martedì 18 luglio 2006

Piccole soddisfazioni ed altre stranezze

(senza foto il post perde un 90%... provate ad immaginare: LEI  è Valeria Mazza, alla postazione trucco, bella che sembra la dimostrazione dell'esistenza di Dio).



Io ho preso il numeretto per avere un figlio da lei.



Non è tanto. Ho solo il 3.123.233.998.



(Però è tanto bella che a lei, la plastica che si vede nelle altre, dentro e fuori, non si nota affatto... forse è di un altro pianeta).



Per chi non avesse NULLA di meglio da fare, SABATO 22 Luglio, alle 22.30 su RAI UNO, i vestitini di AmorPlatonico chiudono la sfilata sposa. Ah... non sono Gattinoni ne Byblos... ma datemi tempo...

martedì 11 luglio 2006

Cinque minuti

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(Ok, è una bella campagna pubblicitaria, lo ammetto. Ma il tema del post è un altro.)



Vi capita mai quella sensazione bellissima di "delirio d'onnipotenza onirico?".

A me (sarò malato?), sì. Mi lascia incantato il potere immenso della nostra mente di concentrare sequenze, eventi, coscienza, ragionamenti in pochissimi istanti.


Sto parlando di quei momenti di dormiveglia in cui seguiamo il ritmo dei sogni. Che non sono sogni  veri e propri ma una specie di "sogno controllato dal cosciente" o "cosciente sognante".

Tutto un mondo passa nella nostra testa. Per un istante... il filo del pensiero prende forma, coscienza, materia.

Siamo spettatori e attori del sogno che stiamo vivendo. Ad occhi aperti.

Sveglia. Ci siamo svegliati qualche secondo. Abbiamo richiuso gli occhi, ma non del tutto.

Cinque minuti, ci diciamo, soltanto cinque minuti...

Il riaddormentarsi è stato così brusco che non ce ne siamo neanche accorti. Siamo lì, coscienti, vigili, convinti d'esser svegli.

Cinque minuti.

E intanto cavalchiamo ippogrifi, salviamo donzelle, annientiamo mondi, creiamo opere d'arte...

Poi, d'un tratto, riapriamo gli occhi.

Cinque minuti, è vero: la sveglia li segna: sono, soltanto, cinque minuti piu' in là...

Ed è parso l'eterno...

sabato 8 luglio 2006

Fa molto Gaudi

22E' la Chiesa del Pellegrino, a San Giovanni Rotondo.
Non l'avevo mai vista. Ieri, in pausa pranzo tra due clienti, ci son passato.
Pioveva.
Il vialetto per arrivare, in salita. Poi una strettoia. Poi le scale. Chiesa inferiore, un lungo corridoio elicoidale prima a doppia altezza, cadenzato da soffitti a botte e colonne, e luci, e l'altezza che man mano diminuiva... fino quasi a soffocare, e poi ancora grandezza, negli archi rampanti che ricordano il mio gotico, i blocchi di pietra di Apricena tenuti insieme dal metallo, come i templi greci e la copertura in solido rame, a coprire e a proteggere come un guscio il senso del sacro.
Non mi piacciono le chiese moderne. Sono progettate da senza Dio. Questa, no.
Fuori, è tornato il sole.

lunedì 3 luglio 2006

Non è colpa mia

(Cellulare. Nella sua zona non prende tanto. Io ho tre tacche in ufficio, ultimo piano)

R: Pronto? Pronto? Prontoooo?
AP: Sì? Pronto?
R: NON MI SENTI? PRONTOOOO?
AP: Certo che ti sento, non gridare!
R: MA STAVI DORMENDO??
AP: Sono le sei e mezzo. Sono in ufficio. Ti hanno sentita fino a Canicattì...
R: No, pensavo stessi dormendo...
R: Allora ciao...
AP: Ciao...
AP: ?...?

Vabbè.

No. E' colpa mia.

Ti tenta tre volte tanto...

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"...


Si ricordò che non aveva mangiato, dalla mattina. Raggiunse il suo caffè preferito. Passò in carrellata i gelati, il cesto della frutta dei frappè, la coloratissima vetrina dei semifreddi. Passò poi all'espositore delle merende preconfezionate. Un tempo, quando era giù, si consolava con la panacea degli artisti, le Fiesta. Se ne comprava un pacco e aspettava quasi lo stordimento del liquore (ma c'era davvero?) di cui erano imbevute sotto il cioccolato. In quel momento persino l'odore del dolce lo stomacava. Magari qualcosa di salato. Il bancone era deserto. Evidentemente dovevano ancora preparare per l'affluenza degli aperitivi serali e per le consumazioni notturne.


Riuscì a farsi preparare un tramezzino. Un tempo in quel pane al latte, nella maionese e nell'uovo sodo vedeva le libagioni delle baccanti, e nell'insalata e nel pomodoro la salvezza del dietista. Quei tramezzini erano stati per anni la sua salvezza, il suo ritorno all'utero, il concetto stesso della Creazione.


..."
(Da AmorPlatonico, "Le ultime ore di P.", Al Cospetto del Re dell'Incanto)

Ed io che continuo a sognare

... di poterci anche parlare.
Con una donna.

(troppo sole oggi)

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(il dipinto è di Franco Battiato)

sabato 1 luglio 2006

per te immaturum mortis adimus iter

017_Santorsola"Mi sembra di viaggiare
in zone rarefatte del pensiero,
dove si affina la mia disposizione a vivere
che si inebria di stili e discipline.
In un insieme
irridente di parche voglie,
celebro il mio vanto i miei sensi la mia unicità.

Furono giorni di stanchezza assurda e depressiva,
di una totale mancanza di lucidità.
Quando ti chiedi in qualche letto sconosciuto,
che cosa hai fatto e perchè vivi in tanta estraneità.

Sapessi che dolore l'esistenza
che vede nero dove nero non ce n'è.
Il fatto è che non posso più tornare indietro
che non riesco a vivere con te né senza di te,
credimi.

Ma io vorrei essere un'aquila
vedere il piano del mondo che inclina verso di noi
e le leggi che si inchinano
lanciarmi a inseguire il tuo deserto
e i poteri solenni
e le porte dorate
cominciare di nuovo il viaggio"
Stage Door, Franco Battiato.


Il "quesito del mare" di questa mattina (spiego per i nuovi lettori: io abito in un ridente paesino del sud est, davanti al mare. Ogni mattina, per quanto possano essere torvi i pensieri, l'uscire di casa e vedere il sole che fa barbagli nell'acqua è qualcosa che dovrebbe essere prescritto all'umanità intera: ti ri-mette in relazione col mondo, rimettendo le cose nella giusta dimensione. E se esiste una bellezza tale, il resto non puo' essere così terribile)... è, esattamente,  la mia "funzione nel mondo", parafrasando un verso di una vecchia canzone di Battiato "Ti sei mai chiesto quale funzione hai?".

Mi spiego meglio.

Premetto che non sto per sparare uno di quei post mattonici sul perchè e percome della vita (a quello basta questa bellissima canzone che ho trovato in rete, credendo di conoscere praticamente tutto di Battiato... e invece... taaac!), ma semplicemente stavo facendo un tranquillo esame della mia funzione lavorativa.

Il mio concetto di bello, di creativo, che deve sposarsi comunque con la logica del profitto.

Ogni tanto, quando sono un po' stressato, quando ci sono problemi lavorativi, quando la caposarta si appende agli zebedei perchè il cliente vuole qualcosa di impossibile - perchè poi io non voglio contestazioni - o perchè il fornitore ha sbagliato partita o colore o c'è un ritardo di pagamento (capita), oppure, che ne sò, tutte le foto della collezione son venute con una macchia a destra in alto, oppure perchè oggi il direttore di banca ha deciso di rovinarmi la giornata... oppure... perchè oggi tutti i call center del pianeta hanno letto il numero della mia azienda e sedicenti rompicoglioni vogliono "parlare con il responsabile" (responsabile di che? cos'ho fatto?)...

Bene, quando tutte queste cose accadono IN UN SOLO GIORNO, certe volte penso che vorrei fare l'impiegato comunale. Riversare la mia insoddisfazione su un poveretto quando chiede qualcosa dicendo "non è mio ufficio", parola meravigliosamente appiccicata per non dire "non me ne fotte un ca@@o che devi spedire 200 lettere, io la spugnetta non te la do'!". E poi magari ritagliarmi la mia vita privata in una sorta di organizzazione mentale in cui tutto funziona a meraviglia, in cui i desideri vanno rateizzati e i sentimenti "aggiustati" con pesanti mazzate di martello, come dicevano i piloti alitalia che l'air one riparasse i propri aereomobili... (prima che Alitalia facesse crac per esuberi di personale ed altre amenità)...

E diventare quindi perfettamente egoista. E sistemare le MIE cosine e basta. Fuori dall'ordine delle cose. Fuori da un concetto di bellezza. Tutto, unicamente, per il profitto personale (ma che profitto, poi?)

Non che sia un samaritano o che regali quello che faccio, per carità.

Ma proprio, ad essere così, cinico, non ci riesco.

Non che tutto quello che è bello sia anche per forza buono. Ma niente che sia buono è brutto. Mai.

E non riesco a non essere, a non pensare così.

Almeno sapere non dico chi siamo, ma quello che non siamo.

(Devo finirla di leggere Montale, così, senza protezione!).

So solo che l'immagine di un vecchio canuto, cadente, scottato dal sole malpreso, con i pantaloncini ascellari, orrendamente a torso nudo in un pomeriggio d'estate, a cercarmi a ottant'anni non dico un senso, per carità, ma qualcosa di metodico da fare per evitare che mi venga in mente di aver gettato la mia vita... è qualcosa che mi terrorizza al pari della morte o della riabilitazione di Craxi.

Divertitevi.

"Ergo sollicitae tu causa, pecunia, vitae!


per te immaturum mortis adimus iter;


tu vitiis hominum crudelia pabula praebes;


semina curarum de capite orta tuo."


Properzio.



PS: "Ti sei mai chiesto quale funzione hai" è tratta da "Il silenzio del rumore"
"Quello" nella foto è Davide Santorsola, uno dei piu' bravi pianisti di Bari, in una sua performance (sonora) finita poi in una mia mostra (fotografica).

RIASSUNTO: Voglio fare il parrucchiere.