può essere, sono innamorato".



E poi buio.



E poi cercarci.



"Devo dirti una cosa: mi sto innamorando di te."

"Devo dirti una cosa: anch'io".



E la storia la ricordo a ritroso, come il video di Return to Innocence. Il ritorno all'innocenza.



Perché sei innocente.



Perché quando esci, ti lavi il viso, ti sciogli i capelli ed esci, così come sei, e sei bellissima.



E alla fine ti ho pure sognata.



Perché quando un amico ti chiede: "ma tu che ti sei innamorato tante volte... poi... esiste qualcosa che una donna ti ha lasciato che ti manca quando è finita?"...

...alla fine te lo chiedi davvero, e ci pensi.



E non sono cinico, come qualcuno mi definisce...  semmai realista. E la realtà fa male a chi preferisce il sogno ad occhi aperti.



E' stato bellissimo.



E, se non ci fosse stato, la mia vita avrebbe un pezzo di bellezza in meno.



Spero che tu sia felice.



Io, qui, leggo:



UN POPOLO DI POETI DI ARTISTI DI EROI

DI SANTI DI PENSATORI DI SCIENZIATI

DI NAVIGATORI DI TRASMIGRATORI



e penso a me, qui, ora, alla mia vita e a quello che sono, e un sorriso mi spunta sulle labbra.



(Foto, come sempre, di AmorPlatonico. Roma, Palazzo della Civiltà Italiana o Colosseo Quadrato, EUR, cielo gentilmente offerto dalla Città Eterna, profumo non documentabile, bianconero di Photoshop, ma il contrasto c'era davvero. Se non vogliamo prenderci altre responsabilità, incolpiamo pure la Falanghina, tra l'altro ben al di sotto della modica quantità. Mai postare le foto e poi addormentarsi.)

Shadow, light.



lroma06

lroma01

sabato 3 novembre 2007

Ontologia da sabato pomeriggio



L'esperienza

risponde con la

statistica

alle domande che

la vita

pone alla

filosofia



(foto e ontologia di AmorPlatonico)

venerdì 2 novembre 2007

Tutti i particolari in cronaca



"Taci. Su le soglie

del bosco non odo

parole che dici

umane; ma odo

parole più nuove

che parlano di gocciole e foglie

lontane."



(Gabriele D'Annunzio, La Pioggia nel Pineto).



Mi piace davvero tanto questa poesia. E' una sequenza di ritmi, di parole, di immagini che evocano l'incanto. E penso ad Ermione e a tutti i suoi volti, i suoi sguardi, i suoi movimenti.



Perché ho bisogno di grazia, intorno. Perché la bellezza è fascino. Perché questa estetica, che è completezza, diventa etica.



Altrimenti, si dissolve al vento.



Ma che bel vento!



Dove sei, Ermione?