giovedì 29 giugno 2006

Facciamoci del male.

Piccola, ma veramente piccola, digressione sull'innamoramento.

A parte la concezione Platonica, a me molto cara, sintetizzata da una bellissima canzone di Alice/Messina/Di Martino:
"Dammi la mano amore,
dolcemente abbracciami
per allargare i confini della percezione
....
e anche ciò che appare piu' terribile
acquista la sua dimensione
naturale."

A parte questa, esiste una versione piu' "pratica".
Non per essere pedanti, o caustici, o sgradevoli. Mi rendo conto, però, che una sana dose di "dolore" o, per non fare le vittime, di fatica e impegno, ti porta a sfrondare parecchio i desideri, le evanescenze, e a guardare un po' di piu' le cose come appaiono. O dovrebbero apparire. Si svela quindi quella parte di realtà "autoconsolatoria" di un mondo a nostra misura per sbattere davanti (magari davanti) alla nuda e cruda realtà. E vedi il peso, la presenza, l'intelligenza delle persone, e dei cuori, intorno a te. Di come escano dalla patina di perfetto egoismo (avere l'amore per se' e non per uno piu' uno uguale due, e il due in tre, nell'eterna generazione del cosmo: concetto difficile, produrrò dispense).

E, simpaticamente, il bicchiere, vuoto, cominci a riempirlo tu, anzichè vederlo pieno con la fantasia (o desiderio, o sogno, o altre marzulliane divagazioni).

"Ah... e ora portare anima oltre confini di giardino"
(Pieraccioni, in un lampo di genio).
Divertitevi.

mercoledì 28 giugno 2006

martedì 27 giugno 2006

Milano vicino all'Europa e l'Immenso Blu

Non voglio rientrare in luoghi comuni.
A parte le sfilate, i commenti per "lo stand piu' originale" e "la collezione piu' coraggiosa", l'essere l'unico stand ripreso da Canale Cinque, l'autopromozione a Condè Nast, la risoluzione di alcuni problemini, gli occhi tremendamente celesti della intelligentissima modella lettone (quando mai!), Milano che diventa un lago di fango e acqua sotto un temporale estivo, i vestiti che ti si attaccano addosso, qualche incontro per dare un volto a voce e intelligenza....
... la voglia irreferenabile di tuffarti nel mare, di fronte casa tua... quando tutto il mondo si spegne, sembra ovattato, la musica diventa lontana come in un altro film.... e tu ti metti supino a guardare, nell'acqua, le stelle.

lunedì 19 giugno 2006

Ulisse

Giovinazzo 24 Aprile 2006
E restiamo a guardare
nell'ombra non visti muti
immersi in questo mare
di non so piu' bene cosa
che respira ad aspettare
che qualcosa qualcuno
appaia disponga scopra
se possiamo ancora dire
chi siamo.


Ero partito con le migliori intenzioni, stasera. Scrivere della vita e della morte. Delle cose importanti. Dell'Uno del Due e del Tre. Del senso dell'Amore, dell'umanità della nostalgia, della inutile ma piacevole trasposizione del ricordo nella fantasia.
Ma non è cosa.
Ad un certo punto (e un post letto), mi son ricordato di una cosetta scritta un po' di tempo fa. A quel tempo al posto del "chi siamo" c'era un "ti amo". Un tentativo di far scrivere ad altri una storia. Una storia che non c'era. Altrimenti l'avresti scritta tu (cioè io, questo maledetto TU narrativo!). Poi ti accorgi che le stesse pennellate raccontano la sospensione del viaggio verso la nuova meta, che al tempo stesso è incognita e temuta, ma necessaria e desiderata, anzi, voluta.
E si sa che non si può tornare indietro. Perchè se si comincia un viaggio, non ha senso tornare. Perchè niente è come prima.
E qualcosa qualcuno è il nuovo te stesso che ti aspetta. Dall'altra parte del mare. O di non si sa piu' bene cosa.

sabato 17 giugno 2006

Amici diversi



Abbandonato il Mistero dell'Amore per un attimo ("...c'Amor vada ragionando meco/et io co'llui", Petrarca), sono ancora miseramente divertito dalla notizia di ieri.
Il nostro amato ministro degli esteri, Massimo D'Alema ha dichiarato agli americani che anche con questo governo gli italiani saranno sempre amici degli americani... ma amici "diversi".
Ora... io non voglio recriminare sulla vis comica del nostro ministro... ma preferei che le puttanate a livello internazionale (al nazionale ci sono abituato) vengano pronunciate o da un comico di professione (tale che si capisca che si sta scherzando) o da Berlusconi ("tanto quello c'ha i soldi").
La cosa piu' terrificante è che siamo riusciti ancora una volta a renderci ridicoli.
Ridicolissimi.

E la faccia di Condoleeza Rice quando gli ha stretto la mano (anche senza essere lombrosiani si capisce che pensava: "... eccone n'artro... se questa è la terra dei Cesari...").

Ora, quando ero chiuso in quella cabina elettorale, dovendo scegliere il meno peggio (e non mi dite "io annullo o voto scheda bianca, perchè fa figo, perchè mi incazzo: responsabilizzatevi, o emigrate!)... ho turato il naso e ho messo la mia bella croce sui DS.

Sperando: No, D'Alema, No.

E invece...

Soltanto una melodia mi frulla per la testa... considerando che ultimamente sto pericoloso...

"E sul binario stava la locomotiva..."

Ma domani mi passa.
    ("e sibilia il vapore...")
Sì.
    ("...sembra quasi cosa viva...")
Domani mi passa...
    ("...e sembra dire ai contadini curvi quel fischio che si spande in aria...")

martedì 13 giugno 2006

Non sono misogino

cartolina09LOW-2
Saranno state le cattive letture da bambino...
O il fatto che non riesco a farmi incantare?
Mah!?
Il rutilante mondo della moda. O del cuore? Chissà...
Eppure pare che l'Amore, anzi, l'Ammore non esista più.
O sono stanco di cercarlo?
O sono stanco e basta e dovrei finirla di lavorare così tanto?
Ah, brutta razza i perfezionisti.
Brutta, brutta proprio.

Come nella boxe

giocodigambe
La fotografia è tutta un gioco di gambe.

domenica 11 giugno 2006

E la luna bussò

A gentile richiesta...

028_WayHome
L'Incanto.

Mi sono innamorato della luna
ed ogni notte da mille anni
salgo in cielo
per amarla.

Nel silenzio dell'aria
i venti i tempi non esistono più
Bagliori ed ombre...
Ah! quante belle cose quassù!

Sono millenni che continuo a suonare
lo stesso accordo e sempre
abbagliato e prigioniero della mia
comoda realtà personale

E continuo ad urlare
sussurrando
segreti parole di una qualche importanza fa...
Cosa per noi? Dinosauri.

E mi meraviglio per il Numero
dietro me e davanti... stupido esercito di suonatori
Stanchi e aviliti di paura e di nostalgia
della tenera età...

E la grande gara
dei Menestrelli di Regime
e il Re dell'Incanto e di Malinconia
e sono Io, il Numero la Prova e la Forza...

E sono le tormentate notti
di scrittori inseguiti
dalle pagine bianche
i pennelli secchi le tele intatte

le luci di casa accese fino all'alba
ad aspettare
il Re dell'Incanto a colorare
l'Universo Grigio - Crolla.

L'accordo insistente
s'apre squarcia si divincola
libero m'insegue mi porta
via...

Mi sono innamorato della luna
domani
partirò con un razzo
per calpestarla.

(AP, L'Incanto, Canzoni, la foto è sempre di AP, dalla mostra "Preview", Bari, Settembre 2000)

lunedì 5 giugno 2006

Cioè, parliamone


Cioè, parliamone.
Sei bellissima. Devi solo essere bellissima. Devi solo arrivare puntale.
Ti pettinano. Ti truccano. Ti ritruccano (perchè sì).
Io scatto. Sei bellissima. Eccezionale.
Pausa pranzo.
"AmorPlatonico, scusami. Io mi sento malissimo. Ieri sono andata ad una cerimonia e ho un po' esagerato col cibo."
E la sessione di scatti finisce qui.
E il bello che non puoi farci nulla, altrimenti la felicità "ideale" di una sposa, sicuramente mal si coniuga col mal di pancia.
Certe volte vorrei produrre bulloni...
... a Brescia, ovviamente.
Pim... pim... pim...

domenica 4 giugno 2006

Esse est percipi

Esse est Percipi

Siamo innamorati di una fantasia
venuta dai millenni
da chissà dove.

E l'ho vista nascere e salire
volare, e boccheggiare.
Nelle ombre della notte
nelle finestre delle cattedrali
nei campi spazzati dai venti d'estate

E nelle affinità elettive
nel sorriso di un bambino
e nello specchio dei tuoi occhi.

Ed ho imparato, ho ricordato
Che conscersi è riconoscersi
In Te.

(AmorPlatonico, Esse Est Percipi, da "Al Cospetto del Re dell'Incanto")

Penso che l'Amore sia un mezzo di conoscenza, di percezione. Sia quando c'è soltanto la "vibrante intesa di tutti i sensi in festa", per ricordare Battiato, sia quando, ed è bellissimo, tutto funziona davvero.

Allora questo brivido, questa sferzata d'energia, modifica l'ordine delle cose. Le fa apparire naturali. Della giusta dimensione.

E magari colorate di una tonalità accettabile.

E, magari, a richiesta, si nota un po' di essenza in piu'.

Poi sono in tanti, da Platone, ad Hillmann, passando persino per certi esponenti della vetusta Chiesta Cristiana a pensarla così.

Ed io con loro.

E, certe volte, non ci si innamora di una persona, ma di uno stato. Come guardare degli occhi senza un volto. "Il saggio vive in uno stato di perenne innamoramento". Ma io, sfortunatamente, in fondo tanto saggio non sono.

(Come dicevo tempo addietro, mai portarsi il portatile davanti al mare).

venerdì 2 giugno 2006

I miei amori

Ci sono delle cose che sono le metafore dei punti fermi della nostra personalità. Sono elementi reali che racchiudono l'essenza del punto di contatto del nostro essere-tempo con la nostra anima. Hanno un carattere evocativo per un passaggio diretto alla parte migliore di noi. O che crediamo tale.

Le mie sono due.

Borges e Gustav Klimt.

Poi, tutte le altre.

Ieri notte, una persona speciale mi ha fatto un regalo bellissimo.

E' questo template, che con la sua solarità illumina questi giorni un po' grigi.

Che passeranno. Presto.

"Le nuvole non possono annientare il sole
e lo sapeva bene Paganini
che il diavolo è mancino
è subdolo e suona il violino"
(Battiato, Lode all'Inviolato)

La cosa bellissima è che è come lo avrei fatto io.

Grazie.